Mercoledì venticinque settembre
Buongiorno a tutti. A Londra la Corte suprema riapre il Parlamento chiuso da BoJo. All’Onu Bolsonaro dice che l’Amazzonia è roba sua e non dell’umanità. Intanto Conte è per il contante e vuol fare un patto con gli italiani onesti per stanare gli evasori. Incentivando l’uso delle carte di credito. Buona lettura a tutti.
Brexit. La Corte: Johnson fuorilegge. A Londra riapre il Parlamento. L’opposizione chiede le dimissioni subito. Lady Brenda la giudice femminista che ha infilzato Boris (Corriere p.2). I giudici contro Johnson: illegale la sospensione del Parlamento. La sentenza della Corte Suprema. Il premier avrebbe fuorviato Elisabetta strappando l’assenso per sospendere l’attività della Camera dei Comuni. Boris rientra di corsa da New York con aria di sfida e la minaccia di una nuova sospensione dell’attività. Le tre strade possibili per evitare il caos. I Comuni non vogliono correre il rischio di elezioni prima del 31 ottobre. La Ue adesso teme di dover trattare con un’anatra zoppa. Aumenta l’incertezza sul futuro dei negoziati tra i 27 Paesi e Londra (Sole p.5).
Trump rischia l’impeachment. Caso Ucraina, ora Pelosi si convince, i democratici aprono la procedura. Il presidente: “Pubblicate la telefonata con Zelensky” (Stampa p.13). «Impeachment, Trump ha tradito il nostro Paese». L’annuncio dei democratici (Corriere p.3).
Amazzonia. «L’Amazzonia non è dell’umanità». L’affondo di Bolsonaro all’Onu. Platea dell’Assemblea generale incredula davanti al presidente brasiliano: «Foresta intatta» (Corriere p.3). Monte Bianco, allarme ghiacciaio: “Rischia di crollare per il caldo” (Repubblica p.18).
La mia apertura. Se non fosse stato per la deferenza alla Suprema Corte inglese che ha riaperto il Parlamento, per Trump sotto impeachment o per Bolsonaro che dice di non impicciarci dell’Amazzonia che non è patrimonio dell’umanità, avrei aperto la rassegna con questa notizia. Si, lo so, sono un provinciale… Guardate la pagina e leggete sotto i due articoli. E trasferiamoci tutti a Copenaghen.
Tutti a Copenaghen. È umorismo involontario o piuttosto la ferocia antiitaliana del capotedattore che ha impaginato ieri il quaotidiano di Confindustria? Scegliete voi. Il Sole 24 Ore mette in pagina una a fianco all’altra due notizie. “Rho-Monza, quindici anni per asfaltare sette chilometri. Entro la fine del 2021 i cinque chilometri che mancano”. Parliamo di un appaltino di 170 milioni di lavori. Accanto, “Metro di Copenaghen, domenica la Regina Margherita di Danimarca inaugura i 31 kilometri di metropolitana costruiti dalla Salini. Una delle opere di mobilità sostenibile più importanti d’Europa, costata tre miliardi e mezzo di euro. Otto anni per progettarla, appaltarla, realizzarla e inaugurarla. Trasferiamoci tutti a Copenaghen. Un paese civile. Sara Monaci e Marco Morino sul Sole a pagina 10.
Il piano di Conte. “Premi a chi usa la carta di credito”. L’idea del premier per combattere l’evasione: chi supererà una soglia annuale di spesa tracciata si vedrà restituire circa il 10% in detrazioni fiscali. “Bisogna intervenire radicalmente”. L’ipotesi della lotteria degli scontrini (Repubblica p.2). «Un patto con gli italiani onesti contro l’evasione». Il premier da New York lancia «una misura per contrastare le iniquità» e reperire risorse. «Studiamo un intervento complessivo in modo che alla fine tutti paghino meno» (Messaggero p.2). Sono ancora tanti quelli che non si fidano del denaro virtuale. Ma la proposta di introdurre incentivi e non punizioni toglie allo Stato le caratteristiche del cerbero (Repubblica p.3). Il premier evoca lo Stato etico. In difficoltà con la manovra, difende la tassa sullo zucchero e invoca pene per il «nero» (già in vigore) (Giornale p.4). A caccia di100 miliardi. Spunta la detrazione fiscale perla fattura dell’idraulico (Corriere p.6).
Ma la spesa dello Stato continua a correre. In due anni salita del 5%. Nel governo manca una figura deputata al controllo. Tra 2019 e 2021, le uscite correnti sono più alte di 48 miliardi delle stime di 18 mesi fa. Scrive Federico Fubini sul Corriere (p.7): servirebbe un’idea di dove mettere le mani. Servirebbe un’idea dei servizi pubblici che occorrono e di come fornirli con efficienza. È necessario un commissario alla «spending review», ma non basta: servirebbe un’idea politica di come lo Stato funziona per i cittadini, specie i più deboli, senza sprecare le proprie risorse.
