Giovedì cinque settembre

Buongiorno a tutti. È nato il Conte bis. Stamattina giura al Quirinale. Ma ci sono altre due notizie che sarebbero l’apertura dei giornali se non ci fosse un nuovo governo che nasce: per la Brexit, Johnson battuto due volte alla Camera dei Comuni. E la governatrice di Hong Kong, Lam che ritira la legge sull’estradizione: “Voglio la pace. Buona lettura a tutti.

Forza e debolezza. Forza e debolezza di una alleanza. M5s e Pd hanno messo da parte i combattenti e la discontinuità è evidente, forse anche l’inesperienza. La compagine è dunque meno forte, ma presumibilmente meno litigiosa. È un governo un po’ all’antica, stile Prima Repubblica: il frutto di un accordo piuttosto che una palestra per la competizione elettorale. L’intenzione – pare chiaro – è di durare. Antonio Polito sul Corriere in prima.

Prepotenti. Le magnifiche purghe contro Salvini e Johnson illuminano la storia di due prepotenti puniti e di due crisi parallele, sì, ma molto diverse. Il punto di partenza è che in una democrazia parlamentare, integrata per la bisogna dal clic rousseauiano, non si dà a un dj energumeno senza camicia il diritto di fissare la data delle nuove elezioni, a brevissimo, per avere i pieni poteri. Il secondo punto è che le cose cambiano, e se ieri andare con i 5 stelle voleva dire piegarsi alla loro trionfante e pimpante sottocultura, oggi vuol dire raccogliere le spoglie del loro fallimento. Giuliano Ferrara sul Foglio in prima.

Tante gaffe da dimenticare. Tante gaffe da dimenticare. Il neoministro degli Esteri è approdato al delicato ruolo dopo numerosi incidenti di percorso e anche qualche clamoroso strafalcione. La situazione più delicata si è creata quando andò in Francia a incontrare i leader dei gilet gialli. Gian Antonio Stella sul Corriere in prima.

La storia segreta della pazza crisi. Un mese in bilico, la storia segreta della pazza crisi. Ecco come nasce il governo più sbilanciatoasinistra nel momento in cui l’Italia appare più sbilanciata a destra. Non è certo che il Conte bis arriverà al termine naturale della legislatura, ma la scommessa (un’altra) è che la legislatura arriverà al suo termine naturale. Francesco Verderami sul Corriere a pagina 13.

Brexit. Johnson sconfitto due volte: rinvio della Brexit, no al voto Il Parlamento vincola il premier. Ma lui ora vuole cambiare la legge elettorale. La mossa del governo «Avete bloccato la nostra possibilità di strappare un accordo, non resta che il voto». «È lo stregone Cummings a guidare Boris» LordArcher: c’è ancora una chance. Ridatece Theresa. L’intesa raggiunta da Theresa May con Bruxelles resta ancora la cosa migliore. Con qualche ritocco,Johnson può ancora resuscitarla. Luigi Ippolito sul Corriere a pagina 14.

Hong Kong. Giravolta di Lam “Ritiro la legge Voglio la pace ”. La governatrice azzera le discusse misure sull’estradizione. Ma per i manifestanti è poco. Il dibattito dovrebbe essere condotto in modo pragmatico e in un’atmosfera pacifica Inaccettabile però parlare di amnistia per gli arrestati. Filippo Santelli su Repubblica a pagina 13.

Un esperimento al buio. L’ oggettivo opportunismo della scelta non cancella un merito evidente a quella maggioranza di cittadini che assisteva con preoccupazione, spesso con terrore, alla torsione orbaniana e putiniana che Salvini stava già imprimendo alle istituzioni, con dosi crescenti di un veleno sovranista che ancora più avrebbe intossicato la Repubblica se al leader della Lega fosse stata data l’opportunità di conquistare in sequenza Parlamento, Palazzo Chigi e Quirinale. Stefano Cappellini su Repubblica in prima.

Esordio flop. Dal Fmi alla Bce, l’esordio flop di Christine Lagarde. Meno vincoli fiscali e prosieguo delle politiche di Draghi, poi scivola sulla crisi del 2012: “Spero di non riviverla”. Gaffe e segnali pericolosi. U na cosa l’abbiamo già capita: Christine Lagarde non è un altro Mario Draghi, manca di quella capacità inpnotica che è stata la vera arma non convenzionale usata dal presidente della Bce uscente. Stefano Feltri sul Fatto a pagina 6.