Pietro Senaldi
Sparare contro Renzi è lo sport preferito nel Pd; basterebbe questo per concludere che il Matteo fiorentino ha fatto bene ad andarsene. I dem erano fuori dalla stanza dei bottoni, senza nessuna speranza di rientrarvi, e il senatore semplice diRignano, con spregiudicatezza ma anche con abilità, li ha riportati al governo. Ahinoi e ahi Salvini, che forse più che da Zingaretti si è fatto abbindolare dalle promesse di voto anticipato del suo omonimo, ma i progressisti dovrebbero solo ringraziarlo. Invece oggi dal Pd si alza un coro di voci di condanna perla rottura, molte delle quali incomprensibili. Negli ultimi tre anni, Renzi è stato vissuto e trattatocome un problema dallamaggioranza dem, è naturale che egli ora abbia voglia di andarsene. Chi lo critica gli rimprovera di fare un’operazione di palazzo e di fondare un partito all’unico scopo di avere un potere di ricatto sul governo e alzare il prezzo, in tema di incarichi e poltrone ma anche di programma. Ovvio, Matteo se ne va per comandare meglio, ma nessuno può scagliare la prima pietra tra i dem, che sono corsi al governo con una manovra ancora più subdola, ben contenti di evitare il voto; anzi, filosofando pure sul perchéfosse un doveremorale non dare la parola agli elettori. Zingaretti non deve temere Renzi che se ne va, e soprattutto non avrebbe dovuto temerlo ad agosto, quando anzi avrebbe fatto bene a cacciarlo lui dal partito, visto che era evidente che più presto che tardi Matteo lo avrebbe mollato. Quel che il segretario dovrebbe invece temere è che il fiorentino se ne sia andato a metà: lasciando nel Pd una buona rappresentanza di suoi uomini siaalgoverno che nel partito, da Guerini a Lotti, dalla MoraniaMarcucci,il che significa che, anche da fuori, continuerà a tenerlo in pugno. Lafine della storia è gia scritta:l’equivoco Pd, nato dallafusione a freddo tra i Ds, ex Pci, e i margheritini, ex Dc, è finalmente terminato, e con esso l’illusione di un partito di sinistra a vocazionemaggioritaria. Renzifaràil suo centrino,forse anche con qualche kamikaze di Forza Italia e i nuovi postcomunisti proveranno a farsi un boccone di quel che è rimasto dei grillini, senza riuscire ad ammazzarlimamangiandosene una buona parte. Se non ci saranno altre sorprese, al prossimo giro Salvini trionferà. Renzi ha dichiarato ieri che esce dal Pd perché è un partito novecentesco. Forse scorda che lo è pure la Lega, alla quale il fatto di essere il partito più vecchio d’italia non impedisce il fatto di essere anche quello più votato.