Indagine sul Cismai, che insegna la sua ideologia inquisitoria perfino al Csm. Indagine su una rete all’origine di ogni sospetto (sugli adulti). Storie di orrori giudiziari. Gloria Soavi, presidente Cismai, e Claudio Foti hanno formato magistrati in materia di abusi. I corsi al Csm e alla scuola superiore, le consulenze.


Ermes Antonucci, Il Foglio, pagina 4, 24 luglio 2019

Il Consiglio superiore della magistratura e la Scuola superiore della magistratura hanno promosso per anni corsi di formazione per i magistrati italiani incentrati sulle idee (non riconosciute dalla comunità scientifica) del Cismai, l’associazione al centro di decine di processi per presunti abusi su minori poi conclusi con clamorose assoluzioni e ora coinvolta nel caso di Bibbiano. In un precedente articolo, pubblicato lo scorso 9 luglio, abbiamo sottolineato come siano stati proprio gli assistenti sociali e gli psicologi affiliati al Cismai (Coordinamento italiano dei servizi contro il maltrattamento e l’abuso all’infanzia) a svolgere le perizie su cui si sono basati numerosi processi per accuse di abusi su minori poi smentite (Angela Lucanto, i “Diavoli della Basse modenese”, Rignano Flaminio), e come ora questi stessi professionisti siano al centro dell’inchiesta di Reggio Emilia sul presunto giro di affidi illeciti di minori nei comuni della Val d’Enza. Al centro dell’in – dagine vi è la onlus Hansel e Gretel, diretta dallo psicoterapeuta Claudio Foti, da sempre tra i principali sostenitori del Cismai e ora indagato. La stessa onlus, come abbiamo rivelato, è stata iscritta per anni al Cismai. Lo stesso Cismai, inoltre, risulta essere tra i soggetti che hanno collaborato all’organizzazione di un convegno tenutosi il 10 e 11 ottobre 2018 a Bibbiano dedicato ai primi due anni di esperienza del centro La Cura, ora al centro dell’indagine della procura di Reggio Emilia, in cui operavano gli operatori della onlus Hansel e Gretel. Al convegno intervenne con una relazione anche Gloria Soavi, presidente del Cismai. Nelle ultime settimane anche altri giornali ha ricostruito la serie di casi giudiziari controversi che hanno coinvolto gli affiliati al Cismai. Il Fatto quotidiano ha ricordato la tremenda vicenda di Sagliano Micca (Biella) del 1996, in cui un’intera famiglia, incolpata ingiustamente di abusi sessuali, si suicidò nel garage della propria abitazione. Panorama ha rintracciato casi simili di famiglie distrutte sulla base di accuse infamanti di abusi, poi smentite dai giudici, anche a Salerno, Pisa, Arezzo e Cagliari. A prescindere dai recenti fatti di Bibbiano, su cui si esprimerà la magistratura, abbiamo fatto notare come il vero problema sia costituito dal metodo utilizzato dal Cismai, e quindi da centinaia di professionisti sparsi per il paese, per l’ascolto dei minori, che spinge a rintracciare abusi sessuali anche quando non ci sono. Una metodologia (enunciata nella “Dichiarazione di consenso in tema di abuso sessuale” del Cismai) elaborata da una commissione interna alla stessa associazione e respinta dalla comunità scientifica, che invece si riconosce in alcuni testi ben più rigorosi e frutto di in un intenso lavoro del mondo scientifico e accademico, come la Carta di Noto e le linee guida della Consensus Conference. Tuttavia, la metodologia del Cismai (tutta incentrata sulla convinzione che l’abuso sessuale sui minori sia un “fenomeno diffuso” e “in grande prevalenza sommerso”, che gli adulti non vadano ascoltati perché “quasi sempre negano” e che l’abuso debba essere rintracciato anche in assenza di rivelazioni del minore, grazie a un approccio “empatico” da parte degli operatori) ha fatto proseliti, tanto da permettere a Foti e ai vertici del Cismai di tenere negli ultimi anni convegni e corsi di formazione per psicologi, assistenti sociali ed educatori. Ma non è tutto. Il Foglio, infatti, è in grado di rivelare che sia Gloria Soavi, presidente del Cismai, sia Claudio Foti hanno avuto la possibilità di formare anche magistrati. La prima risulta essere stata tra i relatori di un corso di formazione di tre giorni (15-17 gennaio 2018) dedicato alla “pratica del processo minorile e