Buongiorno a tutti. Fiducia al Conte bis anche al Senato: 169 si 133 no e due astenuti, Paragone e Richetti che abbandona il Pd. Presentato il governo europeo con Gentiloni agli affari economici. Oggi a Bruxelles Conte incontra la Von der Leyen mentre il 18 settembre Macron sarà in visita a Roma. Sempre oggi si chiude la vicenda dei sottogretari. Trump licenzia ilfalcoBolton «Troppo in disaccordo con lui» Il presidente silura con un tweet ilsuo terzo consigliere perla sicurezza nazionale. Buona lettura a tutti.

Fiducia. La Camera…

Buongiorno a tutti. La Camera vota la fiducia al Conte due.

 

Buongiorno a tutti. Oggi alla Camera il voto sul nuovo governo, domani la replica al Senato. Conte alla prova della fiducia: “Ora una stagione riformista” • Ottenere la distribuzione preventiva dei migranti che arriveranno in Italia, accettare gli sbarchi delle navi delle Ong e dei mezzi militari impegnati nel Mediterraneo, con la garanzia che una parte degli stranieri troveranno ospitalità nel resto dell’Unione. Ecco la nuova strategia messa a punto da Conte con Viminale e Farnesina per superare il trattato di Dublino. Buona lettura a tutti.

Conte bis in aula. Oggi alla Camera il voto sul nuovo governo, domani la replica al Senato. Conte alla prova della fiducia: “Ora una stagione riformista”. L’avvocato si riscopre politico. Nel suo discorso il presidente invocherà un “europeismo critico” (Stampa p.4). «Io garante, superiamo le liti». Dalla riforma della Ue alla manovra, le priorità in 20 pagine (Corriere p.2). Crescita, migranti, Ue. Alla Camera primo test per l’alleanza giallo-rosso. Il premier chiederà oggi la fiducia sui 29 punti del suo programma. Domani tocca al Senato, dove la maggioranza è certa dei suoi numeri. Ma la Lega promette: nelle commissioni sarà un Vietnam (Repubblica p.2). La mossa da “garante”: torniamo ai tavoli europei. Conte deciso a dare un’impronta riformista tagliando i ponti col sovranismo. La concorrenza diretta con Di Maio sulla gestione dei dossier internazionali (Messaggero p.3).

Governo Costituente. Conte: “Un governo per una legislatura costituente”. Il via libera del capo dell’esecutivo al progetto messo a punto da democratici e Cinquestelle. Il nodo del taglio dei parlamentari (Repubblica p.3). L’intervista al costituzionalista Azzariti: “Giusto il piano per le riforme Ma bisogna tornare al proporzionale” (Repubblica p.2).

Cabina di regia. I dem chiedono subito una «cabina di regia». Il M5S: adesso compatti (Corriere p.3). Dario Franceschini chiederà a Giuseppe Conte di varare prima possibile una vera e propria cabina di regia. Un luogo politico dove concordare priorità e decisioni, con i capi delegazione e con i presidenti dei gruppi parlamentari. «C’è bisogno di un coordinamento molto stretto», va ripetendo ai suoi Zingaretti, preoccupato perché l’atteggiamento dei 5 Stelle non è cambiato rispetto a quando erano al governo con Matteo Salvini.

Migranti. Si agli sbarchi se vanno altrove. Distribuzione dei migranti e centri d’accoglienza. Così Roma tratta con la Ue. Sì agli sbarchi se parte degli stranieri andrà altrove (Corriere p.5). La destra pronta a dare battaglia sull’immigrazione. Congelata la linea dei porti chiusi. Ora l’Italia spera nell’Europa (Stampa p.3). Parigi offre all’Italia l’asse nella Ue. Piano di palazzo Chigi. Lettera del ministro francese degli Esteri Le Drian: nuovo governo aperto all’Europa. Risposta di Di Maio: «Vediamoci, pronti a discutere le sfide comuni» (Messaggero p.4). Dossier italiano a Bruxelles: porti aperti ma ricollocamento prima dello sbarco. La proposta che sarà portata mercoledì prevede la condivisione con alcuni partner europei di profughi ed “economici” (Messaggero p.4).

Migranti. Cinquanta migranti soccorsi in mare. Appello al nuovo governo: “Salvateci”. L’intervento di Sos Mediterranée davanti alla Libia, la Ocean Viking ora si dirige verso l’Italia (Stampa p.2). Fratoianni di Leu: “Le leggi di Salvini vanno cancellate subito. Siamo al governo, ma se non si cambia atteggiamento con le Ong tornerò a bordo delle navi. Se si bloccheranno ancora i barconi Leu è pronta a fare opposizione dura” (Stampa p.2).

Giorgio Gori sindaco di Bergamo. “Sull’immigrazione la gente chiede sicurezza. Il Pd non lo dimentichi. Le nuove politiche che devono superare la disumanità non devono perdere di vista le richieste di legalità dei cittadini” (Repubblica p.6). La svolta è salvare i disperati. L’editoriale di Cristian Rocca sulla Stampa (p.23).

Sottosegretari e deleghe. Di Maio sfila il Commercio estero al Mise per potenziare gli Esteri. La Farnesina gestirà fondi e poteri sulla promozione del made in Italy e sui grandi accordi commerciali. Contrario lo Sviluppo economico che perderebbe personale e circa 250 milioni di risorse (Messaggero p.5). Terza via. Il leader vuole un ministero “piattaforma economica a favore delle Pmi”. Presto il vertice con l’omologo francese. “Puntare su Africa e Commercio Estero”. Di Maio alla Farnesina apre la terza via (Stampa p. 5). Il parere del direttore dell’Ispi e docente di relazioni internazionali Paolo Magri sul neo-ministro: “Ha le possibilità di recuperare con Trump e Macron ma deve far prevalere il ruolo istituzionale. Per difendere l’interesse nazionale non può fare solo il leader di partito”. Lo accusano di poche conoscenze linguistiche e dimenticano i recenti poliglotti rimasti afoni. Ora Roma sarà meno ambigua in Europa; per la Cina il partner principale non è l’Italia ma la Germania (Stampa p.5). Parigi, distensione con Di Maio perdonato per i gilet gialli. Il ministro degli Esteri francesi Le Drian: “Clima cambiato, ora rapporti più costruttivi” (Repubblica p.6). L’ambasciatore Sequi nominato da Di Maio. Un “cinese” alla Farnesina Prove di pace con Pechino (Repubblica p.4). Lo sprint per i sottosegretari. Misiani verso l’Economia. A Chieppa la delega agli 007 (Corriere p.2).

Cinquestelle. M5S, fiducia senza amore. “Ma ora convertiremo il Pd”. Solo Paragone sembra deciso a votare contro il governo al Senato, ma restano i problemi. E Morra scrive: “Noi e i dem, un ossimoro. Eppure possiamo governare anche con il diavolo” (Repubblica p.4). Malumori M5S: «Il Pd è partito male». Ma il sì al nuovo esecutivo è scontato (Messaggero p.2).

Manovra. Redditi, arriva il bonus. Più soldi in busta paga. Nella prossima legge di Bilancio intervento di almeno 5 miliardi per ridurre il cuneo fiscale a favore dei lavoratori con stipendi medio-bassi. M5S vuole salario minimo e tagli ai contributi delle imprese. I benefici andrebbero anche a chi guadagna fino a 8 mila euro l’anno ed era escluso dagli 80 euro di Renzi. I 5 Stelle chiedono di alleggerire i versamenti delle aziende per la disoccupazione (Repubblica p.8).

Sfida impossibile. Cuneo fiscale, stop all’Iva e deficit sotto controllo Sfida (quasi)impossibile. Federico Fubini sul Corriere (p.9). Se il governo vuole disinnescare l’aumento dell’Iva e tagliare le tasse sui lavoratori, non può farlo d’intesa con Bruxelles (perché il deficit sarebbe troppo alto). Se vuole tenere bloccata l’Iva e varare un bilancio accettabile per l’Ue o i mercati, allora deve rinviare qualunque taglio tangibile alle tasse sul lavoro. Se invece vuole dare una sforbiciata fiscale per i redditi medio-bassi ma arrivare a un deficit accettabile per Bruxelles —benché in aumento—allora deve permettere che l’Iva aumenti o varare una stretta comunque fortissima.

Salario minimo. Prima intesa, tornano in campo i sindacati. La soglia dei 9 euro e l’ipotesi di far valere per tutti i contratti siglati dalle organizzazioni rappresentative (Corriere p.4). E arriva il reddito di residenza attiva: 700 euro al mese. Il progetto della Regione Molise per incentivare il trasferimento nei Comuni fino a 2mila abitanti (Corriere p.4).

Tasse green. Il ministro dell’istruzione Fioramonti, M5S, al forum ambrosetti: “Giù l’Iva dei prodotti eco-compatibili. Così spingiamo l’economia verde. Leviamo dal computo del deficit gli investimenti in cultura e innovazione” (Stampa p.16).

Iva, corsa a evitare gli aumenti selettivi. I tagli alle deduzioni. Caccia alle risorse per sterilizzare totalmente lo scatto delle aliquote. Il caso della bozza di Tria: maxi sforbiciata alle agevolazioni fiscali (Messaggero p.6).

Il nuovo Fisco parte dalle emergenze ma prenota una stagione di riforme. Dall’Iva alle agevolazioni il sistema offre molte opportunità per rimodulare il prelievo in modo più efficace ed equo, destinando quanto risparmiato al taglio di altre imposte (Sole p.4).

L’insostenibile leggerezza della spesa. Il Conte bis fa esplicita professione di europeismo. Bene. Ma per attivare “una politica economica espansiva” la parola d’ordine sembra essere “spendere”, senza risolvere la questione cruciale: dove prendere i soldi? Analisi del (vago) programma di governo.

Carlo Stagnaro sul Foglio (p.I).

Critiche. «II governo rovinerà l’Italia. Gli stranieri la compreranno››. L’economista. «L’esecutivo vive di credenze magiche: no inceneritori, no idrocarburi… La nostra industria diverrà preda dei francesi. Come se il Conte bis fosse un Prodi bis» Verità p.6

Collaborazione. L’ex vice ministro leghista Edoardo Rixi: “Il Pd rispetti gli annunci. Se vuole la Gronda a Genova daremo una mano a De Micheli. Ci sono 86 opere già finanziate con 38 miliardi da sbloccare con la firma del ministro (Stampa p.6).

Giustizia, la riforma della discordia. Prescrizione, intercettazioni, carcere: le posizioni di Bonafede e Orlando sono agli antipodi. Difficile credere che Bonafede e Orlando, Guardasigilli in carica e ministro della Giustizia ombra, possano andare d’accordo. Liana Milella su Repubblica (p.27).

Pd. Zingaretti avverte gli alleati grillini: “Al nuovo governo serve lealtà”. Il segretario a Ravenna: basta intolleranza. E punge il M5S: discontinuità grazie a noi. Tra nemici non si governa. Adesso apriamo una stagione nuova per amore dell’Italia. Finalmente nel Pd è stata sconfitta l’ossessione dell’io e si è affermato il primato del noi (Stampa p.7).

Salvini. L’anti-salvinismo che rafforza Salvini. Le Mappe di Ilvo Diamanti su Repubblica (p.27). L’opposizione è il mestiere che Salvini conosce meglio. Lo ha fatto, per un anno, “nel” governo. Ma, oggi, può finalmente “fare opposizione nell’opposizione”. Mobilitando le piazze piuttosto che le spiagge… Questa condizione, peraltro, potrebbe alimentare un clima d’opinione a lui favorevole. Tanto più perché attraversato dal risentimento.

Centrodestra spaccato. Salvini va in piazza con Meloni. Ma il centrodestra resta diviso. Con loro anche Toti, Forza Italia non ci sarà. L’imbarazzo del leader per una manifestazione non sua (Corriere p.7). Il centrodestra è già diviso. Berlusconi: con Pd e 5S al tavolo delle riforme. L’ex premier: “L’opposizione va fatta in Parlamento”. Il leader della Lega continua con la sua campagna elettorale permanente: “Tornerò ministro” (Repubblica p.7). I sovranisti vanno in piazza. E Salvini «chiama» il Cav. Matteo: «Siamo squadra, gli alleati restino tali» (Giornale p.8). «Manifestare è legittimo ma disonesto. Solo Berlusconi fa vera opposizione» Il giuslavorista Giulaino Cazzola: «Fi dimostra di essere un partito civile e non estremista» (Giornale p.8). Tra le macerie del governo torna la Lega Nord. I delusi del federalismo in cerca di leader guardano a Zaia. Si agita anche Cota (Giornale p.2).

Capitombolo. La differenza tra polli e complotti. Storia segreta del capitombolo politico di Salvini. Ma come ha fatto il leader della Lega a passare in 29 giorni da padrone d’Italia a padrone dell’opposizione? Tre passaggi non noti spiegano in che momento (e perché) Salvini è diventato ostaggio del suo stesso estremismo. Claudio Cerasa sul Foglio. La normalizzazione del senatore Salvini. Da solo non vince più. Avrà bisogno di ripensare il tipo di polarizzazione che ha incarnato nell’orgia dei talk-show. E la lezione può servirgli per dimenticare il peggio di sé. Giuliano Ferrara sul Foglio. La sconfitta di Salvini sul Copasir. Il commento di Francesco Bei sulla Stampa (p.23).

La rincorsa per le autonomie. Duello tra i governatori e Boccia. Fontana: sulla scuola pronti a una legge regionale. De Luca: la sanità unica in tutto il Paese non si tocca (Corriere p.9). Boccia: «Basta diktat sull’autonomia». Il neo ministro stoppa la rivolta dei governatori. «Il Paese è uno, serve equilibrio» (Qn p.7). La Lega attacca ancora Roma Autonomia, l’esecutivo frena. Il governatore lombardo Fontana: «Basta aiuti alla Capitale, non occorre un delegato del governo». Il monito del ministro Boccia al fronte del Nord: «Ascolto tutti, ma adesso stop alle provocazioni». Il titolare degli affari regionali: necessario un collante per tenere unito il paese ed evitare diseguaglianze (Messaggero p.7).

Papa Francesco. Il monito del Papa dal Madagascar: “Occorrono salari dignitosi per tutti i lavoratori. E bisogna combattere contro la disoccupazione”. Papa Francesco lo invoca con un discorso e anche con una speciale Preghiera durante la visita alla Città dell’Amicizia nella periferia di Antananarivo. “Dio di giustizia, tocca il cuore di imprenditori e dirigenti: provvedano a tutto ciò che è necessario per assicurare a quanti lavorano un salario dignitoso e condizioni rispettose della loro dignità di persone umane”, ha detto nell’inedita preghiera (Fatto p.3).

