Sabato quattordici settembre

Buongiorno a tutti. Cinque aperture diverse per i primi cinque quotidiani, per dire che non c’è una notizia che domina. Comunque il vertice dell’Ecofin e il richiamo alla Germania a spendere il surplus accumulato, la flessibilità e il no della Francia a modificare il patto di stabilità. Gli arresti in Autostrade e l’apertura del Pd alla revoca delle concessioni. Nel dibattito del Pd l’intervista a Bettini sul Corriere: “Non è uno scandalo se Renzi se ne va”. Buona lettura a tutti.

Flessibilità. La Commissione apre al nuovo governo. Il battesimo del fuoco di Roberto Gualtieri nei panni di ministro dell’Economia italiano alla due giorni europea di Helsinki parte bene. Il ritrovato galateo pro Ue promette un negoziato più sereno. Dombrovskis incontra Gualtieri e lancia messaggi di pace. Coperta l’Iva per 23 miliardi, l’Italia potrebbe non dover fare altre correzioni. “È incoraggiante che Roberto Gualtieri mi abbia delineato l’intenzione di stare nelle regole del Patto”. Ma la Francia frena sulla revisione del patto di stabilità. Repubblica.

Investimenti green. L’Ue è possibilista. L’Italia nella coalizione dei ministri finanziari per la lotta al cambiamento climatico, un gruppo di 40 paesi che punta a investire 26 trilioni di dollari e creare 65 milioni posti di lavoro entro il 2030. Ma serve una direttiva della Commissione. Stampa.

L’Europa striglia la Germania. Il rallentamento dell’economia e il rischio-procedura sul maxi surplus commerciale dietro al nervosismo. La Germania deve fare di più per sostenere la crescita, chiedono in molti. «I paesi che hanno margini di bilancio lo usino per contrarre il rallentamento dell’economia», dice il presidente dell’Eurogruppo, Mario Centeno. Messaggio non solo per la Germania ma anche per l’Olanda. Gli altri paesi facciano le riforme e restino nel quadro delle regole di bilancio. Per il 2020 la Germania prevede l’equilibrio di bilancio, ma promette di essere pronta a investire molti miliardi se le cose si mettessero male. Messaggero.

Il problema del surplus. Berlino ha più surplus ma spende meno di Parigi e la produttività scende. La Banca centrale europea per la prima volta formalizza qualcosa che Draghi aveva già detto più volte: con i bilanci in surplus, un’enorme accumulazione di sempre nuovo risparmio, un costo sottozero dell’indebitamento e la crescita in frenata per Berlino e per L’Aia è tempo di agire. «Tutto ciò che vedete in Europa, la creazione di 11 milioni di posti di lavoro in breve tempo, la ripresa, la crescita sostenuta: tutto è stato largamente il prodotto della politica monetaria della Bce». Dietro lo scontro tra banchieri centrali la futura politica monetaria della Bce. Tassi a zero per favorire la crescita. Federico Fubini sul Corriere.

Le altre notizie dell’economia.

Pagnoncelli. Dopo aver ottenuto la fiducia in Parlamento, il neonato governo giallorosso fa registrare una lieve crescita di gradimento, passando dal 36% di giudizi positivi della scorsa settimana al 38% di oggi. L’indice di gradimento aumenta di due punti salendo a 43. Nel complesso un italiano su due esprime una valutazione negativa. Sale il gradimento di Conte. Balzo del premier a 57 (+5), l’esecutivo è a 43 (+2). E Salvini riprende quota. Il leader della Lega dopo il calo recupera 4 punti. Il governo cresce solo tra gli elettori dei partiti di maggioranza. I no continuano a prevalere. Nando Pagnoncelli sul Corriere.

Atlante politico. Solo il 44% si fida del governo secondo le rilevazione dell’atlante politico di Ilvo Diamanti. Lega primo partito, ma arretra. Al suo esordio, il Conte bis sconta una base elettorale ridotta rispetto al precedente esecutivo. In calo la popolarità di Salvini e del premier, che però resta in testa. La maggioranza pensa che sarebbe stato meglio votare. Ilvo Diamanti su Repubblica.

La vecchia maggioranza. I gialloverdi, i meno amati dagli italiani. L’alleanza appena archiviata, quella tra M5s e Lega, risulta oggi la meno gradita agli italiani. Fabio Bordignon su Repubblica.

Autostrade. Viadotti, “Gravi rischi per gli automobilisti”. Autostrade truccava i dati. Tre arresti e sei funzionari sospesi. I report sulla sicurezza ammorbiditi dopo il crollo del Morandi. Gli interventi di manutenzione sono stati conclusi molti mesi fa. Report inviato al ministero. Stampa. “Falsi report su altri ponti”. Relazioni alterate anche dopo i 43 morti del 14 agosto per non far chiudere tratte a rischio. “Volevano guadagnare a scapito della sicurezza”. Repubblica.