civile”, organizzato a Scandicci dalla Scuola superiore della magistratura, alla quale dal 2006 è attribuita la formazione iniziale e permanente delle toghe, ma questo potrebbe non essere stato l’unico coinvolgimento di Soavi nei corsi della Scuola. Dall’altra parte, Claudio Foti è stato relatore di incontri di studio promossi dal Consiglio superiore della magistratura per ben sette anni (1990, 2001, 2003 e dal 2006 al 2009). Alcuni di questi corsi sono stati riservati a magistrati in tirocinio, cioè a magistrati che stavano svolgendo il loro percorso di formazione dopo il superamento del concorso, prima di essere destinati a svolgere le funzioni di requirenti e giudici dei minori. Sappiamo anche che gli incontri di studio tenuti da Foti e promossi dal Csm sono stati incentrati proprio sulle teorie su cui si fonda la metodologia del Cismai. Tra i materiali allegati agli incontri di studio tenuti da Foti il 4 ottobre 2007 e il 17 giugno 2008 a Roma, e promossi dal Csm, vi è ad esempio un articolo pubblicato dallo stesso Foti sulla rivista Minorigiustizia e dedicato al tema del “negazionismo dell’abuso sui bambini”, paragonato addirittura al negazionismo dei genocidi: “Non esiste storia di un genocidio senza una schiera di negazionisti o revisionisti tesi a dimostrare che a ben vedere genocidio non c’è stato”. Secondo Foti, infatti, “è necessario, anche se mentalmente impegnativo, prendere atto di due penose verità: a) l’abuso sessuale sui minori è un fenomeno che ha dimensio – ne endemiche nella nostra cultura; b) nonostante le sue dimensioni massicce, il fenomeno è destinato per molti aspetti a restare sommerso ed impensabile”. Esattamente le premesse enunciate nelle linee guida del Cismai. Foti cita anche una pubblicazione di Marinella Malacrea e Silvia Lorenzini (Malacrea è neuropsichiatra infantile e socio fondatore del Cismai), per criticare la corrente scientifica che promuove l’ado – zione di criteri rigorosi nell’ascolto dei minori, e che per questo contribuirebbe ad aumentare il rischio di falsi negativi, cioè di situazioni in cui l’abuso sarebbe avvenuto ma non viene rilevato: “La corrente scientifica che avvalora una giusta prudenza in vista del rischio di creare falsi positivi rischia di trasformarsi in cortocircuito che spinge a ‘diffidare’ comunque, senza possederne analiticamente le ragioni. E quindi, in definitiva, si arriva ad incrementare il numero di falsi negativi, pur nello sforzo in buona fede di evitare i falsi positivi”. Foti si spinge addirittura ad affermare che “i dati relativi alle false accuse non possono basarsi sulle archiviazioni e sulle assoluzioni giudiziarie”, perché “non si può considerare il responso giudiziario come un fondamento di verità clinica e sociale, confondendo la verità giudiziaria con quella scientifica e dimenticando che la prima necessariamente deve tenere conto, giustamente ed inevitabilmente, del parametro delle prove ed inoltre risulta spesso condizionata vuoi da modalità d’indagine e processuali che tengono assai poco in considerazione le comunicazioni dei bambini, vuoi dalla scarsa preparazione psicologica dei giudici”. Insomma, se una denuncia per abusi su minori viene smentita in sede giudiziaria, significa che probabilmente la giustizia ha sbagliato. In un altro passaggio, Foti cita una pubblicazione di Paola Di Blasio e Roberta Vitali (anche Di Blasio, docente di Psicologia all’Università Cattolica di Milano, è associata al Cismai), per sostenere che “non si è mai riusciti a dimostrare in chiave sperimentale la possibilità di instillare un falso ricordo se non riguardante un episodio in qualche modo plausibile, familiare per il soggetto su cui s’intende effettuare l’esperimento. Non è dunque assolutamente legittimo affermare che le domande induttive o suggestive abbiano di per sé il potere di costruire un falso ricordo di un episodio implicante un contatto corporeo e violento in assenza di psicopatologia diagnosticabile o di intenzionalità suggestiva di colui o colei che pone le domande”. Foti scrive anche che “ogni rivelazione di abuso, anche se confusa e frammentaria, merita approfondimento”, rievocando in