I giornali del centrodestra.

Giornale. Il rebus dei soldi. Il Conte senza l’oste. Oggi in Aula prometterà flessibilità. Ue, meno tasse e investimenti. Ecco perché è solo propaganda. La prima del Giornale.

Libero. Oggi in piazza a Roma contro il governo LA RIVOLTA DEI GIUSTI Lega e Fratelli d’Italia manifestano insieme nel giorno del voto di fiducia ai giallorossi MELONI: «M5S e Pd ci riempiranno di clandestini e serviranno la Ue» CENTINAIO: «Fermeremo il Conte bis come abbiamo fatto con i migranti». La prima di Libero.

Verità. Le trame di Pd e M5S per durare. Le trame di Renzi per comandare. Vogliono rendere impossibili le urne anticipate con una nuova legge elettorale e modifiche alla Costituzione. Tra queste il taglio dei delegati regionali, in modo da impedire che il centrodestra rovesci i rapporti di forza nelle votazioni per il Quirinale. Intanto l’ex premier si fa il suo gruppo parlamentare e punta a prosciugare Fi. La prima della Verità.

Molti più soldi pubblici ai gay che ai disabili. In Italia i veri discriminati sono gli handicappati. Invece sui movimenti Lgbt sovvenzioni a piogga. Verità prima.

Il ribaltone letto attraverso le estati diverse dei figli di Grillo e Salvini Mentre il giro sull’acquascooter della polizia del rampollo del leader leghista affollava tv e giornali, la notizia dell’accusa di stupro al giovane Ciro restava segreta. E intanto suo padre Beppe preparava l’inciucio con il Pd. Verita p.2

Bruxelles ci tratta da pezzenti Gli europeisti scoppiano di felicità L”Ue da spago al nuovo governo, perche le consegnerà. il Paese. <

Verità p.3

«II governo rovinerà l’Italia. Gli stranieri la compreranno›› L’economista. «L’esecutivo vive di credenze magiche: no inceneritori, no idrocarburi… La nostra industria diverrà preda dei francesi. Come se il Conte bis fosse un Prodi bis» Verità p.6

«Un governo di clandestini e come tale va trattato» L’ex ministro dell’Agricoltura: «I 5Stelle si sono piegati al regime della Ue e al Pd che ha preso tutti i posti chiave»

Libero p.2

Voglia di deficit Ora che c’è la sinistra al potere indebitarsi è diventato giusto Ci hanno raccontato per un anno che lo Stato rischiava il crac per il suo disavanzo Adesso il nuovo governo punta a raddoppiare il passivo, ma nessuno si preoccupa più

Libero p.3

I tormenti di Nordio «Dovevano farci votare. Non siamo cretini» L’ex procuratore: «L’asse M5S-Pd mi preoccupa moltissimo per il futuro della nostra giustizia. Temo il ritorno al Medioevo»

Libero p.5

Baldoria rom, Via Salvini, niente ruspe Nelle ville dei nomadi partono i festeggiamenti Nel villaggio che ospita la “zingaraccia” che aveva minacciato di morte il leader leghista si celebra la caduta del governo «Matteo è andato? Bene, era un razzista. Stasera mi ubriaco»

Libero p.8

Migranti zappatori. Brutta idea Bellanova: importare braccianti Il ministro dell’Agricoltura svela le sue ricette per rilanciare il settore: serve personale per il lavoro nei campi, prendiamolo in Africa

Libero p.9

La manifestazione lega-fdi chi va in piazza non dimentichi i propri errori

Sallusti sul Giornale. Il Conte 2 si affida all’Europa Ma otterrà soltanto mancette Confindustria chiede grandi opere, eurobond e meno tasse, però senza coperture resta un libro dei sogni. Giornale p.3 Di Maio toglie il gilet e si precipita subito alla corte di Macron p.4. «Dopo l’odio adesso torna l’umanità» Franceschini aizza i fan dell’accoglienza Selfie davanti al barcone simbolo. Coi giallorossi tornano i porti aperti p.4. Conte più rosso che giallo cerca l’intesa con Gentiloni p.5. Il neo ministro della Salute? Figlio della Basilicata «malata» p.6.

Il gelo di Confindustria. “No alla flessibilità. L’Ue finanzi i cantieri”. La prima cosa da non fare è andare a Bruxelles per avere più deficit. Chiediamo fondi per un grande piano per le infrastrutture (Repubblica p.8).

Il debito pubblico da ridurre. Privatizzazioni corsa contro il tempo per trovare 18 miliardi. Torna il piano Capricorn che sposta in Cdp quote di aziende di Stato per rispettare i vincoli Ue. Nomine: si parte dal cda della Cassa e da Sace. Sergio Rizzo su Repubblica (p.9).

Non solo coca: dal Canada all’Italia, le ’ndrine vogliono controllare lo spaccio delle nuove sostanze. Le famiglie della Locride e della costa Tirrenica ottengono 18 milioni di euro da un chilo di polvere. Boom dell’eroina sintetica. Così le cosche calabresi sfidano messicani e cinesi nel business del Fentanyl. Per il procuratore di Catanzaro, Nicola Gratteri il calo dell’allarme sociale fa volare la domanda. «La ’ndrangheta punta a diventare il supermarket di tutte le droghe» (Stampa p.13).

Cerciello e il giallo dell’auto di supporto. La centrale: dovevate dirci che eravate lì. Le drammatiche telefonate tra Varriale e i colleghi: confusione anche sull’identificazione dei ragazzi americani (Messaggero p.11).

Brexit. Johnson perde i pezzi, ma sale nei sondaggi. Oggi in vigore la legge che blocca l’uscita senza accordo, se non la rispetta Boris rischia il carcere

Parla il Segretario di Stato britannico per la Brexit Stephen Paul Barclay: “Eviteremo il no deal. L’intesa con Bruxelles è ancora possibile. Stiamo negoziando su ogni fronte, certi che se non ci fosse un accordo sarebbe una sconfitta per tutti. La questione è giungere al “deal” e avere una soluzione per il confine con l’Irlanda. Per i 700mila italiani che vivono nel Regno Unito abbiamo un piano: sono importanti per noi (Stampa p.9).

Brexit. Dopo la «preoccupante» mancanza di progressi, il governo francese minaccia il veto su un’ulteriore estensione della Brexit. «I britannici devono dirci ciò che vogliono», ha affermato ieri il ministro degli Esteri transalpino Jean-Yves Le Drian. Sul problema dell’uscita del Regno Unito dall’Ue con un accordo o senza accordo (No deal) che va avanti da mesi, il ministro francese è stato tranchant: «Allo stato attuale delle cose, la risposta all’ipotesi di una proroga è no!». Uscita il 31 ottobre senza ulteriori rinvii, dunque, per la Francia, senza possibilità di concedere alla Gran Bretagna ulteriori tre mesi di tempo, fino al 31 gennaio 2020, per abbandonare l’Unione europea (Repubblica p.13).

Afghanistan, contrordine di Trump. “Con i talebani ora nessun accordo” Il presidente dà notizia di un summit segreto a Camp David e insieme del congelamento del negoziato di pace. “Troppi attentati, mancano le condizioni”. Voleva annunciare il ritiro Usa l’11 settembre. La replica: “Pagherete” (Repubblica p.11). La decisione dopo l’attentato che ha fatto 14 vittime, incluso un militare Usa (Stampa p.8). Negoziati difficili: la necessità di creare un argine anti-Isis. Ci si può fidare degli eredi del mullah Omar? (Corriere p.11).

“America, aiuto”. La nuova sfida dei ragazzi di Hong Kong. In piazza con le bandiere a stelle e a strisce. “Liberateci dalla Cina”. Riarrestato Wong. In piazza arrivano i nonni della protesta: “Proteggiamo i giovani”. Wang, 85 anni, con il suo bastone si piazza tra la polizia e i ragazzi. Con lui lo “zio” Chen, 73, e Edmund, 65 (Repubblica p.10).

Putin è un po’ meno zar. Flop a Mosca e a Oriente. Nelle 83 regioni alle urne dopo le proteste degli ultimi mesi l’affluenza non arriva al 30%. Governatori del presidente battuti dai liberali (Fatto p.4). Amministrative, Putin resiste ma perde consensi nella capitale (Stampa p.15). Russia, astensionismo record (Messaggero p.9). Russia, urne deserte. Avanti i candidati scelti dal Cremlino. Dopo mesi di proteste, l’affluenza alle regionali è stata bassissima. A Mosca Putin perde colpi (Corriere p.10).

Macron vuole “diecimila eletti”. Ma per la prima volta deve allearsi. Il presidente francese “né di destra né di sinistra” lancia da Bordeaux la campagna per le amministrative di marzo. Il suo movimento è alle prese con accordi di desistenza e candidati ribelli. E da Marsiglia a Lione è già in difficoltà. Nei sondaggi è tornato ai livelli del 2018. Questo sarà il primo test senza maggioritario (Repubblica p.13).

 

Nella telefonata di giovedì al premier Conte, il presidente Usa Donald Trump ha posto le basi dell’agenda tra i due paesi: «Lavoriamo insieme». Da Cernobbio assist di Mattarella al nuovo governo: «Rivedere il patto di stabilità». Clinton: «Il populismo non è vinto» (Stampa)

Trump a Conte: Lavoriamo insieme. Trump telefona al premier: “Agenda comune e visita in Italia”. Nella telefonata di giovedì a Conte, il presidente Usa Donald Trump ha posto le basi dell’agenda tra i due paesi: «Lavoriamo insieme». La Casa Bianca conferma il giudizio positivo sul nuovo governo e guarda ad una maggiore intesa su Cina e Russia. Paolo Mastrolilli sulla Stampa.

Mattarella: cambiare il patto di stabilità. Assist di Mattarella al Conte bis: rivedere il patto di stabilità. La Francia appoggia la proposta: ora fare in fretta. Sulla Stampa. Mattarella in aiuto del governo. Necessario riformare le regole di Bruxelles per tornare a crescere. “L’Italia abbia un ruolo di primo piano”. Dal Quirinale un invito a rivedere anche la tassazione delle multinazionali “per un sistema più equo e corretto”. Su Repubblica. Economisti e politici: serve patto pluriennale tra Roma e Ue. Gianni Trovati sul Sole.

La web tax e i tentativi falliti. Sulla web tax lo scoglio di un difficile accordo. Finora tentativi falliti nella Unione Europea e a livello Ocse. Gli Usa ma anche alcuni Paesi europei si oppongono alla sua introduzione. Francia e Spagna hanno introdotto una tassazione nazionale. Prevista anche in Italia, ma mai attuata. Gianni Trovati sul Sole.

Patto di stabilità rivisto entro un anno. Il Financial Times rivela un dossier: tutto pronto per riscrivere le misure sul patto di strabilità entro un anno. Così la Commissione sta già lavorando per la flessibilità. Sul Messaggero.

Flessibilità e crescita. Il viceministro delle Finanze tedesco Kukies: la flessibilità? Orientare la spesa verso la crescita. Il nodo della frenata tedesca. L’intervista di Federico Fubini Sul Corriere.

L’intervista a Mario Centeno. La mano tesa di Bruxelles. L’Europa ci farà lo sconto. Intervista a Mario Centeno presidente dell’Eurogruppo: “Avrete maggior flessibilità, accordo più facile con questo governo. Flessibilità possibile rispettando le norme Ue. La presenza di un esecutivo pro euro è importante. Sono certo che l’Italia individuerà le priorità senza rompere con le istituzioni”. Su Repubblica.

Il colloquio con Mario Monti. “In Italia pericolo scampato. Rientriamo in Europa”. Il senatore a vita a Cernobbio attacca Salvini: “Per un anno intero siamo diventati il cavallo di Troia di chi si oppone all’Unione”. I prossimi 5 anni della Commissione saranno cruciali, assisteremo ad attacchi sovranisti interni ed esterni. Oggi siamo circondati da nemici come mai prima. Ma siamo più forti dopo le elezioni e la Brexit. Sergio Rizzo su Repubblica.

Hillary Clinton avverte Roma: “L’onda populista non è sconfitta”. A Cernobbio si informa su Conte. Chiamata con Zingaretti. Sulla Stampa. L’ex segretaria di stato battagliera a Cernobbio: Salvini «era divertente». Federico Fubini sul Corriere. More

Gli editoriali. Multinazionali ora serve l’intervento dei governi. L’editoriale di Romano Prodi sul Messaggero.
Washington investe sull’Italia. Il ruolo nella Nato. L’editoriale di Maurizio Molinari sulla Stampa.
Perchè l’Unione Europea è necessaria. L’editoriale di Sabino Cassese sul Corriere.
Voltare pagina al più presto, ma la fretta è un errore. Il commento di Dario di Vico sul Corriere.

Patto Pd Cinquestelle. Patto Pd-M5S su legge elettorale e modifiche della Costituzione. Grazie a una legge del 1970. Dal taglio dei parlamentari allo stop alle crisi al buio. Così l’accordo per blindare la legislatura con un “referendum day”. Claudio Tito su Repubblica. More

Renzi va da solo. Manovra d’autunno. Leu torna nel Pd. Renzi fa i gruppi: c’è la Boschi ma non Lotti. Il progetto dell’ex segretario sarà annunciato alla Leopolda: mossa per rafforzare l’esecutivo al centro. L’operazione solo alla Camera, Marcucci resta capogruppo dem. Il pranzo di Matteo con le “sue” ministre. Mario Ajello sul Messaggero.

Gentiloni e il ruolo economico. Gentiloni in campo: l’Italia ha diritto al posto che le spetta in Europa. «Ruolo importante, significa economico». Sul Corriere. Gentiloni: “Ci spetta un commissario economico di peso”. L’ex premier rivendica portafogli di rilievo: gli Affari economici o la Concorrenza. Su Repubblica. Ieri premiato al Castello di Santa Severa per il suo impegno europeo. “Siete stati preveggenti”. Mario Ajello sul Messaggero.

La pagina della politica.

Il governo giallo-rosso sarà un esecutivo di transizione, in cui si perderà molto tempo a smussare conflitti tra i partiti e forti diffidenze personali. Il commento di Michele Salvati sul Corriere.

