prova senza sommario
Buongiorno.
Cade il veto del Pd sul Conte bis. E il premier uscente, tornato a Roma in fretta e furia dal G7 di Biarritz, cuce in prima persona l’accordo tra M5S e i democratici partecipando al vertice con Zingaretti e Di Maio. Si tratta su nomi e programmi. In un post su Facebook, Conte rimarca la necessità di «un’Italia protagonista delle sfide globali» e di un’«agenda politica che non può subire distrazioni o rallentamenti». Per il leader della Lega, Matteo Salvini, «il ribaltone era pronto da tempo». Oggi e domani al Quirinale secondo giro di consultazioni. Buona lettura a tutti.
PRIMO PIANO
Nella notte nasce il Governo.
Cade il veto Pd su Conte ma Di Maio alza la posta: vuole un via libera al buio. Il capo 5S chiede per sé Viminale o Farnesina e pretende prima l’incarico al premier poi il programma. Il no dei vertici Dem, ma si tratta. Oggi e domani le consultazioni al Colle. Manovra e riforme non c’è ancora neanche un’intesa. Goffredo De Marchis su Repubblica a pagina 2.
Zingaretti avvisa il premier: “Non si fa nulla se ci umiliate”. L’ira del segretario dem per una frase di Di Maio: “Non siete adatti a prendere il ministero dell’Interno”. Conte lo vorrebbe nell’esecutivo: “Senza di te non sarebbe solido abbastanza”. Tommaso Ciriaco su Repubblica a pagina 3. More
Mattarella
Mattarella dovrà pesare il cambio di passo. Domani i due partiti al Colle. Oggi il via al secondo giro di consultazioni. Marzio Breda sul Corriere a pagina 2. Il presidente della Repubblica prende atto che M5S e Pd provano sul serio a fare un governo. Il centrodestra in pressing su Mattarella: “Sciolga le Camere e ci mandi subito a votare”. Oggi consultazioni, forse domani l’incarico. La lente del Colle su squadra e programma. Ugo Magri sulla Stampa a pagina 4.More
Totoministri.
Nodo vicepremier sfida tra i big Pd Di Maio all’angolo chiede l’Interno Orlando o Franceschini per la poltrona di numero due Al Viminale ipotesi Gabrielli, Grasso verso la Giustizia
La conferma di Conte si paga cambiando tutte le altre posizioni di ministro
Il leader grillino deve dare spazio alla sua sinistra ma anche difendere i fedelissimi
Stampa p.4
Il Pd per Orlando vice Ma il capo dei 5 Stelle vuole lo stesso ruolo De Micheli allo Sviluppo Misiani in corsa perl’Enomia, Bonafede verso la conferma
Corriere p.3
Il totoministri
Viminale, per i dem Franceschini o Minniti Il M5S prova a blindare Bonafede e Fraccaro
Il Pd punta all’Economia e pensa a Misiani, tra i grillini promozione in vista per i capigruppo Patuanelli e D’Uva. Fuori Toninelli
Repubblica p.6
Duello su Viminale e vice il capo 5Stelle in difficoltà
Il Pd chiede il numero due, la Farnesina e il Tesoro. Da sciogliere il nodo Giustizia
Per Zingaretti l’interlocutore è Conte e lo vuole al vertice sul rebus minister
Franceschini o Orlando vicepremier Cresce Gualtieri commissario europeo
La scelta per esteri, economia e interno sarà concordata con il colle. ipotesi delrio o de micheli allo sviluppo
la sanità potrebbe restare a m5s spadafora alle pari opportunità grasso possibile guardasigilli
Messaggero p.3
IL TOTOPOLTRONE Minniti all’Interno, Misiani all’Economia Probabile la riconferma di Trenta e Grillo, Gentiloni verso la Ue o la Farnesina
Giornale p.4
Di Maio verso la Difesa, il nodo Economia
Il Pd propone Orlando vicepremier unico e Minniti all’Interno. Entra Patuanelli
Sole p.3
Salvini
“Ribaltone pronto da tempo” Ma Salvini ferma la piazza Meloni invoca la mobilitazione, il ministro dice no: “Al Viminale faccio altro”
Stampa p.5
Salvini grida al «ribaltone»: svendono il Paese a Merkel
La ministra Locatelli invoca la piazza. È polemica E lui: governo Renzi-Prodi ma non farò insurrezioni
Corriere p.8
L’ultima mossa del leader che per sopravvivere vuole unire il centrodestra
Alle regionali il M5S si allea con il Pd? Potevano dirlo prima di essere una costola della sinistra di Carmelo Lopapa g Il governo giallo-rosso nasce da un ribaltone: è politica alla vecchia maniera
Repubblica p.8
Salvini isolato accusa Conte «Vuol fare il Macron italiano» Matteo attacca: «Il ribaltone era già pronto da tempo» Ultima inutile offerta a Di Maio: «Con il Pd sei finito»
Giornale p.8
L’aiutino dell’Ue.