maniera quasi identica una delle raccomandazioni presenti nelle linee guida del Cismai (“la rivelazione va sempre raccolta e approfondita, anche se si presenta frammentaria, confusa, bizzarra”). Nel materiale allegato a un altro incontro di studio tenuto il 3 dicembre 2008 a Roma, sempre promosso dal Csm, Foti cita alcune statistiche elaborate sempre da Marinella Malacrea (socio fondatore del Cismai) per dimostrare che gli abusi sessuali sui minori sono largamente diffusi nella nostra società. Afferma pure che un problema nel contrasto agli abusi è rappresentato dagli “avvocati e psicologi specializzati nella difesa di indagati e di imputati di reati sessuali sui minori”, che “tendono a sviluppare tesi funzionali alla difesa dei loro assistiti, cercando di dimostrare essenzialmente che l’abuso sessuale è spesso presunto erroneamente, che alto è il rischio di falsi positivi e che comunque non esistono procedure psicologiche o giudiziarie per accertare con sufficiente certezza un abuso eventualmente sussistente”. E conclude, infine, affermando di nuovo che “non si può introdurre nella mente di un bambino un falso ricordo che non sia in qualche modo plausibile, già presente nei suoi script interni”. E’ sufficiente leggere i contenuti dei testi allegati a questi corsi di formazione per comprendere i rischi di una loro applicazione da parte dei magistrati, inquirenti o giudici, nel momento della valutazione delle denunce di abusi sessuali su minori. Non sappiamo quanti e quali magistrati abbiano partecipato alle giornate studio tenute da Soavi e Foti, né se le linee guida del Cismai illustrate nei corsi siano state poi effettivamente applicate dai magistrati. Ci sono però alcune coincidenze interessanti. L’unica sede distaccata da Roma in cui Foti ha svolto un corso di formazione promosso dal Csm (il 29 febbraio 2008) è Salerno, dove le idee del Cismai si sono molto diffuse tra gli operatori. Proprio a Salerno negli ultimi anni sono emerse diverse vicende di denunce di abusi su minori che, dopo aver distrutto intere famiglie, si sono rivelate infondate. Queste denunce sono state raccolte proprio da assistenti sociali, psicologi e neuropsichiatri affiliati al Cismai, e poi portate avanti da magistrati. Rosaria Capacchione su Fanpage ha notato che una delle psicologhe della onlus Hansel e Gretel, Alessandra Pagliuca, dopo essere stata tra le tre psicologhe che alla fine degli anni Novanta collaborarono all’in – chiesta sui “diavoli della Bassa modenese” (tra queste vi era anche Cristina Roccia, ex moglie di Foti), recentemente ha raccolto le denunce dell’esistenza di presunte sette sataniche in provincia di Salerno. Nel 2007 le denunce hanno portato a un’inchiesta che poi non ha prodotto alcun risultato. Antonio Rossitto su Panorama ha raccontato la vicenda, avvenuta sempre a Salerno, di un professore accusato di aver abusato delle figlie. Il caso andava verso l’archiviazione ma fu riaperto dopo il parere di Claudio Foti. Dopo un lungo processo durato nove anni, il 13 novembre 2015 l’uomo è stato assolto dal tribunale di Salerno, che ha criticato il metodo utilizzato da Foti, definendolo “un approccio contestato dal mondo scientifico”. A questa serie di orrori giudiziari in terra salernitana siamo in grado di aggiungere almeno altri tre casi. Tutti i casi coinvolgono la neuropsichiatra infantile Maria Rita Russo, dirigente all’Asl di Salerno del servizio Not contro il maltrattamento dei minori, che, oltre ad aver condiviso con Foti la partecipazione a numerosi convegni e seminari sull’“ascolto delle emozioni” dei bambini, è stata tra i promotori (insieme anche ad Alessandra Pagliuca e alla onlus Hansel e Gretel di Foti) di un’associazione denominata “Movimento per l’infanzia”, presieduta dall’avvocato Girolamo Andrea Coffari, oggi legale di Claudio Foti. Il primo caso riguarda un tenente colonnello dei carabinieri, accusato nel 2009 dall’ex moglie di aver abusato sessualmente del figlio di appena due anni e mezzo. A raccogliere la denuncia dell’ex moglie e ad ascoltare il minore fu proprio Maria Rita Russo, alla presenza della stessa madre del bambino, che partecipò