Di maio e l’europa

Pronto il progetto per trasferire alla Farnesina competenze, risorse e personale del ministero dello Sviluppo economico in materia di internazionalizzazione, trattati di libero scambio, promozione con l’Ice. A quanto riportato al Sole 24 Ore da fonti della Farnesina, si lavora infatti al trasferimento dall’ex ministero di Luigi Di Maio, lo Sviluppo, al suo nuovo dicastero, gli Affari esteri, di tutte le competenze in materia di politica commerciale e promozionale con l’estero e di internazionalizzazione del sistema Paese. Anche l’implementazione dell’accordo con la Cina sulla Nuova Via della Seta ricadrebbe nel disegno. Il passaggio avverrebbe con un provvedimento legislativo, a partire dal 1° gennaio 2020. Carmine Fotina

Sole p.1 e 2

Conte

ContealleCamere cercheràuna«pax» conleopposizioni

Nel discorso un invito alla collaborazione suisingoli progetti(a partire dal Bilancio)

Corriere p.6

Conte prepara la fiducia: sui migranti torniamo a trattare con Bruxelles

`Il premier al lavoro sul discorso: dialogo con la Ue su conti e sicurezza

Avanti sulla cabina di regia a palazzo Chigi per evitare strappi tra gli alleati

Nessaggero p.6

La Chiesa e il Capo del governo L’attesa del Vaticano “Ora svelenisca il clima”

Repubblica p.8

Cinquestelle

OraDi Maio agita il governo Ei5Stelle si sfogano in chat

L’intenzione diriunire ancora i suoi alla Farnesina I timori dem che possa diventare il nuovo Salvini

Brescia, deputato M5S vicino a Fico «Da Luigi errori di inesperienza, ma niente processi»

Corriere p.8

Speranza regionali

Speranza: alleanza con il M5S anche alle elezioniregionali Ilministro della Salute: ilmio faro è la Carta, cure gratuite agli indigenti

Corriere p.9

Sessismo Bellanova

Un nuovo caso di sessismo DeMicheli: provo solo pena

MilitantediCasaPoundinsulta laministra aiTrasporti Bellanova eleoffeseperl’abito:«Ioirritata,nonferita»

Corriere p 10

Bellanova “Sono qui per le amiche braccianti che non hanno una vita”

Non sono orgogliosa di non avere un titolo di studio ma non l’ho mai nascosto. Dico a tutti: studiate, perché più si sa, più si può

Ricordo la fatica delle sveglie all’alba a 14 anni per andare a lavorare l’uva da esportare Ne resti segnata

Da ministra voglio semplificare la vita agli agricoltori e impedire lo sfruttamento

Repubblica p.10

Giovanna Casadio Interrvista Teresa Bellanova

«Gli alberi si curano non si abbracciano» `«Xylella, i risultati dell’approccio anti scientifico M5S si vedono: un disastro»

in questo governo la parità purtroppo è rimasta lontana

le politiche agricole non vanno guardate con occhi all’indietro

Messaggero p.9

Xylella

E sulla xylella la responsabile dell’Agricoltura boccia i 5 Stelle

Corriere p.10

Corriere p.1

Sottosegretrai

Mef, Buffagni sfratta la Castelli L’ambasciatore in Cina da Di Maio Il premier chiede al leader 5S e a Franceschini di non tirare per le lunghe il valzer delle nomine Tre posti nella squadra di governo anche per Liberi e Uguali. Entra Nogarin all’Innovazione

Repubblica op.11

Un sottosegretario per il rilancio di Roma Capitale

Candidato naturale il pd Morassut al Mef gara M5S tra Castelli e Buffagni

D’Uva e Fiano verso il Viminale Quartapelle e Di Stefano agli Esteri

vicina la chiusura dell’accordo in maggioranza: 24 posti andranno ai cinque stelle 18 al pd e 2 a leu

La carica delle nomine: 700 poltrone da assegnare tra dicasteri e partecipate

spoil system per 300 incarichi da chiudere i dossier ereditati dal vecchio governo: cdp e authority

saranno in scadenza la prossima primavera i cda di eni, enel, poste, leonardo, terna e trenitalia

Messaggero p.8

Rai

Foa«resiste» aiverticiRai L’ipotesidem: restiinconsiglio elascilaguida

Corriere p.11

Post contro Salvini la Rai valuta la sospensione per il giornalista

La replica: “Una constatazione: si è fatto fuori politicamente. Riscriverei il post senza la frase sulla figlia”

Repubblioca p.11

Cerciello

Cerciello conosceva il mediatore del pusher E il collega rischia di essere indagato

Bocassini

Da Riina al caso Ruby Boccassini e il metodo ereditato da Falcone

“Mito” o “nemico” Si avvicina per limiti di età la messa a riposo per il magistrato che ha coordinato alcune delle maggiori inchieste degli ultimi anni

REpubvbbloica p.13

T 4 I nodi

I nodi

Opere, Alitalia, innovazione le prime spine giallo-rosse Pressing del mondo economico

Dal forum di Cernobbio la richiesta al nuovo governo di affrontare i dossier più caldi “Non possiamo restare inerti con l’Europa di fronte allo scontro Usa-Cina” Ma le posizioni tra 5S e Pd sono distanti

Repubblica p.6

Su opere e concessioni la mediazione di Conte

In caso di nuove tensioni su Autostrade i dem sono pronti a coinvolgere il premier

Il piano della De Micheli per sbloccare Gronda e Terzo Valico in tempi rapidi

Messaggero p.7

Miugranti

Patto sui migranti, pace con l’Ue Così Conte chiude l’era Salvini “È finito il tempo delle chiacchiere”. Con questo spirito il premier lavora al discorso con cui chiederà la fiducia. Mercoledì a Bruxelles per risolvere l’emergenza-sbarchi e superare Dublino

Repubblica p.8

T 4 Manovra Spread Risorse

Studio di Confindustria: dal calo dello spread una dote di 10 miliardi

DAL DIFFERENZIALE TRA I BUND TEDESCHI E I TITOLI ITALIANI A 150 PUNTI RISPARMI PER 3 MILIARDI NEL 2019 E 6,8 NEL 2020

Messaggero p.5

Da nemico numero uno ad alleato di ferro. Lo spread oggi non solo non rappresenta più una minaccia immediata per i conti pubblici tricolori, ma si candida a diventare uno dei motori della prossima legge di Bilancio. Secondo i calcoli del Centro studi di Confindustria, il calo del differenziale tra Btp e Bund, adesso che si è stabilizzato attorno ai 150 punti base, vale 10 miliardi di euro grazie al risparmio di spesa per interessi sul debito. Un serbatoio di risorse che, sommato ai 12 miliardi che potrebbero arrivare dalla flessibilità europea, renderà meno complicato sminare l’aumento dell’Iva. Solo per sterilizzare le temute salvaguardie collegate all’imposta sul valore aggiunto servono 23,1 miliardi di euro. Tenuto conto del costo da sostenere per far fronte alle spese indifferibili, l’asticella sale a 27 miliardi. La prossima manovra finanziaria, se s’include nel conto il taglio del cuneo fiscale, costerà dunque tra i 30 e i 35 miliardi. Lo spread si è stabilizzato in questi giorni attorno ai 150 punti base, livelli vicini a quelli del maggio 2018. «Stimiamo un risparmio di spesa per interessi di 3 miliardi di euro nel 2019 e di 6,8 miliardi di euro nel 2020, ipotizzando tassi sul Btp decennale all’1%, corrispondenti a uno spread di circa 150 punti», affermano gli analisti del Centro studi di Confindustria. Calcolatrice alla mano, fanno 9,8 miliardi di euro di risparmi in poco meno di un anno e mezzo. Una dote preziosa, figlia del cambio di governo. Rispetto a quando erano in carica i gialloverdi, il risparmio in termini di spesa per interessi sul debito è lievitato. Sul lato delle risorse, l’attuale governo potrà contare, come detto, anche sui possibili 12 miliardi di flessibilità, mentre il riordino delle tax expenditure e in particolare il taglio delle agevolazioni fiscali considerate inquinanti dovrebbe portare al mulino giallorosso altri 2 miliardi di euro. Nel 2020 la spending review dovrebbe fruttare invece 5 miliardi. Il gettito Iva, in crescita del 3 per cento nei primi sette mesi di quest’anno rispetto al 2018 (2 miliardi), di questo passo potrebbe tradursi in una dote fiscale aggiuntiva da 4 miliardi di euro. Infine, i risparmi provenienti dal possibile restyling delle misure sul welfare, e in particolare dalle minori spese per quota 100, dovrebbero garantire altri 3 miliardi di euro di risorse: la misura bandiera della Lega, anche nel caso in cui non dovesse venire ritoccata, costerà nel 2020 circa 2,4 miliardi di euro in meno del previsto secondo le stime dell’Ufficio parlamentare di bilancio. L’ultima rilevazione sullo spread del Centro Studi di Confindustria risale a luglio. Allora, in seguito alla decisione della Commissione europea di non raccomandare l’avvio di una procedura per disavanzo pubblico eccessivo nei confronti dell’Italia, l’indicatore era scivolato poco al di sotto dei 200 punti base e il risparmio di spesa era stato stimato dai tecnici di viale dell’Astronomia attorno ai 3 miliardi di euro nel 2019-2020 contro i 9,8 miliardi di euro attuali. Durante il governo legastellato, è il caso di ricordarlo, lo spread ha ripreso a viaggiare sulle montagne russe. Ancora prima dell’insediamento dell’esecutivo gialloverde l’indicatore aveva sforato quota 300, sulla spinta delle anticipazioni sul contratto di governo tra Lega eM5S e della pubblicazione del piano B per l’uscita dall’Euro di Paolo Savona. Il 20 novembre, quando la «manovra del popolo» si apprestava a essere bocciata da Bruxelles, il differenziale aveva raggiunto i 326 punti basi. A maggio, dopo che Salvini minacciò di sforare il tetto del 3 per cento sul deficit, lo spread rasentò di nuovo i 300 punti base. Il 7 ottobre il Centro studi di Confindustria presenterà il nuovo rapporto di previsione sull’economia italiana.

Ilrisparmio dello spread servirà pertagliare le tasse

L’obiettivo di creare un «serbatoio» accantonando i fondi nella legge di Stabilità

Corriere p.5

Lorenzo Salvia

L’idea è rendere esplicito e visibile il filo che lega i possibili vantaggi di una politica che prova a cambiare le regole europee, ma nel frattempo le rispetta, con le condizioni necessarie per abbassare le tasse. Ed è per questo che nel disegno di legge di Bilancio allo studio del nuovo governo giallorosso potrebbe essere creato un nuovo fondo: un «serbatoio» nel quale far entrare, anno dopo anno, i risparmi che potrebbero arrivare dal calo dello spread, e quindi dei tassi di interesse che l’Italia paga sul proprio debito pubblico. Vincolando lo stesso fondo a una precisa destinazione d’uso, e cioè ad «alleggerire la pressione fiscale», uno degli obiettivi inseriti nel programma dello stesso governo Conte due. L’idea di un fondo per il taglio delle tasse alimentato dai risparmi dello spread era sul tavolo già del primo governo Conte, quando il Movimento 5 Stelle era alleato con la Lega. In quel caso avrebbe dovuto finanziare la flat tax, e il fondo sarebbe stato in sostanza un invito ad abbassare i toni rivolto proprio alla Lega. Spostare la destinazione d’uso del fondo dalla tassa piatta al taglio delle tasse, inteso come rimodulazione delle aliquote Irpef, è anche una piccola vendetta nei confronti dell’ex alleato. Naturalmente si tratta di un segnale. Un calo di 100 punti dello spread vale, in media su base annua, oltre 2 miliardi di euro. Di risorse ne servirebbero anche altre. E sempre ammesso che il meccanismo funzioni, che lo spread si mantenga basso e i risparmi non vengano mangiati da altre urgenze. I precedenti non sono incoraggianti: nel 2011 fu il governo Berlusconi a creare un fondo per il taglio delle tasse che doveva essere alimentato dai frutti della lotta all’evasione fiscale. Ma tutto è rimasto sulla carta. Nel disegno di legge di Bilancio, però, la prima urgenza è trovare i 23 miliardi di euro che servono per fermare l’aumento dell’Iva. Il mix delle coperture è in sostanza definito ed è stato in buona parte ereditato dal vecchio governo. Ci sarà una parte di spending review, cioè di revisione della spesa pubblica, una parte di ridefinizione delle agevolazioni fiscali, a partire da quelle dannose per l’ambiente. E poi si potrà contare sul maggior gettito Iva che, grazie alla fatturazione elettronica, quest’anno dovrebbe salire di 5 miliardi. Ma sarà inevitabile fare ricorso a una parte di deficit, anche se questa partita andrà definita nelle prossime settimane nel corso del negoziato che, come ogni anno, correrà lungo l’asse Roma Bruxelles. Ad affiancare lo stop all’aumento dell’Iva nel disegno di legge di Bilancio sarà poi il taglio del cuneo fiscale, cioè delle tasse sul lavoro. Un intervento che dovrebbe far salire i salari dei dipendenti, perché il taglio di tasse e contributi farebbe scendere la differenza tra lordo e netto in busta paga e non prenderebbe la forma di un costo minore per le aziende, come invece è avvenuto in passato, ad esempio con gli incentivi alle assunzioni introdotti dal governo Renzi.

