Maria Teresa Meli intervista Marcucci
Presidente Marcucci, che ne pensa del discorso di Conte?
«È stato un discorso molto ampio che ha valorizzato e tenuto conto del lavoro programmatico di queste settimane che ho vissuto in prima persona. Il dato più positivo è che l’ho visto molto proiettato in avanti, al futuro del Paese e non ripiegato sulle battaglie ideologiche di questa brutta esperienza gialloverde».
Con i 5Stelle. Su Tav, autostrade e Gronda sono già scoppiate le polemiche.
«Io ho vissuto direttamente il confronto che c’è stato in particolare con i capigruppo. Avevo già un ottimo rapporto personale con Stefano Patuanelli e sono stato avvantaggiato. Abbiamo lavorato bene sin da subito su temi anche delicati. È chiaro che non si cancellano i 15 mesi precedenti e nemmeno i 5 anni prima, ma possiamo superare in maniera leale e corretta i problemi. Del resto, il programma è un primo segnale molto chiaro in questo senso. Un lavoro più complicato e faticoso rispetto a quello di mettere insieme due programmi con un contratto, che è poi stata la condanna del governo precedente».
Non teme che le divisioni tra i 5Stelle si ripercuotano sul governo?
«Io mi auguro che alla fine quello che ha prevalso in queste settimane, cioè il senso di responsabilità, sia la guida dei comportamenti dei 5Stelle, del Pd e delle altre forze della maggioranza. Solo in questo modo si può fare bene e si può nutrire l’ambizione alta di tirare fuori dalle secche questo nostro Paese. Se invece dovessero prevalere le dinamiche di scontro, di rivincita personale e di parte allora non si andrebbe da nessuna parte».
Vi unificherete con Leu ?
Se venisse meno
la logica maggiorita-ria sarebbe naturale se nascessero prospettive politiche diverse
«Non credo. Ho visto chiaramente la volontà da parte di Leu di mantenere rappresentanze e programmi autonomi e indipendenti. E la stessa legge elettorale proporzionale a cui si sta pensando non favorisce la riunificazione».
A livello regionale farete alleanze con i 5Stelle?
«Non lo escludo. Io penso che le alleanze si facciano sulla base dei programmi e dell’agenda di governo di un territorio. Qualora ci sia una convergenza non vedo ostacoli ideologici e culturali visto che stiamo insieme al governo nazionale. Poi noi diamo un’ampia delega al partito locale».
Lei che lo conosce bene: Renzi farà la scissione in ottobre?
«Io credo che la forza che ci ha aiutato in questo passaggio difficile sia stato il gioco di squadra: la rottura del tabù da parte di Matteo, l’unità del gruppo dirigente, incluso il segretario Zingaretti… Comunque se dovesse venire meno la logica maggioritaria sarebbe anche naturale se nascessero prospettive politiche diverse, l’importante è che ci sia il sostegno a questo governo sino alla fine della legislatura. Dopodiché non mi risulta una cosa del genere a breve»