attivamente ai colloqui. In seguito ai colloqui Russo rintracciò tracce di abusi sessuali nei confronti del minore e segnalò il caso alla procura. Il padre (difeso dall’avvocato Cataldo Intrieri) venne rinviato a giudizio ma, dopo un calvario lungo cinque anni, venne assolto in rito abbreviato dal gup di Salerno. Nelle motivazioni della sentenza, il giudice sottolinea la “fragilità dell’intero impianto accusatorio, sia per l’inconsistenza dei pochi elementi d’accusa effettivamente documentati, insufficienti perfino a delineare un’effettiva notizia di reato, sia per l’incre – dibile approssimazione con cui, a giudizio dei periti, sono state eseguite le indagini tecniche di parte, in larga misura caratterizzate dalla clamorosa e grossolana violazione dei più elementari criteri previsti dai protocolli nazionali ed internazionali comunemente accettati, in tema di ascolto del minore”. Il giudice, infatti, nota come le modalità di svolgimento delle interviste al bambino “abbiano completamente disatteso le regole basilari individuate dalla comunità scientifica e riportate, per limitarsi ai documenti più significativi, nelle Linee Guida sull’ascolto del minore testimone, redatte all’esito della Consensus Conference del 2010, e nella cosiddetta Carta di Noto”. In particolare, afferma il giudice, “non si è minimamente tenuto conto dell’età del bambino”, che all’epoca dei colloqui non aveva compiuto tre anni e “non disponeva della capacità testimoniale”, non sono stati considerati i possibili condizionamenti derivanti dalle prime audizioni, che non erano state videoregistrate, né il fatto che a gestire le conversazioni fosse stata in larga misura proprio la madre del bambino. Inoltre, aggiunge il giudice, “le domande sono state poste con modalità guidate, incalzanti, confusive, suggestive” e “sono state più volte reiterate, talora con esplicite raccomandazioni a non dire bugie, in modo da innescare quel meccanismo di ‘compia – cenza’ che solitamente si produce quando il bambino, ancora in tenera età, viene messo in condizioni di rendersi conto di aver fornito una risposta non gradita e finisce quindi per assecondare i desideri dell’interlocutore, specie quando questi sia una figura di riferimento affettivo, con inevitabile compromissione dell’attendibilità del narrato”. Per questi fatti Maria Rita Russo è stata rinviata a giudizio con l’accu – sa di false dichiarazioni al pm. Il secondo caso riguarda due genitori accusati di aver costretto i loro figli ad avere rapporti sessuali con la sorella e a subire stupri di gruppo da conoscenti. Le accuse, raccolte sempre da Russo, hanno condotto a una condanna in primo grado per tutti gli imputati con pene tra i 10 e i 13 anni di reclusione. Lo scorso 12 luglio, però, il verdetto è stato ribaltato dalla Corte d’appel – lo di Salerno, che ha assolto gli imputati dalle accuse di abusi sessuali e stupro di gruppo, dopo una nuova perizia che affermava come fossero state “violate le regole raccomandate in materia di ascolto dei minori”. Ad assistere uno degli imputati è stato l’avvocato Gerardo Di Filippo, che ora sta seguendo altri casi simili, da cui emergerebbero anche preoccupanti commistioni tra magistrati (e in particolare giudici onorari) e le case famiglia dove vengono spediti i minori. Il fratello di Maria Rita Russo, peraltro, è Michelangelo Russo, ex giudice della Corte d’appello di Salerno, che su un giornale locale ha definito “negazionisti” i giudici e i periti di Salerno che hanno riconosciuto l’infonda – tezza di molte accuse di abusi su minori. Il terzo caso riguarda presunti abusi compiuti sui bambini di un asilo di Coperchia da parte di bidelli e personale amministrativo. Anche qui, nel corso del processo al tribunale di Salerno, è emersa l’assen – za di alcun riscontro oggettivo sugli abusi. Insomma, dopo la Bassa modenese e Reggio Emilia, anche Salerno pare una polveriera pronta a esplodere. Ma la principale domanda da porsi è: perché il Csm e la Scuola superiore della magistratura hanno aperto le porte a una metodologia non riconosciuta dalla comunità scientifica, permettendo ai magistrati di formarsi su questo approccio?

