Buongiorno a tutti. Manovra. Manovra. Manovra. E l’arrivo di Pompeo. E tante altre cose. Air force Renzi. Buona lettura.

Buongiorno a tutti. I temi di oggi. La manovra da trenta miliardi. L’iva congelata. Le liti fra Conte Pd e Renzi che fa asse con Di Maio. Il voto ai sedicenni. Gli otto miliardi di dazi di Trump all’Europa di cui quattro sono sul nostro agroalimentare: parmigiano prosciutto prosecco. Il cancelliere austriaco che dialoga con i verdi. La Cina che festeggia i suoi 70 anni. Buona lettura a tutti.

Manovra. Ecco la manovra da 30 miliardi «Sterilizzato l’aumento dell’Iva». Deficit al 2,2% con 14 miliardi di flessibilità (Corriere p.2).

Manovra. Arrivano i tagli al cuneo fiscale. Ma Gualtieri non esclude una rimodulazione delle aliquote. Via ai green bond per 50 miliardi (Stampa p.2).

Manovra. Sostenuta anche da tagli a spesa e sconti fiscali (3,5 miliardi complessivi). Crescita a +0,6%, debito al 135,2% (Sole p.3). Due fondi verdi da 50 miliardi, 1,8 da tasse ambientali nel 2020. Risorse mobilitate in un arco di 15 anni (Sole p.2). Cuneo: taglio solo da luglio per 2,7 miliardi, 5,4 nel 2021. Tetto a 26mila euro di reddito con un vantaggio fiscale che a regime potrà arrivare fino a 1.500 euro annui (Sole p.4).

Cottarelli scettico. “La spesa cresce e non servirà a rilanciare il Pil. Risparmiare per ridurre il fisco” (Qn p.4).

Giornale e Libero. Il governo approva il Def. Ci sono altri 8 miliardi di tasse. La stangata serve a scongiurare l’aumento dell’Iva. Diesel a rischio rincaro. Lo spettro del salasso sulla casa (Giornale p.2). Tasse su case e aziende. Soldi a fannulloni e Br (Libero p.2).

Bruxelles. Per ora sospende il giudizio e aspetta di vedere le misure concrete (Messaggero p.2).

Evasione. Sette miliardi di gettito dubbi sulla cifra messa nel Def (Messaggero p.5).

Mancano cinque miliardi. Meno sgravi a chi guadagna di più. La riduzione su spese sanitarie e ristrutturazioni edilizie, ma non sui tassi passivi dei mutui. Le ipotesi per i redditi fino a 100mila euro. Il dilemma sulle coperture e il nodo delle tasse Federico Fubini (Corriere p.5).

Piccoli passi. Il commento di Enrico Marro (Corriere (p.5): Deficit, la svolta che non c’è.

Contanti e carte. Detrazione al 19% e rimborsi con i pagamenti elettronici. Ipotesi doppio incentivo contro il contante: bonus fiscale di 475 euro su una spesa annua massima di 2.500 euro e rimborsi tra il 2 e il 4% sugli estratti conto (Sole p.2). Dal “bonus della befana” al cashback per incentivare la moneta elettronica (Messaggero p.5).

Golden share. La lunga notte delle liti sulla manovra. I timori su Renzi e Di Maio: così facciamo poca strada. Il premier e Franceschini li vedono come i possibili guastatori (Corriere p.3). Conte bacchetta Matteo: «Non ha la golden share» (Messaggero p.6). E sul fisco: “Basta giochini e fibrillazioni”. Franceschini sferza l’ex premier: “La smania di visibilità logora i governi (Stampa p.3).

Commenti. Il commento di Marcello Sorgi: Renzi e Di Maio, quei “no” decisi che sanno tanto di pretattica (Stampa p.3).

Renzi mena le danze. Giuliano Ferrara sul Foglio (p.1): A me sembra che lo sconfitto del 4 dicembre 2016, quello che voleva il monocameralismo e il ballottaggio alle elezioni, è l’unico che sarà in grado di far ballare il governo sulle punte, visto che l’ha generato e non è sprovvisto di duttilità, perché è l’unico che non sgomita e non mugugna, fa politica che è ciò per cui paghiamo viventi e semiviventi del Parlamento.

Trabochetti. Per Stefano Folli – su Repubblica (p.31) – forse ha ragione Zanda, quando dice che il premier Conte deve saper mediare e trovare compromessi in una situazione di grande fragilità. Sull’Iva il presidente del Consiglio si è mosso, anche se c’è da capire come. Ma il cammino è lastricato di trabocchetti.

Piace il voto ai sedicenni. Sì di Conte e dei partiti. Di Maio: “Una battaglia storica del Movimento”. Zingaretti: “È il tempo”. Fedriga: “La Lega lo chiese nel 2015” (Repubblica p.6).

Il voto a 16 anni riunisce Conte e Salvini. Il premier: ragazzi maturi, il tema in Parlamento. Leghisti favorevoli, ma insultano Letta anche se è in sintonia (Stampa p.6).

Un milione. Quel milione di nuovi elettori tra Europa e ambiente (Repubblica p.7).

Una Greta per il debito. Ma forse la risposta migliore alla proposta di Enrico Letta è quella offerta ieri da Mario Monti dai microfoni di Radio Capital scrive il Foglio (p.3): proporre di dare il voto ai sedicenni è demagogia pura. Vogliamo occuparci dei giovani? Bene. Lavoriamo affinché le Camere siano dotate oltre che di un ufficio parlamentare di bilancio anche di un ufficio capace di valutare che impatto possa avere sui giovani ciascuna riforma proposta da ciascuna maggioranza parlamentare. Un paese con un debito pubblico come l’Italia più che ragionare su come far votare i sedicenni dovrebbe ragionare su come dargli un futuro. Dateci con urgenza una Greta del debito pubblico, please. Sul Foglio (p.3).

Greta come Salvini. “Greta semplifica sull’ambiente come Salvini fa con i migranti”. Il filosofo Massimo Cacciari: “Le generalizzazioni dilagano e indeboliscono l’identità dell’Europa In questa stagione manca qualcuno che si opponga adoperando la forza della ragione. Il movimento verde ha in sé un messaggio europeo: trasgredire i sistemi esistenti” (Stampa p.8).

Lite sulla cittadinanza. Nuovi italiani, maggioranza in stallo. Franceschini: “È un dovere morale”. Il capo delegazione Pd convoca i parlamentari, ma i dem sono divisi e i 5S frenano sulla discussione della legge per lo ius culturae. L’affondo di Renzi: facciamo come con le unioni civili, niente annunci e risultati subito (Repubblica p.9). Ma la cittadinanza spacca il M5S. «Nel programma non c’è» (Corriere p.8).

Referendum. Testo inaffondabile (Messaggero p.10). La Lega punta alla “spallata”. Presentati i quesiti per abolire la quota proporzionale ma l’ultima parola sarà della Consulta (Stampa p.6). E Repubblica (p.11) interpella il costituzionalista Enzo Cheli: “Difficile che la Consulta dica sì al referendum elettorale di Salvini”.

Casaleggio. Sei minuti di spot all’Onu per Rousseau e la democrazia digitale. La cittadinanza digitale per tutti al centro dell’intervento del manager: “Il voto online è un modo per esercitare un diritto” (Repubblica p.11).

Migranti. Il pressing della Tunisia. Arrivi moltiplicati. Il sospetto di una strategia per la trattativa con Di Maio sui rimpatri. Salvini accusa il governo. Donna e bimbo morti nell’incendio di Lesbo. L’Ue: è insostenibile. Piano di Atene: 10 mila torneranno in Turchia. (Corriere p.6).

Reddito di cittadinanza all’ex brigatista condannata per il delitto D’Antona che riceve 623 euro al mese (Qn p.11). L’amarezza di Olga D’Antona: «Il reddito all’ex Br? Non ne ha bisogno lo lasci ai veri poveri. Pieni diritti a chi sconta la pena, lei è ai domiciliari» (Corriere p.17). Il presidente dell’Inps Tridico: «Dare l’assegno alla Saraceni è ripugnante». Mi pongo anch’io il problema, tuttavia la legge prevede che quella donna venga pagata anche se ha commesso crimini tanto gravi: se l’ente non provvedesse, verrebbe sanzionato. La soluzione è modificare le normative (Verità p.3).

Guede ottiene la semilibertà. «Ora voglio pensare alla laurea». Viterbo, l’unico condannato per l’omicidio Kercher considerato un «detenuto modello». I legali avevano chiesto l’affidamento ai servizi sociali, ma la richiesta è stata respinta (Corriere p.10).

Le bombe del 1993. L’indagine su Berlusconi spiegata (anche) a Renzi. Il leader di FI è stato indagato e prosciolto già due volte, ma ora ci sono le conversazioni in carcere del boss Graviano (Fatto p.8).

Dazi. Wto pronta a dare il via libera ai dazi Usa contro l’Europa. Le tariffe colpirebbero esportazioni Ue per 7,5 miliardi di dollari. Bruxelles prepara ritorsioni su 12 miliardi che però scatteranno solo nel 2020. L’agroalimentare italiano è il settore più a rischio (Sole p.17).

Pompeo a Roma. E oggi arriva a Roma il segretario di Stato americano Pompeo. Il pressing di Di Maio per frenare i dazi. Si punta sugli importatori Usa per sostenere la causa del made in Italy. In agenda anche il dialogo con Mattarella e Conte su Libia, Iran e i rapporti con Cina e Russia (Stampa p.5). Dazi Usa, conto pesante per l’Italia che punta sull’intervento di Pompeo. Il Wto all’Europa: 8 miliardi. La metà investirà i nostri prodotti (Corriere p.10). Dazi amari per la Coldiretti. Sempre favorevole alle barriere (proprie), ora scopre il lato oscuro del protezionismo (Foglio p.3).

Boccia. Il presidente di Confindustria Vincenzo Boccia alla Stampa (p.5): “L’Italia non può cavarsela da sola. Più Europa, altrimenti la partita è persa. Ora una svolta per l’integrazione politica. Le imprese di Francia e Germania sono d’accordo. A dicembre faremo una trilaterale a Roma”.

Disoccupazione in calo è ai minimi dal 2011

Per l’Istat in agosto è scesa al 9,5%. Crescono gli occupati ma anche gli inattivi (Repubbblica p.24). La discesa dei disoccupati non è frutto di un aumento del numero degli occupati, ma dalla forte diminuzione delle persone in cerca di occupazione. -3,4%, pari a -87 mila unità nell’ultimo mese (Corriere p.29).

Petrolio, il principe saudita Bin Salman: «Il mondo fermi l’Iran o prezzi alle stelle». L’erede al trono: azione forte per scoraggiare Teheran o ci sarà un’escalation che metterà a rischio gli interessi mondiali (Messaggero p.18).

Austria. Kurz e la tentazione dei Verdi. La grande coalizione per il clima. Si lavora a un governo tra conservatori e ambientalisti: sarebbe il primo caso in Europa. Kurz: Avvierò colloqui con tutti i partiti disponibili, la mia priorità è rafforzare l’economia (Stampa p.8).

Cina show. Festa e parata a Tienanmen per i 70 anni della Repubblica. Xi più morbido con Hong Kong (Repubblica p.12). L’inchino di Xi a Mao per i 70 anni del comunismo. Il presidente cinese omaggia il padre della patria. Hong Kong blindata: si prepara a nuove dure proteste (Giornale p.13).

Brexit. Urla, discorsi, slogan e affondi: una serata con il premier Boris Johnson durante gli incontri riservati nella convention dei conservatori a Manchester. “Corbyn? Nello spazio. Brexit? Subito”. Parola di Boris. “Amici, mi dicono che dovrei moderare il mio linguaggio militare: voi che ne dite?”. “Nooooooo!” (Repubblica p.13).

Ucrainagate. Usa, non solo impechment, anche sesso, droga e corruzione nel Kiev-gate che affossa i sogni della famiglia Biden. Federico Rampini su Repubblica (p.15). Trump vuole incontrare la talpa dell’Ucraina-gate. I legali: «È in pericolo». Il presidente contro il teste e i dem: traditori. E Biden scrive alle tv: basta invitare Giuliani (Giornale p.12).

Buongiorno a tutti. La manovra e le diverse opinioni sull’aumento dell’iva, il pericolo dei dazi americani, il voto alla generazione Greta invocato da Enrico Letta, la proposta di Conte di mettere subito mano alla legge elettorale e le multe ai consiglieri del Pd umbri come per i Cinquestelle. Poi il trionfo del cancelliere austriaco e il crollo dell’ultradestra, la situazione a Hong Kong e il voto in Afghanistan. E De Bortoli che ci spiega come si potrebbero recuperare 109 miliardi di tasse evase. Infine, da leggere assolutamente le due commemorazioni di Guido Carandini di Francesco Erbani e Paolo Franchi. Buona lettura a tutti.

 

 

Buongiorno a tutti. La manovra, l’iva e il deficit e il rischio dei dazi di Trump sull’economia italiana. La giustizia e il futuro di Forza Italia in due interviste al ministro della giustizia Bonafede sul Fatto e a Berlusconi sul Giornale. Buona lettura a tutti.

 

Buongiorno a tutti. La meglio gioventù che è scesa in piazza ieri apre quasi tutte le prime pagine dei giornali. Il premier invece apre all’obiezione di coscienza sul suicidio assistito. Mentre sterilizza il decreto clima di Costa e pare aumenterà l’iva rimodulando le aliquote. Trump il voto a Kabul e in Austria per le cose nel mondo. Buona lettura a tutti.