Via tutta l’Iva o giù le tasse primo bivio per il governo `Il Tesoro vorrebbe cancellare per intero gli aumenti. Pochi fondi per altre misure `L’alternativa dello scambio tra rincari mirati e un taglio cospicuo delle imposte

Messaggero p.5

T 5 Autonomia

STEFANO BONACCINI Il governatore emiliano: la Lega ha sbagliato a farne un tema ideologico “Autonomia senza lo scontro Nord-Sud Da questo esecutivo aspettiamo i fatti”

Stampa p.6

T 6 Giustizia

PAOLA SEVERINO L’ex Guardasigilli del governo Monti: per una giustizia efficace più investimenti e tribunali specializzati “Non servono liti sulla prescrizione ma tempi certi nell’azione penale”

Stampa p.5

I grillini annunciano battaglia su intercettazioni e csm M5S in trincea sul ddl Bonafede “Non cederemo su alcuni punti”

Stampa p.5

la precisazione L’ex ministro del Pd: lavoreremo coi 5S per trovare l’intesa

Stampa p.5

L’ex ministro della Giustizia Andrea Orlando, dopo l’intervista pubblicata ieri da La Stampa, precisa che «il titolo non corrisponde al contenuto della stessa». Il vicesegretario del Pd spiega che «come si può leggere con chiarezza inequivocabile, esistono punti sulla riforma della giustizia sui quali con il M5S siamo già d’accordo e altri sui quali lavoreremo per trovare un’intesa». Orlando ribadisce che «i nodi non si possono sciogliere a colpi di ultimatum sui giornali, ma sedendo a un tavolo e discutendo». Un’idea, conclude l’ex Guardasigilli Orlando «espressa anche pochi giorni fa, durante il cordiale colloquio telefonico avuto con il ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede». —

U na revisione del decreto Giustizia potrebbe generare qualche opportunità interessante. «Questo è un terreno dove le intese sono possibili», concede Paola Severino, avvocato e vicepresidente della Luiss. Conversando a margine del Forum Ambrosetti, l’ex ministro argomenta che bisognerebbe investire più sulla giustizia, e chiede più tribunali specializzati per accelerare le decisioni nei settori economici. Davanti al rischio che il governo litighi sulla fine della prescrizione, spiega che sarebbe utile ragionare su «tempi predeterminati per l’esercizio dell’azione penale a seconda della gravità del reato». Il problema dei processi sono i mesi che diventano anni, generando rabbia e sfiducia. Ma la Giustizia non deve essere ragione di scontri, auspica. «Se l’obiettivo è offrire una Giustizia più giusta ai cittadini, e più efficiente per le imprese – confessa -, le convergenze si possono trovare. A cominciare dal discorso sui tempi dei processi, perché un onesto cittadino non deve pensare che i prepotenti sfruttano le lentezze della giustizia per avere la meglio». A quali strumenti pensa? «Alleforme di giustizia alternativachesistannorivelandoefficaci. Ad esempio, l’arbitro per lecontroversiefinanziarieeper quelle bancarie. È una figura che ha risolto una gran quantitàdicasi,dandoragionealcittadino nel 70-80% dei casi e in tempirapidi:siparladiunamedia di meno di 300 giorni controunamediadellagiustiziaordinariadi1200-1300.Èunasoluzione straordinaria ed efficacechedeveessereallargata». In che direzione? «Ilsistemaassicurativo,perdirne una. Nel ripensare la riforma della giustizia, bisognerebbeoccuparsianchediquesto». Aggiungerebbe altro? «Ampliare le forme di tribunali specializzati nel campo dell’economia. Il governo Monti ha esorditoconlesezionispecializzate dei tribunali per le imprese. Nel primo periodo, siamo scesi sotto la media europea quanto a durata del procedimento. Questo, perché la controversia era stata esaminata daungiudicespecializzato,più rapidoedesperto». È una via per ripristinare la fiducia nell’economia? «Una giustizia più prevedibile può contribuire ad un significativo aumento degli investimentiinItalia». A proposito di investimenti. Tutto questo ha un costo, no? «Certo. Bisogna assumere magistrati, creare centri di formazione e nuovi percorsi di studio per una classe di giuristi preparata alle sfide del futuro, come facciamo alla Luiss. Quando si investe nella Giustizia, non è mai denaro sprecato. Non lo è in termini sostanziali perché si garantisce il cittadino. E non lo è in termini economici perché siinvoglianoleimpreseaimpegnarsi in un Paese dove il sistema è efficiente, equilibrato e prevedibile». Una questione su cui il governo può ballare è il regime della prescrizione in vigore da gennaio. Il Pd non è contento… «È necessario identificare comunque una soluzione che metta in evidenza il fatto che la prescrizione nasce per controbilanciareiltemadellaobbligatorietà dell’esercizio dell’azione penale. Ora, i faldoni sui tavolidelgiudicesonotantienon tutti i processi possono trovare unasoluzioneintempiragionevoli.Lariformadellaprescrizioneintervieneabilanciareuneffettoindesiderato.Tuttavia,sarebbe delicato rinunciare all’azionepenaleobbligatoria». E allora? «Sipotrebberenderepiùvisibili i criteri che le procure più attente stanno elaborando per dare un ordine di trattazione ai processi. Poter fissare delle prioritàcreerebbeunbilanciamento cruciale per snellire il sistema. Questo metterebbe d’accordo tutti. Anche se si puòfaredi più». A cosa pensa? «Alla prescrizione riformata si potrebbe affiancare la definizione di tempi predeterminati per l’esercizio dell’azione penale a seconda della gravità del reato. Sarebbe cruciale. Soprattutto per stringere gli intervalli fra una fase e l’altra del giudizio, che sono la vera ragione dei ritardi, che nascononelladifficoltàdiconcordare il numero dei processi con il numero insufficiente dei giudici,deicancellierie deisegretarigiudiziari». Un terzo orizzonte di attrito per il governo sono le intercettazioni. Bonafede vorrebbe smontare la legge del Pd. «L’equilibriofraildirittoallariservatezza e le esigenze investigative è difficile. È chiaro che a seconda della visione politica che si ha della Giustizia, questo confine si può spostare più a favore dell’una o dell’altra. Non so cosa abbia in menteil ministro,maaldi làdiquesto è una esigenza oggettiva quella di garantire il cittadino e la sua privacy, soprattutto se nonèautorediunreato,madiventa il tramite per acquisire informazioni in una inchiesta. Il tema è l’intercettabilità della persona terza. Occorre il giustoequilibrio».— c

Se il vicesegretario Pd Andrea Orlando chiede, pur senza ultimatum, che si «ricominci la discussione» sulla riforma della giustizia targata Cinque stelle, è evidente che sul testo non ci sia ancora sintonia tra i nuovi alleati. E infatti nel Movimento hanno aggrottato la fronte, dopo aver letto l’intervista al vicesegretario dem pubblicata ieri su La Stampa. «Prima l’uscita di Paola De Micheli sulle concessioni autostradali, poi questa sparata di Orlando – sbotta il senatore M5S Mario Giarrusso, membro della commissione Giustizia -. Mi auguro che il Pd voglia iniziare questa esperienza di governo parlando di ciò che ci unisce, non di quello che ci divide». E come Giarrusso la pensano in molti, nel Movimento, pronti a dare battaglia: «Su alcuni punti della riforma non arretreremo mai». Il «mai» in politica è relativo, ma le trincee che il Movimento sta scavando intorno al testo del Guardasigilli Alfonso Bonafede sono già ben delineate. Resterà ferma la volontà di fissare una durata massima dei processi (6 anni, nell’ultima bozza della riforma). E sembra che non si accetteranno passi indietro nemmeno sull’introduzione del meccanismo del sorteggio per la nomina dei membri del Csm. Anche la riforma sulle intercettazioni voluta da Renzi e firmata da Orlando, che i Cinque stelle hanno messo in soffitta prorogandone l’entrata in vigore a dicembre, «non dovrà tornare», ammoniscono i membri M5S delle commissioni Giustizia di Camera e Senato. Il problema, però, è che all’interno del Pd c’è chi su questi temi solleva delle perplessità. A partire dal limite temporale dei processi. «Una semplificazione populista», la definisce il deputato Gennaro Migliore, ex sottosegretario alla Giustizia dei governi Renzi e Gentiloni. «Ci sono tribunali che vanno veloci, altri che sono lenti – sottolinea –. Non possiamo fissare un limite facendo una media ponderata. Bisogna invece intervenire caso per caso». Le truppe M5S invece hanno una posizione netta e contraria: «Il testo di partenza deve essere quello – dice il deputato Eugenio Saitta, membro della commissione Giustizia -; fissare una durata massima è la strada giusta per assicurare tempi certi alla giustizia. Spero che il Pd non faccia come la Lega». Se si aprono spiragli per una concorde revisione della riforma sulle intercettazioni, sul meccanismo di sorteggio per il Csm si solleva invece qualche sopracciglio tra i dem. «Un terno al lotto che non può funzionare», sostengono, chiedendo che si parta da una rosa di nomi selezionati e non «pescati a caso». Una posizione che non piace ai Cinque stelle, che non mancano mai di ricordare i recenti scandali che hanno scosso il Csm e in cui sono emerse commistioni con la politica per loro «inaccettabili. Quei tempi con noi non possono tornare e il sistema del sorteggio serve proprio a rompere il correntismo. Nessun terno al lotto». La base di partenza, quindi, è già accidentata. Perché se «Orlando è uno con cui si può trovare un punto di caduta – dice ancora Giarrusso -, il problema vero saranno le altre cento correnti del Pd che vorranno dire la loro». La pensa allo stesso modo il senatore M5S Gianluigi Paragone, da sempre contrario a questa alleanza: «Le micro-correnti saranno una costante con cui dovrà fronteggiarsi Conte», avverte. In questo caso il rischio, per come la vede il senatore grillino, «è che una riforma della giustizia fatta con il Pd abbia la loro impronta, non la nostra. Perché è vero che abbiamo più parlamentari di tutti, ma con questo governo i voti alla Camera e in Senato non si contano, si pesano. E oggi i nostri valgono meno di quelli del Pd». — c

T 7 Grandi navi

Franceschini: stop grandi navi a Venezia Il ministro: “Una vergogna il passaggio davanti a San Marco”. Sul tavolo del governo torna il dossier Delrio

Stampa p.4

Grandi navi, protesta sul tappeto rosso Franceschini: mai più davanti San Marco Alla Mostra del cinema di Venezia gli attivisti hanno manifestato per 7 ore, tra loro i ragazzi del movimento di Greta “Ma la Biennale non ha voluto un confronto con noi”. Solidarietà da Mick Jagger. E la promessa del neo ministro

Repubblica p.19

PAOLO BIZZARINI VENEZIA «Il passaggio delle grandi navi davanti a piazza San Marco è una vergogna nazionale: abbiamo gli occhi del mondo addosso che ci guardano increduli». Nella sua doppia veste di ministro della Cultura e ora anche del Turismo, Dario Franceschini ha scelto il palcoscenico della 76esima Mostra del Cinema davanti a un gruppo di manifestanti del movimento «No grandi navi» che invocava proprio questo stop, per annunciare attraverso un tweet che entro il suo mandato nessuna grande nave avrà più il permesso di transitare davanti ai gioielli veneziani. Franceschini ha riconosciuto che un primo passo in questa direzione è stata fatta dal Mibact guidato da Bonisoli, cui il ministero darà nuovo impulso per trasformare il vincolo in divieto da attuare nel modo più rapido. A Venezia, in materia di Grandi Navi, si sono ormai abituati un po’ a tutto: promesse e capriole, “appositi comitati” e conflitti di competenze, soluzioni tecniche d’ogni genere e scontri verbali anche violenti, come quelli che ai tempi del governo gialloverde hanno visto come protagonisti il ministro Danilo Toninelli e il sindaco della città metropolitana, Luigi Brugnaro. Le due manifestazioni Il ministro si era fatto precedere da un flashmob partito quasi all’alba, che i comitati o Grandi Navi e una serie di altri attivisti del Climate Change Camp allestito al Lido di Venezia avevano inscenato proprio a ridosso del red carpet, nel cuore della Mostra del Cinema che garantisce visibilità internazionale e che proprio ieri sera si è chiusa. C’erano i tedeschi di Ende Gelaende, Stop Biocidio dalla Terra dei Fuochi, Rebellion, Terre in Moto, i No Tav della Val Susa, il Comitato Liberi e Pensanti di Taranto: sotto la bandiera issata da Greta Thunberg si concentrano le lotte locali di mezza Europa in difesa dell’ambiente. Da segnalare qualche scaramuccia tra polizia e manifestanti. In trecento, in tuta bianca, hanno gridato e cantato slogan per un maggiore impegno per la salvaguardia del Pianeta. Ad appoggiarli indirettamente anche Mick Jagger, al Lido come attore nel cast del film di chiusura “The Burnt Orange Heresy” che ha sostenuto le loro ragioni, parlando in conferenza stampa di un mondo sempre più polarizzato e meno civile, oltre che flessibile: «Sono felice che protestino, sono quelli che erediteranno il pianeta. Negli Usa i controlli ambientali che avrebbero aiutato a proteggere il clima sono stati annullati. Sono felice che le persone vogliano manifestare, sono con loro». Una seconda manifestazione contro le Grandi navi (1500 partecipanti secondo la Questura, tremila per gli organizzatori) si è svolta nel pomeriggio sul Gran Viale del Lido, senza disordini. E adesso? Il nuovo governo e il ministro De Micheli dovranno indicare quale strada seguire, e quindi se riprendere le vecchie decisioni del cosiddetto “Comitatone” dell’epoca Delrio (soluzione Marghera, quella voluta da Brugnaro e dal governatore veneto Zaia) scavando il canale Vittorio Emanuele. Opzione, questa, troppo lunga e dispendiosa secondo Toninelli, che aveva ipotizzato il Lido o Chioggia (quindi Grandi navi via non da San Marco, ma dalla laguna) come ipotesi alternative, realizzando nel frattempo “terminal diffusi” come rimedio provvisorio.

T 8 Eutanasia

Il 24 si esprime la Consulta. Sospetti grillini sulla sponda Pd con i vescovi Eutanasia, la Chiesa in pressing su Conte per fermare il M5S

Stampa p.6

T 9 Rider

I rider in attesa di salario minimo e tutele: non ci fidiamo più del M5S Tra i fattorini disillusi “Di Maio ci ha tradito vediamo cosa farà il Pd”

Stampa p.7

Nel palazzo delle startup: “Basta con le campagne elettorali permanenti” Tra i giovani innovatori “La politica ci ostacola Chiediamo solo stabilità”

Stampa p.7

T 10 Bologna

Con la riesumazione di una vittima si scoprono gruppi sanguigni diversi Caso riaperto dopo il libro del giudice Priore. I morti potrebbero essere 86 Bologna, l’ultimo giallo della strage In una bara due Dna sconosciuti

Stampa p.8

Strage di Bologna, l’ultimo mistero Due Dna tra i resti di una vittima Tracce organiche differenti nella tomba di Maria Fresu. Se nessuno appartenesse a quello della giovane madre gli avvocati degli ex Nar condannati potrebbero avanzare di nuovo l’ipotesi dell’attentatore palestinese

Repubblica p.22

Bell’italia

In lacrime davanti ai carabinieri “Ho fatto una stupidaggine” Dopo essersi nascosto per due settimane, Sebastiani è crollato appena arrivato in caserma L’amica uccisa subito dopo il pranzo nella trattoria in cui era stata vista l’ultima volta

È stato lui stesso a condurre gli inquirenti nel luogo in cui aveva scavato una buca

Repubblica p.21

Pastore-schiavo pagato 1,5 euro l’ora Sfruttatori arrestati

Viveva in situazioni disumane: dormiva su un giaciglio, lavorava circa 14 ore al giorno per una paga mensile di 650 euro, pari a 1 euro e 50 centesimi all’ora. Un pastore di 20 anni, originario del Gambia, ridotto in schiavitù da due coniugi di Tuturano, frazione di Brindisi, è stato scoperto dai carabinieri della task force anticaporalato. Antonio Vitale 52 anni, sua moglie Patrizia Carrozzo, 37 anni, sono stati arrestati, con l’accusa di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro. La sua giornata lavorativa iniziava alle 5 del mattino e finiva la sera, senza riposo settimanale, ferie e diritti.