Buongiorno a tutti. Giura il Conte bis. Primo provvedimento, indica Gentiloni come commissario europeo. Poi stop alla legge del Friuli sui migranti. Il ministro Boccia la impugna: “Discrimina gli stranieri”.

Conte bis. Giura il Conte bis, o il BisConte come lo chiama Il Foglio e Avvenire. Ed è la cerimonia del grande compromesso. Giuramento tra occhiolini, parenti e ritorni di auto blu. È finito il tempo degli arrivi in bici, a piedi o in taxi, rispuntano scorte e Bmw di Stato. Francesco Merlo su Repubblica a pagina 2.

Trombe e tamburi. Lorem ipsum. Carlo Cotarelli sulla stampa in prima.

BisConte. I piani di Conte per il bis: nuova intesa con la Ue per il patto di Stabilità. L’idea di coordinare la comunicazione di tutti i ministri. Massimo Franco sul Corriere a pagina 3. Il premier volta pagina: basta veline e veleni social. Sul Messaggero. Conte suona la campanella. “Dai ministri voglio lealtà basta sgrammaticature”. Su Repubblica.

Stop al Friuli. La prima mossa del nuovo governo. Stop alla legge del Friuli sui migranti. Il ministro Boccia la impugna: “Discrimina gli stranieri”. Il governatore Fedriga: tradite il popolo. Droni e un muro ai confini sloveni. Così funziona il modello sovranista. Sulla Stampa a pagina 4. Lamorgese frena: più umani ma i porti restano chiusi. Indagato per Carola e Lucano torna a Riace, così la magistratura “smonta” Salvini. Sul Messaggero a pagina 2.

Gentiloni commissario. Gentiloni sarà commissario a Bruxelles. In pole per il posto di Moscovici. Ma i governi rigoristi frenano: “No a un italiano in quel ruolo”. L’ex premier potrebbe diventare il primo connazionale a guidare gli Affari economici in 61 anni. Sulla Stampa a pagina 8.

Affari economici. Via libera di Merkel e Macron. Ma l’ex premier: serve una svolta. Su Repubblica. La stima di Ursula, l’asse con Gualtieri e il tedesco studiato in anni insospettabili. E la rete socialista spinge l’ex premier nella casella mai data all’Italia. Sul Messaggero a pagina 4. Ma il M5S si spacca sulla sua nomina. Eurodeputati in rivolta contro Di Maio: il pacchetto europeo al Pd, con Affari Ue e Tesoro, per avere il premier. Sulla Stampa a pagina 8. A Roma 1 si tornerà a votare. Sarà il primo test tra Pd e M5S. Elezioni suppletive a febbraio per il seggio alla camera dell’ex capo dell’esecutivo: tra i dem l’idea di candidare un 27enne. Sul Messaggero a pagina 4.

Casa Pd. Zingaretti: “Non si governa da nemici”. Non ho inseguito l’accordo a tutti costi. Alla meta siamo arrivati a schiena dritta, con i nostri contenuti. Patto temporaneo o alleanza stabile? Credo che, in partenza, siano aperte entrambe le strade. Stefano Cappellini su Repubblica a pagina 7 intervista Nicola Zingaretti. Prima mossa di Renzi verso il nuovo gruppo al Senato. Alcuni dei suoi (come Stefàno) pronti a passare al Misto: così aumenta il loro peso negli equilibri di governo. Il regista è Casini. Insieme ai renziani si sposteranno alcuni eletti di Forza Italia: voti in più per Conte. È l’embrione del nuovo partito che doveva nascere a ottobre, ma adesso è congelato. Sul Fatto a pagina 8.

Bipolarismo. “È tornato il bipolarismo, ma il Pd si gioca la pelle”. Il politologo: “Per il leghista non sarà facile scrollarsi di dosso in fretta lo stigma di questa sconfitta”. Nel M5S dipende tutto da Grillo: abbiamo visto che se lui apre bocca, tutto cambia Questo è ancora il partito del fondatore. I dem possono tornare egemoni nel centrosinistra, in caso di fallimento rischiano di finire peggio della Spd tedesca. Piero Ignazi sul Fatto a pagina 9.

Numeri. La battaglia dei numeri al Senato. Il governo per ora ha 166 voti sicuri. Sarebbero 106 del M5S, 50 del Pd, 7 del Misto e 3 delle Autonomie. Il consenso può arrivare a 181 (Corriere p.6). Il governo è già in pericolo al Senato. È appeso a Casini e ai grillini espulsi. I 161 seggi del Conte bis bastano appena. E fervono i contatti tra Lega e 5 stelle delusi (Verita p.5).

Scontenti. Conclave a Bologna per gli scontenti dei 5 Stelle. A lanciare l’appuntamento di domani, il consigliere laziale Barillari: “Non voglio morire piddino”. L’europarlamentare Corrao critico sulla trattativa con il Pd per i ministeri. Paragone: no alla fiducia. Il deputato Colletti attacca: “Gentiloni alla Ue, primo errore del governo”. Gli ex De Falco e De Bonis attendono il discorso di Conte per decidere sui loro voti. Ma nel Lazio Pd e grillini puntano all’alleanza. Idea Lombardi in giunta. L’intesa alla Pisana test per le Regionali. Al Campidoglio niente accordi (Repubblica p.10).

