Mercoledi diciotto settembre

Buongiorno a tutti. Renzi lancia Italia viva il suo nuovo partito. 25 deputati e 15 senatori che escono dal Pd e vanno con l’ex premier. Zingaretti pensa al futuro e Conte corre al Colle. Si dimette l’amministratore delegato di Autostrade e oggi arriva Macron. Dura riuscire a fare un accordo sui migranti. Il francese non ne vuole sapere di quelli economici. E continua a far respingere immigrati a Ventimiglia. Buona lettura a tutti.

Renzi lancia Italia Viva. Via dal Pd 40 parlamentari, 25 deputati e 15 senatori. Prodi: la divisione distrugge. Zingaretti: “Un errore spaccare il partito, noi ora pensiamo al Paese”. Grillo: “Dai due Mattei minchiate d’impulso”. Letta: “Una scissione senza ragioni politiche”. Giovanna Casadio su Repubblica a pagina 2.

“Finalmente mi sono ripreso la libertà”. Le mani di Renzi sul futuro del governo. La strategia dell’ex segretario per spiazzare il Pd sui singoli provvedimenti: “La formazione non è di destra né di sinistra”. I numeri al Senato gli consegnano la “golden share” dell’esecutivo. Fabio Martini sulla Stampa a pagina 5.

«Ho fatto un’operazione machiavellica». Ma smentisce di far cadere Conte: «Chi me lo fa fare?» (Giornale p.2). Laura Cesaretti sul Giornale a pagina 2.

«Più di 40 parlamentari sono con me». Ascani (a sorpresa) non c’è, arriva Tabacci. Mario Ajello sul Messaggero a pagina 2.

«Finalmente mi sono ripreso la mia libertà…». E quanto alla sua nuova Cosa, della quale tutti gli chiedono, il suo progetto è un po’ diverso da quel che lui stesso racconta pubblicamente. E infatti nei suoi pourparler spiega: «Non sarà di destra o di sinistra…». Sembra una cosa già sentita ma per Renzi è il preannuncio di una novità autentica: Italia viva (questo il nome prescelto) sarà una formazione corsara, che in Parlamento e nei talk show alzerà continuamente il prezzo, contratterà ogni provvedimento, incasserà tutto quello che riuscirà a portare a casa. Fabio Martini sulla Stampa a pagina 5.

Massimo Cacciari: “Finalmente Renzi è fuori dal Pd: doveva uscire cinque anni fa. Speriamo che grazie a questa mossa tardiva, ma necessaria, il partito si ricostituisca attorno al suo segretario”. Silvia Truzzi sul Fatto a pagina 4.

Franceschini: la scissione grosso problema Il Pd teme che il M5S si allarghi. Zingaretti preoccupato per la sfida in Emilia: non facciamo pubblicità a Renzi (Stampa p.2). Carlo Bertini sulla Stampa a pagina 2.

Delrio: “Matteo sbaglia ho condiviso le sue battaglie e questo addio mi addolora. Tante volte io e Renzi ci siamo chiesti se nel Pd ci fosse spazio per l’innovazione e se non fosse meglio uscire”. Giovanna Vitale su Repubblica a pagina 7.

Roberto Giachetti: “Noi saremo leali e riformisti: servono passi avanti su Ius soli e suicidio assistito. Ora l’esecutivo non è più schiacciato a sinistra. D’ora in avanti dovranno fare i conti con noi”. Carlo Bertini sulla Stampa a pagina 4. 

Lorenzo Guerini: «Ho provato a convincerlo: così rafforza i sovranisti. Resto amico di Renzi ma le scissioni non hanno mai portato fortuna. Ogni volta che ci si divide si ridà ossigeno agli avversari e si indebolisce il nostro fronte». Alberto Gentili sul Messaggero a pagina 4. 

Senato, lo strano caso dell’ultrà Marcucci «Il mio amico sbaglia ma non tornino i Ds. Il partito è aperto e qui c’è spazio per i liberaldemocratici». Claudio Bozza sul Corriere a pagina 2.

