Marco Travaglio
Quella di ieri poteva essere una bella giornata per il Conte 2, fra i dati Istat sul lavoro e le novità sui migranti. L’Istat conferma che il Conte 1 non è stato il disastro totale che i trombettieri da talk raccontano: nel secondo trimestre 2019, pur nel calo delle ore lavorate, la disoccupazione è scesa al 9,9% (-0,4: il dato più basso da fine 2011) e gli occupati sono stati 130 mila in più, soprattutto i dipendenti permanenti (+97 mila). Segno che, in barba ai profeti di sventura, il dl Dignità ha funzionato e il Reddito di cittadinanza non ha aumentato la disoccupazione, anzi. Quanto ai migranti, si avvia a conclusione l’odissea degli 82 a bordo della Ocean Viking, la nave di due Ong che attende un porto sicuro a Malta o in Italia. E presto potrà sbarcare, visto che diversi Paesi Ue si sono detti disponibili alla “r i p a r t i z i one”: per fortuna, la neoministra Lamorgese ci ha risparmiato sia i rutti razzisti di Salvini, sia la faciloneria di chi ora vorrebbe spalancare i porti alle navi di tutte le Ong senza freni né controlli né condivisione europea. Vedremo nelle prossime settimane se le aperture strappate da Conte alla Von der Leyen si tradurranno in una cabina di regia europea che gestisca in automatico ogni sbarco, con distribuzione simultanea dei migranti e multe ai Paesi che rifiutano: solo così si uscirà dall’emergenza e si prosciugherà un bel po’di acqua dal pescoso laghetto salviniano. Purtroppo le buone notizie sono state oscurate dallo spettacolo inverecondo dei postulanti che fanno la posta a Di Maio e Zinga per un posto di viceministro e sottosegretario. C’è molta retorica sulle “poltrone”, come se esistessero governi composti da esseri incorporei. E i leghisti che ironizzano sulle cadreghe giallo-rosa dovrebbero ricordare che nel 2018, quando toccò a loro, fra il giuramento dei ministri e quello dei sottosegretari trascorsero ben 13 giorni (in aggiunta ai 40 concessi dal Colle per il programma). Nei governi di coalizione funziona così. Ma la ressa-rissa dei 100 mendicanti per 42 caselle resta vergognosa. Ed è sconcertante che vi partecipino festosamente i 5Stelle anti-casta che si accingono a incassare il sacrosanto taglio di 345 parlamentari su 945. Conte aveva chiesto la lista entro ieri. Invece solo in serata Pd e M5S si sono accordati sulle deleghe e oggi la processione continuerà per le attribuzioni a tizio o caio. Pensando di fare cosa gradita, il Fattoindica a pag. 2 i nomi sconsigliabili per motivi giudiziari o di opportunità. Di riciclati come Legnini e Stefàno, indagati come D’Alfonso e De Luca jr., chiacchierati come Margiotta, portatori insani di conflitti d’interessi come la Paita, gaffeur come la Ascani e Sibilia si può fare tranquillamente a meno.