Manovra, pronto il nuovo Def. Dalla Ue uno sconto da 11 miliardi. Gualtieri: “Pagheremo il conto del Papeete”. Nel 2020 Pil allo 0,6% deficit intorno al 2,1% (Repubblica p.24). Il caro-energia pesa in bolletta. Da ottobre luce e gas più costosi: l’elettricità salirà del 2,6%, per il metano +3,9%. Tra i motivi anche la crisi nucleare francese. Rispetto al 2018 l’aumento annuale è più contenuto, attorno all’1%, anche grazie a un lieve calo degli oneri di sistema (Repubblica p.25).
“La Libia rischia di essere la nuova Siria”. Di Maio chiede l’impegno degli Stati Uniti. Il ministro degli Esteri: “In Nord Africa serve una soluzione politica”. A New York tavolo con i francesi. Il premier Conte vede l’inviato Onu Salamé: “Al presidente Usa ho chiesto il sostegno alla nostra strategia”. Dobbiamo impedire che la Libia diventi la nuova Siria. Serve una soluzione pacifica. L’Ue parli con una sola voce. Escludiamo l’opzione della forza. Il governo italiano conferma la linea: appoggiare Sarraj e dialogo con la Cirenaica (Stampa p.5).
Regionali: I 5S stoppano subito il Pd in Emilia: “Bonaccini faccia un passo indietro” (Stampa p.10). Umbria: “Solo tecnici nella mia giunta. Liste pulite? No, caso per caso”. Vincenzo Bianconi, l’uomo di Pd e 5S in Umbria: “Mi piacerebbe che Fora, l’ex candidato dem, fosse il mio vice. La Giunta precedente? Chi sbaglia paga” (Fatto p.5).
Rivolta M5S: un documento per commissariare Di Maio. Settanta senatori su 103 firmano perché Luigi ceda la guida politica del Movimento. La richiesta: torni Grillo. Taverna: «Una scissione? Diciamo tensione fisiologica» (Messaggero p.5). «Un direttorio al posto del capo». Ma Grillo lo lascia solo. Post, silenzi e battute indeboliscono la sua leadership (Corriere p.8). Le sparate di Fioramonti, neo-ministro alla Istruzione. Il nuovo Toninelli che attacca la Nutella e non apre le scuole e vuole distruggere la Ferrero (Giornale p.3).
“La nostra visione di Paese coincide con quella Dem. Ora costruire un progetto”. Parla Roberta Lombardi: “Uniti alle politiche? Dipende dalla legge elettorale (Stampa p.11). “La sindaca Raggi si deve dimettere per un dialogo tra noi e M5S a Roma”. Parla Marianna Madia, deputata ed ex ministra Pd: “Sbagliata la scissione di Italia viva. Non abbiamo bisogno di partiti personali, ma il Pd non sia una sommatoria di filiere” (Stampa p.11).
Proporzionale, Zingaretti frena. Maria Teresa Meli sul Corriere (p. 11). Pd App per iscriversi e votare. La risposta dem a Rousseau. Zingaretti lancia la nuova applicazione per aprire il partito e frenare le correnti. In rete il 15 ottobre con lo slogan “Tu vali tu”. On line referendum su scelte cruciali e tutta l’attività dei dirigenti. Boccia: “La differenza con i 5S? I nostri iscritti possono interagire tra loro” (Repubblica p.10). Operazione simpatia del Pd. Rispuntano Boldrini e Bindi. L’ex presidente della Camera aderisce ai dem. E Rosy torna in prima fila (Libero p.8).
Politico e oratore: Renzi (ri)organizza le sue casse: nuovo assetto finanziario. L’ex premier lascia Italia Viva (e la Leopolda) ai comitati civici, lui avrà la sua fondazione per i grossi sostenitori e andrà in giro per conferenze e altro. Ha creato una Srl per gli impegni professionali dopo che ha superato il milione (Fatto p.2).
Salvini, nuovo stop. Berlusconi affossa il referendum sulla legge elettorale. Slitta definitivamente il vertice per le prossime regionali (Repubblica p.11). Centrodestra alla ricerca dell’unità smarrita. La tregua che non ti aspetti. Salvini smette di pungere Berlusconi: «Buoni i nostri rapporti, tranne che sul Milan». Merito dei sondaggi. S’è capito che, dopo l’intesa M5S-Pd, il polo sovranista da solo non basta più. Per vincere servirà l’intero centrodestra, purché ritrovi l’unità perduta (Stampa p.4).
In Senato la Lega blocca i lavori. Niente numero legale, stop in commissione. Il senatore del Carroccio Roberto Calderoli: «Sto addestrando i colleghi del gruppo È solo l’inizio, sarà il Vietnam» (Corriere p.10).
«Autonomia solo a parità di condizioni. Città metropolitane, occasione Roma». Il ministro per gli affari regionali Francesco Boccia reduce dagli incontri con i governatori dello spacca-italia. La riforma entro il 2023, certo di poter portare anche il Veneto sulle posizioni dell’Emilia Romagna» (Messaggero p.5).