La meglio gioventù. Belli, belli, sono belli i nostri figli senza bandiere, belli e presuntuosi, belli e saputi, belli senza cattiveria, belli senza violenza, tanto belli che oggi a Roma anche la piazza non è più la piazza dove “si scende”, la piazza dello scontro, la piazza-tribunale del popolo, la piazza-plotone della demagogia. Oggi, in piazza della Repubblica, il Friday for future sembra realizzare invece, quasi settant’anni dopo, il magico raduno immaginato da Salinger nel 1951, quello dei giovani Holden, degli adolescenti del disagio: «Mi immagino sempre tutti questi ragazzi che fanno una partita in quell’immenso campo di segale eccetera eccetera. Migliaia di ragazzini, e intorno non c’è nessun altro, nessun grande voglio dire…». Francesco Merlo su Repubblica a pagina 2.

Il clima del futuro. Clima, un milione in piazza «Siamo il futuro che protesta» (Messaggero p.2). La meglio gioventù. Il mondo dei ragazzi che protestano col sorriso (Repubblica p.2). «Vogliamo salvare il nostro futuro». Il corteo in festa dei ragazzi del clima (Corriere p.2). Senza partito. Tra i ragazzi in corteo per le strade di Milano, elettori di domani che non sanno per chi votare. Confidano nel Papa e negli scienziati pro ambiente ma diffidano dei politici: “Non ci rappresentano” (Repubblica p.4). Da Torino a Napoli, cortei in 180 città: “Il governo ci ascolti”. È la consacrazione di un movimento transgenerazionale: “Sembra il Sessantotto” (Stampa p.2).

Il senatore a vita. La scienziata senatrice a vita Elena Cattaneo: «La piazza illude e delude. La conoscenza è l’unico antidoto alla demagogia. Indispensabile l’educazione civica unita all’obbligo del metodo scientifico» (Messaggero p.3).

Eutanasia. Conte apre all’obiezione dei medici: «Ho dubbi sul diritto alla morte». Il premier sul suicidio assistito: lo dico da giurista e cattolico (Corriere p.8). Si vanno delineando le posizioni. Il centrodestra per un no netto. Perplessità nel Pd. Un «no» netto al suicidio assistito arriva dalla Lega di Matteo Salvini e da Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni, oltre che dall’Udc. Il M5S cerca un’intesa con il Pd, senza inimicarsi la componente cattolica. I dem lasciano parlare Graziano Delrio, medico, che all’Avvenire spiega il «tormento» di depenalizzare «in alcune condizioni l’aiuto al suicidio» (Corriere p.8).

Antonio Scurati. La riflessione di Antonio Scurati: Dico sì all’eutanasia legale, libera e civile. Sono per la vita. I valori supremi delle democrazie liberali sono racchiusi nel concetto di libertà individuale e dignità personale (Corriere p.9).

Mattarella bis. Conte la butta lì: “Se Mattarella facesse un altro mandato…” (Fatto p.8). Il premier apre all’ipotesi di un Mattarella bis. “Se lui fosse disponibile” (Stampa p.6).

Ius culturae. M5S-dem: intesa sulla cittadinanza. Da giovedì prossimo riparte alla Camera in Commissione il ddl Boldrini. Altolà Lega. I figli degli immigrati diverrebbero italiani alla fine del ciclo scolastico (Messaggero p.7). Ma Di Maio è contrario. Relatore del testo sarà Brescia, grillino dell’area più a sinistra. Salvini: “Povera Italia. La Lega si batterà contro la cittadinanza facile” (Stampa p.6). C’è pure una proposta di Forza Italia (Corriere p. 6). La Cei rilancia il tema: “In Italia serve lo ius culturae, altrimenti l’integrazione resta un contenitore vuoto” (Repubblica p.21).

Referendum. Taglio parlamentari, tante incognite dal proporzionale ai referendum (Repubblica p.10). Legge elettorale, la Lega esulta. Ma per gli esperti quesito a rischio. Il capitano: «A primavera si vota il referendum. Chi vince governa» (Qn p.7). La Lega piazza la trappola per fregare la Corte mettendo una delega nel quesito per evitare il no della Consulta (Verità p.9).

D’Alimonte. Una buona notizia: almeno per ora la riforma elettorale non si farà. Il sistema attuale non è il migliore possibile ma con il proporzionale l’instabilità sarebbe certa scrive Roberto D’Alimonte sul Sole (p.8).

Massimo Franco. È una battaglia referendaria dagli esiti molto incerti per Massimo Franco (Corriere p.12). Che scrive: L’operazione è ben architettata: dal punto di vista politico e anche giuridico. Ma non è detto riesca. La consultazione potrebbe essere non ammessa dalla Corte costituzionale. E non solo per il profilo di alcune norme. Il problema è che propone, non cancella una legge. Comporta dunque una ridefinizione dei collegi elettorali. E probabilmente incrocerà gli effetti della riduzione del numero dei parlamentari. Dunque si creerebbe un vuoto legislativo che impedirebbe al nuovo sistema di entrare in vigore. Massimo Franco sul Corriere a pagina 12. More

Renzi vuole prendersi Forza Italia. Berlusconi indagato per l’attentato a Costanzo. La difesa di Renzi: attonito per certi pm. Il leader di Italia viva: «La mafia? Non c’è una prova» L’affondo sulla Procura di Firenze, che indaga sui suoi (Corriere p.11). Renzi difende Berlusconi indagato. La mossa per “ereditare” Forza Italia. L’ex segretario punta ad essere designato leader dei moderati direttamente dal Cavaliere (Messaggero p.6).

Crepuscolo Forza Italia. Tra le avance di Renzi e la minaccia Salvini. Tutti dicono che il “frontman” resta Berlusconi. Ma dietro l’anziano leader è il caos. E intanto il partito si spacca sotto il pressing leghista (Repubblica p.13).

Non c’è trippa pe’ gatti. Con il taglio dei parlamentari non ci sarà spazio per i transfughi. Il numero di posti è limitato. Renzi e Salvini sono già in overbooking. Scrive Francesco Verderami sul Corriere (p.12): dal sette ottobre la transumanza da un gruppo all’altro non eviterà la mattanza. Perciò le campagne acquisti annunciate in questi giorni nel Palazzo da Renzi e Salvini sanno di propaganda, evocano certe trasmissioni televisive in cui si promettevano diete miracolose: ma come gli infusi di Wanna Marchi non modellavano il corpo, è da escludere che si possano moltiplicare i seggi.

Italia viva è composta da una quarantina di elementi tra Camera e Senato. Se alle elezioni ottenesse il 5%, con il proporzionale acquisirebbe in tutto 30 seggi e qualcuno tra i suoi si sta preoccupando. Allo stesso modo Salvini, se pure superasse il 30% nelle urne, porterebbe in Parlamento più o meno lo stesso numero di deputati e senatori che siedono attualmente nei gruppi della Lega. Dove finirebbero allora quei grillini e quei forzisti folgorati sulla via di Bellerio? Sebbene la scissione di Renzi abbia facilitato il compito a Zingaretti, con un risultato del 20% dovrebbe tagliare una decina degli attuali parlamentari.Con gli attuali sondaggi, e per via della riforma, il Movimento 5Stelle alle prossime elezioni perderebbe 160 seggi tra Camera e Senato. Ecco perché il sottosegretario alla Presidenza Fraccaro ha gioco facile nel sostenere che «il taglio dei parlamentari stabilizzerà il governo». Sarebbe stato più corretto dire che «stabilizza la legislatura». Per Forza Italia sarebbe invece la fine di un’epoca, se è vero che resisterebbe appena un terzo degli attuali 160 eletti. Perciò si ipotizza il fuggi-fuggi tra gli azzurri. Per andare dove, non si capisce: numeri alla mano, Salvini ha posti in piedi, Renzi nemmeno quelli.

Il sondaggio di Pagnoncelli. Dem in calo al19,5%. È il peso della scissione. Migliora il gradimento del nuovo governo. M5S giù di oltre 3 punti (20,8). Lega al 30,8, sale FdI. Sembra emergere qualche segnale che fa pensare a un possibile ridislocamento di una parte degli elettori rispetto al governo, con una fuoriuscita dal M5S e una crescita di interesse, per quanto contenuta, nell’area moderata del centrodestra. Occorrerà attendere per verificarne il consolidamento o meno. La presentazione della legge di bilancio è in dirittura d’arrivo e potrebbe avere qualche riflesso sugli orientamenti degli elettori. Nando Pagnoncelli sul Corriere (p.13).

La manovra. Obiettivo deficit al 2,1% (Corriere p.5). Il premier: l’Iva non cresce ma cambierà (Messaggero p.4). Conte apre alla revisione dell’Iva. Solo 17 miliardi per evitare aumenti. Il governo studia come spendere meno dei 23,1 miliardi previsti per “sterilizzare” una crescita dell’imposta. Tra le ipotesi una nuova aliquota dell’8% che assorba beni oggi tassati meno e altri che invece sono al 10 per cento (Repubblica p.8). Dal nuovo ciclo di revisione della spesa attesi tagli per un miliardo ai ministeri. Puntiamo a fare una manovra espansiva (Messaggero p.5).

Decreto clima. Ma il premier svuota il decreto sul clima. Restano i sussidi per chi usa fonti inquinanti (Stampa p.4). Diminuisce il bonus per la rottamazione perché i fondi ancora non bastano. Ridotto da 2000 a 1500 euro l’incentivo per chi decide di disfarsi di un’auto vecchia. Fraccaro: l’Ue scomputi le risorse green dal deficit entro una soglia del 2,5% del Pil (Messaggero p.4).

Gentiloni. Dall’Europa risponde Gentiloni: “Politica di bilancio più amica della crescita. Applicheremo il patto di stabilità e crescita, facendo pieno uso della flessibilità prevista dalle regole” La linea Ue per l’Italia. Investimenti verdi e flessibilità sui conti (Stampa p.9).

Carte e contanti. Bonus fiscali per 23 miliardi solo con moneta elettronica. Si studia l’obbligo di pagamenti tracciabili per alcune detrazioni: spese sanitarie, funebri, per le badanti e le attività sportive dei figli (Sole p.3). Sconti a chi paga con la carta ma per gli altri l’aliquota sale. Un meccanismo di premi e penalità per spingere la moneta elettronica. Dal nuovo ciclo di revisione della spesa attesi tagli per un miliardo ai ministeri (Messaggero p.5). Dalla stretta sul contante un incasso di 5 miliardi (Corriere p.5). Per il governo il vero nemico è il contante. Imposta sui prelievi e detrazioni solo per chi usa le carte, i giallorossi combattono il nero ma alla fine ci complicano la vita (Libero p.3). I commercianti: sì ai pagamenti elettronici, ma senza oneri sugli esercenti. Costi fissi e commissioni ancora alte. Ecco perché ai negozi non piace il Pos (Stampa p.9).

Reddito di cittadinanza. Oltre un terzo dei percettori del reddito di cittadinanza non risponde alle chiamate del centro per l’impiego per la convocazione. Le regioni chiedono un incontro al ministro Catalfo per trovare correttivi (Sole p.2).

Fiducia. Il clima di fiducia delle famiglie migliora, quello delle imprese peggiora. Secondo la rituale rilevazione dell’Istat a settembre l’indice di fiducia è migliorato (da 111,9 a 112,2) mentre in parallelo quello degli imprenditori è calato da 98,8 a 98,5. Dario Di Vico sul Corriere (p. 37).

Come si può spiegare tutto ciò? I consumatori sembrano aver percepito che gli orientamenti sia del nuovo governo sia delle autorità europee vanno in direzione dell’adozione di misure espansive e hanno comunque visto scendere lo spread verso numeri totalmente imprevisti. Di conseguenza sono portati a pensare che i consumi quantomeno riescano a mantenere la tendenza al moderato rialzo che avevano manifestato nel recente passato. Le imprese, invece, non paiono accontentarsi affatto di questi elementi di novità e di questi raggi di sole e, forse grazie al fatto che dispongono di una maggiore varietà di informazioni di medio periodo, intravedono prevalenti elementi di preoccupazione. Sanno, insomma, che non sarà possibile scampare alla stagnazione.

Austria domani al voto. Per Kurz l’incognita ultradestra. L’ex cancelliere è in netto vantaggio. Le insidie dell’Fpö ostaggio di Strache. Popolari in vantaggio con il 34%, nazionalisti e Spö al 21 e 22% (Stampa p.13). Chi ballerà con Kurz? Il promesso cancelliere alla scelta del partner. Ha tre opzioni: i Verdi, la sinistra, l’estrema destra (Corriere p.15). Kurz pronto al bis: meno tasse, possibile l’alleanza con i populisti. Il voto anticipato rieleggerà quasi certamente cancelliere il leader del Partito popolare. Una coalizione con Verdi e Liberali unica alternativa a un nuovo patto con l’Fpö

(Sole p.14).

Impeachment. Trump attacca la talpa della Cia. Impeachment, Pelosi accelera. Caso Ucraina, il capo dell’anticorruzione di Kiev: nessuna indagine sui Biden (Corriere p.14). Il giusto impeachment. Se il Senato e il popolo si volteranno dall’altra parte rispetto ai fatti, saranno giorni duri per la democrazia mondiale è il commento di Giuliano Ferrara sul Foglio (p.1).

Si vota a Kabul. La resistenza di Kabul, un voto contro i talebani. Elezioni presidenziali in Afghanistan. Duello tra il leader uscente Ghani e il premier Abdullah. La capitale spera in un futuro di pace per scacciare lo spettro integralista (Repubbblica p.16). Nove milioni di elettori per le presidenziali. La feroce lotta tra le tribù nel duello Ghani-Abdullah. Lungo la “strada del sangue” per stanare la resistenza talebana. L’offensiva dei militari afghani a protezione del voto, per la prima volta senza la Nato (Stampa p.11). «Difenderò l’Afghanistan come voleva mio padre. I talebani? Decide il voto». Parla Ahmad Massoud il figlio del leggendario comandante: «Se vogliono il potere, usino la democrazia» Fausto Biloslavo sul Giornale (p.13).