Interviste. Ministri particolarmente loquaci nel giorno dell’insediamento. Tante interviste. Boccia, Affari regionali e autonomie: «Autonomia, ora il Paese va pacificato Roma riceva poteri e risorse adeguate. Va garantito il principio della perequazione e definiti i livelli essenziali per le prestazioni sociali» (Messaggero p.9). Autonomia a rischio disparità. Parlerò con tutti i governatori (Corriere p.5). Di Maio, Esteri: “Noi leali a Ue e Nato”. Franceschini, Beni culturali: «C’è lo spirito di coalizione». Ma il capodelegazione del Pd marca Conte con un ufficio a Palazzo Chigi. La prima uscita da ministro al museo della liberazione: «Salvini ha seminato odio, con noi torna la convivenza civile» (Messaggero p.7). Amendola, Affari europei: «Basta sbattere i pugni. Con le urla a Bruxelles che abbiamo ottenuto?» (Corriere p.8). Fraccaro, sottosegretario alla presidenza del consiglio: «Dureremo 4 anni. Ma si parli di temi, non più di poltrone» (Corriere p.9). Costa, Ambiente: “Vantaggi fiscali per chi utilizza energia pulita” (Repubblica p.11). Roberto Speranza, Sanità: “Via il superticket e piano di assunzioni con nuovi finanziamenti. Più fondi. A versarli saranno le banche. La priorità qui come altrove è la lotta alle diseguaglianze rafforzando il sistema pubblico. Troveremo fondi grazie alla riduzione della quota di interessi passivi deducibili per le banche” (Stampa p.11). Paola de Micheli, Trasporti e infrastrutture: “Mi dimetterò da numero due del Partito democratico. Sui cantieri ora basta con i no politici. Avanti con la Tav e la Gronda a Genova” (Stampa p.6).

Infrastrutture. Il post Toninelli. Opere bloccate, sfida da 62 miliardi. La strada del governo passerà da qui. Scompare l’analisi costi-benefici. Sergio Rizzo su Repubblica a pagina13. Grandi opere: vitali per crescere. L’editoriale di Mario Deaglio sulla Stampa in prima.

Autonomia. «Conte dimentica il Nord. Il governo dia un segnale». Il governatore della Lombardia Attilio Fontana: «Sto ancora aspettando che il premier onori l’impegno sull’Autonomia delle Regioni» (Sole p.4). “Mortificare le aspirazioni del Nord bloccherebbe lo sviluppo del Paese. Partiamo con un brutto segnale. Ora il Pd chiarisca sull’autonomia” (Stampa p.5).

Centrodestra. Rifondare il centrodestra, l’ultima chance di Salvini. Il segretario della Lega sarà in piazza lunedì con Meloni (Repubblica p.12). Dice Roberto Maroni: «Salvini ha sbagliato, le Italie sono due. Grazie a Matteo consenso record alla Lega, ma il suo progetto è fallito. Non sono in cerca di rivincite. Oggi seguo la politica da osservatore» (Qn p.3). Matteo punta al Copasir la maggioranza lo gela: piuttosto Fratelli d’Italia. Il leader leghista chiede per sé la presidenza. Dem e grillini: chiarisca prima l’affaire Russia (Messaggero p.3). I dubbi del centrodestra su Salvini. “Fuori dal Viminale perderà voti” Meloni e Forza Italia non riconoscono la leadership del leghista: “Ha problemi interni” (Stampa p.10). «Opposizione ferma a i giallorossi». Il messaggio azzurro al Capitano: se restiamo divisi, vincono Pd e M5s. In Umbria Fi appoggia la leghista. Tesei: il vice deve essere nostro (Giornale p.9).

Rai. Patto anti-sovranista in Rai. “Facciamo saltare Foa. Poi una legge in stile Bbc”. Il piano di M5S e Pd per rimuovere il presidente vicino alla Lega. Quattro gli strumenti: Tesoro, Mise, accesso agli atti e mozione di sfiducia.

L’interessato ostenta tranquillità: posso ricoprire un ruolo di garanzia (Stampa p.10).