L’Europa tifa per i giallo-rossi Obiettivo: liberarsi dei sovranisti Conte, anche se non particolarmente stimato, viene considerato l’uomo giusto per le nozze M5S-Pd I socialisti del Pse in pressing su Zingaretti. Per la Commissione spuntano i nomi Padoan e Gualtieri
Repubblica p.11
Macron e von der Leyen l’idea è ammorbidire il patto di Stabilità
Repubblica p.11
Manovra, il “governo dei buoni” parte con l’aiutino Ue sul deficit
Conti pubbliciLa Bce tiene basso lo spread, la recessione spaventa Berlino e, per dare una mano agli “anti-Lega”, l’austerità sarà sospesa
Fatto p.8
Flessibilità Ue, con il Conte-bis la partita sale a 10-12 miliardi L’obiettivo è coprire circa un terzo della manovra da 30-35 miliardi aumentando il deficit autorizzato Menù M5S-Pd: ammortizzatori sociali più lunghi, taglio del cuneo fiscale e revisione di quota 100
Sole p.2
Ursula vuole facilitare l’Italia: regole meno rigide sul debito La presidente von der Leyen vuole riformare i patti Ue Pensa alla Germania ma favorisce il prossimo governo
Giornale p.10
L’Ue prepara la svolta sui conti pubblici “Adesso bisogna cambiare le regole” Un documento della Commissione apre alla revisione dei vincoli di bilancio. Von der Leyen: solo riflessioni
Stampa p.11
Via fiscal compact e vincolo del 3% allo studio un Patto di stabilità soft
`I tecnici, secondo indiscrezioni, avrebbero elaborato un documento da sottoporre alla nuova Commissione `Ma Bruxelles smentisce il piano che allenta la stretta sul bilancio per rilanciare subito la crescita economica
Messaggero p.15
Da Bruxelles arrivano le prime bocciature sui candidati per l’Ue Non passa Szczerski, indicato dal governo polacco per l’Agricoltura La lista dei commissari slitta Francia e Italia chiedono tempo
Stampa p.11
Editoriali
PASSIAVANTI E INCOGNITE DIUNATRATTATIVACOMPLESSA
Con prudenza e diffidenza sista delineando una maggioranza tra M5S e Pd. Ma restano forti interrogativi sulsignificato che le due parti vogliono attribuirle
Massimo Franco sul Corriere
Un gioco politico spregiudicato
Srefano Folli su repubblica in prima
NEL TASCHINO DI UN PREMIER RITROVATO
Malaguti Stampa pagina 25
Con una brusca inversione a “U”, la Terza Repubblica (modello semi-totalitario basato sulla democrazia diretta) ci riporta alla parodia della Prima L’accordo Di Maio-Zingaretti passerà alla storia come la nuova versione del ribaltone che segnò la fine del primo governo Berlusconi nel 1994 Primo fu Depretis, poi Moro e il Divo Giulio L’eterno trasformismo della politica italiana
Sorgi Stampa p.7
UN GOVERNO SBAGLIATO PER UNA CAUSA GIUSTA
Cerasa sul foglio in prima
Gonde e l’arte di contraddirsi per non essere masochisti La coerenza è affare complicato, richiede studio e cultura, e a volte è solo l’ultimo rifugio delle canaglie. Aprite le porte!
Ferrara sul Foglio in prima
PER CAPIRE QUESTA CRISI CAMBIAMO GLI OCCHIALI
Sallusti in prima sul giornale
Non c’è pace fra i cretinetti
Feltri in prima su Libero
Conte o non Conte, sarà un Renzi bis. Pd e pentastellati gettano la maschera e in fretta e furia chiudono l’inciucio per spartirsi le poltrone. A tirare i fili, c’è l’ex premier. Il quale, dopo la prima incredibile piroetta sui grillini «fatta per salvare i soldi degli italiani», adesso ne infila un’altra. E annuncia che, eliminata la Lega, potremo allegramente spendere in deficit. Preparatevi al peggio. Maurizio Belpietro sulal Verità.
PER ELETTORI OK, MILITANTI DUBBIOSI
Dalimponte sul sole p 5
Legge proporzionale e taglio parlamentari, un disincentivo all’efficienza delle Camere
Armaroli sul Sole p.5
RISCHI E OSTACOLI LERIFORMEDAFARE PERRIDURREIPARLAMENTARI
Revisione La strada maestra è il superamento del bicameralismo paritario. Le proposte ci sono
Luciano Violante
Corriere p.26
L’ultimo bluff sovranista
Massimo riva su Redpubblica p.26
M5S, fine dell’innocenza
Anche gli insospettabili hanno imparato l’adagio andreottiano sul potere Gestendo forni e nomine
Sergio Rizzo p.27
POLITICA
Conte
Il fattore C a Palazzo Chigi «La discontinuità sono io» Conte si prepara a restare: il decreto Sicurezza bis va cambiato, lo dissi subito dopo i rilievi del Colle
Giornale p.4
Eataly a 5 stelle “Conte mi piace. Il M5s ha svoltato. E il governo coi grillini è meglio di Salvini”. Parla Oscar Farinetti
Foglio in prima
La chiesa che oggi ha il vento in poppa ha già benedetto Giuseppe Conte
Foglio p.4
In casa Pd.
La disponibilità e la cautela del Pd. «Progetti chiari o non dura». I timori dentro il partito sull’«alleato» e le incognite sulle mosse di Renzi. Zingaretti insiste sull’importanza del programma: al centro gli interessi degli italiani. La direzione potrebbe slittare a domani.
Corriere p.6.