Giustizia. I paletti del Pd: «Riforma del processo o niente prescrizione». Vertice a Palazzo Chigi. Bonafede: la durata massima dei procedimenti sarà di 4 anni. L’obiettivo: varare due ddl, uno sul civile e l’altro sul penale e il Csm, entro fine 2019 (Messaggero p.6). Tra Pd e M5S l’intesa ancora non c’è. E Renzi dà già battaglia. L’ex premier: nessuno ha interpellato Italia Viva. Di Maio: non abdichiamo alle nostre idee (Repubblica p.11). Divide anche la proposta pentastellata di sorteggio per la scelta dei togati al Csm (Sole p.8). La prescrizione e Renzi dividono il governo. A Palazzo Chigi distanze nel vertice tra il premier, Bonafede e Orlando (Fatto p.5). La «terza via» (da trovare) per una tregua sulla giustizia. Il commento di Giovanni Bianconi sul Corriere (p.11). Sulla giustizia il primo cortocircuito. Il commento di Lina Palmerini sul Sole (p.8). Sulla giustizia c’è da avere i brividi. Il governo annuncia una riforma. Idee per rafforzare la dittatura delle procure. L’editoriale sul Foglio (p.3). Pd e 5s gettano la maschera: vogliono processarci a vita. I dem sconfessano se stessi e ingoiano la linea grillina sull’abolizione della prescrizione. E Bonafede esulta (Giornale p.6).

Commenti. Giustizia, quale riforma è urgente. La sfida di Bonafede. Nonostante le numerose “leggine” degli ultimi decenni, l’arretrato dei processi è cresciuto: servono misure strutturali. Il commento di Nicola Ferri sul Fatto (p.13).

Renzi fa il Caimano e “assolve” l’ex Cav sulle stragi di mafia. Il capo di Italia Viva attacca i pm di Firenze (che processano i suoi genitori) e spaccia per assolto il prescritto Papa (Fatto p.2). Il rottamatore difende il Cavaliere dai pm. Marcello Sorgi sulla Stampa.

Lotti dice ai pm milanesi: “Cercai carte sul pm Ielo”. Per screditare il giudice la chiave erano le consulenze Eni di Domenico Ielo. Per “L’Espresso” l’ex ministro avrebbe confermato ai magistrati le trame contro la toga romana, ma lui smentisce: “Non è vero nulla” (Fatto p.4).

Evasione. Il procuratore capo di Livorno Ettore Squillace Greco: “Coi soldi di chi froda il fisco si farebbero almeno un paio di manovre finanziarie. Alzare le pene agli evasori per usare le intercettazioni” (Fatto p.7).

E Falcone finì sotto accusa. I verbali segreti dell’Antimafia. Nell’agosto del 1989 la Commissione parlamentare convoca il pentito Contorno, tornato dagli Usa. Ma dalle carte, ora rese note per la prima volta, emerge a sorpresa l’isolamento del giudice palermitano (Repubblica p.20).

I paradossi della voluntary disclosure. Assolvere, per assurdo, evasori e riciclatori: nell’udienza preliminare su una piattaforma di evasione fiscale offerta «chiavi in mano» ai clienti dai consulenti Gabriele Bravi e Filippo Dollfus (arrestati nel 2013 e 2015), ieri la Procura di Milano ha chiesto appunto il proscioglimento sia di alcuni evasori corsi a fare la voluntary disclosure (collaborazione volontaria col Fisco) quando ancora non avevano contestazioni formali ma già leggevano sui giornali l’arresto degli ideatori dei loro trucchi fiscali, sia di questi loro riciclatori. Assoluzione perché un paradosso nella legge del 2014 (paradosso ravvisato dalla lettura dei pm Paolo Filippini e Giovanni Polizzi, e non invece nell’interpretazione proposta dal loro procuratore Francesco Greco) permetterebbe ai riciclatori di poter (pur non autodenunciatisi) beneficiare della medesima non punibilità penale concessa dalla legge agli evasori che (anche se quasi fuori tempo massimo) si erano denunciati con domanda di regolarizzazione. I due pm hanno chiesto il proscioglimento dopo che ieri la gip Giusi Barbara ha dichiarato inammissibile (senza entrare nel merito della legge) la loro richiesta di sollevare sul punto una questione di incostituzionalità, a motivo del fatto che comunque la Consulta non potrebbe prendere in considerazione una sentenza manipolativa in senso peggiorativo per gli imputati. Sentenza del gip non prima di dicembre. Luigi Ferrarella sul Corriere (p.21).

Buongiorno a tutti. I medici non vogliono essere i dottor morte e invocano l’obiezione di coscienza e la deontologia. O meglio, alcuni medici, gli ordini professionali. I singoli medici non è dato sapere in che percentuale siano contrari. I Cinquestelle vogliono mettere la tagliola del vincolo di mandato e multare i transfughi. Arme spuntate. Il referendum bufala va avanti. Ieri la quinta regione ha detto si. Ma è solo propaganda. Buona lettura a tutti.

Eutanasia. Fine vita, medici in rivolta: “Decidere non spetta a noi”. Dopo la sentenza della Consulta, molti annunciano obiezione di coscienza e tutti chiedono certezze. “Altrimenti il suicidio assistito è inattuabile. Dell’ultimo atto si occupi un funzionario pubblico” (Repubblica p.10). «Non saremo dottor Morte». La richiesta dei sanitari: la domanda del paziente sia valutata da una commissione (Messaggero p.3). Gli ordini: una scelta contro il nostro codice deontologico (Corriere p.3).

Papa Francesco. Fine vita, il turbamento di papa Francesco: “I politici non si assumono responsabilità”. I vescovi manifestano “sconcerto e preoccupazione”. Per il Pontefice “la difesa della vita deve essere integrale” (Stampa p.2).

La legge. Pd e M5S già trattano sulla nuova legge. Gelo tra Casellati e Fico. Sono tredici le proposte parlamentari su suicidio assistito ed eutanasia. Mediazione dem: estendere il ricorso alla sedazione palliativa profonda (Stampa p.3).

Contro. Quindici eletti decidono per tutti gli italiani. L’organo, costituito quasi esclusivamente da esponenti della sinistra, ha dato via libera al commercio della morte, che si aggiunge a quello della vita con gli uteri in affitto. Pure la Chiesa ha grandi responsabilità per aver passato anni a curarsi solo degli immigrati. Maurizio Belpietro sulla Verità (p.5).

Clima. Manifestazioni in 160 città italiane. Per la prima volta il ministero sostiene gli alunni, sfilano anche i prof. Da Venezia a Rio, l’onda verde torna in piazza. Milioni di studenti scioperano per il clima (Stampa p.4). «Vogliamo scuole ecologiche». Fridays for future, oggi la mobilitazione. Borracce e riciclo, l’impegno dei presidi (Corriere p.6).

Il sindaco di Milano. Sala “Apriamo le porte del Palazzo a Greta e ai suoi”. Li inviterò in consiglio comunale, non voglio mettere il cappello ma al tema ci credo, ora servono i fatti non le parole. Il Pd deve bilanciare un sistema basato troppo sulle correnti e poco sul territorio (Repubblica p.6).

Contro. La grande truffa del clima che frega la nostra economia. Il mondo non finirà nel 2030 per l’inquinamento, come sostengono i seguaci di Greta. In compenso, ridurre del 50% in vent’anni le emissioni di anidride carbonica causerebbe una grave recessione (Libero p.2).

Vincolo di mandato. Di Maio prova a frenare i dissidenti: “Vincolo di mandato in Costituzione”. Il capo politico minaccia i parlamentari: “Chi cambia partito pagherà 100 mila euro di multa”. Il Pd: “No al trasformismo, ma la Carta non si tocca”. Anche i 5S lo criticano, poi il dietrofront (Stampa p.7). Il M5S teme il fuggi fuggi con destinazione Italia Viva e Lega. Altri tre senatori pronti a lasciare dopo Vono, che Di Maio ha cercato di trattenere: “Ti marchieranno”. Calo di consensi, taglio degli eletti e regola del doppio mandato tra i motivi del malcontento grillino (Repubblica p.14). M5S, via un altro senatore. In uscita il pentastellato napoletano Grassi e contatti dei renziani con eletti del Lazio (Messaggero p.6).

Generosità invocata. Il senatore Primo di Nicola: “Onore a Beppe ma adesso regali il M5S agli attivisti. Rousseau non basta più. Stop alle nomine dall’alto. Dotiamoci di organi democraticamente eletti e stop ai vertici in villa” (Stampa p.7).

Comune di Roma. Bugani, missione Campidoglio per preparare il bis di Raggi. Il braccio destro di Casaleggio dopo lo strappo con Di Maio diventa il capo staff della sindaca. Sarà regista della nuova fase del Comune M5S (Messaggero p.7).

Suicidio. «Un incomprensibile suicidio». È quello che mette fine all’esperienza di +Europa, la formazione politica nata dall’incontro tra Bruno Tabacci e il suo Centro democratico e i Radicali Italiani di Emma Bonino. Dice Bruno Tabacci: «Emma ha scelto l’opposizione, dove ci sono i nemici dell’Ue. Ora tolgo il simbolo. Noi nel Pd? I dem hanno bisogno del centro, ma non abbiamo fretta» (Corriere p.10).

Referendum bufala. Legge elettorale, sì al referendum Salvini esulta: voto in primavera. La richiesta del consiglio del Piemonte si aggiunge a Lombardia, Veneto, Friuli e Sardegna. Ora tocca alla Corte costituzionale dare via libera al quesito che punta a trasformare il Rosatellum in un maggioritario puro (Repubblica p.13). Referendum, c’è la quinta regione. Forzisti «rassegnati» a votare sì. Scatta la richiesta antiproporzionale. Ma anche tra i leghisti ci sono dubbi di costituzionalità. Francesco Verderami sul Corriere (p.13) che scrive: L’ordine di «sabotare», voluto da Berlusconi e Letta, poi è diventato libertà di voto. In fondo non c’era alcun motivo di rompere il partito per una simile battaglia, una «bandiera» di Salvini da sventolare finché la Consulta non la ammainerà, cassando il referendum per quei profili di incostituzionalità che — sottovoce — gli stessi dirigenti leghisti riconoscono. Ma la vicenda evidenzia la crisi di Forza Italia. Se non ti poni in alternativa a Salvini cosa ti resta? Anche perché, senza di te, la Lega non vince e non governa.

La costituzionalista Carlassarre: “Grave rischio ridurre i parlamentari senza il proporzionale” (Repubblica p.13).

Innovazione. Intervista alla ministra dell’Innovazione Paola Pisano “Voglio i ragazzi negli uffici a spiegare cos’è il mondo digitale. Sono una tecnica. Mi interessa riformare e basta. Su alcune cose del M5S, come la Tav, non sono d’accordo. Per la carta di identità elettronica renderemo molto più semplici le prenotazioni sul sito del Viminale e apriremo gli sportelli” (Repubblica p.27).

Prescritto, non assolto. P4, prescritto Alfonso Papa. Processo durato “solo” 8 anni. Si salva l’ex deputato Pdl condannato in primo grado per i dossier ricattatori: la riforma Bonafede in vigore da gennaio 2020 l’avrebbe impedito. Luigi Bisignani, accusato degli stessi reati, ne uscì patteggiando 19 mesi (Fatto p.2). “Assolto”, la fake news dilagata sui media. E la Corte d’Appello costretta a smentire: “Non è stata pronunciata sentenza di assoluzione” (Fatto p.2).

Assolto, dice il Giornale. Ora è ufficiale: la P4 una bufala dei magistrati. La terribile P4 che avrebbe «infettato il Paese» trafficando notizie segrete e manovrando nomine, non esisteva. Assolto Alfonso Papa, l’ex deputato di Forza Italia mandato ai ceppi dai colleghi ormai 10 anni fa. Da innocente (Giornale p.9).

La legge Anselmi. Insomma, la P4 non è mai esistita. “Ma questo lo si era capito sin dalle prime fasi, lo sapevano tutti, almeno quelli che hanno seguito il processo. La P4 è esistita solo sui giornali”, dice al Foglio Alfonso Papa dopo il proscioglimento dopo otto anni, per intervenuta prescrizione. Ma è l’occasione per fare una riflessione sulla “legge Anselmi” che non ha prodotto effetti. Non c’è mai stata cioè una sentenza definitiva di condanna per associazione segreta. Ma allora perché una fattispecie così difficile da provare – bisogna dimostrare l’esistenza di un’associazione e la sua capacità di interferire – è stata negli anni così frequentemente usata? L’ipotesi più ragionevole è il fatto che consente strumenti invasivi d’indagine, intercettazioni telefoniche e ambientali che altrimenti non sarebbero possibili. La società segreta decade presto, spesso in fase d’indagine, ma le intercettazioni restano. La novità è che questa strana pratica investigativa molto probabilmente sparirà: con la riforma di Bonafede è diventato così facile intercettare chiunque che gli inquirenti non avranno bisogno di inventarsi logge segrete. Sembra un passo avanti, ma forse è un passo indietro. E’ come se tutti, all’improvviso, fossimo diventati di diritto membri della P-Italia. Luciano Capone sul Foglio (p.1).

Stragi, Berlusconi è indagato pure per l’attentato all’amico Costanzo. Contestato all’ex Cavaliere come reato ipotetico, ma adesso i pm Turco e Creazzo dovranno chiedere una proroga o l’archiviazione (Fatto p.3).