Repubblica p.27

ECONOMIA

1 Nissan Renault prima

parigi nega che ci sia in vista una riapertura del dialogo con torino Le Maire stoppa le voci su Fca “Prima c’è il patto Renault-Nissan” Il ministro francese: “Meglio procedere per gradi, non è utile aprire nuovi dossier”

Stampa p.16

Il ministro Le Maire frena su Fca “Viene prima l’alleanza con Nissan” Il titolare dell’Economia francese: “Il rapporto con il Giappone è cruciale. L’Italia? Non si può fare tutto insieme” Ma i mercati sono convinti che la schiarita tra Parigi e Tokyo favorirà un’intesa allargata anche a Torino

Repubblica p.28

Alitalia

Alitalia-Fs, chiusura ad ottobre

`L’ad delle Ferrovie Battisti: aspettiamo il governo il nostro piano è serio, ma serve qualche giorno in più

Restano da sciogliere la questione delle rotte per il Nord America e il nodo della governance

Messaggero p.16

2 Valore dei terreni

il rapporto dell’Agenzia Ue per l’ambiente “I cambiamenti climatici faranno crollare il valore dei terreni” Senza interventi correttivi perdite per 120 miliardi E nel 2020 in Italia la produzione calerà dello 0,5%

Stampa p.17

3 mestre

LaCgiadi Mestre:ilNord valeil58% dell’export

Corriere p.35

4 contante

Bonus fiscali se sipaga concarte e bancomat L’ipotesi «voluntary» peril contante

Corriere p.37

Ecotasse e lotta al contante è caccia a 20 miliardi “Il deficit può salire al 2,3%”

Repubblica p.2

Draghi

Bce, cresce l’attesa per l’asso di Draghi E c’è chi vuole il jolly Politica monetaria al bivio. Il 12 Francoforte svelerà le mosse su tassi e acquisti, ma tra gli operatori c’è chi evoca perfino l’helicopter money: trasferimenti diretti di denaro ai cittadini

Sul Sole a pagina 5

ESTERI

1 Brexit

Boris insiste, ma rischia la galera «Non applicherò la legge sulrinvio della Brexit». Può diventare il premier più «breve»

Corriere p.12

L’ultima sfida di Johnson “Su Brexit non seguo la legge”

Il premier si rifiuta di chiedere il rinvio Ma la ministra Rudd sbatte la porta

Repubblica p.26

Da Downing Street a dietro le sbarre. Non è fantapolitica. È il viaggio che Boris Johnson rischia di fare, se disobbedisce alle decisioni del Parlamento. «Il primo ministro potrebbe finire in prigione», dicono vari esperti legali, dopo la sua affermazione che rifiuterà di chiedere un rinvio della Brexit, nonostante la legge in tal senso approvata questa settimana dalla camera dei Comuni e confermata da quella dei Lord. «Nessuno è al di sopra della legge», ammonisce il leader laburista Jeremy Corbyn, «il premier deve stare bene attento a come si comporterà nei prossimi giorni». Tutto questo nel giorno in cui il governo perde un ministro importante, la responsabile del Lavoro Amber Rudd, che sbatte la porta accusando il premier. «Non posso rimanere quando i buoni conservatori moderati e leali sono esclusi», ha dichiarato la ministra riferendosi alla cacciata dal partito Tory di 21 membri, puniti per aver votato diversamente dal leader. Il provvedimento sulla Brexit osteggiato da Johnson e approvato da deputati e lord obbliga il governo a chiedere all’Unione Europea entro il 19 ottobre un’estensione della scadenza del 31 ottobre, la data in cui il Regno Unito dovrebbe lasciare la Ue. La legge entrerà in vigore domani, lasciando a Johnson poco più di un mese per adempiervi. Ma il leader conservatore ha già annunciato che non intende farlo, «preferirei essere morto in un fosso» che fare una richiesta simile a Bruxelles, le sue esatte parole pronunciate durante in comizio nei giorni scorsi. Un atteggiamento che potrebbe fare scattare l’arresto per “dispregio della legge” e una condanna carceraria. Per evitare uno scenario simile gli restano solo due strade: dimettersi, aprendo la strada a un nuovo governo formato da tutti i partiti di opposizione più gli stessi dissidenti conservatori da lui espulsi, possibilmente con Corbyn come primo ministro; oppure negoziare in extremis un accordo con la Ue e presentarlo al parlamento quando tornerà a riunirsi dopo il 14 ottobre, al termine delle cinque settimane di sospensione decretate dallo stesso Johnson. Un puzzle, un labirinto senza uscita, un thriller – con un premier in prigione come possibile epilogo. Il nuovo romanzo di John Le Carrè è un giallo sulla Brexit. Ma la realtà ormai supera la fantasia.

1 Russia Ucraina

Inizia la distensione tra Kiev e Mosca Scambio di prigionieri: liberati in 70 La Russia rilascia anche i marinai arrestati nello Stretto di Kerch e il regista Oleg Sentsov Zelensky consegna il separatista Tsemakh coinvolto nell’abbattimento del Boeing malese

Stampa p.9

Scambio prigionieri tra Russia e Ucraina “Passo verso la pace” Due voli diretti in contemporanea tra Kiev e Mosca, i primi in cinque anni A bordo in settanta. Riparte il dialogo, ora un incontro Putin-Zelenskij

Repubblica p.14

La scelta di Russia e Ucraina: via allo scambio di prigionieri Libero ilregista Sentsov. Francia, Germania e Usa: è un segno disperanza

Corriere p.13

2 Petrolio iraniano in siria

Arriva in Siria il petrolio iraniano Gli ayatollah sfidano le sanzioni Usa: la nave Adrian Darya attracca nel porto di Tartus

Stampa p.11

3 L’India faklisce la luna

Niente Luna per l’India E il premier abbraccia lo scienziato in lacrime A due chilometri dall’arrivo, persi i contatti con la navicella Modi al capo missione: “Non perdere la speranza, sono con te”

FEpubblica p.16

4 Papa

L’appello del Papa per l’ambiente “Salviamo le foreste” E ad Antananarivo il Pontefice pianta un baobab “Una giustizia sociale per garantire i beni della terra”

Repubbòica p.18

GIUSTIZIA

1

2

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LETTURE

Gianni mura

Sette giorni di Cattivi pensieri L’educazione dei razzisti e le colpe delle panchine

Repubblica p.41

1 svarz

Schwazer, una perizia dei Ris per dimostrare la sua innocenza Giovedìl’udienza chiavedavanti alGipsul«casotestosterone»

Corriere p.51

Il test che aiuta Schwazer “Provette manipolate” L’ultima perizia del Ris: nei campioni prelevati al marciatore valori di Dna non compatibili Alex, ieri sposo: “Non voglio tornare alle gare, mi interessa solo dimostrare la mia innocenza”

Repubblica p.23

Con il commmento di Attilio Bolozoni

Gli hanno comunicato il risultato tre giorni fa, mentre era preso dagli ultimi preparativi per il suo matrimonio e ancora doveva decidere come disporre gli ospiti ai tavoli del ristorante. La perizia del Ris di Parma dimostra ciò che l’ex marciatore Alex Schwazer ha sempre sostenuto: i campioni di urine che nel 2016 gli sono valsi una seconda squalifica per doping, e quindi l’interruzione di una meravigliosa corsa verso il riscatto personale, sono anomali. Notevolmente anomali. Manipolati, forse, ma solo un magistrato potrà stabilirlo. Sul viso di Alex si è materializzato un sorriso amaro. «Bene, sono contento», ha detto. «Non voglio tornare alle gare, mi interessa solo dimostrare la mia innocenza, e lo farò». Reazione sobria e contenuta, in linea con il carattere di questo altoatesino di 34 anni, che per due volte ha pensato di vivere un sogno. Invece erano incubi. Se l’obiettivo è dimostrare di non aver barato, la perizia del colonnello Giampietro Lago va ascritta all’elenco delle buone notizie, subito sotto, presumiamo, a quella del matrimonio con Kathrin Freund, celebrato ieri nella chiesa di Vipiteno. Tra gli invitati c’erano l’allenatore Sandro Donati e l’avvocato Gerhard Brandstaetter. Testimoni, anche loro, di un balletto di provette nascoste, aperte, richiuse, scambiate, rimescolate, probabilmente alterate, che va avanti da più di tre anni. E che mostra i connotati di una storia criminale, piuttosto che sportiva. Dunque, con ordine. La perizia (anticipata ieri da Tuttosport) è stata fatta sul campione di urina prelevato a Schwazer la mattina di Capodanno del 2016. Il laboratorio medico di Colonia ci trovò del testosterone in quantità superiore al normale, per cui il marciatore — che stava realizzando tempi ottimi in vista delle Olimpiadi di Rio e aveva appena vinto il mondiale a squadre — venne squalificato per otto anni. Fin da subito Schwazer ha sostenuto di essere stato incastrato. Solo grazie al gip di Bolzano Walter Pellino e al lavoro del colonnello Lago, a febbraio del 2018 le provette A e B con l’urina di Alex sono tornate in Italia. Non senza difficoltà e scene grottesche nel laboratorio tedesco al momento della consegna, come ha raccontato Attilio Bolzoni su questo giornale. Sono state sottoposte a nuovo esame per trovare la prova, o quantomeno l’indizio, della manipolazione. I genetisti del Ris si sono messi a studiare la concentrazione di Dna di Schwazer nelle due provette, e ne hanno trovato in quantità esagerata, «non spiegabile fisiologicamente», si legge nella perizia. Il valore nel campione B, 1.140 picogrammi di Dna per microlitro, è del tutto fuori scala, circa 11-12 volte superiore al valore standard (100-110 picogrammi) delle urine di Schwazer. Non solo. Il campione, quando è arrivato al Ris, era già vecchio di due anni e due mesi, quindi doveva avere un dato ancora inferiore al valore standard perché col tempo il dna si degrada, come sostiene uno studio-statistico effettuato su cento persone e allegato alla perizia. Invece i livelli sono alti nel campione A, altissimi nel campione B. «Non c’è spiegazione fisiologica», conclude la perizia. «La spiegazione va cercata altrove». Altrove. Per esempio a Colonia, dove nel 2016 il campione di urina in teoria anonimo arrivò incredibilmente con la targa, “Racines”, che è il luogo di nascita di Schwazer. Se di trappola si è trattato, i valori anomali di Dna raccontano di una doppia manipolazione: la prima, per mettere testosterone di uno sconosciuto nell’urina di Alex e farlo squalificare; la seconda per cancellare le tracce dell’alterazione, ripompando Dna di Alex nella provetta in dosi, a quanto pare, sbagliate. «Curiosamente ci troviamo sempre di fronte a fatti unici o eccezionali», dice Sandro Donati. «Non era mai successo che un atleta venisse controllato a Capodanno, o che test antidoping negativi venissero ripetuti, o che, ancora, il laboratorio di Colonia abbia provato a consegnare un campione diverso da quello chiesto». Donati, noto per l’impegno nella lotta al doping, non ha mai nascosto di ritenersi l’obiettivo della macchinazione. La perizia è stata trasmessa al gip Pellino, che ne discuterà con le parti nell’udienza fissata il 12 settembre. Dopodiché deciderà se chiedere ulteriori approfondimenti tecnici, oppure se far aprire un’indagine per capire chi, come e perché ha distrutto il sogno del marciatore italiano.

2 Brera

Le due anime di Brera nell’era deisocial

Corriere p.52

3 Romagnoli

In fila per lo scrittore al Festival di Mantova Non basta ascoltare Foer Cosa ci serve per non restare ecologisti immaginari

Su repubblica a pagina 19

La crisi della cravatta

Vendite ed export in calo resistono le botteghe artigianali

Repubblica p.29

Borghesia umiliata e avversione alle élite, le similitudini pericolose

non credo che ritorni il fascismo, ma certe retoriche riemergono

Colloquio con Antonio Scurati.

Sole p.10

NON CREDO CHE RITORNI IL FASCISMO, MA CERTE RETORICHE RIEMERGONO

Di Luca de Biase

Sul Sole a pagina 13

Cara Prof, le dico solo “grazie” Devono sventare il bullismo e insegnare la grammatica, vigilare sul razzismo e sulle equazioni, seguire la rivoluzione digitale e combattere la dipendenza da smartphone. Elogio degli insegnanti

Repubblica p.34

Mike Bongiorno

Di Stefano Balassone

P er ricordare Mike Bongiorno Canale 5 ha allestito, a pro’ di un’audience assai vecchiotta, un Costanzo Show in doppia conduzione, con Jerry Scotti sullo sgabello posteriore e l’uomo del titolo seduto nella chorus line delle poltrone insieme con altri highlander televisivi. C’erano, talvolta irriconoscibili per le diffuse plastiche facciali, Simona Ventura, Baudo, Chiambretti, Valeria Marini, Massimo Lopez, Paola Barale, Antonella Elia, Sabina Ciuffini, Sgarbi, Walter Veltroni, Gigliola Cinquetti, Pio e Amedeo per fare ridere, e Nicola, figlio di Mike. Fiorello ha spedito un video (il Mike che con lui faceva coppia – anche nella pubblicità – era di gran lunga il migliore che avessimo mai visto). Mike è stato, per chi non lo sapesse, il primo fenomeno del video analizzato da Umberto Eco, quando i quiz volavano col successo della primissima tv Rai e lui, per spiegarlo, puntava a capire quale fosse il rapporto fra il pubblico e il personaggio che Bongiorno indossava. La specificità di quel successo, concluse Eco, consisteva nel fatto che Mike Bongiorno era attento a farsi piccolo rispetto al pubblico cui si rivolgeva. Le gaffe, l’eloquio, il tono erano studiati in modo che nessuno a casa potesse sentirlo superiore a se stesso. Ma non per questo lo disprezzavano, tranne i più sciocchi fra i pensatori un tanto al metro. A proporsi in questo modo Mike era l’unico perché gli altri presentatori che gli stavano a pari mostravano profili diversi: Corrado l’ironia insidiosa che incuteva rispetto; Tortora la qualità dell’espressione, che provocava qualche reverenza; Baudo il piglio del domatore, col passo lunghissimo e l’imponenza. Altrettante formule fra le moltissime che la televisione escogita per stabilire un rapporto stabile fra i due lati dello schermo. Anni dopo si aggiunse, ad esempio, proprio Costanzo che punta a far sentire intelligente anche il più sciocco fra quelli che stanno a casa, col semplice trucco di strizzargli immancabilmente l’occhio. ondasuonda@repubblica.it

Buongiorno a tutti. La partenza del governo Conte Bis, la telefonata col presidente Trump e i primi contrasti fra i due partner di governo • La revoca o la revisione delle concessioni a Autostrade e la riforma della giustizia che non piace al Pd • Gentiloni ha incontrato Ursula Von der Leyen che deve decidere entro martedì la composizione della Commissione. Per l’ex premier italiano in ballo gli affari economici, la concorrenza o il commercio. Una battaglia fra i rigoristi del nord da una parte e popolari e socialdemocratici schierati su fronti contrapposti • Per la Brexit dopo la sconfitta di Jhonson, resta da decidere la data del voto anticipato • Buona lettura a tutti.