Zingaretti, quanti dubbi sul governo che non voleva Il pressing da sindacati, Chiesa, mondo della cultura, grandi vecchi del Pd. Su Conte ha tenuto il punto finché ha potuto, poi si è accorto di essere rimasto solo nel partito
Il pressing da sindacati, Chiesa, mondo della cultura, grandi vecchi del Pd. Su Conte ha tenuto il punto finché ha potuto, poi si è accorto di essere rimasto solo nel partito. La discussione con Bettini sull’ingresso nell’esecutivo. Gentiloni e Zanda invece volevano mantenere i veti di dieci giorni fa. Così il segretario si è convinto ad accettare un reincarico del premier Le telefonate con Sassoli: “Nicola ha gestito bene la partita”
Repubblica p.7
L’ex segretario Pd accentua la debolezza di Zingaretti e assiste alla nascita del nuovo governo, in attesa di abbatterlo Dal cinismo alla spregiudicatezza Renzi vince la campagna d’agosto
L’ex premier ha costretto il M5S all’alleanza con i vecchi nemici
All’orizzonte la trasformazione dei suoi comitati civici in partito e la scissione
Geremicca
Stampa p.6
La rivincita di Renzi: si riprende il Pd e spezza l’asse Gentiloni-Orlando Zingaretti costretto a capitolare sul premier. E rilancia con la Leopolda
Giornale p.6
Tregua armata nel Pd Il segretario: resto fuori `Oggi la direzione darà il via libera al governo con il Movimento 5Stelle `Gli uomini di Renzi: un suo capolavoro Zingaretti a Conte: non sarò in squadra
Congelata l’ipotesi della scissione il leader impegnato per tutto il giorno nella trattativa con di maio
cabina di regia riunita al nazareno fino a sera contatti continui franceschini-fico
Messaggro p.5
Marcucci: «Noi renziani entreremo nell’esecutivo M5S rallenta il lavoro sul programma»
IL CAPOGRUPPO DEMOCRAT AL SENATO: ABBIAMO MESSO A FUOCO MOLTE IDEE, IL CONFRONTO VA AVVIATO SUBITO
IL TAGLIO DEI PARLAMENTARI RENDE INEVITABILE LA DEFINIZIONE DI UNA NUOVA LEGGE ELETTORALE
Messaggero p.5
C’eravamo tanto odiati
“Imbarazzante”, “studia”, “coso”: Pd-Conte, c’eravamo tanto odiati. Fino a tre settimane fa gli attacchi dei dem al premier. A cui ora dovranno votare la fiducia. Francesca Schianchi sulla Stampa a pagina 6.
Convivere dopo l’odio. L’editoriale di Aldo Cazzullo sul Corriere in prima.
In casa Cinquestelle
Di Maio, l’alleato riluttante ha il Movimento in rivolta Di Battista è già in fuga Primo segnale da dissidente: ha disertato il vertice decisivo di ieri . Scontro sui tempi del voto su Rousseau, Casaleggio lo vuole subito, Fico chiede di aspettare il programma (e magari una parola di Grillo). Malumori trasversali sulla strategia del capo
Repubblica p.4
Casaleggio e Dibba sconfitti. Giallo sul voto di Rousseau. L’imprenditore e l’ex deputato avrebbero preferito le urne anticipate. Passa la linea di Grillo e Di Maio. (Corriere p.7).
Grillo striglia Di Maio: «Vai con il Pd e sorridi» Corsa al voto su Rousseau `Al vertice solo il «no» di Dibba. Casaleggio: subito la consultazione web Il fondatore in vivavoce spinge il leader. Poi c’è la telefonata a Zingaretti
Messaggero p.6
Il M5s sommerso dai «vaffa» vuole il via libera dalla base Casaleggio e Di Maio i più scettici sull’unione con i dem «Non si può non consultare gli iscritti». Il rebus tempi
Giornale p.7
Trenta “Spero di restare Difficile lavorare con la Lega mancava la lealtà”
Repubblioca p.4
«Ci costerà? Può darsi Ma abbiamo pagato pure l’asse con la Lega» Carabetta(M5S):lanormacontroleOngresta
Corriere p.7
Ruocco : «Tra noi ci sarà un chiarimento Buttiamo la bozza sull’autonomia»
La deputata pentastellata: crisi sciagurata aperta da salvini ora risposte agli italiani
Messaggero p.6
Di Battista e Casaleggio, i falchi sconfitti dai realisti
La riunione Tre ore di vertice per dare il via libera all’a c c o rd o con i dem. Taverna si convince, contrario il “pasionario”Dibba I dubbi di Davide, che impone per oggi il voto su Rousseau
Fatto p.4
Paragone è già stanco di fare il grillino E non è certo il solo… Il senatore è contrario all’accordo con il Pd. Insieme a una decina di cinquestelle delusi può formare un gruppo parlamentare capace di complicare la vita al nuovo esecutivo
Libero p.6
In casa Lega
Lega, prove di fronda nordista. “Matteo ci ascolti o sarà addio”. Sfida di Fava, fedelissimo di Maroni: “Fine del mito dell’uomo infallibile. Autonomia e imprese tornino i nostri temi, i migranti non bastano. Confronto azzerato. L’ultimo consiglio federale? Non c’era ancora la tv a colori”. Stampa p.5
La resa di Salvini: «Ribaltone». Ma il Nord prepara il processo. Sul Messaggero a pagina 7. Ultimo atto. Fallito il corteggiamento agli ex alleati, si prepara al ritorno all’opposizione. Salvini ha fatto la crisi e ora i cocci sono suoi: “Tutti contro di me, lo fanno per le poltrone”. Sul Fatto a pagina 4. Il titolare del locale ed eurodeputato leghista: «Torneremo all’opposizione. E al Papeete». Sul Corriere a pagina 8.
In casa FI e FdI
Berlusconi sconcertato «Esecutivo di sinistra» Il leader azzurro: «Ancora un governo non eletto dal popolo. Ma l’esperimento fallirà»
Giornale p.9
Meloni: 5 Stelle asserragliati nel Palazzo Mobilitiamoci
Corriere p.8
«Il M5s? Tonno nella scatoletta che volevano aprire»
Giornale p.9
La proposta di Miccichè: pattuglia di responsabili per Iva e legge elettorale
Messaggero p.7
Toh chi si rivede: Bertinotti
Bertinotti ci dice perché aver paura di Salvini non è un argomento
Fohglio p.4
Cairo, non scendo in campo.