Eni. «Conflitto di interessi». Descalzi e la moglie indagati e perquisiti. Inchiesta a Milano. L’ad di Eni: «Sono accuse infondate» (Corriere p.23).

Deficit al 2%. Il deficit pubblico di quest’anno potrebbe essere più basso di quanto previsto, fermandosi al 2% del prodotto interno lordo. Per il 2020, invece, l’esecutivo guidato da Giuseppe Conte, immagina un disavanzo in torno al 2,2-2,3%, contando sulla flessibilità da parte della Commissione Europea. Servono almeno 5 miliardi per ridurre il cuneo fiscale (Corriere p.15). Deficit, trattativa sul 2,2%. Colloquio Gualtieri-Conte. Disavanzo più alto soltanto con il via libera preventivo di Bruxelles (Messaggero p.4).

Carte di credito. Manovra, sconto sull’Iva a chi paga con il bancomat. Il Fisco restituirà tra il 2% e il 3% delle somme spese. Si partirà dai settori ad alto rischio “nero”. Negoziati con l’Abi per ridurre le commissioni sui pos e azzerarle per le transazioni fino a 5 euro. Una carta unica farà da documento e da strumento di pagamento: sarà emessa da Poste italiane (Messaggero p.4). Nel 2018 le carte elettroniche nel nostro Paese sono più di 70 milioni. Le associazioni dei consumatori: azzerare le commissioni bancarie. L’operazione contante costerà al governo fino a 4 miliardi (Stampa p.6).

Giù l’iva delle bollette. Il piano del governo: Iva giù sulle bollette. Si studia la mossa del Portogallo che nel 2018 ha tagliato le imposte su elettricità e gas. Potrebbe salire il prelievo al 22% sui beni di lusso (Repubblica p.8).

Su quella per il lusso. Il governo Conte studia aumenti iva per alcuni beni. Villarosa (M5S) assicura: solo rimodulazioni (Stampa p.6).

Scettico Tremonti. Scettico l’ex ministro dell’economia Giulio Tremonti: «Non si fanno le coperture con la lotta all’evasione. Bene la consapevolezza che il fisco va riformato. Gli sconti fiscali a chi paga con carta di credito favoriscono i ricchi. E l’idea di tassare merendine e bibite è ridicola. La Prima Repubblica copriva le spese con le entrate previste dall’evasione. Oggi ne ricordiamo deficit e debito» (Sole p.5).

Fregatura. Garavaglia: «Pd e Cinquestelle vogliono fregare le partite Iva». L’ex viceministro dell’Economia leghista: «Il governo smonterà il nostro regime forfettario, con un aumento di gabelle pari al 70%. Chi nel 2020 avrebbe pagato 10.000 euro, ne sborserà anche 17.000. Alzare l’Iva sarà il prossimo passo» (Verità p.7).

Sanità. Sanità, detrazioni in base al reddito. Arriva la card ricaricabile unica (Corriere p.15)

Ambientalismo del fare. Parla il viceministro al Mef Misiani: Lanceremo un fondo da 50 miliardi in quindici anni per lo sviluppo sostenibile. Sarà la manovra più ambientalista della storia di questo paese. Ambientalismo del fare. Stiamo introducendo un fondo da 50 miliardi di euro in 15 anni interamente dedicati allo sviluppo sostenibile e alle infrastrutture sociali con la potenzialità di creare centinaia di migliaia di posti di lavoro, consolidare il primato italiano nell’economia circolare e favorire anche un drastico abbattimento delle emissioni di CO2 e dei consumi energetici del paese. In Italia ci sono un milione di condomini, migliaia di scuole ed edifici pubblici che sono stati costruiti più di 30 anni fa. E che consumano un terzo dell’energia di questo paese. Bisogna rafforzare tutti quegli strumenti che possano consentire, nei prossimi dieci anni, di ricostruire un pezzo molto rilevante del nostro patrimonio edilizio” (Foglio p.1).

Pil, l’America va. Pil, l’America cresce del 2%. Europa, misure per la ripresa. Cambio euro/dollaro a quota 1,09. La Bce: spread sceso grazie a questo governo (Corriere p.33).

Impeachment. La Casa Bianca provò a coprire Trump. Pubblicato il rapporto della «talpa»: pressioni del presidente Usa sul leader di Kiev per incastrare Biden (Corriere p.16). La Casa Bianca insabbiò la telefonata Trump -Zelensky. La denuncia dell’agente della Cia (Stampa p.8). Nel documento trapelato per errore la strategia degli avvocati: nessuno scambio di favori o pressioni tra i presidenti. Così Donald tenta di smontare l’accusa (Stampa p.9).

Iran. Il presidente iraniano Rohani sul nucleare: “Togliete le sanzioni e torniamo a trattare”. Anche l’Italia ha un ruolo nei negoziati (Stampa p.11).

Chiarac Adieu. Era l’ultimo dei gollisti, tra i padri dell’Ue. Per 40 anni sulla scena politica. Il suo partito segnò un’epoca, oggi quel mondo non esiste più. Macron: «Argine all’estremismo» (Giornale p.13). Il presidente delle contraddizioni. Il più popolare e il più detestato della Quinta Repubblica (Repubblica p.16). Addio a Chirac, seduttore di Francia. Morto a 86 anni l’ex presidente gollista. Sfidò Bush sull’Iraq: “In politica estera guardo gli Usa e faccio il contrario” (Stampa p.13). Criticato all’Eliseo, adorato da ex presidente (Corriere p.18).

 

Buongiorno a tutti. Decisione storica della Corte sul suicidio assistito. La telefonata che inguaia Trump. I movimenti del Movimento Cinquestelle. La manovra e i soldi da trovare. BoJo che sfida il riaperto Parlamento. L’avvertimento della moglie di Dell’Utri al Cav. E tanto altro. Buona lettura a tutti.

Eutanasia. Via libera al suicidio assistito. D’ora in poi non si sarà più costretti ad andare nelle «cliniche della morte» in Svizzera, ma si potrà intervenire in Italia e senza il rischio di finire in prigione. Passa la disobbedienza civile di Cappato per la morte di dj Fabo. Ma la Consulta avverte: intervenga il legislatore. I vescovi: sconcertante (Su tutti). I richiami alle norme esistenti per dare una scossa alla politica. Limiti stringenti per la non punibilità di chi aiuta a morire (Corriere p.2). Il cardinale Becciu: “Si apre alla cultura della morte. I cattolici non collaborino” (Repubblica p.2). Il vescovo di Rieti Domenico Pompili: “Il dolore si contrasta con scienza e medicina non causando la morte. Eredità pesante per il futuro” (Stampa p.3). Monsignor Bruno Forte: «Noi vescovi sconcertati. Questa è una pagina grave. Avrei voluto un richiamo all’obiezione di coscienza» (Corriere p.3). Vittorio Andrea Guardamagna, direttore unità cure palliative allo Ieo: «È un peso dire di no a chi mi chiede questo aiuto» (Corriere p.3). Marco Cappato: “Tutti più liberi, ma dirò sempre no a chi non è malato” (Repubblica p.3). Matteo Salvini: Sono e rimango contrario al suicidio di Stato imposto per legge. La vita è sacra. (Stampa p.2). La senatrice Monica Cirinnà, firmataria di un disegno di legge per arrivare al fine vita “Decisione storica, ora tocca a noi Il Parlamento legiferi presto e bene” (Stampa p.3). Pd e 5Stelle: proviamo a fare la legge: “Ma il farmaco letale non passerà”. Orlando: “C’è il rischio che il solito bipolarismo etico blocchi tutto” (Repubblica p.4). Giovanni Maria Flick: “Decisione equilibrata. Attenzione, non è una liberalizzazione senza limiti. Ora subito una legge” (Fatto p.5).

Impeachment. «Fammi un favore, indaga su Biden». La telefonata che accusa Trump. La Casa Bianca: la trascrizione ci scagiona, non abbiamo chiesto nessuno scambio a Zelensky. Kupchan, consigliere con Obama: «Il presidente proverà a ribaltare le accuse. Ma servono prove. Stavolta gli sarà difficile» (Corriere p.12). Donald pronto al ring. La sfida dell’impeachment incendierà Washington, l’analisi di Massimo Gaggi sul Corriere (p.13).

Manovra, accordo ancora lontano. Ipotesi aumento selettivo dell’Iva ma Palazzo Chigi nega. E’ braccio di ferro Pd-M5S: rinviato a lunedì il varo del Def. Eurostat ha riclassificato il debito pubblico italiano al 134,8% (Stampa p.6). Tre ore di summit con Conte, il Movimento spinge sull’indebitamento. E Gualtieri frena (Messaggero p.4). Mancano 5-7 miliardi (Sole p.3). Duello sul deficit. 5S per il 2,5%, stop del Tesoro. In arrivo la fattura elettronica anche per professionisti e autonomi con la flat tax al 15% (Repubblica p.17). Allo studio il ritorno dell’Ace, più vicino l’addio alla mini Ires. Il Governo punta alla reintroduzione dell’incentivo alla capitalizzazione delle imprese. Partita aperta sulle risorse per la decorrenza: agevolazione da 1,5 miliardi di euro (Sole p.2).

Carcere agli evasori, i dubbi del Pd (e i paletti di Renzi). Ma c’è chi apre. Delrio: “La riforma del 2015 fu fatta perché c’era Alfano, a molti di noi non piaceva”. Lotta ai furbetti: Dem scettici sul piano dei 5S per inserire nel dl fiscale l’inasprimento delle pene e la riduzione dei tetti penali (alzati dall’ex premier). Renziani in trincea (Fatto p.2).

Sì al taglio dei parlamentari. Delrio: “Il Pd è di parola”. Di Maio sfotte la Lega: norma alla faccia di Salvini. Ma Leu ricorda: serve legge proporzionale (Stampa p.7). Forbici sugli eletti senza un’idea di riforma il commento di Marcello Sorgi sulla Stampa (p.7): È bastato che si cominciasse a parlare di proporzionale, per avviare un movimento che in breve ha portato alle scissioni di Toti a destra e di Renzi a sinistra, alle turbolenze di Carfagna in Forza Italia e alla fuoruscita di Calenda dal Pd. Proprio mentre Zingaretti ha cominciato a ripensare sul passaggio al proporzionale. Così intanto si taglia, e a come poi eleggere deputati e senatori si penserà dopo. Repubblica (p.13) intervista il sottosegretario alla presidenza Riccardo Fraccaro: “Governo più forte col taglio dei parlamentari. Poi servirà il proporzionale”.

Referendum anti-proporzionale. Sì da 4 regioni su 5, vota anche FI. Via libera da Lombardia,Veneto, Sardegna e Friuli-Venezia Giulia. Alla fine il centrodestra si è ricompattato, accelerando sulla strada aperta dalla Lega che potrebbe condurre, tra il 15 aprile e il 15 giugno del 2020, al referendum abrogativo della legge elettorale in vigore (il «Rosatellum») capace poi di introdurre (per sottrazione) un sistema maggioritario all’inglese.. Dino Martirano sul Corriere a pagina 10.

Ammutinamento in Fi. Cade il no al referendum della Lega. Il Cavaliere si arrende. “Stiamo con Salvini”. Il bollettino della disfatta è stato recapitato ad Arcore a fine giornata e raccontano che Silvio Berlusconi non poteva credere ai suoi occhi, quasi il sigillo su un tramonto politico ormai compiuto. L’ordine rivolto due giorni fa dall’anziano leader ai consiglieri regionali di Forza Italia, di astenersi sulla mozione della Lega per promuovere un referendum elettorale pro-maggioritario in primavera, è stato disatteso da tutti. L’intero esercito dei rappresentanti forzisti nelle regioni ha voltato le spalle al Cavaliere votando a favore e adeguandosi al diktat di Matteo Salvini. Ormai unico capo riconosciuto della coalizione, da chi milita nel centrodestra. Carmelo Lopapa su Repubblica a pagina 15.

La giravolta del Cav. Diversa la lettura del Fatto. B. fa la giravolta e aiuta Salvini sui referendum. Berlusconi che si era espresso per il proporzionale, due giorni fa aveva dato indicazione per l’astensione. Senza i voti forzisti, però, i referendum leghisti sarebbero abortiti. Così è andato in scena un pressing notevole da Via Bellerio su Forza Italia. E ieri il voltafaccia: FI ha concesso ai suoi consiglieri libertà di coscienza, facendo vincere il sì. Al contempo, però, i berluscones hanno chiesto agli alleati di votare un ordine del giorno che chiede il mantenimento di una quota proporzionale, perché “bipolarismo non significa bipartitismo”. Gianluca Roselli sul Fatto a pagina 11.

La truffa del referendum. Per il Foglio è solo “La propaganda maggioritaria della Lega. Il referendum proposto da cinque regioni è fuffa per la campagna elettorale”. L’operazione annunciata da Matteo Salvini, che attraverso la richiesta di referendum avanzata da cinque consigli regionali vuole abolire la quota proporzionale nell’assegnazione dei seggi, è essenzialmente propagandistica. Il referendum proposto è di tipo abrogativo non può introdurre questa condizione e quindi suscita la stessa obiezione che la Consulta ha già fatto più volte bocciando proposte analoghe. Editoriale sul Foglio a pagina 3.

Autonomia: Zaia, non possiamo attendere fino al 2023. Subito i fatti o ci faremo sentire (Corriere p.10).

Voci di scissione, Cinquestelle agitati. Lega e renziani soffiano sul fuoco. Il vice di Salvini, Crippa: in 20 pronti a venire. La senatrice Vono dal M5S passa a Italia viva. Il senatore Dessì: serve una costituente per riscrivere le nostre regole (Corriere p.8).