Xylella. La Ue bacchetta l’Italia: «Inerzia sulla Xylella. Manca la prevenzione». Roma rischia multe per inadempienze sugli abbattimenti degli ulivi colpiti dal batterio (Giornale p.13).

Grillo figlio. “Violenza sessuale di gruppo”. Indagati il figlio di Grillo e tre amici. La denuncia di una modella di origini scandinave incontrata in discoteca in Costa Smeralda. Il presunto abuso nella villa del comico. La difesa: era consenziente. Ma c’è un video (Stampa p.11).

La chat segreta di Savoini è ancora nascosta ai pm. I cellulari non sono stati riconsegnati: nei messaggi criptati la verità sull’incontro al Metropol, preparato da mesi (Fatto p.11). Il «terzo uomo» ha l’immunità diplomatica. Andrey Kharchenko è entrato nello staff dell’ambasciata russa a Roma 24 ore prima che esplodesse il caso (Corriere p.12).

La morte di Cerciello, anche il suo collega non aveva la pistola. Non risulta che i carabinieri avessero i tesserini (Corriere p.19). “Attento, è una trappola” I messaggi tra carabinieri prima dell’omicidio. I colleghi che intercettarono per primi i due americani: “Sono due polli”. Invece loro fecero pure un sopralluogo sul luogo dell’incontro (Repubblica p.20).

Spioni russi. Spionaggio, manager russo in cella a Napoli. Accusato di furto di informazioni alla General Electric. Gli Usa chiedono l’estradizione. L’ira di Putin. Il timore dell’intelligence: 007 di Mosca attivi in Italia contro le nostre imprese. Il Dis intensificherà un road-show con le imprese italiane per sollecitarle a difendersi dallo spionaggio cyber ma anche economico di attori ostili (Stampa p.13). Una spia cara a Putin tra Mosca e Pomigliano d’Arco. L’arresto di Alexander Korshunov a Napoli su richiesta dell’Fbi fa infuriare il leader russo. Il complotto internazionale per rubare i segreti aeronautici a un colosso degli Stati Uniti. Il presidente russo a Palazzo Chigi: “Possibili ripercussioni sui rapporti bilaterali”. Utilizzati per il furto tecnici della Avio Aero, società con fabbriche nel collegio del ministro Di Maio (Repubblica p.8).

Riace. Lucano, esilio finito torna a casa il sindaco dell’accoglienza. L’ex primo cittadino: “Riparto da qui, dove tutto è cominciato”. L’abbraccio al padre malato che aveva chiesto di rivedere: “Finalmente libero, tu non mollare” (Repubblica p.23). Il Tribunale di Locri cancella “l’esilio” dell’ex sindaco di Riace contro il parere della Procura (Fatto p.10).

Trojan. Blocco e sms da Vodafone: così s’installò il trojan di Palamara. Al pm fu spento forzatamente il telefono con un provvedimento emesso ad hoc. Così, tagliato fuori dal mondo, il magistrato fu di fatto obbligato ad abboccare (Fatto p.14).

Prescrizione. “Così la prescrizione non va”. Parla Alfredo Bazoli, il capogruppo Pd in commissione Giustizia (Foglio p.IV).

La prima del Giornale. Immigrazione senza più freni. Pronti, via: Salvini indagato. Lucano «liberato», stop ai rimpatri. Toghe e governo all’attacco: soldi per accogliere e lotta alle leggi anti-clandestini. Saviano alza l’asticella: vuole legalizzare la cocaina.

La prima di Libero. I ministri giurano…di farcela pagare. Governo raccapricciante. Immigrati in festa. Con la sinistra al potere aspettiamoci invasione di clandestini, lassismo nella sicurezza, intercettazioni a gogò, tasse sulla casa e probabile patrimoniale. Ecco la svolta di Conte. Arrivano i comunisti all’esecutivo e i vescovi stappano le bottiglie.

La prima della Verità. I giallorossi giurano e si mettono a tavola. La grande abbuffata. Con Sace e Ansaldo si apre la stagione delle nomine, motivo fondante di questo governo voluto da Renzi. Ci sono da spartire 140 super poltrone per ridisegnare la mappa del potere. Nel 2022 la ciliegina sulla torta: il Quirinale. Si parte male: via la legge anti clandestini del Friuli Venezia Giulia e Gentiloni alla Ue.