Cairo: politica? L’idea per ora non mi sfiora. Il giudizio negativo sul governo Lega-M5S: «L’Italia è entrata in stagnazione»
Un piano di robuste agevolazioni per le imprese che puntano sui beni produttivi
Corriere p.11
Non solo Renzi: parte la corsa al centro Il patron del Torino lancia il suo programma politico, mentre l’ex premier ha il progetto di un nuovo partito
PIER FERDINANDO CASINI Il senatore: “Ha lanciato il suo manifesto” “Sguarnita l’area moderata Bene la scelta di Urbano, la competenza vale ancora”
Stampa p.8
L’imprenditore spiega di non avere per ora intenzione di fare politica ma se gli venisse ecco come la fonderebbe Cairo, manifesto del buon senso per fermare la sbornia sovranista
La politica potrebbe ripartire dall’ipotesi di dire quello che non ci si vuole sentir dire
L’imprenditore è molto preso dall’idea della politica, ma vuol calcolare bene i tempi
Stampa è.9
Cairo studia da premier «Credito più facile e via il cuneo fiscale» L’imprenditore pensa alla discesa in campo e lancia il suo programma economico
Giornale p.11
Migranti
Migranti in mare Recuperate 263 persone In 162 a Malta
Stampa p.18
L’odissea della Audaz per ricollocare 15 migranti
Corriere p.18
Dieci giorni in mare, circa 1.400 miglia di navigazione, con oltre 60 uomini di equipaggio. Il tutto per 15 migranti. Si fa presto a dire che l’Europa deve farsi carico dei migranti che arrivano in Italia se poi diventa così farraginoso il loro ricollocamento. Alla fine quanto costerà la missione spagnola? Per avere un’idea basti ricordare che un anno fa per scortare l’Aquarius in Spagna il nostro governo spese circa 250 mila euro.
Lifeline salva 101naufraghi e chiede il porto alla Germania La ong tedesca: «La marina di Tripoli è arrivata a 50 metri da noi, minacciosa»
Il Manifesto a pagina 6.
Stop alle Ong dei cieli L’Italia blocca gli aerei che avvistano migranti
Repubblica p.17
«Aerei Ue contro le Ong». La denuncia: «Le richieste di soccorso vengono schermate per impedirci di intervenire». Jet militari e droni partiti anche da Sigonella indicherebbero i migranti solo alla Libia. (Avvenire p.11).
Infine, hanno ottenuto il silenzio. L’arma più sordida: nessun testimone, nessun colpevole. Neanche i pescatori ci vengono più. L’ultimo colpo hanno provato ad assestarlo agli aerei delle Ong, obbligati a stare a terra. Intanto, almeno sette barconi salpati in tre giorni e neanche un avviso di allerta ai naviganti. È così che si muore nel “Mare Nostro”, dove ci si salva quasi per caso: come è fortunatamente toccato ai 101 presi a bordo ieri dai volontari di Lifeline. Le rotte degli aerei militari non mentono. Mostrano come ripetutamente i mezzi degli eserciti europei abbiano compiuto misteriose operazioni nel Canale di Sicilia. Ancora una volta, nessuna comunicazione ufficiale. Eppure – sarà una coincidenza – poco dopo aver volteggiato su un preciso tratto di mare, in quella stessa area piombano le motovedette della cosiddetta Guardia costiera di Tripoli… I portavoce, naturalmente, smentiscono qualsiasi cooperazione tra Ue e forze di Tripoli; i respingimenti infatti sono una seria violazione delle norme internazionali. Così il quadrimotore portoghese, il potente Osprey del Regno Unito, il jet forse dell’intelligence italiana – per citare solo gli ultimi visti da bordo della Mare Jonio e grazie alle ricerche del reporter Sergio Scandura –, anche i droni militari che decollano da Sigonella vanno e venI gono e mai una volta che segnalino di avere osservato un barcone in fuga, un naufragio, una cattura da parte dei libici. Il silenzio alimenta domande e paure. Nessuno saprà mai perché a 30 miglia da Zuara si incrociano giubbetti salvagente che galleggiano alla deriva. «Speriamo siano di migranti salvati e non di persone annegate», dicono sulla Mare Jonio, mentre da 4 giorni i volontari si danno il cambio ai binocoli per scrutare ogni increspatura. Visto da qui il Mediterraneo che si infrange contro la Libia pare il mare di nessuno. Silenzio delle autorità marittime, che negli ultimi tre giorni hanno avuto notizia di almeno 6 barconi partiti a est di Tripoli senza che mai venissero segnalati ai naviganti. «Domenica siamo stati contattati da una barca in pericolo. A bordo 50 persone, tra cui 20 donne e molti bambini. Dopo aver ricevuto la posizione – spiegano da Alarm Phone – abbiamo informato le autorità, ma abbiamo poi perso contatto con la barca». Anche in questo caso, nonostante le indicazioni dell’organizzazione che raccoglie le richieste di aiuto, nessuna autorità marittima del Mediterraneo ha voluto lanciare un avviso. Di quei migranti, dopo due giorni, nessuna notizia. La pattuglia umanitaria guidata da Mediterranea sta incrociando il Mediterraneo centrale ormai da 5 giorni, «mentre quella immensa distesa d’acqua è teatro, in particolare nella zona Sar (Ricerca e soccorso, ndr) a est di Tripoli, di ripetute catture di profughi di guerra – si legge in una nota – da parte della cosiddetta guardia costiera libica, coadiuvata negli interventi di intercettazione da quegli stessi assetti aerei militari di Paesi dell’Unione europea che continuano a sorvolarci». Dalla nave gli operatori ribadiscono che «ormai i Comandi militari e i Centri di coordinamento europei non rilanciano le segnalazioni di imbarcazioni