Il sito “italiaviva.org” è stato registrato lo scorso 9 agosto, il giorno dopo alcune sue dichiarazioni che in sostanza preannunciavano le sue intenzioni: “Di sicuro nascerà una forza di centro, su questo non ci sono dubbi”, aveva detto in un colloquio comparso sulla Stampa. Anche “italiaviva.eu” è stato registrato il 9 agosto. Prima dunque della nascita del governo fra Pd e Cinque stelle guidato da Giuseppe Conte. David Allegranti sul Foglio a pagina I.

Renzi per rafforzarsi avrà bisogno di tempo e di visibilità, e Conte ha compreso come proverà a ottenerla: entrando in conflitto col governo e in competizione con i Cinque Stelle, lasciando al Pd il faticoso compito di mediare. D’altronde se Renzi non lo facesse si ridurrebbe al ruolo di junior partner, una sorta di Leu in versione centrista. «Solo che iniziando ad appiccare incendi — paventa un ministro dem — c’è il rischio che esploda tutto, perché i grillini non sono democristiani e Di Maio non è Rumor». Francesco Verderami sul Corriere.

Dalla scomparsa della Dc si contano 25 progetti centristi, alcuni assorbiti nei due poli, altri scomparsi, tutti comunque falliti. Italia viva sarà il ventiseiesimo esperimento, che stavolta dovrebbe contare su una legge elettorale proporzionale. Ora, a parte il fatto che l’esito non è scontato, la fila degli avversari di Renzi è così lunga che nel Pd confidano di trovare in Parlamento molti alleati per tenere alta la soglia di sbarramento. È un’ipotesi che Conte non contrasta e che testimonia come la separazione non sia affatto «consensuale». Francesco Verderami sul Corriere.

La non scissione dei sindaci renziani. Da Nardella e Gori tutti i principali primi cittadini vicini all’ex premier criticano la sua scelta. Cesare Zapperi sul Corriere a pagina 5.

L’obiettivo di Matteo: arrivare fino al 2022 per l’operazione Colle Renzi dovrà dosare strategia e impeto. Sosterrà il governo per decidere il successore di Mattarella. Adalberto Signore sul Giornale a pagina 3.

Si fa presto a dire proporzionale, la scissione nel Pd rallenta tutto. Effetti imprevisti di una mossa prevedibile. “Ottenuta la riforma, Renzi diventerebbe incontrollabile” (Giorgetti dixit). Valentino Valentini sul Foglio a pagina I.

“Il bipolarismo non può rinascere sotto il segno dell’antisalvinismo”. Parla Rutelli. Salvatore Merlo sul Foglio in prima.

La prima missione di Renzi: sabotare le intese regionali. Wanda Marra sul Fatto a pagina 2.
L’Occasione persa da Renzi sulle nomine. Stefano Feltri sul Fatto a pagina 15.

EDITORIALI E COMMENTI.
Il rischio instabilità. Antonio Polito sul Corriere in prima.
Un colpo al premier e un assist a Salvini. Massimo Franco sul Corriere a pagina 5.
Conflitto permanente con il Movimento. La strategia per prendersi la scena. I timori: se appicca incendi esplode tutto. Francesco Verderami sul Corriere a pagina 6.
L’ossessione del comando. Ezio Mauro su Repubblica.
I primi nodi da sciogliere. Stefano Folli su Repubblica.
Il divorzio senza pathos. Francesco Merlo su Repubblica.
Il timore di una nuova instabilità. Marcello Sorgi sulla Stampa.
La scissione malattia della sinistra. Luca Ricolfi sul Messaggero.
Scommessa per rianimare i riformisti. Mario Ajello sul Messaggero.
Il contaballe ha messo gli allocchì nel sacco. Maurizio Belpietro sulla Verità.
Non date retta ai due Mattei: si attaccano per tenersi in vita. Antonio Padellaro sul Fatto.
Legge elettorale oggi qui, domani là. Gian Antonio Stella sul Corriere a pagina 35.
La banda degli onesti. Alessandro Sallusti sul Giornale.
Restano gli infiltrati. Pietro Senaldi su Libero.

