Monica Guerzoni
Ridurre (ancora) le imposte si può, parola di Giuseppe Conte. La propaganda di Salvini contro il governo «tasse, sbarchi e manette» lo ha stancato. Il premier non ne può più di sentire il leader della Lega tuonare un giorno sì e l’altro pure contro una manovra che, tra Palazzo Chigi e Via XX Settembre, è stata studiata «per dare ai cittadini e non pertogliere». E così, ora che la legge di Bilancio ha iniziato il suo iter in Parlamento, Conte inverte la marcia. E ribalta, prima ancora dei numeri, la comunicazione, su un tema che è in cima ai pensieri degli italiani. «Sto lavorando con il ministro dell’Economia Gualtieri perché voglio ridurre ancora di più le tasse, come ad esempio quella sulle auto aziendali — dichiara il premier al Corriere —. Faccio un appello ai gruppi parlamentari di maggioranza a collaborare con il governo, perché tutti ci si impegni a raggiungere questo risultato. Completiamo l’opera e chiudiamo il cerchio, possiamo essere ancora più ambiziosi». In tanti, e non solo nei partiti dell’opposizione, salteranno sulla sedia a sentire Conte che definisce ambiziosa la manovra del governo giallorosso. Ma il presidenteèfortemente convinto che lo sia e che si possa azzardare anche qualcosa di più. «Dopo i notevoli sforzi fatti da tutti noi con la sterilizzazione delle clausole Iva per 23 miliardi, non posso accettare la falsità che questa possa essere descritta come una manovra che aumenta le tasse — insiste il premier, mostrando di essere molto arrabbiato per critiche e attacchi che ritiene ingiusti e strumentali —. La pressione fiscale infatti non è aumentata. Deve vincere la verità, contro le mistificazioni e le menzogne». E la verità, stando ai calcoli del governo, è che le tasse imposte sono «appena il 5 per cento» di una Finanziaria da trenta miliardi. E qui Conte ricorda le «numerose misure a favore delle famiglie e delle imprese, i tre miliardi ai lavoratori eitre come superbonus». Per quanto possa sembrare lunare, tra Palazzo Chigi e Mef si ragiona dell’obiettivo «zero tasse» e si fa di conto, per vedere se e quanto sia possibile rimodulare da subito la plastic tax. Luigi Di Maio pensa che serva a «dare una scossa» sul fronte green e Conte non intende ignorarlo, ma il 26 gennaio si vota in Emilia-Romagna e il governatore del Pd, Stefano Bonaccini, ritiene «una follia» penalizzare una regione che ha 228 aziende nel settore della plastica. Conte insomma comincia a temere che sia stato un errore aver dato al Paese l’impressione che la manovra sia zeppa di microtasse, pensa che sarebbe stato meglio dare al Mef più tempo per tagliare gli sprechi e medita di correre ai ripari. In questa fase, delicatissima per la maggioranza, il capo del governo vuole stemperare i toni e sta bene attento a non accusare le forze che lo sostengono. Ma forse in cuor suo spera che l’appello ai gruppi parlamentari faccia fischiare le orecchie a Matteo Renzi, che dopo aver bocciato l’imposta sulle auto aziendali («inspiegabile mazzata alla classe media») ha definito insufficiente la manovra del governo e lanciato un «piano choc» da 120 miliardi per ridurre l’Irpef. Conte, per quanto pensi che «tutti vogliono la riduzione delle tasse e nessuno deve cercare l’applauso per questo», non sfida l’ex premier e spera anzi di riuscire al più prestoapacificareirapporti tra Pd, 5 Stelle, Italia viva e Leu. Però è determinato a sradicare il pericoloso meccanismo che porta le singole forze a inseguire il consenso a colpi di slogan piantando le loro bandierine, senza troppo curarsi della tenuta del governo. «I sondaggi — ragiona in questi giorni il giurista pugliese — dimostrano che le continue punzecchiature non pagano e sono un assist a Salvini». Per dire del metodo, sembra che il presidente abbia apprezzato lo stile con cui il ministro di Leu, Roberto Speranza, ha accettato di condividere con gli alleati il merito dell’eliminazione dei superticket. «Dobbiamo ragionare in un’ottica di maggioranza», ripete Conte ai ministri. E cerca in agenda una data per una gita «in pieno relax», per fare squadra, conoscersi meglio e imparare a coordinarsi.