in difficoltà, come sarebbe loro dovere fare, ma pare interloquiscano unicamente con le autorità libiche». Una serie di comunicazioni scambiate con altre navi commerciali che transitano nella zona per fornire assistenza alle numerose piattaforme petrolifere hanno confermato che da settimane la strumentazione di bordo registra periodiche anomalie. Da Mediterranea parlano di “jamming militare”, una sorta di guerra elettronica con cui mandare in confusione i sistemi elettronici. Ma neanche di questo si avranno mai solide conferme. Nelle ultime 72 ore quasi 200 migranti sono stati catturati da mezzi libici e riportati nelle prigioni. La nave Eleonore di Lifeline ha soccorso 101 persone a bordo di un gommone che stava affondando a 43 miglia da AlKhoms e, mentre erano ancora in corso le operazioni da parte del rescue team di Eleonore, una motovedetta libica «si è minacciosamente avvicinata al gommone, terrorizzando i naufraghi. Poi si è fortunatamente allontanata», spiega Lifeline. Le persone sono tutte in salvo e la Eleonore sta facendo rotta verso nord alla ricerca di un porto sicuro per lo sbarco. Chi può, tenta la traversata dalla Tunisia. Da Sfax, la Marina ha fatto sapere di avere sventato un tentativo di partenza verso le coste italiane intercettando un peschereccio con 94 migranti dalle isole Kerkennah. Secondo il ministero dell’Interno di Tunisi si tratta di 56 tunisini e 38 persone di varie nazionalità africane, tra cui 14 donne. Quando Mare Jonio arriva nel quadrante delle stragi, tra Tripoli e Homs, è notte fonda. Inutile chiedere istruzioni per trovare i naufraghi. Alla radio non risponde nessuno. Nello Scavo su Avvenire a pagina 11.
Agricoltura. I migranti sorreggono il settore ma il decreto flussi li blocca. Il Manifesto a pagina 6.
T 15 caporalato
“Malpelo” e altre storie di ordinario caporalato. Arresti, sequestri e il caso di un minore schiavizzato. Claudio Petrone, il legale della Flai Cgil: “La giustizia funziona, bisogna avere più coraggio. Denunciano quasi soltanto gli stranieri”. I racconti di chi è sfruttato nei campi trova sempre riscontro nell’attività investigativa delle forze dell’ordine. Sul Fatto a pagina 18.
Uccide l’amico e si costituisce su Facebook.
Non gli hanno detto «sei fuori»: gli hanno detto «vai dentro». Non è uscito dalla casa: è entrato in galera. Non l’ha accolto Barbara D’Urso: ma una volante dei carabinieri. Questo è Alberto Pastore, ragazzo normale per definizione, romantico, appassionato di videogiochi, vagamente grillino e antileghista. L’altro era Yoan Leonardi, ragazzo davvero tranquillissimo, fidanzato da due anni, appassionato di calcio francese e dell’Olimpique Lyone, suo migliore amico. Filippo Facci su Libero a pagina 15.
Il 23enne, prima di essere arrestato, ha pubblicato post sui social con scuse, ringraziamenti e accuse. Come fosse un reality. Tutto fa pensare che il 23enne Alberto Pastore pensasse tuttavia di essere dentro un reality-show, visto che dopo aver ammazzato il suo migliore amico e coetaneo Yoan Leonardi non si è costituito alle forze dell’ordine, ma ai social network.
Diventare un assassino vivendo come in un reality. La «cazzata per amore» si chiama omicidio, anche se il ventitreenne Alberto detto Alby non lo chiama così. Pochi minuti dopo avere ucciso il suo coetaneo Yoan pubblica un post su Facebook e fa una diretta Instagram. Racconta il fatto come fosse qualcosa che riguarda solo lui: un’esagerazione romantica. Paolo di Paolo su Repubblica a pagina 18.
«I ragazzi? Fanno paura, sembrano robot. Insicuri e assuefatti dalla Rete, vivono senza regole». Lo psichiatra Vittorino Andreoli intervistato sul Quotidiano Nazionale a pagina 11.
Sono andato a leggere il post, era ancora lì (più tardi sarebbe stato rimosso); e non so dire se faceva più impressione la confessione del crimine in quel contesto o le decine di commenti piovuti sotto. Ispirati, naturalmente, alla prospettiva più istintuale e più truce: legge del taglione per conto terzi. L’insieme risultava delirante. Nelle vecchie annate di cronaca nera si sarebbe parlato, in un caso come questo, di «delitto passionale»: con una sfumatura di melodramma o di mito arcaico dei rapporti di forza, spesso insopportabilmente misogino. Buona, al più, per farne letteratura e cinema. Ma qui non c’è né melodramma né mito. C’è un’esclamazione idiota – «Eh ragazzi!» – che finisce in una storia Instagram. Alberto prima minaccia il suicidio, poi aggiunge: «Adesso non so se Yoan ci sarà ancora, ma il mio obiettivo era quello di far vedere alla gente che per amore non bisogna mai intromettersi nelle faccende altrui». Il moralismo sui social viene facile, e non serve a niente. È forse più impegnativo interrogarsi, in astratto, sulla formulazione (inquietante) di quel pensiero: «Il mio obiettivo era quello di far vedere alla gente». Rileggete tre volte. Quale obiettivo? Quale gente? Prima che a sé stesso e alla vittima del suo gesto criminale, rende conto a un presunto pubblico: «ho talmente tante cose da dirvi» – prima che a sé stesso. Ma a chi sta parlando? Qual è la platea del reality della sua vita? Esiste? Esisteva, intanto, la realtà della vita di Yoan. Che – sostiene Alby dal suo palco-smartphone – «ha sbagliato tutto». Paolo di Paolo su Repubblica a pagina 18.
