Vittorio Sabadini

John Bercow, lo speaker della Camera dei Comuni britannica, l’aveva detto nel settembre scorso: «Straccerò il libro delle regole pur di fermare ogni tentativo illegale del primo ministro di arrivare alla Brexit entro il 31 ottobre». E ieri ha mantenuto l’impegno: ha respinto la richiesta di Boris Johnson di votare l’accordo raggiunto con la Ue, un ennesimo tentativo del premier di fare rientrare dalla finestra quello che era già stato fatto uscire dalla porta. Sabato scorso il Parlamento aveva approvato un emendamento che obbliga il governo a fare votare prima la sterminata legislazione tecnica che riguarda la Brexit e solo dopo l’accordo. Senza un rinvio, che l’Europa sembra ora disposta a concedere, sarebbe quasi impossibile riuscirci entro il 31 ottobre pure se il governo avesse una maggioranza, che al momento non ha. Anche ieri Bercow è stato all’altezza della sua fama. Ha solennemente dichiarato che la richiesta di Johnson era «ripetitiva e disordinata», che una decisione sullo stesso tema era stata presa solo 48 prima e che il governo non poteva continuare a riproporre continuamente il voto sulla stessa materia sperando che prima o poi il Parlamento lo accontentasse. Sabato si è deciso di votare prima le leggi collegate, e così sarà. Chissà dove sarebbe oggi la Brexit senza Bercow. Lo speaker dei Comuni deve essere neutrale e lasciare il suo partito quando viene eletto alla carica, ma molti lo accusano di parteggiare per il «remain», per il quale ha votato al referendum. I poteri che gli sono conferiti gli consentono sicuramente di indirizzare il dibattito: è lui a dare la parola ai deputati, a mantenere l’ordine con le grida di «Order!, Order!», che nessuno ha mai urlato più forte di lui. Oggi la battaglia della Brexit ricomincerà a Westminster e sarà un’altra giornata calda, forse decisiva. Il governo ha annunciato la pubblicazione del testo dell’accordo in modo da potere cominciare a votarlo da questo pomeriggio. Si deciderà anche il calendario del lavori: Johnson chiederà sedute notturne, ma non è detto che gliele concedano. Il leader laburista Corbyn prepara imboscate ed emendamenti per mantenere l’unione doganale e per un secondo referendum. Bercow vigilerà e dirigerà il traffico.