Migranti, dopo l’intesa festeggia solo l’Italia. Così l’accordo di Malta rischia già di saltare. Prudente Bruxelles, scettiche alcune Capitali: al tavolo dei ministri dell’Interno, a ottobre, si pensa a una versione soft (Stampa p.6). L’Ue conferma che il patto sui migranti è un bluff. L’Europa spiega che la ripartizione dei profughi è volontaria e temporanea. Inoltre gli altri Stati potranno sempre tirarsi indietro (Libero p.7). Il piano del governo: sbarchi dei migranti in porti nordafricani. Roma tratta con Tunisia, Algeria e Marocco (Corriere p.12). Migranti, nell’accordo di Malta la stretta sulle navi umanitarie. Le nuove regole ricalcano il codice Minniti: le Ong non dovranno ostacolare i soccorsi delle Guardie costiere, inclusa quella libica. Via le supermulte previste dal decreto sicurezza (Repubblica p.8). Le Ong diventano i traghettatori ufficiali. Il patto sottoscritto dalla Lamorgese è vergato sulla sabbia delle buone intenzioni, tant’è che persino il portale fondato da Boeri parla di incertezze e ambiguità. A cominciare dal ruolo riconosciuto agli attivisti. Un vero incentivo all’esodo verso l’Italia. Maurizio Belpietro sulla Verità p.5
Parla Marco Minniti, l’ex ministro dell’Interno: “A Malta un buon primo passo. Ora va cambiata la Bossi-Fini. Ottimo esordio del Viminale. Quella dei porti chiusi non era e non sarà mai una strategia, ma una drammatica propaganda per nascondere la realtà. La partita è in Africa: sulla rotta balcanica l’Ue ha investito 6 miliardi, sull’Africa non ci si può fermare a pochi milioni (Fatto p.8).
“Clan Spada, è mafia”. Per i boss di Ostia anche tre ergastoli. La sentenza del maxiprocesso conferma la tesi dell’accusa. Raggi in aula: “A testa alta per la legalità”. Zingaretti: “Ha vinto lo Stato” (Repubblica p.15).
Fondazione Open. Ora si cerca il politico che mise il renziano in contatto con i Toto. I pm vogliono individuare chi spinse Donnini verso l’eolico e il grande affare con i signori delle autostrade abruzzesi (Fatto p.3). I soldi pagati a Bianchi. Sospetti su 200 mila euro per il referendum 2016. Fondi ai comitati per il Sì nel caso della fondazione Open (Corriere p.11).
In un anno mister Leopolda ha incassato oltre un milione per società da 10.000 euro. Controlli sulle plusvalenze di Donnini: comprò cinque ditte per poi rivenderle a 15 volte tanto, tutte ai Toto. I quali avrebbero foraggiato pure i comitati del «Sii» al referendum (Verità p.2).
Google vince il ricorso: “Diritto all’oblio solo dentro l’Ue”
la corte di giustizia (Stampa p.13). I motori di ricerca non sono obbligati a far sparire i vecchi contenuti (Corriere p. 23).
In un anno duemila casi di tumore in meno. Ma il Sud resta indietro sulla prevenzione. Il rapporto Aiom: grazie a screening e terapie più mirate un milione di persone guarite dal 2010. La diagnosi precoce fa la differenza. Migliorata anche la vita dei malati. È possibile che le tante campagne sulla salute siano servite a ridurre i fattori di rischio (Stampa p.15).
Eutanasia. «Aiuto al suicidio, non istigazione». L’appello dei legali di Cappato. Oggi la Consulta decide sull’incostituzionalità della legge in base alla quale è imputato (Corriere p.21). 4.000 medici pronti all’obiezione (Verità p.13).
Grandi opere al palo: mancano 77 commissari per sbloccare i lavori. Chiamiamolo serenamente «Blocca cantieri». Di cantieri sbloccati — formula di marketing politico sotto forma di decreto del precedente governo — siamo a quota zero. Con due eccezioni: la Napoli-Bari e il terzo Valico di Genova. Per il resto è nebbia fitta (Corriere p.35).
«Incentivi 4.0 su tre anni, subito vertice sull’auto. Nei prossimi giorni, tavolo transizione 4.0 con le parti sociali. Sgravi più alti su spese green e filiere ma sconto Ue difficile già nel 2020. Tensioni con il Pd sul libero scambio? Per il Ceta resta il no categorico dal M5S se ci sono rischi». Parla Stefano Patuanelli, neo Ministro dello Sviluppo (Sole p.3).
L’inverno è in arrivo: tutti gli indizi dagli Usa sulla nuova recessione. La guerra commerciale tra Cina e Stati Uniti potrebbe essere il grilletto. Stefano Feltri sul Fatto (p.15).
La sfida di Mr Libra: “In negozio pagherete grazie a Facebook. I servizi finanziari sono poco accessibili e troppo cari. Questa app consentirà a tutti di fare transazioni” (Repubblica p.19).