ECONOMIA
1 Vivendi Mediaset
al vaglio degli azionisti la nascita di mediaforeurope. accordo con amazon, titolo in rialzo a piazza affari Vivendi esce allo scoperto contro Mediaset “In assemblea voteremo contro il riassetto” Il gruppo francese chiede al Tribunale di essere ammesso a esprimersi il 4 settembre per l’assemblea dei soci
Stampa p.20
Vivendi:«NoalriassettodiMediaset» Richiesta alTribunale per poter votare all’assemblea del 4 settembre sulla sede inOlanda.Il nodo governance
Corriere p.30
Fusione Mediaset Vivendi al voto decide il tribunale k Al vertice Pier Silvio Berlusconi, vicepresidente e amministratore delegato del Gruppo Mediaset Il gruppo francese presenta ricorso d’urgenza per far valere la sua quota
Repubblica p.23
1 Germania quanto ci costi
Quanto costa all’Europa la Germania in recessione.
Le difficoltà di Berlino Il Paese si è scoperto vulnerabile ai dazi degli Usa sull’auto, trovandosi squilibrato sull’export
Federico Fubini sul Corriere (p.28).
È la recessione più annunciata degli ultimi anni, se davvero la Germania vi è caduta dentro. Dal Dieselgate sulle emissioni di Volkswagen quattro anni fa — e da come il gruppo evitò buona parte delle sanzioni in patria — era chiaro che l’influenza dell’industria tedesca sul governo non è solo quella che si vede alla luce del sole. Da tre anni era emerso che la prima economia europea non ha investito abbastanza nel digitale e nelle tecnologie che trasformano la sua industria più vitale, l’auto. Da due poi la Germania, così squilibrata sull’export e sulla domanda finanziata da altri Paesi, si è scoperta vulnerabile ai dazi di Donald Trump. Infine da oltre un anno aveva iniziato a rallentare, da quando è finito il «quantitative easing» della Banca centrale europea che molti tedeschi hanno vissuto come un torto. Ora arriva la conferma. Dopo i mesi di lieve contrazione fra aprile e giugno, l’economia tedesca resta in difficoltà. In agosto per il quinto mese di seguito l’indice Ifo sul clima per le imprese è caduto, più delle attese. Nel manifatturiero l’Ifo è ai minimi dal terribile 2009, mentre anche i servizi iniziano a essere toccati dalla gelata. Da dieci anni una recessione tedesca non era mai stata tanto vicina e in sé non c’è niente di patologico, dopo una lunga fase positiva. La disoccupazione resta ai minimi, gli scambi con l’estero generano quasi 300 miliardi di risparmi l’anno e la finanza pubblica è così solida che il debito ha rendimenti negativi (si paga per prestare denaro alla Germania) fino a scadenze di trent’anni. Il settore privato e il governo di Berlino hanno i mezzi per rispondere alla frenata, se vogliono. Ciò che sorprende Berlino, e sta cambiando le politiche europee, è qualcos’altro: non sembra più solo un normale cambio di stagione, perché un intero modello forse è da rivedere. La dipendenza diretta dall’export di quasi il 40% del prodotto tedesco è troppo alta, mentre le guerre commerciali della Casa Bianca continuano e lambiscono l’Europa. E la Germania siede al centro di un continente che non ha colossi digitali come quelli cinesi o americani. Viene di qui l’idea in preparazione a Bruxelles nella futura Commissione Ue della tedesca Ursula von der Leyen di un «fondo sovrano» da 100 miliardi, finanziato dai governi, per aiutare i campioni tecnologici europei a crescere. Berlino in difficoltà vede oggi l’Europa come uno scudo protettivo. Pochi mesi fa, osteggiava un budget molto più piccolo per sostenere i Paesi fragili dell’euro. Presto invece chiederà a tutti gli altri governi di contribuire a finanziare, tramite il fondo sovrano Ue, i propri gruppi tecnologici. Una buona idea che dimostra come il segno del potere non sia il comando. È nel saper trasferire, se serve, i propri problemi sugli altri.
“E a chi vende in Germania ora il futuro mette paura”
Laura Dalla Vecchia presidente degli industriali meccanici vicentini “Alcuni colleghi hanno già avviato la cassa integrazione”
“ I tedeschi vogliono la perfezione, ma non basta. Abbiamo bisogno di relazioni internazionali, non di una politica populista”
Repubblica p.13
2 ocse
Pil, Italia ultima fra i Grandi Ocse: “Fate politiche espansive” Crescita zero sia nel secondo trimestre che sui dodici mesi, impietoso il confronto sull’anno dove la media Ue si attesta sull’1,3%. Il segretario Angel Gurria: “Spazi per intervenire sul Fisco”
Rallentamento anche per Usa Giappone e Francia Fra aprile e giugno Regno Unito e Germania in segno negativo
Repubblica p.13
Italia fanalino di coda del G7 L’Ocse: ora una scossa fiscale
Nel secondo trimestre il Pil frena in tutti i grandi Paesi, ma la Penisola fa peggio della media europea `Il segretario generale Gurría: «Fiducia in Roma avete spazi di manovra per varare nuovi stimoli»
Messaggero p.8
L’Ocse:Italiaacrescitazero «Servonostimolifiscali» Pil fermo nelsecondo trimestre. Rallenta anche la Ue: +0,2%. Venerdì i dati Istat
Corrriere p.28
E la Grecia torna alla normalità: stop al controllo sui capitali
Corriere p.28
«Grandi opportunità per investire. Ma l’incertezza del diritto frena». Nel lungo periodo restiamo fiduciosi nelle vostre imprese. I Paesi che attraggono più gli investimenti sono gli Usa, per la sua crescita stabile, e l’Asia, Un private equity compra un’azienda per rivenderla entro un arco di tempo. Parla Michael Gerstenzang, avvocato e managing partner dello studio legale americano Cleary Gottlieb.