Zingaretti: «Ora il Pd guardi al futuro. Matteo? Io non l’ho capito». Ma il segretario del Pd Nicola Zingaretti in un’intervista al Corriere ammette che un po’ se l’aspettava. Perché Renzi era sì vicino al partito ma aveva un atteggiamento di «non partecipazione alla vita del partito che francamente non ho mai compreso fino in fondo». Però è una rottura che «dispiace» perché è «un errore dividere il Pd». Anche se poi aggiunge che non ha capito il perché dello strappo di Renzi. Ma Zingaretti ribadisce anche che «ora il nostro compito è molto chiaro»: bisogna «portare nel futuro il Pd. Anzi, meglio, il Pd che può ricostruire una speranza per l’Italia». «Mi auguro che non destabilizzi il governo, ma certo è un rischio Serve responsabilità» «Vanno moltiplicati i luoghi di aggregazione del partito, liberandoli di lacciuoli e gerarchie» Il tema del ritorno di Speranza e Bersani è privo di fondamento. Mi auguro che tornino i milioni di elettori che abbiamo perso il 4 marzo 2018. Maria Teresa Meli sul Corriere a pagina 2.

Il day after del Pd: “Ma non torneremo quelli di Bandiera rossa”. Orlando: “Non cadiamo nella trappola”. Il timore di essere schiacciati a sinistra e quello per gli effetti delle mosse di Renzi sul governo. Goffredo De Marchis su Repubblica.

Il premier da Mattarella, il Colle sdrammatizza. Fonti ufficiose assicurano che non è andato dal presidente a sfogarsi: “Solo ordinaria amministrazione” (Stampa p.2). Conte protesta col leader dem: “Dovevate dirmelo prima”. La telefonata del premier: “Forse quando ero incaricato si poteva ancora fare qualcosa. Adesso siamo in tre”. Anche Di Maio teme per il governo: “Ho detto a Renzi che di Matteo che rompeva ce n’era già uno”. Annalisa Cuzzocrea su Repubblica.

Le contromosse di premier e M5S che non si fidano di Renzi Quei contatti di Conte con Gianni Letta per blindare il Senato. Ilario Lombardo sulla Stampa.

Forza Italia ora stretta nella morsa tra Lega e partito renziano. Carfagna riunisce 50 parlamentari. Il Cav rassicurato dai suoi. Barbara Fiammeri sul Sole.

Fi rischia il travaso da un’Italia all’altra. Carfagna convoca i suoi Berlusconi chiama i senatori tentati dalle sirene renziane ma resta il rischio della fuga. E la deputata azzurra riunisce i parlamentari antisalviniani. Repubblica p.8. La scissione scuote anche FI Carfagna: Renzi un competitor. Ma molti azzurri sono tentati. Emilio Pucci sul Messaggero.

Rai, Pd e Cinque Stelle tentano l’affondo su Foa. “Subito le dimissioni. Per eleggere un nuovo presidente serve un accordo con l’opposizione. Secondo Forza Italia e Lega verrà messo in discussione anche l’ad Salini. Alessandro Di Matteo sulla Stampa.

I grillini ai aggrappano ai Verdi per un gruppo a Strasburgo ma si astengono su Lagarde. Ambientalisti ancora scettici sull’ingresso dei 5S: partito inaffidabile. Oggi la decisione. Emergono già le differenze sul voto per la guida Bce. Marco Bresolin sulla Stampa.

La natura grillina dietro al rifiuto di Lagarde. In un solo voto si mostrano complottisti, inaffidabili e ignoranti. Sul Foglio.

«La riforma dello sport non è una scatola chiusa». Il neo ministro: «La legge delega va riempita. Martedì incontro Malagò. E ascolterò il Cio. Tennis e Olimpiadi, occasioni da cogliere. Vedo Fioramonti per l’attività motoria a scuola. Serve un piano decennale. Roma 2024? La vera sfida fare le cose senza ombre. A ottobre un tavolo per le donne sportive. I miti? Coppi e Mennea». Alvaro Moretti sul Messaggero.

Umbria, c’è l’ipotesi del procuratore che indagò Andreotti. Il dialogo tra dem e grillini per la scelta del candidato civico. Fausto Cardella piacerebbe a entrambi, ma non è ancora in pensione. Marco Franchi sul Fatto.

