Da Sham Shui Po con furore
Il quartiere di Sham Shui Po, nelle guide turistiche, è descritto come luogo pittoresco per i suoi mercatini, i negozi specializzati in elettronica e il cibo di strada. Spariti i turisti frettolosi da un paio di notti e via, a Sham Shui Po restano i ragazzi che vi abitano, e che da ormai 13 settimane fanno parte dei dimostranti che si battono contro il governo di Carrie Lam. La polizia ne è ben consapevole, tanto che non appena uno studente compra penne-laser, gli agenti in borghese lo arrestano, come è accaduto a Keith Fong Chung-yin, 20 anni, capo dell’associazione studenti della Baptist University. Fong ne aveva prese dieci, di penne. I poliziotti sostengono che sono strumenti da utilizzare contro di loro; durante gli scontri di piazza i ragazzi puntano i raggi laser negli occhi delle squadre antisommossa per disorientarle. CHI ABITAa Sham Shui Po non protesta “s ol o” per la legge sull’estradizione che permetterebbe a Pechino di portar via elementi ritenuti pericolosi e per le violenze della polizia che – accusano le donne –ora avrebbe anche connotazioni specifiche contro di loro, usando gli abusi sessuali come deterrente; in realtà a Sham Shui Po la rabbia cova da parecchio e fa parte di un disagio quotidiano. Una delle questioni sul tappeto è il mercato immobiliare. Una casetta di 13 metri quadrati è affittata a 750 dollari al mese. Lo stipendio di un praticante che ha appena iniziato a lavorare per uno studio di professionisti – dunque, non un operaio – è di 1.300 dollari al mese. La fascia più ricca è rappresentata dal 10% della popolazione: guadagna uno stipendio mensile dieci volte superiore. Per molti giovani di Hong Kong, possedere una casa – a r g omento centrale dell’identità del lavoratore medio post-1997 – è fuori portata. Esempio: nel quartiere c’è il progetto di un nuovo edificio di 22 piani: l’abitazione più grande sarà 20 metri quadrati, la più piccola 12. Il piano più basso è in vendita a circa 260 mila euro. L’edilizia popolare non risolve il problema; secondo le statistiche del governo, ci sono quasi 150.000 persone in lista d’attesa per un appartamento a canone agevolato e il tempo medio di attesa è di oltre 5 anni. L’obiettivo di costruire 280.000 nuovi appartamenti entro il 2027 non è fattibile e così sempre più persone sono costrette ad affittare minuscoli appartamenti da privati. NELLA STAGIONE degli arresti, a Sham Shui Po ci ridono sopra: la cella di una prigione di Hong Kong è grande in media 7 metri quadrati, non molto diversa da molte abitazioni. A Hong Kong, dunque, ci sono molti motivi per essere arrabbiati. Ieri la Cina ha di nuovo mostrato i muscoli con una “rotazione” di truppe. Pechino ha descritto questa fase come “ordinaria” ma di fatto ci sono 8-10.000 soldati in preallarme: rispetto ai mesi recenti, e l’attività è frenetica intorno alla base militare di Shek Kong. “Prima di arrivare, abbiamo studiato la situazione – ha detto il tenente colonnello Yang Zheng, in un video diffuso dai media cinesi – abbiamo rafforzato il nostro addestramento per adempiere ai nostri obblighi di difesa di Hong Kong”. La polizia ha negato il permesso al corteo di Civil Human Right Front, gruppo di mobilitazioni pacifiche pro-democrazia, che era in programma domani. L’itinerario prevedeva il raduno a Chater Garden, nel cuore della città, e poi corteo verso l’ufficio di rappresentanza della Cina. Le autorità hanno ritenuto che il corteo sarebbe passato vicino a “sedi sensibili”, come la Government House e la Court of Final Appeal. L’opposizione non se la passa bene: il leader di Civil Human Right Front, Jimmy Sham, ha denunciato di essere stato inseguito da due uomini armati di mazza da baseball e coltello; lui ne è uscito indenne ma un amico è rimasto ferito. Il movimento ha presentato appello per ottenere il permesso di fare il corteo. A Sham Shui Po, gli agenti tengono d’occhio i negozi e le bancarelle che vendono le penne-laser: le maschere antigas sono arrivate a 200 dollari l’una.