Corriere p.29
3 Dazi
Dazi, giravolta di Trump “Ora trattiamo con la Cina”
Venerdì l’annuncio di nuove tariffe Ieri al G7 il dietrofront apprezzato dai mercati
Repubblica p.22
Il presidente americano: Pechino ha un disperato bisogno di un accordo Sui dazi gli Usa aprono alla Cina Merkel tratta sulle tasse all’auto
Stampa p.12
Dazi, Trump più conciliante Riparte la trattativa con la Cina Cambio di toni. Il presidente Usa pronostica a sorpresa una intesa sul commercio con Pechino, fissa il riavvio dei negoziati a settembre e torna a parlare in termini lusinghieri di Xi Jinping
Sole p.6
4 digital tax
Parigi e Washington trovano l’intesa sulla digital tax Dagli Usa aperture anche sul confronto con le imprese di auto europee
Sole p.6
4 tasse la proposta di tria
Aliquota “personalizzata” la riforma mai nata di Tria
`Prelievo graduale sul modello tedesco invece degli attuali scaglioni di reddito
No tax area allargata e meno detrazioni un piano che costa tra i 7 e gli 11 miliardi
ipotesi studiata in alternativa alla flat tax e a uno schema più tradizionale a tre aliquote
Messaggero p.9
5 Scuola
Classi mobili, niente cattedra boom della scuola senza aula
Il fenomeno della “didattica innovativa”: gli alunni cambiano ambiente a ogni ora
Videoproiezioni, wifi e lavagne interattive Progetto nato a Roma, ora in migliaia di istituti
Messaggero p.13
5 Alitalia
Alitalia al bivio, vertice sul piano tra sindacati e commissari
`La liquidità in cassa si sta riducendo e non decolla ancora l’intesa con Delta
IN VISTA DI SETTEMBRE FERROVIE E ATLANTIA CHIEDONO AL VETTORE DI SCIOGLIERE I NODI SU ROTTE E GOVERNANCE IN CASSA 413 MILIONI
Mesasggero p.16
Sapelli “Alitalia va salvata ma le Fs non sono l’ideale”
Bisognerebbe risolvere le 130 crisi industriali in corso, a partire da Ilva, un incubo che rischia di bloccare il 70% delle forniture di acciaio
Repubblica p.23
5 navigator
Navigator ostaggio di De Luca “Pd e 5 Stelle ora lo fermino”
CampaniaIl governatore dem blocca l’assunzione di 471 persone con la scusa della precarietà. E c’è chi inizia lo sciopero della fame: “Basta ricatti politici”
Fatto p.9
5 valute digitali
Valute digitali, le sta preparando il 70% delle banche centrali FINTECH La corsa ad anticipare Libra è guidata dalla Cina per difendere gli istituti L’obiettivo di tutti è la riduzione dei costi e l’inclusione finanziaria
Ma la Super Libra è solo un sogno di mezza estate
La proposta è tecnicamente possibile, ma oggi del tutto irrealizzabile sul piano politico
Il successo di una idea spesso dipende dal combinato disposto di tre fattori: quale è l’idea, chi la propone, quando viene proposta. Se allora in pieno agosto il governatore – uscente – della Banca d’Inghilterra lancia l’idea di una moneta che sia al contempo, pubblica, elettronica e sovranazionale il successo mediatico è assicurato. Per almeno tre ragioni: la tematica è rilevante, il proponente prestigioso, i giorni relativamente poveri di fatti che siano al contempo internazionali, seri e rilevanti (i tre aggettivi non sono scelti a caso).
Sole p.13
MONDO
1 europa
L’Ue prepara la svolta sui conti pubblici “Adesso bisogna cambiare le regole” Un documento della Commissione apre alla revisione dei vincoli di bilancio. Von der Leyen: solo riflessioni
Stampa p.11
Via fiscal compact e vincolo del 3% allo studio un Patto di stabilità soft
`I tecnici, secondo indiscrezioni, avrebbero elaborato un documento da sottoporre alla nuova Commissione `Ma Bruxelles smentisce il piano che allenta la stretta sul bilancio per rilanciare subito la crescita economica
Messaggero p.15
Da Bruxelles arrivano le prime bocciature sui candidati per l’Ue Non passa Szczerski, indicato dal governo polacco per l’Agricoltura La lista dei commissari slitta Francia e Italia chiedono tempo
Stampa p.11
2 G7
Iran, Cina e Ucraina tutte le svolte del G7 E Macron rivendica il ruolo di mediatore Trump apre a un incontro con Rouhani. Schiarita sulla Digital Tax. A settembre vertice a quattro su Kiev e Mosca
Repubblica p.15
Dal G7 Trump tende la mano all’Iran “Sarei pronto a incontrare Rohani” Il leader Usa conciliante con i nemici: potrei invitare Putin a Miami nel 2020. Decisivo il ruolo di Macron
Stampa p.12.