Il disgelo Macron-Conte. Ma il boom richieste d’asilo frena Parigi sui migranti. 140mila domande di rifugiati allarmano i francesi. Anche Serraj a Palazzo Chigi. Marco Conti sul Messaggero.

Nell’ultimo mese impennata di sbarchi. Lite con Malta, che alla fine apre i porti. A sbloccare la situazione contribuisce la visita al Quirinale del presidente della Valletta. Cristiana Mangani sul Messaggero.

Ventimiglia, documentati 70 respingimenti al giorno. I gendarmi blindano il valico. «Rimandano da noi i profughi». Vengono dal Corno d’Africa o dal Marocco, ma sono passati «dall’altra parte», spiegano alla Caritas: si è riaperta la rotta dei Balcani. Marco Imarisio sul Corriere a pagina 10.

L’intervista al presidente tedesco Frank-Walter Steinmeier che domani sarà a Roma per una visita di Stato: «Con il nuovo governo pronti a soluzioni comuni sul tema dei rifugiati». Il presidente tedesco: uno sforzo europeo sulla Libia. Io e Mattarella abbiamo lo stesso sguardo sul mondo. Noi tedeschi e italiani abbiamo tratto la giusta conclusione dagli orrori del fascismo e del nazionalismo: l’Europa unita. Trent’anni dopo la riunificazione c’è ancora molto da fare: abbiamo ignorato la frattura nelle biografie dei cittadini dell’Est. Ci vorrà tempo e impegno, ma dobbiamo convincere di nuovo la gente che l’affermazione della democrazia vuol dire anche vivere nella diversità. Paolo Valentino sul Corriere a pagina 11.

Asse con Parigi sugli investimenti green. Trattato del Quirinale, si firma nel 2020. Dalla Francia sì a un sistema automatico sui migranti, ma esclusi quelli economici. Gerardo Pelosi sul Sole.

“Via i migranti economici”. Macron restringe le regole e cerca l’intesa con Conte. Il presidente francese a Roma: sintonia col governo sulla redistribuzione. La Guardia costiera salva 90 persone, accolte da Malta dopo un negoziato. Leonardo Martinelli sulla Stampa.

“L’Ungheria non accetta quote. Niente ricatti da Roma e Ue”. Il ministro degli Esteri: Salvini ha reso l’Europa più sicura, Di Maio fa il contrario. Abbiamo già speso un miliardo per fermare gli illegali e abbiamo protetto i confini per tutti. Aprendo i porti l’Italia manda un segnale sbagliato, fa un favore a scafisti e trafficanti di esseri umani. Di Maio: Facile fare i sovranisti con le frontiere degli altri. Chi non accetta le quote dev’essere sanzionato. Alberto Simoni sulla Stampa.

Il premier libico a Roma Serraj fa due giorni di anticamera per capire se Conte è un alleato o no Tripoli assediata da Haftar chiede chiarezza all’Italia, nello stesso giorno della visita romana di Macron Il nuovo corso per i migranti. Daniele Rainieri sul Foglio in prima.

La vera storia della bambina di Pontida. La vicenda di Greta è molto diversa dal racconto della Lega. Lo provano le carte del tribunale. Matteo Pucciarelli sul Repubblica a pagina 8

Il giallo della donna sul palco a Pontida: «Simulatrice che inventava minacce». Il controverso passato di Maricetta Tirrito, esibita da Salvini. Stefano Zurlo sul Giornale a pagina 6.

Caso Maugeri: «Formigoni deve versare 47,5milioni». Giuseppe Guastalla sul Corriere.

La Corte dei Conti esagera. Formigoni perseguitato: «Restituisci 47 milioni». I protagonisti del caso Maugeri dovranno versare un super-risarcimento. Ma come farà il Celeste se non ha un euro? Fabio Rubini su Libero.

I tecnici del Tesoro: “Meglio tagliare il reddito dei grillini che Quota 100”. Rivedere la misura del M5S libererebbe oltre 2 miliardi. Gualtieri telefona a Renzi: niente veti sulla manovra. Alessandro Barbera sulla Stampa.

In arrivo la retromarcia sulla flat tax per le partite Iva. Roberto Petrini su Repubblica.

