Alessandro Sallusti

Pronti, via. Il governo sinistra-sinistra parte e in poche ore accadono le seguenti cose: Matteo Salvini viene indagato per le considerazioni fatte su Carola Rackete, la capitana tedesca della nave Sea Watch fermata per aver infranto, nel giugno scorso, il divieto di entrare nel porto di Lampedusa con il suo carico di immigrati e di aver speronato una nave della Guardia di finanza; all’ex sindaco di Riace, Mimmo Lucano, eroe della sinistra e arrestato per irregolarità nella gestione dell’accoglienza di immigrati, è stato concesso di tornare a piede libero al suo paese (ufficialmente per curare il padre); il ministero ha sbloccato consistenti fondi a favore dell’accoglienza; il Consiglio dei ministri, nella sua prima seduta, ha impugnato la nuova legge della Regione Friuli, a guida leghista, che stanziava soldi per l’espulsione degli immigrati. Ci risiamo quindi con l’immigrazione come arma politica usata, in un senso e nell’altro, per cercare consenso nei rispettivi elettorati. Con un istinto autolesionista dei nuovi arrivati, nel cui campo – almeno su questo tema – sono più quelli d’accordo con la politica di Salvini che i contrari, come hanno dimostrato tutti i sondaggi d’opinione. Ammettiamolo: Matteo Salvini ha esagerato i toni e in alcuni casi sbagliato modi del contrasto all’immigrazione clandestina. Ma la sostanza della sua politica è assolutamente in linea con quanto viene messo in pratica quotidianamente da Macron in Francia, da Sánchez in Spagna e dalla stessa Merkel in Germania. Allontanarsi dalla linea del rigore significa allontanarsi dall’Europa, non da un fantomatico fascismo. E farlo il primo giorno di governo significa non aver capito la lezione che ha generato l’ascesa del Capitano e tutto quello che ne è conseguito. Ci saremmo aspettati che il primo Consiglio dei ministri annunciasse provvedimenti per il lavoro, le imprese o le famiglie, non che rompesse le scatole ai friulani che con i loro soldi intendono rispedire a casa gli immigrati irregolari. Ma se vogliono dare un dispiacere agli italiani e fare un piacere a Salvini, si accomodino. Per quanto lontane, le urne non sono state abolite e alla prima occasione diranno finalmente la loro.