Trump. Dall’estero continuano ad arrivare al premier attestati di stima. Anche Donald Trump ha telefonato a «Giuseppi», come lo aveva ribattezzato il presidente Usa in un tweet di endorsement. Si è discusso di rapporti tra i due Paesi, ha fatto sapere la Casa Bianca, ed è possibile che Conte e Trump si incontrino in un bilaterale a margine dell’Assemblea generale dell’Onu di fine settembre. Sul Corriere a pagina 2.

Contrasti. Il governo affronta i primi problemi. Ed è subito tensione su immigrazione, sanità, infrastrutture e giustizia fra M5S e Pd. Sul Corriere a pagina 2.

Giustizia. Al vicesegretario del Pd Andrea Orlando non piace la riforma della giustizia di Bonafede. “Ho sempre pensato che nel M5S ci siano spinte interne compatibili con il Pd. La riforma della giustizia ora va ridiscussa da capo. Errore la drastica cancellazione della prescrizione, ma dobbiamo discuterne. Siamo dentro un’esperienza inedita, con mille incognite. Vedo le condizioni per durare”. Francesca Schianchi intervista Andrea Orlando sulla Stampa a pagina 5.

Autostrade. “Su Autostrade la ministra del Pd Paola De Micheli ha subito chiarito la sua posizione: «La Gronda e la Tav si faranno», mentre sulla revoca della concessione alla società Autostrade, chiesta dai 5 Stelle, ha precisato: «Nel programma di governo c’è scritta una parola precisa e molto diversa: revisione». Sul Corriere a pagina 2.

Autostrade. Zingaretti e Di Maio provano a spegnere il primo incendio alla vigilia della fiducia. Di Maio dà la linea ai suoi ministri: dite ai dem di non fare come la Lega. Sul Corriere a pagina 3. Ma traspare l’irritazione del Pd nei confronti del suo ministro alla vigilia del voto di fiducia. Di cui parla Giarrusso: «Darò la fiducia al governo Conte in base alla posizione che avrà il Pd rispetto alle dichiarazioni fatte dal ministro De Micheli». E Gianluigi Paragone, unico M5s che ha già detto che comunque non voterà la fiducia, commenta: «Sta venendo fuori la vera natura del Pd». Sulla Stampa a pagina 5.

Decreto sicurezza. Si annunciano tempi lunghi per riscrivere il decreto. Le modifiche, sollecitate lo scorso agosto dal presidente Sergio Mattarella con una lettera ai presidenti delle camere, non arriveranno immediatamente. Una scelta politica. L’obiettivo è chiaro: evitare altri strappi, percorrere la via della “sommersione” su un tema come l’immigrazione, che per quattordici mesi di fila ha tenuto banco ed è stato il perno della politica di Matteo Salvini, e cambiare rotta con discrezione, lentamente, disinnescando così anche i possibili attacchi dell’ex titolare del Viminale. Sul Messaggero a pagina 7.

Superticket. Un altro scoglio per il nuovo governo viene dal ministro della Salute Roberto Speranza, unico rappresentante Leu nel governo. La sua prima idea è quella di abolire il superticket da 10 euro sulle ricette per le prestazioni di assistenza specialistica ambulatoriale. Per realizzarla, però, bisognerebbe trovare 600 milioni di euro. Sul Corriere a pagina 2.

Grillini. Di Maio riunisce il “suo” governo. Tutti i ministri grillini alla Farnesina. Conte irritato chiede più collaborazione: “Un’invasione di campo”. Nel discorso per la fiducia il premier rivendicherà: “Io sono il garante ma anche il primo responsabile”. Fabio Martini sulla Stampa a pagina 4.

La Nota. Le divisioni preannunciano una convivenza non facile. Di Maio riunisce i ministri grillini per mandare un messaggio al presidente del Consiglio. La Nota di Massimo Franco sul Corriere a pagina 10.

Il Patto. Tra i due Mattei c’era un patto: dividersi le spoglie del Movimento. Ma il patto prevedeva che la legislatura sarebbe continuata, e quando il ministro dell’Interno ha chiesto il voto, l’altro Matteo si è sentito sciolto dall’accordo. «E ci ha fregati».
Così affiorano i dubbi del premier sugli equilibri nella maggioranza: che cosa farà Renzi? Dopo averlo chiesto ai dirigenti del Pd, dopo aver cercato di capire attraverso i suoi compagni di partito quali potrebbero essere le mosse dell’ex premier, alla fine Conte ha deciso di cercarlo. Francesco Verderami sul Corriere a pagina 2.

Coordinamento. L’addio al sovranismo del nuovo esecutivo italiano crea un clima di fiducia nell’Unione. Su migranti e crescita economica Roma punta a un maggior coordinamento tra i 27. Lavoro e ambiente, la svolta per ricucire con l’Europa. Si torna a parlare di corridoi umanitari per fronteggiare i flussi migratori. Sulla Stampa a pagina 3.

Bankitalia. Conte fa la pace con Visco. I consigli di Bankitalia per non allarmare l’Ue. Pranzo col Governatore ad agosto, il premier ha visto ieri anche Gualtieri e Savona in previsione della manovra. Tra i temi anche Panetta in Bce. Claudio Tito su Repubblica a pagina 4.

Europa. Intanto in Europa, i 5S sono vicini all’intesa con i Verdi ma crescono i malumori sul governo. Caduta l’alleanza con la Lega, prende corpo l’ipotesi di entrare nel gruppo ecologista, che però ha votato contro von der Leyen. La mossa anche per lanciare un avvertimento a Conte. Su Repubblica a pagina 6.

Gentiloni. Faccia a faccia di quaranta minuti con la presidente. Tre ipotesi: Affari economici, Concorrenza o Industria. Sul Corriere a pagina 5. Gelo dei rigoristi Ue su Gentiloni agli Affari economici. Finlandia, Olanda e Visegrad non vogliono che quel ruolo vada all’Italia ma la sua candidatura è solida grazie a Francia, Germania e Paesi del Sud. Si apre il fine settimana dei veleni, delle alleanze e dei tentativi di siluramento, poi martedì Ursula von der Leyen ufficializzerà le deleghe. Su Repubblica a pagina 7. Forte la rete dell’ex premier tra i leader. Gentiloni deciso a improntare il suo mandato nel segno di una revisione del patto di stabilità. Marco Conti sul Messaggero a pagina 4.

Patto di stabilità. Il Patto di stabilità va modificato. Flessibilità in cambio di riforme. L’ex membro del board Bce Vitor Constancio: Le regole non aiutano sempre la crescita. L’economia europea dipende molto dall’export. Una recessione mondiale ci contagerebbe. L’Italia non dimentichi il suo debito elevato. Ignorare i mercati porta conseguenze. Marco Zatterin sulla Stampa a pagina 2.

Intese regionali. Lazio e Umbria, Pd e 5Stelle ora hanno aperto i tavoli. Zingaretti potrebbe sostituire due assessori in Regione con tecnici graditi al M5S. A Roma possibile desistenza per votare il sostituto di Gentiloni. Sul Fatto a pagina 10. Patto di desistenza Pd-M5s per salvarsi alle Regionali. Gli alleati eviteranno scontri diretti in Emilia, Umbria e Calabria. Grillo spinge per un’intesa. Sul Giornale a pagina 5.

Salvini in piazza. Salvini si prepara alla piazza. E lancia la campagna in Umbria. Lunedì il presidio insieme a FdI davanti alla Camera. Salvini e Meloni soli in piazza. Gli azzurri: opposizione in aula. Forza Italia si smarca dalla manifestazione di lunedì. Toti: io ci sarò. E il leader leghista prepara pure Pontida. Sul Giornale a pagina 9.

Copasir. I dem offrono il Copasir a Fi contro il pericolo Salvini. Le trattative per chi controllerà i Servizi: tutto purché non tocchi alla Lega. Il favorito sarebbe Urso di Fratelli d’Italia, ma il Pd vuol premiare l’opposizione responsabile di Berlusconi. Sul Fatto a pagina 7.

Accoglienza. Il grillino Giuseppe Brescia: “Non possiamo più ignorare i lager in Libia. Salvare le vite in mare ma modificare Dublino. L’accoglienza sia diffusa. I primi cambiamenti al decreto sicurezza devono essere sulla protezione umanitaria. Il leghista Massimiliano Fedriga: “A Roma sono amici di Soros. Immigrazione selvaggia se sarà smantellato il decreto sicurezza”. Sulla Stampa a pagina 8.

Sondaggi. Pagnoncelli sul Corriere. Il Conte bis inizia in salita: no dal 52%. Il 45% prevede un governo di pochi mesi. Il provvedimento più atteso (71%) è una manovra in favore dei ceti deboli. Solo l’11% chiede un cambio sui migranti. Sul Corriere a pagina 6.

Sondaggi. Per Nicola Piepoli, sulla Stampa, la Lega è in calo, il M5S recupera 4 punti e per Conte fiducia record. Superati i premier degli ultimi tre anni. Sulla Stampa a pagina 9.

Sondaggi. Fiducia degli elettori, c’è il sorpasso di Conte. Il segretario della Lega paga l’effetto Papeete secondo Repubblica. Alessandra Ghisleri, direttore di Euromedia Research, ha condotto un’analisi del sentiment degli elettori nei confronti della crisi: «A prevalere sono stati confusione e rabbia, unite allo sconcerto per non aver capito. Ai più questa rottura del sodalizio gialloverde è apparsa personale, non sui temi. E Salvini ha pagato in termini di fiducia: dal 40 per cento è sceso al 37 ma soprattutto è stato scavalcato dal premier Conte». Su Repubblica a pagina 10.

Sondaggi. Emg Acqua di Fabrizio Masia ha fatto una prima rilevazione del consenso delle forze politiche, proprio sul finire della crisi: «Il Pd non è distante dal voto delle Europee (22,7%) e dunque non ha subito sconquassi, mentre i 5Stelle hanno avuto un rimbalzo positivo, attestandosi al 19-20%. La Lega è scesa rispetto alle rilevazioni di inizio agosto, dal 38 al 34: ha perso quello che aveva guadagnato dopo il voto per Strasburgo. Fi e Fdi sono entrambe attorno al 7 per cento». E soprattutto, conferma Masia, gli ultimi sondaggi testimoniano le perdite di Salvini negli indici di popolarità e fiducia: «Quaranta giorni fa superavano il 50 per cento. Ora siamo 8 punti più giù. Su Repubblica a pagina 10.

Sondaggi. «Il dato certo – commenta Pietro Vento (Demopolis) – è che allo stato attuale Salvini per essere competitivo ha bisogno di Berlusconi. Fino a un mese fa non era così». Demopolis ha stimato non solo la fiducia in Conte (pari al 53%) ma ha sondato anche il giudizio degli elettori “rosso” e “giallo” nei confronti del nuovo esecutivo: «Lo valuta positivamente il 75 per cento di chi vota il M5S e quasi l’80 per cento degli elettori del Pd». Su Repubblica a pagina 10.

Rai. Prove di ribaltone in Rai. I giallo-rossi sono maggioranza. In cda solo Lega e FdI con il presidente Foa, che però non può essere sfiduciato. Si rafforza l’ad Salini appoggiato da Pd, 5S e dipendenti. Freno ai programmi sovranisti ma niente cambi ai vertici dei Tg. Giornalista su Fb: “Salvini, ti spari”. L’azienda interviene. Scatta il procedimento disciplinare. Su Repubblica a pagina 11.

Haters. Gli insulti a Bellanova, lei replica con ironia: mi sentivo blu elettrico. Offese sull’aspetto al giuramento e sulla licenza media. Solidarietà bipartisan. E la ministra posta un’altra mise. Maria Teresa Meli sul Corriere a pagina 10. Bellanova zittisce gli odiatori. “Nel blu c’è il mio entusiasmo”. Conte chiama la ministra finita nel mirino degli haters per il suo look e per il suo titolo di studio. “La vera eleganza è rispettare il proprio stato d’animo”, risponde. Gli applausi alla festa del Pd. Su Repubblica.
Storia di Teresa che da bracciante Cgil mise in fuga i caporali. Giuliano Foschini su Repubblica a pagina 8. Se i like cancellano la politica. Il Commento di Concita De Gregorio su Repubblica a pagina 30.

I giornali di destra. Gara spettacolare tra Feltri, Belpietro e Sallusti per salutare nel modo migliore il debutto del governo Conte II. “Terroni”, “mafiosi”, “Addams”: i fogli di destra l’han presa bene. Sul Fatto a pagina 11.More

Giornale. Governo già spaccato. Primo testacoda. Botte tra pd e grillini sulla concessione delle autostrade. Guai per grillo: figlio accusato di stupro. La prima del Giornale.

Libero. Il vero lavoro di Conte: Avvocato del popolo africano. Prima il premier diceva all’Europa di non volere migranti, ora prende ordini da Ue e Pd e boccia le norme anti-clandestini leghiste. E Di Maio: il continente nero è un’opportunità. La prima di Libero.

Verità. Come si dirotta la democrazia. Deficit e giornali usati come manganelli. Adesso che la Lega è stata fatta fuori, il debito non è più un problema e i conti non destano allarmi: si può spendere. A segnalarlo sul Corriere lo stesso Fubini che vaticinava sfracelli e fu smascherato da un collega. Che dice: anche altri quotidiani mentono. Il figlio di Grillo accusato di stupro di gruppo. Ma la notizia esce solo dopo che è nato il governo. La prima della Verità.

Cerciello. «Qui niente telecamere». La trappola per Cerciello. Sul Messaggero a pagina 8. Le bugie del collega del carabiniere ucciso: “Temevo una punizione”. Varriale prima sostiene di essere disarmato poi lo nega. E depista sui due americani. Su Repubblica a pagina 20. Quell’omissione sul caso Cerciello. Il commento di Carlo Bonini su Repubblica a pagina 31. I duemila contatti del pusher con un collega di Cerciello. La chat tra gli americani e Brugiatelli: «Devi venire da solo». Sul Corriere a pagina 21.