Riparte l’Imu-Tasi unificata, da tagli e bonus 5 miliardi. Verso la manovra. Il viceministro Misiani rilancia la riforma delle tasse locali. Oggi incontro Conte-sindacati. Nelle stime crescita tendenziale 2020 ridotta a 0,2-0,3%. Marco Rogari & Gianni Trovati sul Sole.

Gualtieri bacchettava Tria. Ma ora lo copia sul deficit Criticò il deficit al 2,4%, il ministro adesso ci spera E il Pd «ruba» alla Lega l’accorpamento di Imu e Tasi. Antonio Signorini sul Giornale.

Atlantia, l’addio di Castellucci. Via con 13 milioni di buonuscita. Le deleghe vanno a un Comitato di cinque consiglieri. Luciano Benetton: “Sotto choc per i fatti emersi”.È da una settimana che siamo sotto choc. Sicuramente ci sarà qualche cambiamento. Lo aspettiamo dal cda di Atlantia. Francesco Spini sulla Stampa.

Poteri a Cerchiai e Bertazzo. Fabio Savelli sul Corriere.

«Lascio nell’interesse di tutti. Sono un manager, ma non per ogni stagione». Antonella Baccaro sul Corriere.

Così si complica la partita Alitalia. Delta più forte e non c’è un piano B (Repubblica p.11).

Ma i manager non bastano. La tragedia del Ponte Morandi sta facendo traballare una delle ultime aziende private italiane E il sistema paese non c’è più. Ettore Livini su Repubblica a pagina 34.

Concessioni e dossier Alitalia ora la soluzione è meno difficile. Anche per il Pd e Renzi la revoca non è più un tabù e prende forma uno stralcio parziale Ma il M5S chiede un provvedimento che coinvolga tutte le concessioni del Nord-Ovest. I grillini vorrebbero anche una riduzione delle tariffe tra il 10 e il 15%. La maggioranza è d’accordo: Conte avrà l’ultima parola sulle scelte. Stampa p.11

Così ha trasformato Autostrade in un colosso. Ma non lascia un erede. Per 18 anni è stato il manager simbolo della famiglia di Ponzano Veneto Difficile transizione per i successori. Il nodo Abertis e i dossier sul tavolo. Dalla consulenza a Barilla, poi nel 2001 l’incontro con Gilberto Benetton. Stampa p.11

Il cinismo dei padroni per salvare la baracca e fingersi “sotto choc” Paga solo il manager. Ma per anni la famiglia veneta non ha fiatato sui suoi metodi che l’hanno resa una potenza

Profitti senza pari nel mondo. È una settimana che siamo sotto choc per quello che appare dai comunicati della giustizia. Aspettiamo di vedere cosa decide il cda di Atlantia

Giorgio Meletti sul Fatto a pagina 9

I tassi overnight Usa vanno alle stelle, la Fed spegne il fuoco con 53 miliardi. Calo improvviso di liquidità (dovuto a motivi fiscali), tassi in volo al 10%. La banca centrale costretta a intervenire in emergenza stanziando liquidità (Sole p.17). Mossa a sorpresa della Fed. Inietta nel mercato 75 miliardi. La misura per risolvere problemi sui prestiti a breve. E oggi dovrebbe ridurre i tassi Usa (Repubblica p.28).

Federico Rampini su Repubblica a pagina 28

La battaglia dei tassi Usa Pressing di Trump sulla Fed Oggiattesountaglioalcostodeldenaro.Maxiiniezionediliquidità:75miliardi

Corriere p.38

La Fed inietta 75 miliardi di dollari Bce: “Non ostacoliamo le fusioni”

oggi powell dovrebbe tagliare i tassi

Stampa p.19

Bce, sì dell’Europarlamento alla nomina di Lagarde. La nuova presidente si insedierà l’1 novembre. Si astiene M5S, votano contro Lega e FdI (Corriere p.37).

Del Vecchio diventa il terzo socio di Mediobanca. La holding Delfin compra a sorpresa il 6,9% dell’istituto. “È una opportunità”. Sullo sfondo lo scontro per lo Ieo. Il mese prossimo l’assemblea dei soci di piazzetta Cuccia (Stampa p.18).