Lo scontro fra i due Mattei. Troppi scenari sbagliati per arroganza. Derby Salvini-Renzi sui transfughi M5s. Lo scontro tra Matteo R e Matteo S è in atto, chiaro e trasparente, mentre tra gli altri c’è chi immagina di avere in mano alternative tutte da verificare. Una forma, appunto, di «arroganza», intellettuale e politica, che è un tratto distintivo di tutta l’attuale classe dirigente. Augusto Minzolini sul Giornale a pagina 6.

Cinquestelle. Di Maio: «Sì, c’è chi non è d’accordo. Ma nel M5S ho preso l’80%. I nostri non sono in vendita, gli ho detto di registrare gli incontri» (Corriere p.9). Fraccaro: “Il ruolo di Luigi nel Movimento non è in discussione, ma nascerà un organo collegiale” (Repubblica p.13). Rivolta 5Stelle in Senato. Di Maio: segreteria a 12. Il pranzo delle ex ministre. La mossa del leader per arginare le proteste. Morra: «Ma ora come saranno scelti i nomi?». L’incontro segreto tra la Lezzi e la Grillo. La fronda degli esclusi in pressing su Luigi (Messaggero p.6). Il Fatto (p.10) intervista l’ex ministro della Salute Giulia Grillo: “Serve collegialità nelle decisioni, siamo nati senza leader. Il Movimento non è né carne né pesce. Così non si può andare avanti. Ora contrappesi per Di Maio”.

L’alleanza impossibile tra il Pd e Raggi. “Ha rovinato Roma”. Dopo l’ennesimo rimpasto in giunta i dem all’attacco della sindaca. Ma per la prossima consiliatura ipotesi di un candidato comune con i 5S (Repubblica p.14).

E adesso Conte trama per isolare Di Maio e sfilargli la leadership (Giornale p.6).

I dem e la Leopolda: “Nessun diktat ma meglio non esserci”. Nel partito discussione sul primo incontro di Italia Viva. Zanda: “Soggetti diversi” (Repubblica p.14).

Migranti. Di Maio: “I migranti in Libia saranno affidati all’Onu”. Il ministro: “Quelli salvati dalla guardia costiera libica verranno presi in carico dall’Unhcr” (Stampa p.8). Macron corteggia la destra sui profughi: “La Francia non può dare ospitalità a tutti”. Il presidente vuole limitare la possibilità di chiedere asilo politico e velocizzare i rimpatri degli irregolari (Stampa p.9). “Mai la politica delle quote. In Polonia accogliamo chi ha la nostra cultura”. L’ambasciatore di Varsavia Anna Maria Anders boccia la redistribuzione: “Rapporto ottimo con Roma, ma servono sei mesi per valutare il governo” (Stampa p.9).

Migranti, se aumentano i flussi sarà sospesa la ripartizione. L’accordo sulla distribuzione dei migranti potrà essere sospeso se i flussi migratori dovessero aumentare in maniera considerevole. «Il meccanismo per il ricollocamento dei richiedenti asilo sarà valido per almeno sei mesi, e potrà essere rinnovato». Se «nei sei mesi il numero dei ricollocati dovesse aumentare in modo sostanziale, gli Stati che partecipano si riuniranno per consultazioni. Durante le consultazioni il meccanismo potrà essere sospeso». Oltre all’Italia hanno già aderito all’accordo Malta, Germania, Francia e Finlandia. La Commissione europea avrebbe però già ricevuto rassicurazioni sulla partecipazione di Portogallo, Belgio, Irlanda e Lussemburgo (Corriere p.18).

Dell’Utri. Berlusconi non va in aula per Dell’Utri. La moglie: «Marcello rischia la vita». I legali dell’ex premier: al processo potrà non rispondere perché anche lui indagato per mafia (Corriere p.16).

Lady Dell’Utri “avverte” Silvio (Fatto p.9). La rabbia della moglie (Repubblica p.15). Il commento di Attilio Bolzoni: Dietro lo sfogo un avvertimento con destinazione Arcore. Scrive Bolzoni: Lo sfogo di una moglie in Sicilia a volte vale più di una carta scritta. È come un documento ufficiale, una sentenza. Se poi la moglie pronuncia la parola «sorpresa» o peggio «rabbia», se addirittura si spinge a dire che «c’è in gioco la vita del marito», allora significa che la posta è alta. Anche perché il marito si chiama Dell’Utri e l’«amarezza» viene manifestata, e molto platealmente, contro colui che per almeno quattro decenni è stato uno dei suoi migliori amici. Quelle parole della signora, pare di capire, sono cariche di un messaggio che va ben oltre il dolore e l’inquietudine di una moglie che vorrebbe il proprio uomo libero da ogni pendenza giudiziaria, per come l’ha detto e per quando l’ha detto sembra più un avvertimento che un cedimento. La storia siciliana dei due s’incrocia inesorabilmente e incrocia per un lungo arco di tempo tanti nomi dell’aristocrazia criminale di Palermo. Forse Miranda Dell’Utri, dopo le tribolazioni di questi ultimi anni, si è un po’ risentita per le amnesie di Silvio.

Prescrizione. Effetto Bonafede. Ha abolito la prescrizione, ecco gli effetti collaterali. Che cosa ci insegnano le leggi antimafia. La mafia ha perso mentre lo Stato ha vinto. Un miracolo. Che si deve anche al fatto che qui la prescrizione – quella che lui, il Guardasigilli, ha abolito erga omnes – era stata spazzata via già negli anni Novanta dalle leggi d’emergenza approvate dal Parlamento per fronteggiare le stragi mafiose e per piegare l’arroganza sanguinaria di boss che rispondevano al nome di Totò Riina e Bernardo Provenzano, di Michele Greco e Pippo Calò, di Luciano Liggio e Leoluca Bagarella. Furono leggi necessarie. Sacrosante, si stava per dire. Le propose Giovanni Falcone, il giudice che portò il gotha di Cosa nostra dietro le sbarre del maxi processo e fu poi ammazzato da una spaventosa esplosione di tritolo lungo l’autostrada che collega Palermo all’aeroporto di Punta Raisi. Senza quelle leggi, boss e picciotti sarebbero ancora in giro per città e campagne a spartirsi gli appalti e i traffici di droga, a devastare la politica e la vita della gente, a spargere sangue e a seminare terrore. Giuseppe Sottile sul Foglio (p.1).

Open. I soldi di Bianchi al comitato del Sì? Un regalo. L’avvocato. dopo aver incassato dal gruppo Toto una ricca parcella da 2 milioni elargì 200.000 euro alla fondazione Open e altrettanti alla struttura che sosteneva la battaglia referendaria di Renzi. Questi ultimi sono stati versati a fondo perduto (Verità p.11).

Monte Bianco. Conto alla rovescia per la grande frana. Un radar monitora il ghiacciaio del Bianco. Gli esperti: il Planpincieux perderà un pezzo. Il sindaco di Courmayeur assicura: la città non è a rischio. Conte: La notizia che un ghiacciaio sul versante del Monte Bianco rischia di collassare è un allarme che non può lasciarci indifferenti. Deve scuoterci tutti e mobilitarci (Stampa p.4).

Rider. Con i “lavoretti” 213 mila posti. Ma il 42% è senza un contratto. Quasi la metà degli addetti delle piattaforme online sono donne. Presentata la prima mappa, ma senza incassi e redditi percepiti (Stampa p.6).

Germania. Gli industriali di Berlino rompono il tabù: “Ora basta con il pareggio di bilancio. In Germania si è intervenuto molto per la redistribuzione nel sociale e poco per gli investimenti” (Stampa p.19).

Alitalia, pressing su Delta. Il governo: vada oltre il15%. I nodi: le rotte verso gli Usa e la governance. Potrebbe servire un altro prestito (Corriere p.26).

Crac Thomas Cook, un «buco» di 300 milioni per il sistema Italia. Hotel e alberghi, le stime sui tre mesi di incassi che sarà quasi impossibile risarcire (Corriere p.27).

Brexit. Boris sfida il Parlamento: «Coraggio, ora sfiduciatemi». Johnson punta al voto anticipato per uscire dalla paralisi ma i laburisti esitano (Corriere p.14). Boris Johnson è sceso nella fossa dei leoni. Nell’aula del Parlamento che aveva provato a sprangare per cinque settimane e che la Corte suprema ha ordinato di riaprire. Accolto da urla belluine, quando è riuscito a farsi ascoltare, Boris ha lanciato il guanto di sfida alle opposizioni: abbiate il coraggio di sfiduciarmi, gli ha intimato, oppure toglietevi di mezzo. «Questo Parlamento – ha detto il premier – deve farsi da parte e completare la Brexit, oppure presentare un voto di sfiducia e affrontare finalmente gli elettori».

Israele. Salta l’intesa in Israele, a Netanyahu l’incarico nonostante il secondo posto. Bibi ha una coalizione più ampia: proverà a formare il governo (Corriere p.15). La decisione è stata annunciata ieri sera dal presidente Rivlin, dopo che le trattative con il rivale Benny Gantz per dar vita ad un esecutivo di unità nazionale erano fallite (Stampa p.17).

 

Buongiorno a tutti. A Londra la Corte suprema riapre il Parlamento chiuso da BoJo. All’Onu Bolsonaro dice che l’Amazzonia è roba sua e non dell’umanità. Intanto Conte è per il contante e  vuol fare un patto con gli italiani onesti per stanare gli evasori. Incentivando l’uso delle carte di credito. Buona lettura a tutti.

Brexit. La Corte: Johnson fuorilegge. A Londra riapre il Parlamento. L’opposizione chiede le dimissioni subito. Lady Brenda la giudice femminista che ha infilzato Boris (Corriere p.2). I giudici contro Johnson: illegale la sospensione del Parlamento. La sentenza della Corte Suprema. Il premier avrebbe fuorviato Elisabetta strappando l’assenso per sospendere l’attività della Camera dei Comuni. Boris rientra di corsa da New York con aria di sfida e la minaccia di una nuova sospensione dell’attività. Le tre strade possibili per evitare il caos. I Comuni non vogliono correre il rischio di elezioni prima del 31 ottobre. La Ue adesso teme di dover trattare con un’anatra zoppa. Aumenta l’incertezza sul futuro dei negoziati tra i 27 Paesi e Londra (Sole p.5).

Trump rischia l’impeachment. Caso Ucraina, ora Pelosi si convince, i democratici aprono la procedura. Il presidente: “Pubblicate la telefonata con Zelensky” (Stampa p.13). «Impeachment, Trump ha tradito il nostro Paese». L’annuncio dei democratici (Corriere p.3).

Amazzonia. «L’Amazzonia non è dell’umanità». L’affondo di Bolsonaro all’Onu. Platea dell’Assemblea generale incredula davanti al presidente brasiliano: «Foresta intatta» (Corriere p.3). Monte Bianco, allarme ghiacciaio: “Rischia di crollare per il caldo” (Repubblica p.18).

La mia apertura. Se non fosse stato per la deferenza alla Suprema Corte inglese che ha riaperto il Parlamento, per Trump sotto impeachment o per Bolsonaro che dice di non impicciarci dell’Amazzonia che non è patrimonio dell’umanità, avrei aperto la rassegna con questa notizia. Si, lo so, sono un provinciale… Guardate la pagina e leggete sotto i due articoli. E trasferiamoci tutti a Copenaghen.

Tutti a Copenaghen. È umorismo involontario o piuttosto la ferocia antiitaliana del capotedattore che ha impaginato ieri il quaotidiano di Confindustria? Scegliete voi. Il Sole 24 Ore mette in pagina una a fianco all’altra due notizie.Rho-Monza, quindici anni per asfaltare sette chilometri. Entro la fine del 2021 i cinque chilometri che mancano”. Parliamo di un appaltino di 170 milioni di lavori. Accanto, “Metro di Copenaghen, domenica la Regina Margherita di Danimarca inaugura i 31 kilometri di metropolitana costruiti dalla Salini. Una delle opere di mobilità sostenibile più importanti d’Europa, costata tre miliardi e mezzo di euro. Otto anni per progettarla, appaltarla, realizzarla e inaugurarla. Trasferiamoci tutti a Copenaghen. Un paese civile. Sara Monaci e Marco Morino sul Sole a pagina 10.

Il piano di Conte. “Premi a chi usa la carta di credito”. L’idea del premier per combattere l’evasione: chi supererà una soglia annuale di spesa tracciata si vedrà restituire circa il 10% in detrazioni fiscali. “Bisogna intervenire radicalmente”. L’ipotesi della lotteria degli scontrini (Repubblica p.2). «Un patto con gli italiani onesti contro l’evasione». Il premier da New York lancia «una misura per contrastare le iniquità» e reperire risorse. «Studiamo un intervento complessivo in modo che alla fine tutti paghino meno» (Messaggero p.2). Sono ancora tanti quelli che non si fidano del denaro virtuale. Ma la proposta di introdurre incentivi e non punizioni toglie allo Stato le caratteristiche del cerbero (Repubblica p.3). Il premier evoca lo Stato etico. In difficoltà con la manovra, difende la tassa sullo zucchero e invoca pene per il «nero» (già in vigore) (Giornale p.4). A caccia di100 miliardi. Spunta la detrazione fiscale perla fattura dell’idraulico (Corriere p.6).