Via le concessioni. Cinquestelle: Via le concessioni. Conte media: “Lo stop solo per Genova”. La proposta del premier piace alla società. A rischio l’intesa col Pd che apre alla revoca parziale. Così il Pd va incontro al M5S. Si tratterebbe solo dell’autostrada ligure A10. Ma Atlantia insiste: è infattibile. Il nuovo viceministro Cancelleri contro Atlantia, che perde l’8% in Borsa: neanche la morte ha fermato questi approfittatori. Repubblica.

Impedire le intercettazioni. Durante le indagini la società ha svolto attività di bonifica dei computer, installato telecamere finalizzate a impedire l’attivazione delle intercettazioni e usato disturbatori per ostacolare quelle già in corso. Stampa.

Insicuro. «Il ponte è insicuro, andrebbe chiuso». I dossier nascosti e i segreti al telefono. La versione di Autostrade: «Eseguiti tutti i lavori. Il ministero era informato. Le opere non avevano problemi». Corriere.

Bettini. «Pd e M5S mischino gli elettorati. Se Renzi esce non è uno scandalo». Tommaso Labate sul Corriere intervista Goffredo Bettini. «L’essenziale è trovarsi insieme nel centrosinistra per battere il Carroccio. Spezzato il blocco tra populismo e antipolitica. Spero nell’alleanza anche alle Regionali.

Zingaretti: proviamoci. Regionali, 5 Stelle e Pd lontani. E in Umbria Cucinelli si sfila: «Grazie, ma non corro». Zingaretti: un’alleanza a livello locale? Dobbiamo provarci. Corriere.

Scissione. Quei 31 parlamentari pronti alla scissione dopo la Leopolda. Sono 26 deputati e 5 senatori. Renzi per ora frena gli ultras: “Aspettiamo la convention”. I più duri pensano a un documento già nei prossimi giorni. Rosato: “Qualsiasi cosa accada, garantiremo la vita del governo”. Repubblica.

Migranti. La Germania apre: un migrante su 4 da noi. Sì di Berlino alla bozza di accordo con l’Italia: come la Francia, accoglieremo il 25% di chi sbarca nei vostri porti. Stampa. Parigi e Berlino: «Da noi il 50% di chi sbarca in Italia». Con il “meccanismo temporaneo” di ripartizione nel nostro paese resterebbe il 10% degli immigrati. Messaggero. Conte: «Basta propaganda sui migranti. Il rigore rimarrà. Corriere.

Passeur. Reportage sul confine triestino. Viaggio fra i «passeur» della rotta balcanica. Qui il triplo dei clandestini dei barconi. Dalla Slovenia sono entrati in 5mila. Altri 10mila fermati in Croazia. Fausto Biloslavo sul Giornale.

Centrodestra. Salvini rivede Berlusconi. Accordo solo su regionali e no al proporzionale. Il Cavaliere ai suoi: fuori chi sostiene il governo. La coalizione non resuscita. Stampa. Salvini e Berlusconi provano a ripartire. FI e Lega insieme in piazza e asse contro il proporzionale. L’ex premier: chi sostiene il governo è fuori. Corriere.

Verderami. Perché gli aspiranti centristi sono tutti devoti alla Lega. Da Conte a Calenda e Renzi, la crisi di governo ha sbloccato tutto. Francesco Verderami sul Corriere.

La pagina della politica.

Cerciello. Carabiniere ucciso, gli americani e le foto con armi e droga. Le immagini sui cellulari. La madre di Gabriel in chat: «Sei un bugiardo, usi e vendi stupefacenti». Corriere. Trovate alcune impronte di Natale Hjort sul pannello che nascondeva il coltello. Messaggero. Ma lui aveva sempre negato. Repubblica.

Brexit. Johnson tratta con Juncker. L’ipotesi: regole Ue a Belfast. Il piano: nessun confine in Irlanda, merci controllate all’ingresso in Gran Bretagna. Lunedì pranzo per cercare un nuovo compromesso. Messaggero. «A tanti italiani spetta la residenza a Londra ma non l’hanno chiesta». Intervista a Brandon Lewis, sottosegretario agli Interni con delega all’uscita dalla Ue: “Ci sono 150 mila vostri connazionali che ancora non si sono registrati”. Messaggero.

Brexit 2. L’ultima battaglia di Bercow: “Nessuna Brexit senza accordo”. Evitare una Brexit No Deal. John Bercow ha giurato al premier Boris Johnson di essere pronto a tutto affinché venga rispettata la volontà dei deputati, che hanno approvato un provvedimento che impone al premier di chiedere all’Ue un rinvio del divorzio oltre la data del 31 ottobre in assenza di un accordo. E per farlo è disposto a mettere in campo una «ulteriore creatività procedurale». Stampa.