Pensione. Ilda Boccassini, la pm dei processi ai mafiosi e a B., va in pensione. Sul Fatto a pagina15. Da Falcone a Berlusconi. Quando la settimana prossima il Csm adotterà il provvedimento con il quale sarà collocata a riposo, Ilda Boccassini avrà ancora quasi due mesi di lavoro prima di andare in pensione. Avverrà il 7 dicembre. Quel giorno si chiuderà una carriera che ha rappresentato un capitolo importante nella storia della Procura di Milano e della magistratura italiana. Sul Corriere a pagina 23.

Spioni. Il russo arrestato a Napoli ha un complice italiano. Spionaggio industriale, Mosca attacca gli Usa: rinunciate all’estradizione. Sul Corriere a pagina 20.

Batterio killer. Paura da super batterio, 17 morti sospette negli ospedali toscani. Il New Delhi resiste agli antibiotici: da inizio anno 64 infettati. Allarma il picco di decessi. La Regione: correlazione da provare. Su Repubblica.

Crescita. Italia e Germania non crescono più. Istat: segnali di peggioramento per l’economia italiana. Ma da Cernobbio il business apre al Conte due: «Ora aspettiamo la manovra». Da banchieri e imprenditori aspettative positive per l’esecutivo ma il banco di prova sarà la legge di bilancio: tra le urgenze taglio al cuneo, innovazione, istruzione, tasse e giustizia. Gros-Pietro: il debito pubblico una tassa sull’economia. «Il vero cambiamento? Serve più attenzione verso aziende e Nord» dice Orsini di Federlegno: «Il Conte bis può essere un’occasione». Su Corriere e Sole.

Landini. “Meno tasse sul lavoro e un grande piano per gli investimenti” chiede il segretario della Cgil Landini. “Ci voleva finalmente un governo, dopo tanto tempo perso, quattordici mesi di campagna elettorale, intanto che i problemi si aggravavano. Anch’io, come Bellanova, ho solo la licenza media. È una colpa provenire da famiglie che non potevano permettersi di far studiare i figli? Contro le diseguaglianze serve una misura per affrontare la concentrazione di ricchezza patrimoniale”. L’intervista di Gad Lerner a Maurizio Landini su Repubblica a pagina 3.

Landini. Giudicheremo i giallo-rossi dai fatti: “Nessuno sconto. Non ci sono governi amici. Ora rivediamo la Fornero. Per un lavoratore dipendente la svolta c’è se può pagare meno tasse e aumenta lo stipendio. Il programma è solo un titolo, il problema è lo svolgimento: non si parla di riforma delle pensioni” dice sempre Landini. Sulla Stampa.

Cina. La Cina a Roma: non discriminateci sul 5G. Pechino chiede al governo di assicurare condizioni eque per le sue imprese dopo l’esercizio del golden power. Sulla Stampa a pagina 10. Cina, tensione con Roma: «Sia equa con noi sul 5G». Dai grandi accordi al grande freddo s’inverte il clima col Celeste Impero. Sul Messaggero a pagina 5.

Dazi. Sei imprenditori su 10 hanno paura dei dazi. Prodi: “Alla fine tutti pagheranno lo scotto”. A Cernobbio si parla di una nuova guerra fredda. Il vero scontro tra Usa e Cina è sulle tecnologie. Sulla Stampa a pagina 18. Dazi e tecnologia, è economica la «seconda guerra fredda». Nel confronto sulla situazione internazionale cresce l’allarme per lo scontro Usa-Cina. Per risolvere le crisi forse le armi delle banche centrali non bastano più, spazio per la politica. Sul Sole a pagina 5.

Usa Cina. «Crisi Usa-Cina? La soluzione è il multilateralismo». A dirlo David Petraeus, a colloquio con il generale americano, in passato direttore della Cia, ora presidente del fondo di private equity Kkr. Sul Sole a pagina 6. «L’escalation non fa bene a nessuno, gli americani rispettino la parola data». La posizione di Pechino spiegata dal nuovo ambasciatore della Repubblica popolare cinese in Italia Li Junhua. Sul Sole a pagina 6.

Google e Facebook. Tempi duri per Google e Facebook. Pioggia d’inchieste dell’Antitrust Usa. L’attacco è bipartisan. Degli otto Stati che indagheranno sul social network quattro sono guidati da democratici e quattro da repubblicani. I procuratori generali, da New York al Texas, vogliono far luce su comportamenti anticompetitivi e sugli effetti della loro posizione dominante in termini di concorrenza e tutela dei consumatori. Si allarga l’inchiesta su Facebook e Google ora New York apre il fronte della pubblicità. Su Stampa Repubblica e Messaggero.

Contanti. Con carte e bancomat solo 13 operazioni su cento in Italia. Il contante domina ancora nei pagamenti quotidiani d’importo ridotto.  Riaperta la partita sul contante. Lotta al sommerso. Tassazione e BoT obbligatori. La proposta avanzata da un gruppo di professionisti: per il denaro in cassette di sicurezza tassare una quota tra il 30 e il 50% delle somme, più vincolo quinquennale sul residuo. Sul Sole a pagina 7. Un bazooka contro l’evasione fiscale e la criminalità organizzata. Il commento di Donato Masciandaro sul Sole a pagina 7.

Fed. Usa, deludono i dati sul lavoro Powell: «Fed pronta ad agire» e annuncia la riduzione dei tassi. La Fed taglia di un quarto di punto. Scontato l’intervento nella riunione del 17 e 18 settembre. Per il banchiere centrale l’America non cadrà in recessione. Frena l’occupazione. Su Repubblica a pagina 27.

Spread. Sullo spread un’eredità gialloverde che costa 20 miliardi. Su Repubblica a pagina 2. More

Commissione sulle banche. Con il Conte bis è tutto da rifare. Salta la presidenza Paragone, a fine mese la prima seduta con un’agenda condivisa. Su Repubblica a pagina 26. More

Brexit 1. Regno Unito nel caos. Opposizione: no al voto. Johnson spalle al muro. Approvato anche dai Lord: il rinvio della Brexit è definitivo. Un asse contro le elezioni. Sul Giornale a pagina 13.

Brexit 2. Boris nella nemica Scozia a consulto dalla Regina. Ma su Brexit un altro “no”. Su Repubblica a pagina 14. La minaccia secessionista della Scozia. Il Regno non più Unito. Il commento di Enrico Franceschini su Repubblica a pagina 30.

Mugabe. Mugabe, morte di un tiranno. Fondò e distrusse lo Zimbabwe. Si è spento a 95 anni a Singapore. Nel 2017 fu deposto dopo un quarantennio al potere: il dittatore più longevo al mondo. Su Repubblica. Al potere dal 1982 tra brogli e violenza. L’eroe dello Zimbabwe diventato tiranno. Liberatore dell’Africa colonialista diceva: “Il Paese è mio, solo Dio mi potrà licenziare”. Sulla Stampa. Fu l’anti-Mandela. Eroe dell’indipendenza dello Zimbabwe. Mosca e Pechino salutano «un grande uomo». E il suo popolo? In coda per il pane. Sul Corriere.

Allarme profughi. Erdogan pronto a riversare masse di profughi sull’Europa. La metamorfosi turca sul capitolo migranti continua ed è sempre più vicina a trasfomarsi in una virata a 180 gradi. Il presidente della Repubblica, Recep Tayyip Erdogan, due giorni fa, ha detto chiaramente che se non si troverà una soluzione rapida sulla questione siriana, la Turchia potrebbe decidere di aprire le frontiere, di mare e di terra e costringere l’Unione Europea ad assorbire un flusso migratorio senza precedenti. Sulla Stampa a pagina 16. More

Dorian inimmaginabile. Migliaia di morti per l’uragano Dorian, «un bilancio inimmaginabile» dicono le autorità. Sul Corriere. Il governo prepara al peggio: “Il numero finale di vittime sarà sconcertante”. Su Repubblica. More

Afghanistan. «Il ritiro da Kabul? Si rischia di lasciare il Paese ai terroristi». L’ex capo della Cia Petraeus: Trump è una colomba bellicosa, non un falco. Federico Fubini intervista Petraus sul Corriere a pagina 13.

HongKong. Gli affari (e i nomi dei panda): la strettoia di Merkel in Cina. Ci sono 200 miliardi di dollari di scambi commerciali tra Germania e Cina. Angela Merkel è sbarcata a Pechino per soccorrere l’economia tedesca in affanno, vendere più prodotti, automobili e tecnologia ai cinesi che sono già i primi clienti delle industrie tedesche. L’analisi di Guido Santevecchi sul Corriere a pagina 13. More

LETTURE

La Silicon Valley c’est moi. Un italiano in America: il genio ribelle che ha inventato microchip e touchpad. Incontro con Federico Faggin. Il Foglio a pagina II.

L’impero digitale. Un tempo la Compagnia delle Indie. Oggi l’intelligenza artificiale, l’internet delle cose, il 5G: chi ne assumerà la guida, dominerà il mondo. Un libro. Il Foglio a pagina III.

Schiavi. Non lasciamoci sottomettere dalla civiltà delle macchine che divenute intelligenti, non si limitano ad agevolare, ma tendono a sostituire e determinare le scelte umane, spingendo ragione, volontà e immaginazione fuori di noi. Le implicazioni antropologiche, politiche, etiche di tale trasformazione sono immense. Repubblica, pagina 35.

La soffitta dei simboli inutili. È stato il trionfo della democrazia digitale? No. Sotto i nostri occhi è avvenuto un incredibile cambio di scena: Rousseau è diventato inservibile e non fa più paura. Storie di macchine da consenso passate di moda. Il Foglio, pagina V.

Il palmo diventa bancomat. Faremo la spesa con la mano. Il sensore guidato dall’intelligenza artificiale lo confronta con quello in memoria e ci identifica: per ora un errore su diecimila. Repubblica a pagina 23.

Gianni Brera. Sarrismo, vegani, selfie, Salvini: a cent’anni la penserebbe così. Gianni Mura immagina cosa penserebbe oggi il Giuan del calcio del mondo della politica. E domani alle 21.15 su Sky Arte “C’era una volta Gioann”. Repubblica a pagina 45.

Buongiorno a tutti. Giura il Conte bis. Primo provvedimento, indica Gentiloni come commissario europeo. Poi stop alla legge del Friuli sui migranti. Il ministro Boccia la impugna: “Discrimina gli stranieri”.

Conte bis. Giura il Conte bis, o il BisConte come lo chiama Il Foglio e Avvenire. Ed è la cerimonia del grande compromesso. Giuramento tra occhiolini, parenti e ritorni di auto blu. È finito il tempo degli arrivi in bici, a piedi o in taxi, rispuntano scorte e Bmw di Stato. Francesco Merlo su Repubblica a pagina 2.

Trombe e tamburi. Lorem ipsum. Carlo Cotarelli sulla stampa in prima.

BisConte. I piani di Conte per il bis: nuova intesa con la Ue per il patto di Stabilità. L’idea di coordinare la comunicazione di tutti i ministri. Massimo Franco sul Corriere a pagina 3. Il premier volta pagina: basta veline e veleni social. Sul Messaggero. Conte suona la campanella. “Dai ministri voglio lealtà basta sgrammaticature”. Su Repubblica.

Stop al Friuli. La prima mossa del nuovo governo. Stop alla legge del Friuli sui migranti. Il ministro Boccia la impugna: “Discrimina gli stranieri”. Il governatore Fedriga: tradite il popolo. Droni e un muro ai confini sloveni. Così funziona il modello sovranista. Sulla Stampa a pagina 4. Lamorgese frena: più umani ma i porti restano chiusi. Indagato per Carola e Lucano torna a Riace, così la magistratura “smonta” Salvini. Sul Messaggero a pagina 2.

Gentiloni commissario. Gentiloni sarà commissario a Bruxelles. In pole per il posto di Moscovici. Ma i governi rigoristi frenano: “No a un italiano in quel ruolo”. L’ex premier potrebbe diventare il primo connazionale a guidare gli Affari economici in 61 anni. Sulla Stampa a pagina 8.

Affari economici. Via libera di Merkel e Macron. Ma l’ex premier: serve una svolta. Su Repubblica. La stima di Ursula, l’asse con Gualtieri e il tedesco studiato in anni insospettabili. E la rete socialista spinge l’ex premier nella casella mai data all’Italia. Sul Messaggero a pagina 4. Ma il M5S si spacca sulla sua nomina. Eurodeputati in rivolta contro Di Maio: il pacchetto europeo al Pd, con Affari Ue e Tesoro, per avere il premier. Sulla Stampa a pagina 8. A Roma 1 si tornerà a votare. Sarà il primo test tra Pd e M5S. Elezioni suppletive a febbraio per il seggio alla camera dell’ex capo dell’esecutivo: tra i dem l’idea di candidare un 27enne. Sul Messaggero a pagina 4.

Casa Pd. Zingaretti: “Non si governa da nemici”. Non ho inseguito l’accordo a tutti costi. Alla meta siamo arrivati a schiena dritta, con i nostri contenuti. Patto temporaneo o alleanza stabile? Credo che, in partenza, siano aperte entrambe le strade. Stefano Cappellini su Repubblica a pagina 7 intervista Nicola Zingaretti. Prima mossa di Renzi verso il nuovo gruppo al Senato. Alcuni dei suoi (come Stefàno) pronti a passare al Misto: così aumenta il loro peso negli equilibri di governo. Il regista è Casini. Insieme ai renziani si sposteranno alcuni eletti di Forza Italia: voti in più per Conte. È l’embrione del nuovo partito che doveva nascere a ottobre, ma adesso è congelato. Sul Fatto a pagina 8.

Bipolarismo. “È tornato il bipolarismo, ma il Pd si gioca la pelle”. Il politologo: “Per il leghista non sarà facile scrollarsi di dosso in fretta lo stigma di questa sconfitta”. Nel M5S dipende tutto da Grillo: abbiamo visto che se lui apre bocca, tutto cambia Questo è ancora il partito del fondatore. I dem possono tornare egemoni nel centrosinistra, in caso di fallimento rischiano di finire peggio della Spd tedesca. Piero Ignazi sul Fatto a pagina 9.

Numeri. La battaglia dei numeri al Senato. Il governo per ora ha 166 voti sicuri. Sarebbero 106 del M5S, 50 del Pd, 7 del Misto e 3 delle Autonomie. Il consenso può arrivare a 181 (Corriere p.6). Il governo è già in pericolo al Senato. È appeso a Casini e ai grillini espulsi. I 161 seggi del Conte bis bastano appena. E fervono i contatti tra Lega e 5 stelle delusi (Verita p.5).