Ma la spesa dello Stato continua a correre. In due anni salita del 5%. Nel governo manca una figura deputata al controllo. Tra 2019 e 2021, le uscite correnti sono più alte di 48 miliardi delle stime di 18 mesi fa. Scrive Federico Fubini sul Corriere (p.7): servirebbe un’idea di dove mettere le mani. Servirebbe un’idea dei servizi pubblici che occorrono e di come fornirli con efficienza. È necessario un commissario alla «spending review», ma non basta: servirebbe un’idea politica di come lo Stato funziona per i cittadini, specie i più deboli, senza sprecare le proprie risorse.

Manovra, pronto il nuovo Def. Dalla Ue uno sconto da 11 miliardi. Gualtieri: “Pagheremo il conto del Papeete”. Nel 2020 Pil allo 0,6% deficit intorno al 2,1% (Repubblica p.24). Il caro-energia pesa in bolletta. Da ottobre luce e gas più costosi: l’elettricità salirà del 2,6%, per il metano +3,9%. Tra i motivi anche la crisi nucleare francese. Rispetto al 2018 l’aumento annuale è più contenuto, attorno all’1%, anche grazie a un lieve calo degli oneri di sistema (Repubblica p.25).

“La Libia rischia di essere la nuova Siria”. Di Maio chiede l’impegno degli Stati Uniti. Il ministro degli Esteri: “In Nord Africa serve una soluzione politica”. A New York tavolo con i francesi. Il premier Conte vede l’inviato Onu Salamé: “Al presidente Usa ho chiesto il sostegno alla nostra strategia”. Dobbiamo impedire che la Libia diventi la nuova Siria. Serve una soluzione pacifica. L’Ue parli con una sola voce. Escludiamo l’opzione della forza. Il governo italiano conferma la linea: appoggiare Sarraj e dialogo con la Cirenaica (Stampa p.5).

Regionali: I 5S stoppano subito il Pd in Emilia: “Bonaccini faccia un passo indietro” (Stampa p.10). Umbria: “Solo tecnici nella mia giunta. Liste pulite? No, caso per caso”. Vincenzo Bianconi, l’uomo di Pd e 5S in Umbria: “Mi piacerebbe che Fora, l’ex candidato dem, fosse il mio vice. La Giunta precedente? Chi sbaglia paga” (Fatto p.5).

Rivolta M5S: un documento per commissariare Di Maio. Settanta senatori su 103 firmano perché Luigi ceda la guida politica del Movimento. La richiesta: torni Grillo. Taverna: «Una scissione? Diciamo tensione fisiologica» (Messaggero p.5). «Un direttorio al posto del capo». Ma Grillo lo lascia solo. Post, silenzi e battute indeboliscono la sua leadership (Corriere p.8). Le sparate di Fioramonti, neo-ministro alla Istruzione. Il nuovo Toninelli che attacca la Nutella e non apre le scuole e vuole distruggere la Ferrero (Giornale p.3).

“La nostra visione di Paese coincide con quella Dem. Ora costruire un progetto”. Parla Roberta Lombardi: “Uniti alle politiche? Dipende dalla legge elettorale (Stampa p.11). “La sindaca Raggi si deve dimettere per un dialogo tra noi e M5S a Roma”. Parla Marianna Madia, deputata ed ex ministra Pd: “Sbagliata la scissione di Italia viva. Non abbiamo bisogno di partiti personali, ma il Pd non sia una sommatoria di filiere” (Stampa p.11).

Proporzionale, Zingaretti frena. Maria Teresa Meli sul Corriere (p. 11). Pd App per iscriversi e votare. La risposta dem a Rousseau. Zingaretti lancia la nuova applicazione per aprire il partito e frenare le correnti. In rete il 15 ottobre con lo slogan “Tu vali tu”. On line referendum su scelte cruciali e tutta l’attività dei dirigenti. Boccia: “La differenza con i 5S? I nostri iscritti possono interagire tra loro” (Repubblica p.10). Operazione simpatia del Pd. Rispuntano Boldrini e Bindi. L’ex presidente della Camera aderisce ai dem. E Rosy torna in prima fila (Libero p.8).

Politico e oratore: Renzi (ri)organizza le sue casse: nuovo assetto finanziario. L’ex premier lascia Italia Viva (e la Leopolda) ai comitati civici, lui avrà la sua fondazione per i grossi sostenitori e andrà in giro per conferenze e altro. Ha creato una Srl per gli impegni professionali dopo che ha superato il milione (Fatto p.2).

Salvini, nuovo stop. Berlusconi affossa il referendum sulla legge elettorale. Slitta definitivamente il vertice per le prossime regionali (Repubblica p.11). Centrodestra alla ricerca dell’unità smarrita. La tregua che non ti aspetti. Salvini smette di pungere Berlusconi: «Buoni i nostri rapporti, tranne che sul Milan». Merito dei sondaggi. S’è capito che, dopo l’intesa M5S-Pd, il polo sovranista da solo non basta più. Per vincere servirà l’intero centrodestra, purché ritrovi l’unità perduta (Stampa p.4).

In Senato la Lega blocca i lavori. Niente numero legale, stop in commissione. Il senatore del Carroccio Roberto Calderoli: «Sto addestrando i colleghi del gruppo È solo l’inizio, sarà il Vietnam» (Corriere p.10).

«Autonomia solo a parità di condizioni. Città metropolitane, occasione Roma». Il ministro per gli affari regionali Francesco Boccia reduce dagli incontri con i governatori dello spacca-italia. La riforma entro il 2023, certo di poter portare anche il Veneto sulle posizioni dell’Emilia Romagna» (Messaggero p.5).

Migranti, dopo l’intesa festeggia solo l’Italia. Così l’accordo di Malta rischia già di saltare. Prudente Bruxelles, scettiche alcune Capitali: al tavolo dei ministri dell’Interno, a ottobre, si pensa a una versione soft (Stampa p.6). L’Ue conferma che il patto sui migranti è un bluff. L’Europa spiega che la ripartizione dei profughi è volontaria e temporanea. Inoltre gli altri Stati potranno sempre tirarsi indietro (Libero p.7). Il piano del governo: sbarchi dei migranti in porti nordafricani. Roma tratta con Tunisia, Algeria e Marocco (Corriere p.12). Migranti, nell’accordo di Malta la stretta sulle navi umanitarie. Le nuove regole ricalcano il codice Minniti: le Ong non dovranno ostacolare i soccorsi delle Guardie costiere, inclusa quella libica. Via le supermulte previste dal decreto sicurezza (Repubblica p.8). Le Ong diventano i traghettatori ufficiali. Il patto sottoscritto dalla Lamorgese è vergato sulla sabbia delle buone intenzioni, tant’è che persino il portale fondato da Boeri parla di incertezze e ambiguità. A cominciare dal ruolo riconosciuto agli attivisti. Un vero incentivo all’esodo verso l’Italia. Maurizio Belpietro sulla Verità p.5

Parla Marco Minniti, l’ex ministro dell’Interno: “A Malta un buon primo passo. Ora va cambiata la Bossi-Fini. Ottimo esordio del Viminale. Quella dei porti chiusi non era e non sarà mai una strategia, ma una drammatica propaganda per nascondere la realtà. La partita è in Africa: sulla rotta balcanica l’Ue ha investito 6 miliardi, sull’Africa non ci si può fermare a pochi milioni (Fatto p.8).

“Clan Spada, è mafia”. Per i boss di Ostia anche tre ergastoli. La sentenza del maxiprocesso conferma la tesi dell’accusa. Raggi in aula: “A testa alta per la legalità”. Zingaretti: “Ha vinto lo Stato” (Repubblica p.15).

Fondazione Open. Ora si cerca il politico che mise il renziano in contatto con i Toto. I pm vogliono individuare chi spinse Donnini verso l’eolico e il grande affare con i signori delle autostrade abruzzesi (Fatto p.3). I soldi pagati a Bianchi. Sospetti su 200 mila euro per il referendum 2016. Fondi ai comitati per il Sì nel caso della fondazione Open (Corriere p.11).

In un anno mister Leopolda ha incassato oltre un milione per società da 10.000 euro. Controlli sulle plusvalenze di Donnini: comprò cinque ditte per poi rivenderle a 15 volte tanto, tutte ai Toto. I quali avrebbero foraggiato pure i comitati del «Sii» al referendum (Verità p.2).

Google vince il ricorso: “Diritto all’oblio solo dentro l’Ue”

la corte di giustizia (Stampa p.13). I motori di ricerca non sono obbligati a far sparire i vecchi contenuti (Corriere p. 23).

In un anno duemila casi di tumore in meno. Ma il Sud resta indietro sulla prevenzione. Il rapporto Aiom: grazie a screening e terapie più mirate un milione di persone guarite dal 2010. La diagnosi precoce fa la differenza. Migliorata anche la vita dei malati. È possibile che le tante campagne sulla salute siano servite a ridurre i fattori di rischio (Stampa p.15).

Eutanasia. «Aiuto al suicidio, non istigazione». L’appello dei legali di Cappato. Oggi la Consulta decide sull’incostituzionalità della legge in base alla quale è imputato (Corriere p.21). 4.000 medici pronti all’obiezione (Verità p.13).

Grandi opere al palo: mancano 77 commissari per sbloccare i lavori. Chiamiamolo serenamente «Blocca cantieri». Di cantieri sbloccati — formula di marketing politico sotto forma di decreto del precedente governo — siamo a quota zero. Con due eccezioni: la Napoli-Bari e il terzo Valico di Genova. Per il resto è nebbia fitta (Corriere p.35).

«Incentivi 4.0 su tre anni, subito vertice sull’auto. Nei prossimi giorni, tavolo transizione 4.0 con le parti sociali. Sgravi più alti su spese green e filiere ma sconto Ue difficile già nel 2020. Tensioni con il Pd sul libero scambio? Per il Ceta resta il no categorico dal M5S se ci sono rischi». Parla Stefano Patuanelli, neo Ministro dello Sviluppo (Sole p.3).

L’inverno è in arrivo: tutti gli indizi dagli Usa sulla nuova recessione. La guerra commerciale tra Cina e Stati Uniti potrebbe essere il grilletto. Stefano Feltri sul Fatto (p.15).

La sfida di Mr Libra: “In negozio pagherete grazie a Facebook. I servizi finanziari sono poco accessibili e troppo cari. Questa app consentirà a tutti di fare transazioni” (Repubblica p.19).

 

Buongiorno a tutti. Greta all’Onu come Mahmood: “Pensate solo ai soldi, soldi, soldi”. “Dovrei essere a scuola e invece sono qui ad accusarvi. Mi avete rubato i sogni”. Intanto a Malta l’Ue raggiunge un accordo sulla distribuzione dei migranti salvati dalle Ong. Un primo passo che fa dire a Conte: “Abbiamo fatto di più noi in un giorno che Salvini in 14 mesi”. Buona lettura a tutti.

Greta all’Onu. Greta accusa i leader: pensate solo ai soldi. In lacrime all’Assemblea Onu. «Da voi solo parole vuote, mi avete rubato i sogni» (Qn p.3). Schiaffo dell’attivista svedese ai capi di Stato al vertice sul clima (Stampa p.4). Non vi perdoneremo mai. Non dovrei essere qui, dovrei essere a scuola dall’altra parte dell’oceano ma voi avete rubato i miei sogni e la mia infanzia con le vostre parole vuote. La Terra sta morendo (Repubblica p.29).

Intesa. Impegno sul clima dai grandi del mondo. Intesa fra 66 Paesi per emissioni zero nel 2050. Trump arriva a sorpresa (Repubblica p.6). Vertice senza i «Paesi inquinatori». Poi compare Trump, per 15 minuti. L’imbarazzo del segretario Onu all’incontro sul clima. (Corriere p.2).

Giustificare le assenze. Il ministro: le scuole giustifichino le assenze di chi va a manifestare. La circolare di Fioramonti in vista delle iniziative di venerdì prossimo in tutt’Italia. Gli istituti sono liberi di decidere in totale autonomia (Messaggero p.5).

Proposta. La proposta del ministro dell’Istruzione “L’ecologia e l’ambiente devono diventare materie scolastiche” (Stampa p.5).

Eni. Parla il presidente dell’Eni Descalzi: “Riduciamo le emissioni da fonti fossili. Più energia da gas e rifiuti”. Abbiamo appena firmato un patto per abbattere la CO2 prodotta dal metano. Gli attacchi in Arabia Saudita un rischio per la pace (Repubblica p.8).

Intese. Ambiente e accordi: decisioni poche, alibi tanti. Massimo Gaggi sul Corriere in prima.

Greta. Il carisma di giovinezza e ribellione. Anna Meldolesi sul Corriere.

Ambientalisti. Togliere la difesa dell’ambiente dalle mani degli ambientalisti. I danni di un ambientalismo che gioca con il capitalismo, le tasse, i vizi, le nascite e il modello bancomat dell’Europa. Claudio Cerasa sul Foglio.

Migranti. Il patto di Malta. “Ora l’Italia non è più sola”. La ministra Lamorgese a La Valletta sigla l’intesa con Germania e Francia per il ricollocamento obbligatorio dei richiedenti asilo salvati in mare. Di Maio: “Bene, ma niente facili entusiasmi, bisogna bloccare le partenze”. Redistribuzione rapida tra gli Stati che aderiscono (Repubblica p.2). I ricollocamenti in 4 settimane, l’accoglienza non sarà solo a carico del Paese di sbarco (Stampa p.2). Primo passo dell’Europa. Sì alla redistribuzione automatica. Di Maio: non è quella la soluzione (Corriere p.8).