Hong Kong. Berlino accusa i servizi segreti di Pechino: minacce agli esuli di Hong Kong in Germania. Il governo punta il dito sulle autorità cinesi: dopo le contestazioni nell’ex colonia gravi pressioni e intimidazioni contro i simpatizzanti delle proteste. La Guojia Anquan Bu starebbe schedando, intercettando e pedinando dissidenti e uomini d’affari. Sempre più manifestanti vengono aggrediti. Per gli 007 tedeschi violata la sovranità: a rischio la sicurezza interna. Stampa.

Cina. Cina devastata dalla peste suina. Tregua della carne con gli Usa. Un milione di maiali abbattuti. Trump va in soccorso: sì all’export, dazi sospesi. Corriere. La peste suina africana è l’epidemia che potrebbe far fare la pace a Trump e Xi. Foglio.

La pagina del Mondo.

Idee. Editoriali. Commenti.

• La paura che frena l’Unione Europea e le conseguenze della crisi. Insicurezza: è diffusa, profonda e persistente l’avversione al rischio da parte di chi investe. Si delineano due scenari possibili, uno virtuoso e l’altro pessimista. Lucrezia Reichlin sul Corriere.
• Un’Italia a due velocità? Deve crescere tutto il Paese. La contrapposizione non è traNord e Sud, ma tra un modello vecchio e uno in evoluzione. Lo sviluppo può riprendere intorno all’«hub» Milano. Nel capoluogo lombardo esiste la fiducia che la competizione sia leale e basata sul vero merito. Altrove non è così Roger Abravanel sul Corriere.
• Avanti piano fra nuovo corso e vecchi difetti. Litigare sulle poltrone, far finta di non vedere che il Nord del Paese è all’opposizione è un balsamo sulle ferite di Salvini Che proverà a ripartire dai pratoni di Pontida. Massimo Giannini su Repubblica.
• M5S, un futuro diviso in tre. Di Maio, Di Battista e infine, il terzo pilastro su cui si regge la struttura pentastellata, Giuseppe Conte. Il presidente del Consiglio ha acquisito un ruolo politico che fino a qualche settimana prima nessuno gli riconosceva. Piero Ignazi su Repubblica.
L’identità europea un valore da proteggere. Il paradosso di un’Europa che non andava bene prima, perché troppo lontana dalla gente, ma va ancora meno bene adesso, perché ha scelto di ascoltare la gente sbagliata. Luca Ricolfi sul Messaggero.
Non cancelliamo il diritto ai diritti. Lo diceva Hannah Arendt: la barbarie arriva quando le persone perdono la dignità per ciò che sono, non per ciò che fanno. L’antidoto? Tornare alla lezione di Kant. Nel suo saggio “Per la pace perpetua” il grande filosofo tedesco riconosce il dovere dell’ospitalità universale. Gustavo Zagrebelsky su Repubblica.
• Le paure di Netanyahu, il più forte. Inseguito da una sconfitta, che non avrebbe soltanto conseguenze politiche, Netanyahu rincorre la destra ultranazionalista, della quale cerca di garantirsi i voti. Il 10 settembre ha promesso che nel caso restasse al potere il suo governo annetterebbe unilateralmente la valle del Giordano e la parte settentrionale del Mar Morto, in Cisgiordania. Bernardo Valli su Repubblica.
• Il pasticciaccio brutto del metrò a Roma. Odissea metropolitana A piedi nelle gallerie sottoterra. Un’altra giornata da incubo: guasto su una linea, i passeggeri fatti scendere dai treni tra due stazioni. Nella capitale l’emergenza è quotidiana. E una delle fermate in centro riaprirà forse solo a Natale. Sergio Rizzo su Repubblica.
• Se lo stato non fa più controlli. Cosa fare: chiudere uno o più tratti di un percorso, lasciarlo aperto alle sole automobili, limitandone il traffico commerciale? E dove mettere l’asticella del limite di sicurezza? Più alta o più bassa? La nuova inchiesta di Genova, scaturita nella stagione infuocata del dopo-crollo dalla denuncia di funzionari che consideravano inascoltati i loro allarmi, scava in questo terreno franoso. Marcello Sorgi sulla Stampa.
• Per al destra italiana il rischio di restare isolata come Le Pen in Francia. Nei talk show lo si potrà chiamare complotto, manovra contro il popolo, congiura dei poteri senza volto, ma bisognerebbe ragionarci sopra con più lucidità: il pericolo di conquistare il primato elettorale cavalcando l’estremismo per poi finirne politicamente folgorati esiste ed è piuttosto concreto. Flavia Perina sulla Stampa.
• Una svolta contro l’ambientalismo cialtrone. Pd e M5s hanno trasformato la difesa dell’ambiente in un collante contro i sovranismi ma un ambientalismo irresponsabile il populismo può farlo rinascere. Spunti per non usare le treccine di Greta solo per rendere più presentabile la difesa dello status quo. Claudio Cerasa sul Foglio.
• I moderati per Pontida. Salvini prepara la piazza mentre la coalizione (Cav. compreso) tenta di riformattarlo. “Ora basta nemici”. Salvatore Merlo sul Foglio.
• Come evitare un governo che usi l’ambiente come placebo. Combattere la fuffa del plastic free concentrandosi su tre temi: energia, trasporti e rifiuti. Guida anticialtronismo. Catastrofismo, creazione di capri espiatori, posticipazione a un futuro improbabile e lontano delle soluzioni sono i vizi di cui ci si dovrebbe liberare. Il modo per far sì che il populismo grillino non si sposi con una cultura anti industriale presente in un pezzo del Pd, magari arrivando ad amplificarla. Chicco Testa sul Foglio.

