Via i decreti Sicurezza: intesa possibile 5S-Pd
La Mare Jonio dovrebbe sbarcare e il decreto Sicurezza bis dovrebbe essere “abolito” o comunque “profon – damente modificato”. Sia perché è in “più punti “inco – stituzionale”, sia perché “non corrisponde alla cultura e ai valori del nostro Paese”. Con queste parole, nell’intervista pubblicata ieri dal F at to , il prefetto Mario Morcone –tra i papabili nel ruolo di futuro ministro dell’Interno – ha messo le cose in chiaro: se mai dovesse ricoprire il ruolo di Matteo Salvini, esistono paletti non negoziabili. ATTUALE direttore del Consiglio italiano rifugiati, da capo di gabinetto di Marco Minniti al Viminale, Morcone s’è occupato del codice di condotta per le Ong. Ma il superamento del decreto Sicurezza bis varato dal governo Conte, a suo dire, è necessario non solo per le politiche migratorie. Non si tratta di paletti da poco, considerato che il M5S ha approvato con convinzione i passaggi messi in discussione. Di certo, la posizione di Morcone, visto che è la sua area politica, incontra i favori del Pd. Ma con qualche novità, se stiamo alle poche ma incisive parole pronunciate ieri da Graziano Delrio, capogruppo Pd a Mon tecito rio: “Sui migranti bisogna partire da una nuova legge quadro che contempli flussi regolari”. La vera novità è che, secondo Delrio, ci sarebbe già un accordo col M5S per una profonda revisione o cancellazione dei decreti Sicurezza promossi da Salvini. Ipotesi probabile se alle parole di Delrio associamo quelle che Francesco D’Uva, seppur timidamente, ha pronunciato sullo stesso argomento. Il capogruppo M5S alla Camera ieri ha dichiarato: “Ci sono rilievi fatti dal capo dello Stato che non possono essere ignorati. Si può lavorare su quello”. Un’apertura vestita dall’o p p o rtuno rispetto istituzionale, che lascia intravedere modifiche sostanziali sull’a pproccio alle politiche migratorie e ai rapporti con le Ong. E infatti Salvini commenta: “Leggo che le prime leggi saranno sui decreti Sicurezza. Faranno un torto agli italiani, non a Salvini. Qualcuno vuol far ripartire il business del l’immigrazione clandestina?”. Tra i rilievi avanzati dal presidente Mattarella nelle sue due lettere di richiamo, quello che riguarda migranti, soccorsi e Ong è piuttosto pesante. Si parte dall’ammenda prevista per le Ong che non rispettano le regole imposte dal decreto. Ammenda che può arrivare fino a 1 milione di euro. Secondo il Colle si tratta di una pena che non rispetta “la necessaria proporzionalità tra sanzioni e comportamenti”. Se non bastasse, Mattarella ha sottolineato che l’Italia deve rispettare i trattati internazionali e, di conseguenza, non può ignorare l’obbligo di salvare le vite umane. RECEPIRE la posizione del Colle, dall’ammenda al rispetto delle norme internazionali, non soltanto significa rimettere pesantemente mano al decreto Sicurezza bis ma, anche alla luce della nuova alleanza con il Pd, rivedere radicalmente l’a pp r oc ci o all’intera politica sui flussi migratori e i soccorsi, con il quale la linea dei “porti chiusi” non sembra compatibile. L’argomento è scomodo, anche perché i ministri della Difesa e dei Trasporti, Elisabetta Trenta e Danilo Toninelli, entrambi M5S, due giorni fa hanno controfirmato il divieto d’ingresso anche per la Mare Jonio, che batte bandiera italiana. Trenta ieri ha tentato qualche distinguo: “Credo che il ministro dell’In – terno non possa azzerare il diritto di bambini, donne in gravidanza e ammalati d’es s er e soccorsi. Il loro soccorso diventa diritto di ingresso: a fianco del decreto Sicurezza sono vigenti, per fortuna, norme internazionali e interne che lo impongono”.