DAL G7 DI BIARRITZ L’ITALIA ESCE CON UN RUOLO MARGINALE
Editoriale di Paolo Mastrolilli stampa p.25
Macron strappa alcuni sì a Trump «Sull’Iran possiamo ripartire» Successo d’immagine per il presidente.Ventimilioni all’Amazzonia.GliUsa aprono sui dazi
Corriere p.12
Insulti a Brigitte Ora con Bolsonaro la guerra è totale Il brasiliano irride la première dame La replica: «Frasi irrispettose, che tristezza»
Corriere p.13
Offesa sessista per Brigitte. Lite tra i leader sulle First Lady
Bolsonaro fa infuriare il capo dell’Eliseo
Repubblica p.15
Stampa p.12
3 Amazzonia
Il leader brasiliano ironizza sulla première dame. E sugli incendi dice: non voglio i soldi dei G7 Amazzonia e battute sessiste Bolsonaro attacca Macron
Stampa p.13
Ora il mondo si mobilita Primi aiuti per l’Amazzonia Un fondo di venti milioni di euro per l’emergenza. Donazioni da Leonardo Di Caprio e Lvmh Ma Bolsonaro si irrita: “I ricchi ci trattano da colonia, sono sicuro che hanno altre finalità”
Repubblica p.14
4 oppioidi
Oppioidi,lasentenzastorica: Johnson& Johnsonècolpevole Pagherà 572 milioni perla crisisanitaria inOklahoma. In arrivo altre 2000 cause
Corriere p.14
GIUSTIZIA
1 Sicilia
SCUSI BONAFEDE, MA I 91 MILIONI? Il pasticciaccio brutto della Sicilia su cui tutti, politici, pm, antimafie e il ministro spazzacorrotti stanno muti
Di Giuseppe Sottile
Ezio Bigotti, GaetanoArmao e il censimento dei beni immobili della Regione mai fatto. Ma per cui i soldi sono stati misteriosamente spes
Il Guardasigilli grillino che ha introdotto il trojan e inasprito i toni giustizialisti su questo caso non è mai intervenuto
Non dite al Ministro che in Sicilia – nella sua Sicilia – uno dei tanti predatori arrivati qui, nei saloni dorati di Palazzo d’Orleans, per vendere fumo è riuscito a mettere a segno l’affare del secolo: un colpo grosso da 91 milioni di euro. Pagati dalla Regione e – scandalo nello scandalo – finiti poi, attraverso un immancabile giro di società, nei paradisi fiscali del Lussemburgo. E’ successo tutto nel 2007, quando Totò Cuffaro, governatore della Sicilia, conferì a Ezio Bigotti, un avventuriero venuto da Pinerolo, l’incarico di preparare un censimento dei beni immobili riconducibili alla Regione. Bigotti, va da sé, promette mare e monti. E per meglio aggirare intoppi burocratici e questuanti della politica ingaggia un consulente di tutto rispetto: Gaetano Armao, un mestolo buono per tutte le pentole. Il quale, tre anni dopo, diventa assessore al Bilancio di Raffaele Lombardo, il presidente succeduto a Cuffaro. Armao è un uomo di mondo. Ma appena si accorge che Repubblica comincia a svelare le malefatte nascoste sotto il fantomatico censimento, apparecchia sul palcoscenico della politica un moralismo dirompente, almeno per la Sicilia: sbandiera un elenco di inadempienze; mette in mora il suo fraternissimo amico Bigotti e, manco a dirlo, blocca – proprio lui, l’ex consulente – i pagamenti alla società “Sicilia Patrimonio Immobiliare”, controllata dall’immobiliarista piemontese. Blocca i pagamenti ma non lo trascina in giudizio. E da questa discrasia nasce ovviamente una vertenza grande quanto una casa. Che, manco a dirlo, consente all’avventuriero di Pinerolo di chiedere e ottenere risarcimenti per 91 milioni e, all’un tempo, di risparmiarsi le spese e la fatica di portare al termine il censimento. Una manna dal cielo.
2 de vito
Il Campidoglio ha un problema: ritorna De Vito
Ancora indagato Da settembre potrebbe di nuovo presiedere l’assemblea capitolina. Il M5S di Roma: “Abbiamo le mani legate”
Intercettazioni e conti: cosa ha in mano la Procura L’inchiesta Dall’arresto alla sentenza della Cassazione: tutti i colpi di scena dell’indagine che imbarazzò i pentastellati
“Questa è tipo l’a l l i ne a me nto della cometa di Halley”, così parlava il “s ocio” Me z z acap o
Fatto p.17
LE BUONE LETTURE
Rampini.
Perché vince il modello cinese. “È un sistema diverso da quello russo e funziona grazie alla meritocrazia”: le tesi (controverse) del politologo canadese. Federico Rampini su Repubblica a pagina 29.
Cancellar le stelle.
A Dover sparisce il murale di Banksy contro la Brexit. Tre le ipotesi in campo. E una certezza: viviamo in un’epoca a luci spente. Stefano Massini su Repubblica a pagina 30.
Il Quirinale.
Al Colle c’è l’unica scuola di estetica che ci rimane. Francesco Merlo su Repubblica a pagina 30.
Montanelli.
Una lezione di chiarezza.
Repubblica p.39
Punto e virgola.
Messaggero p.19
I 91 milioni in sicilai da giustizia
Foglio p I
P. L’architetto del secolo.
Marcello Piacentini illuse il Duce di essere lui l’architetto supremo. Così ebbe gloria e potere. E plasmò 28 città italiane. La sua è una biografia della nazione. Un periodo in cui l’architettura rivestiva un ruolo centrale nell’organizzazione del consenso e della costruzione identitaria. Il trio Piacentini, Sironi, Martini partorisce il Palazzo di Giustizia di Milano come sintesi delle arti operata dai primatisti del proprio campo. Il suo talento principale fu quello di saper aggirare i concorsi pubblici, con contatti diretti e persuasivi con il ceto politico e non solo. Il suo trasformismo professionale e stilistico si sono imposti con una potenza tale da incarnare la biografia di tutta la nazione. Manuel Orazi sul Foglio a pagina IV.
«Salvate la mia valle»
Correiere p.21