Conte. “Una svolta: abbiamo fatto più a Malta in un giorno che Salvini in un anno. Svolta storica sui ricollocamenti Ue. E i porti sicuri non saranno più solo italiani: adesso il porto più vicino sarà pure Marsiglia. Le Ong siano trasparenti, i salvataggi non competono a loro. Finiti i litigi di 14 mesi, l’Italia ha avuto aperture impensabili. Le norme sui migranti restano in vigore, non le dismettiamo: recepiremo solo i rilievi del presidente della Repubblica” (Fatto p.4). Provocare e basta era inutile. E da parte di Francia e Germania c’è stata grande disponibilità (Repubblica p.3).

Non ci sto. Via libera agli sbarchi Porti (ri)aperti e «ridistribuzione» (Giornale p.2). Fallimentare vertice Ue. Primo accordo per spartirsi i migranti: è un incentivo per favorire le partenze e la rotazione dei porti sarà volontaria e spingerà molti africani a mettersi in mare (Libero p.2). Intanto a Messina ne arrivano altri 182. Le organizzazioni umanitarie ora chiedono il dissequestro delle navi e sbarchi immediati. Più ne salviamo, più ne annegano (Libero p.3). Da Bruxelles un regalo a scafisti e Ong. Viaggi meno rischiosi ai limiti delle acque libiche: presto sarà boom di migranti (Giornale p.2). La mossa dell’Unione per arginare l’ondata sovranista. L’Ue ripaga l’appoggio di Roma alla von der Leyen. Salvini: «Ci hanno venduto solo fumo» (Giornale p.3).

Opinioni. Porti, quote, rimpatri. Cosa può cambiare ora. Almeno dieci i Paesi pronti a firmare il patto. Ogni Stato accoglierà tra il 10 e il 25% degli arrivi. Fiorenza Sarzanini sul Corriere. I nodi politici da sciogliere nel disgelo Ue sui migranti. Il primo passo a Malta c’è stato. Quanto sia lungo e quanti altri seguiranno sulla via della condivisione dell’emergenza immigrazione è ancora difficile saperlo. Goffredo Buccini sul Corriere. Prima lezione al salvinismo. Claudio Tito su Repubblica. Basta regali a Orbán. Massimo Riva su Repubblica.

La scissione? Imperdonabile. Il Pd cerca di archiviare Renzi (ma non Lotti e Guerini). Zingaretti: ora una fase straordinaria (Corriere p. 10). Ex renziani contro scissionisti (Stampa p.8). Zingaretti apre alla segreteria unitaria. Guerini: “Lasciare il partito è imperdonabile, ma serve ascolto per chi oggi è indeciso” (Repubblica p.10). Il ritorno di Bindi: il partito è troppo timido e la scissione non è finita (Corriere p.10).

Entro nel Pd. Boldrini: “Entro nel Pd Per battere questa destra non bastano i piccoli partiti. Non ho risentimenti e dico sì all’intesa con i 5S, ma quel post di Grillo contro di me non lo dimentico. Inaugurò una stagione violenta” (Repubblica p.11).

Renziani. A Ferrara prima riunione dei comitati civici di Italia. Viva Lo sfogo dei fuoriusciti. Boschi: non siamo a scadenza. L’ex ministra risponde a Prodi: “Bene il governo, ma non voglio morire grillina”. Fuori la protesta dei risparmiatori (Repubblica p.10).

Taglio parlamentari. Di Maio ottiene il sì del Pd, subito il taglio dei parlamentari. La scissione di Renzi fa slittare la legge elettorale: ora sarebbe destabilizzante (Sole p.5).

Renzi e il futuro. Che farà Renzi fuori dal Pd. Ipotesi su Italia Viva: un partito che metta insieme tutti i liberali moderati, in alternativa sia alla destra populista sia all’esperienza Pd-M5s. Renzi e le differenze con Macron. Un saggio di Michele Salvati (Foglio p.II).

Ferrara e il popolo. Sciolto, sbandito, riconfigurato in altro. Non c’è modo, caro Bettini, di riconquistare benignamente il popolo sequestrato da Salvini. Giuliano Ferrara sul Foglio (p.1).

Legge elettorale. La vera battaglia è sulla legge elettorale. Marcello Sorgi a pagina 8

Cinquestelle. Toninelli capogruppo: prima mossa di Di Maio per frenare la scissione. A guidare la fronda, l’ex ministro del Mit. Dissidenti in Senato, i numeri sono in bilico. Dopo le regionali pronti a presentare il conto a Luigi. Dibba agitatore, Paragone filo leghista (Messaggero p.10).

Autonomia. Boccia vede Zaia: no agli scontri Nord-Sud. Il ministro: vogliamo farla senza diseguaglianze. Il governatore: noi disponibili, ma niente alibi (Corriere p.11).

Eutanasia 1. Oggi la sentenza della Consulta, col parlamento bypassato. Suicidio assistito, tocca alla Corte. Ma Casellati chiede di rimandare (Stampa p.8).

Eutanasia 2. «Diciamo no a eutanasia e suicidio assistito. I sanitari pronti all’obiezione di coscienza. Il trattamento del dolore per noi è il miglior sostegno possibile alla fase terminale della vita. Il divieto di favorire la morte ha sempre protetto la nostra professione, pensiamo a cosa veniva chiesto nei lager» (Messaggero p.10).

Eutanasia 3. Englaro: “Sto con Sabrina. L’eutanasia di chi soffre è un gesto di umanità”. Questi due ragazzi hanno scelto di lasciare una vita dove non hanno potuto scegliere nulla” (Repubblica p.17).

Regionali. Parla Stefano Bonaccini, il presidente della Regione laboratorio: “In Emilia col M5S confronto sulle idee Si può collaborare. Sento il compito di unire il più largo campo democratico e civico, non di segmentare le forze. In questa sfida c’è bisogno di tutti, da Renzi a Bersani, sono fiducioso che tutti daranno una mano” (Stampa p.9).

Nazismo & Comunismo 1. Quindi Pisapia è come il dottor Mengele? Daniela Ranieri sul Fatto p.13

Nazismo & Comunismo 2. Nazisti e comunisti spiegati ai ragazzi. Equiparare gli orrori del Novecento come azzarda il recente documento del Parlamento europeo ha l’effetto immediato di travisare la Storia (Repubblica p.31).

Tav. Il governo diserta il primo battesimo. Terminato in Francia lo scavo di 9 km della galleria. La ministra Djebbari: ora spero che l’Italia sia rapida. Al taglio del nastro nessun membro dell’esecutivo. Ravanelli (Confindustria): uno sgarbo istituzionale (Messaggero p.17). Tav, finito il primo tratto del tunnel. Governo assente per non irritare i 5S (Repubblica p.19).

Codice rosso 1. Arrivano i primi risultati del Codice rosso, legge a tutela delle donne vittime di violenza. Boom di denunce, le procure in affanno “Legge giusta, ma servono più risorse” (Stampa p.15).

Codice rosso 2.Vende la figlia per le nozze, arrestato. Pisa, 13mila euro dal cugino. L’accordo per la sorella. È il primo in cella per il nuovo reato del Codice rosso. Le minacce dopo la fuga: «Se non torni subito a casa i tuoi fratellini rischiano». Il padre intercettato. Lei: arrivo anche semi picchi (Corriere p.18).

Anac. Un giovane magistrato all’Anticorruzione. È partita la corsa per il dopo Cantone: Roberto Tartaglia, 37 anni. Il posto è vacante da luglio (Corriere p.20).

Manuel. «Spararono a Manuel, meritano 20 anni». Le richieste del pm per Lorenzo Marinelli e Daniel Bazzano accusati del tentato duplice omicidio del nuotatore e della fidanzata. Bortuzzo fu ferito gravemente ed è rimasto paralizzato. Chiesto anche un risarcimento danni di dieci milioni di euro. Un libro, il film e le mattine in piscina: «Se li condannano per me cambia poco» (Messaggero p.13).

Open 1. Dall’affare con i Toto l’amico di Renzi incassò il quadruplo. Indagato e ancora in carica l’ad della Renexia: con due operazioni ha consentito a Donnini plusvalenze per 950 mila euro. Fascicolo aperto dopo le segnalazioni di una banca. Al vaglio dei pm l’iter dell’operazione (Fatto p.10).

Open 2. Anche la Consulta si è accorta del regalo ai Benetton dell’Abruzzo. Una norma promossa dal governo Gentiloni ha congelato all’azienda dei Toto debiti con Anas per 121 milioni. C’è una sentenza che mette nero su bianco: Avvantaggia la società debitrice e danneggia la parte pubblica (Verità p.2). Due pesi e due misure per Siri e la cerchia del Bullo. Maurizio Belpietro sulla Verità (p.3). Stessi uomini e uffici. L’inchiesta sui Toto si incrocia con quella sul padre di Renzi. Donnini usava gli spazi di una ditta con sede a Roma che è stata perquisita a luglio. Sempre li fissava i suoi meeting pure Tiziano. Verità p.3

Csm 1. Il 6 e il 7 ottobre le toghe eleggono due consiglieri al posto dei dimissionari coinvolti nelle intercettazioni sulle nomine. Le correnti travolte dallo scandalo provano a risorgere (Fatto p.14).

Csm 2. Il Csm e il toto con-correnti. Dopo gli scandali, una campagna elettorale super populista e piena di grottesche rivendicazioni di indipendenza. Così stravincono Di Matteo e Davigo, i più politicizzati (Foglio p.I).

Indagato. “Notizie segrete a Montante” Indagato il questore di Roma. Un imprenditore riferisce di un pranzo in cui il dirigente, allora a Trapani, avrebbe parlato di un sequestro all’ex numero 2 di Confindustria. Si cercano riscontri al racconto del teste che dice di aver origliato il colloquio al ristorante (Fatto p.16).

Eni. Il Russiagate tocca l’Eni: i pm si fanno consegnare le carte. Acquisiti i documenti sui rapporti con società terze. Il ruolo della Euro-Ib di Meranda nella trattativa del Metropol (Fatto p.17).

Germania. La locomotiva tedesca frena e trascina giù il Pil italiano. Germania verso la recessione, a rischio le esportazioni. Istat rivede crescita e debito e mette i giallorossi nei guai (Giornale p.4). “In Europa frenata peggiore delle attese” (Stampa p.18).

Manovra & Pil. Dalla manovra spinta al Pil limitata allo 0,3% nel 2020. Verso la Nadef. Effetto espansivo quasi solo dallo stop all’Iva, che pesa per il 66% della manovra. Obiettivo crescita a 0,5-0,6%, si tratta con la Ue per un deficit al 2,1-2,2% (Sole p.4).

Tasse. Conte frena sulle tasse: «Non creiamo panico». Tregua con i rosso-gialli. Sul tavolo c’è anche un maxi fondo green con investimenti da spalmare su più anni (Messaggero p.6). Merendine, che autogol. I pretesti del governo per inondarci di tasse. Conte ironico: «Per me pane e salame». Ma è sotto tiro. Il soccorso degli economisti amici (Giornale p.5).

Evasione. Fisco, nuova stretta sugli evasori verso soglie di punibilità più basse. Allo studio un decreto con i provvedimenti in materia tributaria: lotta dura alle frodi Iva. Il M5S insiste per rendere più facile il carcere rivedendo i limiti definiti dal governo Renzi. Il sogno proibito del governo: deficit al 2,6% per una super-riduzione del cuneo fiscale (Stampa p.7).

Draghi. «La ripresa Ue stenta, rivisitare le regole di bilancio». Per il presidente della Bce serve un’applicazione meno prociclica delle norme. Nuovo invito ai governi con più margini di spesa ad agire in modo tempestivo (Sole p.21). Draghi demolisce la Ue: «È in crisi, va rifatta». L’economia del Vecchio Continente va peggio del previsto, dice il presidente Bce. E lancia l’ultimo appello: Berlino usi il surplus (Libero p.11).

Debito. Il debito pubblico vola al 134,8%. La manovra parte in salita. Il rapporto tra indebitamento e Pil rivisto con le nuove regole. Eurostat: 58 miliardi in più nel 2018. Cottarelli: effetti anche nel biennio. Draghi: la crescita frena più del previsto, l’Italia faccia le riforme (Repubblica p.24). Il Tesoro: debito alto per gli interessi sui buoni postali (Stampa p.18).

Thomas Cook. Il tour operator Thomas Cook fa bancarotta. Operazione rimpatrio per 600 mila turisti bloccati in hotel e negli scali di mezzo mondo. Londra manda 40 aerei militari. Fallito il tentativo di ricapitalizzare il gruppo. Fino a poche ore prima il gruppo aveva rassicurato i viaggiatori: partite per le vacanze, sono solo speculazioni mediatiche (Stampa p.10). Albergatori italiani in allarme: si rischia lo tsunami del settore. Il danno può arrivare a 200mila euro ad albergo: attivato un desk d’emergenza (Sole p.14). Il tabù del fallimento: lezione inglese. I confini del turismo assistito. Cosa insegna il caso Thomas Cook ad Alitalia (Foglio p.3).

Brexit. l’Ue ammette: accordo difficile. Londra: tuteleremo i cittadini europei. Cresce il rischio dell’uscita senza intesa. Allarme delle industrie dell’auto: sarebbe un sisma. Michel Barnier: considerata l’attuale posizione del governo britannico, non ci sono le basi per trovare un’intesa (Stampa p.13).

Spia. L’Iran a Johnson: “Liberiamo la vostra spia per 400 milioni”. Era stata arrestata nel 2016 (Stampa p.13).

Israele. Rivlin convoca Netanyahu e Gantz: «Dovete governare Israele insieme» (Messaggero p.12). Ipotesi di governo Gantz-Netanyahu. Stallo su chi dovrà guidare per primo (Stampa p.17).