Letture. Approfondimenti.

Milano capitale. Della scienza. Il rientro in Italia di tre ricercatori di fama mondiale per Human Technopole. Dopo servizi, moda e design, la città lombarda punta a un’altra eccellenza. Dario Di Vico sul Corriere.

Informazione. L’amministratore delegato del New York Times Thompson: “Vita dura per i leader populisti dove c’è democrazia vera”. Nelle società controllate, come Russia e Ungheria, si può restare al potere per molti anni. Ma nei Paesi che hanno media vivi è difficile. Trump lo ha capito ed è stato più astuto di Salvini e Boris Johnson. Nel 2020 batterlo sarà sorprendentemente difficile. Repubblica.

Salvini. Da uomo forte contro i migranti a re nudo. La parabola di Matteo tra l’essere e il nulla. Quattordici mesi di governo in perpetua campagna elettorale, tra tweet dai toni fascisti e proclami anti-europei. Ora accusa gli ex alleati di inciucio: la propaganda digitale è ripartita per puntare a una nuova incoronazione. Bernard Henry Levy sulla Stampa.

Roma Capitale. Il destino di una capitale magnifica e umiliata. La ricerca di Domenico De Masi ci proietta nell’Urbe del 2030. I paradossi di una città-mondo sospesa tra splendore e bancarotta nel lavoro del sociologo. Esagerata per natura, anche nelle dimensioni, la metropoli tutto esaspera. Qui la questione abitativa diventa epocale. Goffredo Buccini sul Corriere.

Non solo selfie. Presi in ostaggio dalle fotografie Vent’anni fa il primo smartphone con fotocamera doveva inaugurare l’epoca dell’immagine democratica. Ecco perché è accaduto il contrario. Michele Neri su Repubblica.

Paolo Conte. “Vado in tv ma soltanto per gli amici. Sono ancora legato al bianco e nero”. Non frequento la televisione ma l’idea mi piace Ho capito che sarà uno specie di happening, ho trovato un gruppo di persone meravigliose. Un artista deve saper guardare indietro, lontano Dico sempre che invecchia prima il passato prossimo che quello remoto. Guido Andruetto su Repubblica.

Fausto Coppi. Leggenda e fragilità di un campione di cristallo. I cento anni di Fausto: vinceva dopo fughe record, poi sembrava quasi soffrire. Gianni Mura su Repubblica.

Federica Pellegrini. «Il mio stile libero. Amo affrontare la vita senza essere vincolata nelle scelte Gli uomini hanno paura dell’emancipazione delle donne». Emiliano Bernardini sul Messaggero.

Brivido tedesco. L’industria dell’auto ha bisogno di una rivoluzione che non c’è, il settore energetico di un’alternativa Nel frattempo le banche sono travolte dagli scandali. C’è un modello Merkel che ha fatto il suo tempo. Stefano Cingolani sul Foglio.

L’uber perduta. Sembrava una bolla perfetta e invece l’alternativa ai taxi è diventata quasi il simbolo del male. Un libro ne racconta i segreti. Il librone arriva dopo l’abbastanza fallimentare collocamento in Borsa di Uber, la start up di San Francisco. La cultura della Valle è cambiata: dal libertarianismo hippy di Steve Jobs al costruire monopoli, fare disruption e dominare. Michele Masneri sul Foglio.

La vita è Bellanova. Abito, monaco, parole e romanzo di formazione di un ministro ex bracciante, dai campi a D’Alema a Renzi. Colori di una svolta. “Mi sentivo blu elettrica e a balze”, ha risposto a chi, sul web, ha criticato la sua mise il giorno del giuramento. Quando sfidava le pistole dei caporali, e quando sfida chi le rinfaccia di avere soltanto la terza media al grido di “studiate”. Marianna Rizzini sul Foglio.