Mediobanca, blitz di Del Vecchio. Asse italiano più forte in Generali. Il patron di Luxottica ha raccolto il 6,94% in Borsa giorni fa. “Sarò azionista di lungo periodo per accelerare su redditività”. Dossier caldi il Leone e Ieo (Repubblica p.29).

Ora le azioni si contano e si pesano

Francesco Manacorda su Repubblica p.29

Napoli, voltafaccia Whirlpool. La fabbrica agli svizzeri di Prs. Ira del governo: violati gli impegni. I sindacati: sciopero (Stampa p.18).

Whirlpool vende Napoli, è sciopero Cessione a Prs. Il Mise: grave scorrettezza. I sindacati: una decisione che offende

Corriere p.39

Il caporalato digitale tra i rider. «Dammi il 20% e ti cedo la app». Milano, così lavora chi non ha documenti in regola. Le aziende: «Tolleranza zero». «Chi ti dà l’account in caso di incidente ti dice di non chiamare il 118 sennò ti identificano». Un giorno tra i fattorini fantasma (Corriere p.21).

Antonio Crispino sul Corriere a pagina 21.

Netanyahu senza maggioranza, Gantz avanti. I destini di Israele nelle mani di Lieberman. Likud e alleati sotto i 60 seggi. L’ex generale cerca l’appoggio di Yisrael Beiteinu. Recupera la Lista araba. Nei Territori assediati dalla paura: “Continuiamo a sperare in Bibi”. L’insediamento di Tekoa un giorno potrebbe diventare parte di uno Stato palestinese

(Stampa p.13).

Elezioni, Netanyahu in difficoltà. Israele rischia ancora la paralisi. Exit poll: Bibi (30 seggi) superato dall’ex generale Gantz (32). Il ruolo di Lieberman (Corriere p.14). La figlia di Amos Oz: «Adesso serve quiete Basta parole violente» (Corriere p.15).

«Missili e droni dall’Iran nell’attacco ai sauditi». Gli Usa e l’opzione militare. Gli impianti petroliferi colpiti dai Cruise partiti da una base di Teheran. Trump studia la risposta, ma resta molto cauto (Messaggero p.10). «L’attacco ai siti sauditi è partito dall’Iran». Fonti Usa Alla «Cnn» (Corriere p.16).

“Missili cruise dall’Iran” Ora Usa e sauditi studiano la ritorsione Fonti americane: impianti petroliferi colpiti con venti droni Pence prepara il viaggio nel regno. Riad irritata per il silenzio italiano

Repubblica p.12

Missili contro l’Arabia da una base iraniana

L’intelligence americana studia le traiettorie. Il Pentagono valuta la rappresaglia: attacchi digitali contro le infrastrutture

Stampa p.12

Petrolio, sauditi in corsa per riattivare la produzione Dopo gli attacchi. Riad minimizza, ma i danni agli impianti risultano molto gravi e richiederanno mesi di lavoro Necessario l’utilizzo delle capacità di riserva dei giacimenti

Sole p.5

Nessun impatto sui prezzi, ma attenzione all’emotività

Nel breve periodo possibili oscillazioni del 2-3 per cento pari a pochi centesimi

Sole p.5

Spagna, fallisce ogni intesa. Il re Felipe chiama le elezioni. Il socialista Sánchez non ottiene appoggi. Si voterà per la quarta volta in 4 anni (Corriere p.16).

Sánchez non trova alleati. La Spagna di nuovo alle urne. Non c’è accordo di governo tra i socialisti e Podemos. Il re Felipe VI pronto a decretare lo scioglimento delle Cortes (Repubblica p.20).

La Corte Suprema decide sulla sfida fra Johnson e il Parlamento (Stampa p.17)

La lunga mano del Dragone: dove finiscono i 300 miliardi dei cinesi. Maria Maggiore sul Fatto a pagona 16

Opec, ascesa e declino di una grande rivoluzione. L’Organizzazione ha aiutato gli Stati produttori a emanciparsi dal giogo post-coloniale. Perciò la transizione “verde” va gestita con attenzione. Alberto Clò sul Fatto a pagona 18

Paradiso non può attendere e archivia i Thegiornalisti. Gli altri due membri fanno sapere che la band andrà avanti con un nuovo cantante. Repubblica p.40