Trump. Ipotesi impeachment. «Trump chiese a Kiev di indagare su Biden». Cresce tra i dem la spinta per mettere sotto stato d’accusa il presidente. Ma Donald: «Caccia alle streghe, tutto regolare». Rudolph Giuliani, legale della Casa bianca, sta cercando da mesi e invano prove sul figlio dell’ex vicepresidente (Messaggero p.12).

Buongiorno a tutti. Accordo fra Pd e Cinquestelle sul candidato alla presidenza dell’Umbria. Greta all’Onu. Conte all’Onu. Di Maio all’Onu. E qui il Siole dice 60 milairdi di evasione Iva. Buona lettura a tutti.

Umbria. Sul candidato per le regionali in Umbria, trovato l’accordo fra M5S e Pd: sarà Vincenzo Bianconi, presidente di Federalberghi in regione. “Sia dem che grillini mi hanno detto: costruisci la tua squadra di governo”. In passato Bianconi ha votato anche per il centrodestra. Alessandro Di Matteo sulla Stampa.

Servire ma non servo. Repubblica intervista il neo candidato: “Spero di essere un apripista. Nella mia famiglia l’abitudine è servire senza essere servi. Non ho mai votato per lo stesso partito ma per le persone. Qui a Norcia per Alemanno, civico di centrodestra”. Giovanna Casadio su Repubblica.

Rivincita. Salvini prepara la battaglia della vita in Umbria. Per il leader della Lega il voto di ottobre è lo spartiacque tra rivincita e isolamento. Sabrina Cottone sul Giornale.

Solo l’inizio. Il ministro degli affari regionali Francesco Boccia: “Perugia è solo l’inizio. Ora alleanze anche altrove. Ma caro Bersani, il Pd serve. Andrò dai governatori del Nord per parlare di autonomia, ma sia chiaro, la stella polare è la Costituzione”. Giuliano Foschini su Repubblica.

Il Disgelo col sindacato. È disgelo fra il governo e il sindacato. Il premier: “Mi aiutate con un confronto continuo”. Landini: “Il capo dell’esecutivo è il primo che ha accettato il nostro invito”. Il terreno di incontro la proposta del ministro dell’economia Gualtieri “di un taglio corposo del cuneo fiscale”. Fabio Martini sulla Stampa.

Compagno Conte. Conte e Cgil uniti nella lotta. L’abbraccio della Cgil al “quasi compagno” Conte. Non succedeva dal 1996 che il premier parlasse alla platea del sindacato. Con Landini è stata un susseguirsi di d’accordissimo. Roberto Mania su Repubblica.

Asse. Lo strano asse Di Maio Renzi. Il premier: ora basta tasse. I due «azionisti» danno l’altolà al premier esattore. Ma le ipotesi su aerei e junk food sono di ministri Cinquestelle. Pasquale Napolitano sul Giornale.

Migranti. Oggi il vertice di Malta e il paino per i migranti economici. La bozza di intesa: trasferire chi ha chiesto e nn ancora ottenuto lo status di profugo. Calcolare le quote sui richiedenti asilo può essere un boomerang: in Italia arrivano tanti clandestini e pochi richiedenti asilo. Intanto via libera del Viminale alla Ocean Viking: sbarcheranno a Messina in 182. Cristiana Mangani sul Nessaggero.

Dalle parole ai fatti. Scrive Fiorenza Sarzanini nell’editoriale sul Corriere: Da mesi mentre Salvini portava avanti la sua sfida contro le Ong, barchini e gommoni scaricavano sulle spiagge migliaia di stranieri disposti a tutto pur di entrare in Europa. Europa che ora dice di voler aiutare l’Italia. Oggi inizia il vertice di Malta. Entro 48 ore si scoprirà se esiste una volontà di gestire il problema dei migranti a livello europeo o se le parole dei leader europei sono solo manifestazione di buone intenzioni. Sapremo se si vuole passare dalle parole ai fatti. Fiorenza Sarzanini sul Corriere.

Servono più migranti. Industriali al governo: servono più migranti. Nel 2007 entravano 250 mila stranieri. Oggi nemmeno 14 mila. Nel 2023 bisogna creare tre milioni di posti di lavoro. Boccia, Illy, Falck: i big dell’impresa chiedono più manodopera dall’estero e regolare, ma la politica non ascolta. Così siamo ultimi nella Ue per i permessi opccupazionali. Illy: gestire meglio gli arrivi e più integrazione. Franz Barraggino sul Fatto.

Impazziti. Aiuto, al governo sono impazziti. Vogliono dare la cittadinanza ai migranti. Il M5S approva il progetto del ministro della Famiglia sullo ius culturae: basterà andare a scuola per essere italiani. Alessandro Giuli su Libero.

Fondi alla Lega. Donazioni all’estrema destra anti Ong per offrire fondi alla Lega. Una sorta di chip, una puntata minima in grado di aprire i tavoli giusti. Un finanziamento al gruppo di estrema destar Generazione Identitaria è stato il passepartout per un imprenditore italiano attivo a Hong Kong affascinato dal verbo leghista. La carta giusta per arrivare ad Armando Siri con in tasca la promessa di diffondere il verbo di Salvini. Andrea Palladino su Repubblica.

Pd. “Agenda per un Pd senza Renzi. Ritrovare il popolo sapendo che oggi è un magma incerto ed emotivo. Mescolare gli elettorati di Pd e M5S. Accorciare le distanze nella società. Costruire “forme” alternative a Salvini e fissare i punti di riferimento”. Sul Foglio un intervento di Goffredo Bettini.

Sale Renzi nei sondaggi. Intanto Renzi sale nei sondaggi e ruba voti a Zingaretti. Italia viva è passata in pochi giorni da 3,4 a 6,4%. La resurrezione dell’ex premier favorita dai tragici errori del leader dem e della Bonino. Pietro Senaldi su Libero.

Psi ucciso un’altra volta. E Nencini si inchina a Matteo e uccide il Psi un’altra volta. Concede il simbolo del garofano all’ex Rottamatore. Filippo Facci su Libero.

Sul Corriere Paolo Franchi (p.30) parla dell’addio di Renzi e sostiene che c’entri poco o nulla con un passato di divisioni a sinistra che appartiene al secolo scorso.

Comunisti come i nazisti. Il voto Ue divide la sinistra. La maggioranza dei dem ha votato al Parlamento europeo un testo proposto da destre e popolari, in cui si equiparano i due regimi. “Frasi sbagliate” dice l’ex sindaco di Milano Pisapia ora parlamentare europeo “ma non si poteva votare contro una giornata per le vittime di regimi totalitari” (Repubblica p.11).

Domani si riunisce la Corte Costituzionale dopo un anno di impasse del Parlamento. L’aiuto al suicidio resterà un reato? Il problema far la libertà di coscienza e quelle che i detrattori della legge definiscono scorciatoie (Messaggero p.8). La sconfitta del Parlamento inerte. Giovanni Bianconi sul Corriere (p.10).

Fondazione Open. Bilanci ai raggi x. Verifiche sul finanziamento illecito. L’ipotesi che l’incarico dei costruttori a Toto, mascherasse favori ai politici (Corriere p.11). Parcella da un milione da Toto a Bianchi alla cassa dei renziani. Ricostruito l’uso del danaro incassato dal legale per assistere l’imprenditore nella causa con Autostrade. Un altro indagato: ul filone parallelo porta a Donnini che con Do Media si occupava della Leopolda (Fatto p.3)

Carlo Nordio alla Verità (p.6). “Con il Pd e i grillini la nostra giustizia tornerà al Medioevo. La riforma delle intercettazioni è liberticida. Quella della prescrizione è un obbrobrio, allungherà i processi”.

Berlusconi: “Fallita l’Opa di Salvini su Forza Italia”. Vertice in settimana di tutto il centrodestra per discutere di regionali: Fratelli d’Italia vorrebbe imporre un suo nome in Campania. Mentre in Emilia Romagna ci sono perplessità sul nome della Borgonzoni (Stampa p.6). La Meloni chiude la festa di Atreju avvertendo Forza Italia e Lega: “Se vuole una alleanza sia chiara. Basta ambiguità, serve un patto anti inciuci. Insieme in questa metà del campo”. (Giornale p.2). “Giallorossi senza vergogna. Alle regionali li travolgeremo” dice Roberto Calderoli alla Verità (p.5). Il vicepresidente del Senato: “La gente ha capito che al governo mirano solo a spartirsi il potere. Renzi? Vuole fare il Craxi della situazione”.

Di Maio sconfessa la linea Conte. Sull’idea di tassare merendine, bevande gassate e biglietti aerei che il presidente del Consiglio sabato aveva definito “praticabile”, arriva l’altolà di Di Maio: “Noi abbiamo come obiettivo quello di abbassare le tasse non di aumentarle. E secondo me è sbagliato parlare ogni giorno di nuovi balzelli” (Stampa p.2). L’avviso di Luigi ai suoi: “Devo difendere i conti in Ue. Basta proposte a vanvera”. Vertice con Conte nel volo per gli Usa (Messaggero p.2). Non saremo il partito del fisco (Corriere p.3). Gli industriali: no a prelievi su bibite e snack (Messaggero p.3). La gelata d’autunno: aumentano le imposte pure sul riscaldamento. Il governo medita di rivedere le tariffe agevolate per fare lievitare l’iva su gas e Gpl (Giornale p.5).

Non accumulare altri debiti è un bene sopratutto per noi scrive il direttore del Corriere Luciano Fontana (p.31). Tenere i conti pubblici in ordine è un nostro dovere. Ne abbiamo bisogno. Facciamolo per noi e per i nostri figli senza tirare in ballo l’Europa.

“Manette ai grandi evasori”. Conte rilancia, il Pd freddo. Il premier ribadisce di voler inasprire le pene ai furbetti del fisco. Si del M5S che presentò un testo con tetti penali più bassi e carcerazione inasprita che saltò per l’opposizione della Lega. Scontro sulle soglie abbassate da Renzi (Fatto p.2). La lotta all’evasione parte dai contanti: la giungla dei limiti e i bonus in arrivo. Le grandi promesse, i risultati mancati e le chance digitali. Più armi con un unico target: la tracciabilità dei movimenti.

Iva, idea del governo: stop agli aumenti, ma via alla rifora delle aliquote. Nella manovra potrebbero essere definiti i criteri per una successiva rimodulazione. Va risolto il nodo delle clausole di salvaguardia che si trascina anche sul 2020. Intanto l’Istat oggi rivede il Pil. Al ribasso (Messaggero p.3).

Reddito di cittadinanza: sanzioni più veloci per chi non cerca lavoro. Si al collocamento privato. Stimate 150 mila richieste in meno di quanto previsto e un risparmio di un miliardo (Messaggero p.4).

In fumo ogni anno due miliardi destinati alle famiglie nell’Italia delle culle vuote. Renzi e la ministra dela famiglia Bonetti, rilanciano l’ipotesi di un assegno unico mensile per chi ha figli a carico. C’è il nodo risorse, ma degli attuali sussidi stanziati dall’Inps, il 30 per cento viene dirottato altrove (Stampa p.3).

La dote di Conte a Trump: “Senza il filorusso Salvini l’Italia sarà più atlantista” (Repubblica p.13). Conte a New York per ricucire con gli Usa, chiede a Trump un impegno sulla Libia e porta in dote l’approvazione del decreto sulla cybersicurezza. L’obiettivo è rassicurare l’alleato sulle ingerenze di Mosca e Pechino. Non ci sarà un bilaterale, ma presto il presidente americano potrebbe venire a Roma. Il governo darà un segnale agli americani sul Venezuela. Prima uscita di Luigi Di Maio come ministro degli Esteri: coordinerà un tavolo sulla crisi della Libia (Stampa p.7).

Il segretario generale dell’Onu Gutierres avverte i Grandi sull’ambiente: “Basta centrali a carbone entro il 2020. Non è più una questione climatica, ma di sopravvivenza. Il, tempo per negoziare si è esaurito. Gli accordi di Parigi non sono più sufficienti. Per contenere il riscaldamento globale gli Stati dovranno raddoppiare gli sforzi”. Trump diserta il summit (Stampa p.10). Conte: “Ora svolta ambientale per l’Italia” (Corriere p.5).

Primarie Usa. La radicale Warren supera Biden e sogna di essere lei la candidata democratica alle presidenziali 2020 per rovesciare Trump. La senatrice per la prima volta in vantaggio nei sondaggi in Iowa. Nata da una famiglia povera, ha scavalcato a sinistra anche Sanders: bando alle lobby, sanità per tutti e patrimoniale per chi supera i cinquanta milioni. Intanto un altro Kennedy sogna la Casa Bianca: Joe, nipote di Bon si candida al senato alle elezioni di novembre (Stampa p.11).

La guerra dei droni costringe gli Stati a difendere le città. Entro il 2025 l’industria varrà 21 miliardi di dollari. Il rischio sono gli attacchi tossici. I missili e i sistemi di puntamento saranno guidati dall’intelligenza artificiale. Cinesi in primo piano con un velivolo a basso costa che è l’arma più richiesta nel mondo. I gruppi terroristici sono i ras del pilotaggio remoto. In Libia e in Yemen i voli killer stanno cambiando gli equilibri militari nei conflitti (Stampa p.12).

Iran. Rohani avverte l’Occidente: “Abbiamo un piano di pace”. L’Iran lancerà questa settimana un suo piano di pace per garantire la sicurezza nella regione, ma avverte che le forze straniere devono stare lontane dal Golfo Persico in quanto causano solo problemi. E fa sfilare l’esercito (Stampa p.23). Uomini, strategie e rischi di guerra. Trump, Bin Salman e Rouhani hanno ragioni politiche ma anche personali per andare allo scontro. O frenare (Corriere p.13). Whashington spinge per la via diplomatica (Messaggero p.12).