Gianluca Nicoletti

Se l’omicida si affida al finto tribunale dei “followers”. Gianluca Nicoletti sulla Stampa a pagina 15.

 

Accanto, un fotogramma del video (girato mentre guidava) di Alberto Pastore, 23 anni, pochi minuti prima di essere fermato dai carabinieri per l’omicidio di Yoan Leonardi, suo coetaneo e amico;sotto, il post pubblicato su Facebook con il quale il giovane cercava di spiegare l’omicidio 3 I l post in cui i Alberto Pastore giustifica come “una cazzata” di aver ammazzato un amico a coltellate ieri pomeriggio apriva ancora la sua pagina Facebook. Lo screen shot di quello stesso messaggio, già da ore, stava circolando per tutte le testate on line, come reperto di un omicidio, ma restava dove il giovane assassino l’aveva pubblicato, perché chiunque potesse condividerlo e commentarlo. Il “pacchetto” includeva anche la sua story su Instagram dove sembra che racconti una partita di calcetto invece che un accoltellamento. Alberto Pastore questo voleva e questo ha ottenuto. Alle 18.30 già più di 1800 persone avevano commentato quel suo post su Facebook dove l’accoltellatore semina tenerezze per papà, mamma, nonno e zia. Si affida al tribunale farlocco dei suoi followers, sperando forse che questo possa rendere altrettanto inconsistente l’aver sbudellato un ragazzo come lui. Sembrava di vedere terra la sagoma del cadavere ancora disegnata col gessetto: commentavano gli indignati che invocavano pene atroci, assieme a quelli che sostenevano che i due potevano anche mettersi d’accordo per una multiproprietà di quella ragazza, che sicuramente avrebbe gradito… E giù con la trita filosofia del machismo da tastiera di quei tanti irascibili e fragili orsacchiotti di peluche, con le ciglia ad ali di gabbiano e il coltello in tasca. Ecco un esempio della stirpe dei viaggiatori nel tempo digitale, abili nello sfaccendume che trasforma in un aborto di narrazione epica ogni scatto di smatphone. Uomini senza età perché non contaminati dalla storia, esattamente come Alberto Pastore, che nella foto di status indossa spavaldo i Rayban vintage col cerchietto, ma non sa che già erano da coatto quando li inalberavano i sambabilini degli anni 70. Anche in quegli ambienti tra i suoi coetanei giravano coltelli e anche allora si parlava di “delitti inutili”. Nemmeno questo saprà il nostro Pastore, il passato non gli appartiene; il suo domani lo misurerà con i like al suo mesto romanzetto criminale.