Il vento è cambiato. Salvini indagato per Carola Libero il sindaco pro immigrati Mentre l’esecutivo giura, all’ex ministro arriva un avviso di garanzia per diffamazione della capitana. E Lucano può tornare nel suo paese super accogliente a spese nostre. Libero p.2

Governo agghiacciante. Festeggiano i clandestini e l’Europa che vuole spolparci Con la sinistra al potere ci dobbiamo attendere una nuova invasione, altre tasse sulla casa, magari una patrimoniale e l’abbandono di ogni politica sulla sicurezza Libero p.3

I titoli di Libero. Resta da piazzare la Chieppa destra del premier. Su Libero a pagina 5.

Gualtieri eredita da Tria 20 miliardi. Dalla correzione di luglio 8 miliardi sul 2020 e meno spread. Dossier di 10 miliardi su tagli e sconti fiscali (Sole p.2). Per il Tesoro senza i 23 miliardi di entrate degli aumenti Iva, il deficit va verso il 3% del Pil. La ricerca di risparmi per dare un segnale sulle tasse. Fitch: si riduce il rischio di scontro con la Ue. La prima partita di Gualtieri: negoziare un deficit più alto. Federico Fubini sul Corriere (p.2).  Manovra da 35 miliardi stretta sugli incentivi. Il deficit ancora in calo. Statali, allarme sul contratto mancano quattro miliardi (Messaggero p.8). Tentati dal deficit pubblico. Il programma economico orientato verso politiche espansive. L’editoriale di Carlo Cottarelli sulla Stampa in prima.

In Italia record di evasione Iva. Persi 33,6 miliardi di incasso. Rapporto della Commissione Ue: in tutta Europa mancano all’appello 137 miliardi (Repubblica p.30).

Il Conte bis esordisce con il golden power. Stretta su Huawei e sulla tecnologia 5G. L’esecutivo avvia i poteri speciali e pone condizioni. Chieste verifiche sulla sicurezza alle società di tlc (Stampa p.7). La lente sul 5G. Il governo: sì ai poteri speciali. Dopo Fastweb l’esecutivo esercita la golden power su Tim, Vodafone e Linkem (Corriere p.30).

Crollo degli ordini nell’industria tedesca Recessione più vicina (Repubblica p.30).

Guerra dei dazi. L’obiettivo è crescere. Si aprono spiragli d’intesa tra Usa e Cina. Telefonata tra il vice premier di Pechino e gli uomini di Trump. A ottobre i colloqui (Messaggero p.18). I dazi frenano gli Usa. La Fed pensa di tagliare i tassi. Powell all’angolo dopo gli attacchi di Trump. Possibile riduzione del costo del denaro dello 0,25% (Stampa p.20).

Johnson abbandonato anche dal fratello, ma non cede: Brexit, meglio morto del rinvio. Il premier insiste: fuori dall’Ue il 31 ottobre. E l’europeista Jo si dimette: conflitto tra famiglia e Paese (Stampa p.15). Dietrofront di Londra, diritti garantiti tre anni ai cittadini Ue. Chi entrerà nel Regno Unito prima del 31 dicembre 2020 potrà restare per un triennio. Occorrerà un permesso di soggiorno temporaneo, controlli più severi (Sole p.21). La premier scozzese Sturgeon: “Il Regno Unito è destinato a morire”. Presto un nuovo referendum, che ci sia la Brexit o no. E noi sceglieremo di essere indipendenti. Dico no a un futuro con tante sofferenze. Il destino della Scozia non sarà nelle mani di forze esterne. Il nostro obiettivo è rimanere in Europa. Johnson? L’ho incontrato, sembra solo uno spaccone (Repubblica p.15).

La Cina si compra l’Iran. Investirà 400 miliardi in 5 anni. Fondi in cambio di sconti su petrolio. Così Teheran aggira le sanzioni Usa. Pechino costruirà infrastrutture per collegare il Paese alla Via della Seta. La Repubblica popolare ad agosto ha importato 925 mila barili di greggio (Stampa p.15).

Bahamas distrutte. Migliaia di dispersi. Un sito creato ad hoc ne conta 5.500. Ancora irraggiungibili le isole più colpite.Trump e la mappa truccata (Corriere p.15).

Guerra in Afghanistan. Il gran rifiuto di Pompeo. Niente pace coi talebani. Il segretario di Stato non intende firmare l’accordo che chiude la guerra dopo 18 anni (Giornale p.10).

La caduta del guru Negroponte che ha difeso le donazioni di Epstein. Il carismatico fondatore del MediaLab di Boston travolto dalle proteste degli studenti perché accetterebbe ancora i fondi del miliardario per finanziare l’istituto (Repubblica p.17).