Scontenti. Conclave a Bologna per gli scontenti dei 5 Stelle. A lanciare l’appuntamento di domani, il consigliere laziale Barillari: “Non voglio morire piddino”. L’europarlamentare Corrao critico sulla trattativa con il Pd per i ministeri. Paragone: no alla fiducia. Il deputato Colletti attacca: “Gentiloni alla Ue, primo errore del governo”. Gli ex De Falco e De Bonis attendono il discorso di Conte per decidere sui loro voti. Ma nel Lazio Pd e grillini puntano all’alleanza. Idea Lombardi in giunta. L’intesa alla Pisana test per le Regionali. Al Campidoglio niente accordi (Repubblica p.10).

Interviste. Ministri particolarmente loquaci nel giorno dell’insediamento. Tante interviste. Boccia, Affari regionali e autonomie: «Autonomia, ora il Paese va pacificato Roma riceva poteri e risorse adeguate. Va garantito il principio della perequazione e definiti i livelli essenziali per le prestazioni sociali» (Messaggero p.9). Autonomia a rischio disparità. Parlerò con tutti i governatori (Corriere p.5). Di Maio, Esteri: “Noi leali a Ue e Nato”. Franceschini, Beni culturali: «C’è lo spirito di coalizione». Ma il capodelegazione del Pd marca Conte con un ufficio a Palazzo Chigi. La prima uscita da ministro al museo della liberazione: «Salvini ha seminato odio, con noi torna la convivenza civile» (Messaggero p.7). Amendola, Affari europei: «Basta sbattere i pugni. Con le urla a Bruxelles che abbiamo ottenuto?» (Corriere p.8). Fraccaro, sottosegretario alla presidenza del consiglio: «Dureremo 4 anni. Ma si parli di temi, non più di poltrone» (Corriere p.9). Costa, Ambiente: “Vantaggi fiscali per chi utilizza energia pulita” (Repubblica p.11). Roberto Speranza, Sanità: “Via il superticket e piano di assunzioni con nuovi finanziamenti. Più fondi. A versarli saranno le banche. La priorità qui come altrove è la lotta alle diseguaglianze rafforzando il sistema pubblico. Troveremo fondi grazie alla riduzione della quota di interessi passivi deducibili per le banche” (Stampa p.11). Paola de Micheli, Trasporti e infrastrutture: “Mi dimetterò da numero due del Partito democratico. Sui cantieri ora basta con i no politici. Avanti con la Tav e la Gronda a Genova” (Stampa p.6).

Infrastrutture. Il post Toninelli. Opere bloccate, sfida da 62 miliardi. La strada del governo passerà da qui. Scompare l’analisi costi-benefici. Sergio Rizzo su Repubblica a pagina13. Grandi opere: vitali per crescere. L’editoriale di Mario Deaglio sulla Stampa in prima.

Autonomia. «Conte dimentica il Nord. Il governo dia un segnale». Il governatore della Lombardia Attilio Fontana: «Sto ancora aspettando che il premier onori l’impegno sull’Autonomia delle Regioni» (Sole p.4). “Mortificare le aspirazioni del Nord bloccherebbe lo sviluppo del Paese. Partiamo con un brutto segnale. Ora il Pd chiarisca sull’autonomia” (Stampa p.5).

Centrodestra. Rifondare il centrodestra, l’ultima chance di Salvini. Il segretario della Lega sarà in piazza lunedì con Meloni (Repubblica p.12). Dice Roberto Maroni: «Salvini ha sbagliato, le Italie sono due. Grazie a Matteo consenso record alla Lega, ma il suo progetto è fallito. Non sono in cerca di rivincite. Oggi seguo la politica da osservatore» (Qn p.3). Matteo punta al Copasir la maggioranza lo gela: piuttosto Fratelli d’Italia. Il leader leghista chiede per sé la presidenza. Dem e grillini: chiarisca prima l’affaire Russia (Messaggero p.3). I dubbi del centrodestra su Salvini. “Fuori dal Viminale perderà voti” Meloni e Forza Italia non riconoscono la leadership del leghista: “Ha problemi interni” (Stampa p.10). «Opposizione ferma a i giallorossi». Il messaggio azzurro al Capitano: se restiamo divisi, vincono Pd e M5s. In Umbria Fi appoggia la leghista. Tesei: il vice deve essere nostro (Giornale p.9).

Rai. Patto anti-sovranista in Rai. “Facciamo saltare Foa. Poi una legge in stile Bbc”. Il piano di M5S e Pd per rimuovere il presidente vicino alla Lega. Quattro gli strumenti: Tesoro, Mise, accesso agli atti e mozione di sfiducia.

L’interessato ostenta tranquillità: posso ricoprire un ruolo di garanzia (Stampa p.10).

Xylella. La Ue bacchetta l’Italia: «Inerzia sulla Xylella. Manca la prevenzione». Roma rischia multe per inadempienze sugli abbattimenti degli ulivi colpiti dal batterio (Giornale p.13).

Grillo figlio. “Violenza sessuale di gruppo”. Indagati il figlio di Grillo e tre amici. La denuncia di una modella di origini scandinave incontrata in discoteca in Costa Smeralda. Il presunto abuso nella villa del comico. La difesa: era consenziente. Ma c’è un video (Stampa p.11).

La chat segreta di Savoini è ancora nascosta ai pm. I cellulari non sono stati riconsegnati: nei messaggi criptati la verità sull’incontro al Metropol, preparato da mesi (Fatto p.11). Il «terzo uomo» ha l’immunità diplomatica. Andrey Kharchenko è entrato nello staff dell’ambasciata russa a Roma 24 ore prima che esplodesse il caso (Corriere p.12).

La morte di Cerciello, anche il suo collega non aveva la pistola. Non risulta che i carabinieri avessero i tesserini (Corriere p.19). “Attento, è una trappola” I messaggi tra carabinieri prima dell’omicidio. I colleghi che intercettarono per primi i due americani: “Sono due polli”. Invece loro fecero pure un sopralluogo sul luogo dell’incontro (Repubblica p.20).

Spioni russi. Spionaggio, manager russo in cella a Napoli. Accusato di furto di informazioni alla General Electric. Gli Usa chiedono l’estradizione. L’ira di Putin. Il timore dell’intelligence: 007 di Mosca attivi in Italia contro le nostre imprese. Il Dis intensificherà un road-show con le imprese italiane per sollecitarle a difendersi dallo spionaggio cyber ma anche economico di attori ostili (Stampa p.13). Una spia cara a Putin tra Mosca e Pomigliano d’Arco. L’arresto di Alexander Korshunov a Napoli su richiesta dell’Fbi fa infuriare il leader russo. Il complotto internazionale per rubare i segreti aeronautici a un colosso degli Stati Uniti. Il presidente russo a Palazzo Chigi: “Possibili ripercussioni sui rapporti bilaterali”. Utilizzati per il furto tecnici della Avio Aero, società con fabbriche nel collegio del ministro Di Maio (Repubblica p.8).

Riace. Lucano, esilio finito torna a casa il sindaco dell’accoglienza. L’ex primo cittadino: “Riparto da qui, dove tutto è cominciato”. L’abbraccio al padre malato che aveva chiesto di rivedere: “Finalmente libero, tu non mollare” (Repubblica p.23). Il Tribunale di Locri cancella “l’esilio” dell’ex sindaco di Riace contro il parere della Procura (Fatto p.10).

Trojan. Blocco e sms da Vodafone: così s’installò il trojan di Palamara. Al pm fu spento forzatamente il telefono con un provvedimento emesso ad hoc. Così, tagliato fuori dal mondo, il magistrato fu di fatto obbligato ad abboccare (Fatto p.14).

Prescrizione. “Così la prescrizione non va”. Parla Alfredo Bazoli, il capogruppo Pd in commissione Giustizia (Foglio p.IV).

La prima del Giornale. Immigrazione senza più freni. Pronti, via: Salvini indagato. Lucano «liberato», stop ai rimpatri. Toghe e governo all’attacco: soldi per accogliere e lotta alle leggi anti-clandestini. Saviano alza l’asticella: vuole legalizzare la cocaina.

La prima di Libero. I ministri giurano…di farcela pagare. Governo raccapricciante. Immigrati in festa. Con la sinistra al potere aspettiamoci invasione di clandestini, lassismo nella sicurezza, intercettazioni a gogò, tasse sulla casa e probabile patrimoniale. Ecco la svolta di Conte. Arrivano i comunisti all’esecutivo e i vescovi stappano le bottiglie.

La prima della Verità. I giallorossi giurano e si mettono a tavola. La grande abbuffata. Con Sace e Ansaldo si apre la stagione delle nomine, motivo fondante di questo governo voluto da Renzi. Ci sono da spartire 140 super poltrone per ridisegnare la mappa del potere. Nel 2022 la ciliegina sulla torta: il Quirinale. Si parte male: via la legge anti clandestini del Friuli Venezia Giulia e Gentiloni alla Ue.

Il vento è cambiato. Salvini indagato per Carola Libero il sindaco pro immigrati Mentre l’esecutivo giura, all’ex ministro arriva un avviso di garanzia per diffamazione della capitana. E Lucano può tornare nel suo paese super accogliente a spese nostre. Libero p.2

Governo agghiacciante. Festeggiano i clandestini e l’Europa che vuole spolparci Con la sinistra al potere ci dobbiamo attendere una nuova invasione, altre tasse sulla casa, magari una patrimoniale e l’abbandono di ogni politica sulla sicurezza Libero p.3

I titoli di Libero. Resta da piazzare la Chieppa destra del premier. Su Libero a pagina 5.

Gualtieri eredita da Tria 20 miliardi. Dalla correzione di luglio 8 miliardi sul 2020 e meno spread. Dossier di 10 miliardi su tagli e sconti fiscali (Sole p.2). Per il Tesoro senza i 23 miliardi di entrate degli aumenti Iva, il deficit va verso il 3% del Pil. La ricerca di risparmi per dare un segnale sulle tasse. Fitch: si riduce il rischio di scontro con la Ue. La prima partita di Gualtieri: negoziare un deficit più alto. Federico Fubini sul Corriere (p.2).  Manovra da 35 miliardi stretta sugli incentivi. Il deficit ancora in calo. Statali, allarme sul contratto mancano quattro miliardi (Messaggero p.8). Tentati dal deficit pubblico. Il programma economico orientato verso politiche espansive. L’editoriale di Carlo Cottarelli sulla Stampa in prima.

In Italia record di evasione Iva. Persi 33,6 miliardi di incasso. Rapporto della Commissione Ue: in tutta Europa mancano all’appello 137 miliardi (Repubblica p.30).

Il Conte bis esordisce con il golden power. Stretta su Huawei e sulla tecnologia 5G. L’esecutivo avvia i poteri speciali e pone condizioni. Chieste verifiche sulla sicurezza alle società di tlc (Stampa p.7). La lente sul 5G. Il governo: sì ai poteri speciali. Dopo Fastweb l’esecutivo esercita la golden power su Tim, Vodafone e Linkem (Corriere p.30).

Crollo degli ordini nell’industria tedesca Recessione più vicina (Repubblica p.30).

Guerra dei dazi. L’obiettivo è crescere. Si aprono spiragli d’intesa tra Usa e Cina. Telefonata tra il vice premier di Pechino e gli uomini di Trump. A ottobre i colloqui (Messaggero p.18). I dazi frenano gli Usa. La Fed pensa di tagliare i tassi. Powell all’angolo dopo gli attacchi di Trump. Possibile riduzione del costo del denaro dello 0,25% (Stampa p.20).

Johnson abbandonato anche dal fratello, ma non cede: Brexit, meglio morto del rinvio. Il premier insiste: fuori dall’Ue il 31 ottobre. E l’europeista Jo si dimette: conflitto tra famiglia e Paese (Stampa p.15). Dietrofront di Londra, diritti garantiti tre anni ai cittadini Ue. Chi entrerà nel Regno Unito prima del 31 dicembre 2020 potrà restare per un triennio. Occorrerà un permesso di soggiorno temporaneo, controlli più severi (Sole p.21). La premier scozzese Sturgeon: “Il Regno Unito è destinato a morire”. Presto un nuovo referendum, che ci sia la Brexit o no. E noi sceglieremo di essere indipendenti. Dico no a un futuro con tante sofferenze. Il destino della Scozia non sarà nelle mani di forze esterne. Il nostro obiettivo è rimanere in Europa. Johnson? L’ho incontrato, sembra solo uno spaccone (Repubblica p.15).

La Cina si compra l’Iran. Investirà 400 miliardi in 5 anni. Fondi in cambio di sconti su petrolio. Così Teheran aggira le sanzioni Usa. Pechino costruirà infrastrutture per collegare il Paese alla Via della Seta. La Repubblica popolare ad agosto ha importato 925 mila barili di greggio (Stampa p.15).

Bahamas distrutte. Migliaia di dispersi. Un sito creato ad hoc ne conta 5.500. Ancora irraggiungibili le isole più colpite.Trump e la mappa truccata (Corriere p.15).

Guerra in Afghanistan. Il gran rifiuto di Pompeo. Niente pace coi talebani. Il segretario di Stato non intende firmare l’accordo che chiude la guerra dopo 18 anni (Giornale p.10).

La caduta del guru Negroponte che ha difeso le donazioni di Epstein. Il carismatico fondatore del MediaLab di Boston travolto dalle proteste degli studenti perché accetterebbe ancora i fondi del miliardario per finanziare l’istituto (Repubblica p.17).

Buongiorno a tutti. È nato il Conte bis. Stamattina giura al Quirinale. Ma ci sono altre due notizie che sarebbero l’apertura dei giornali se non ci fosse un nuovo governo che nasce: per la Brexit, Johnson battuto due volte alla Camera dei Comuni. E la governatrice di Hong Kong, Lam che ritira la legge sull’estradizione: “Voglio la pace. Buona lettura a tutti.

Forza e debolezza. Forza e debolezza di una alleanza. M5s e Pd hanno messo da parte i combattenti e la discontinuità è evidente, forse anche l’inesperienza. La compagine è dunque meno forte, ma presumibilmente meno litigiosa. È un governo un po’ all’antica, stile Prima Repubblica: il frutto di un accordo piuttosto che una palestra per la competizione elettorale. L’intenzione – pare chiaro – è di durare. Antonio Polito sul Corriere in prima.

Prepotenti. Le magnifiche purghe contro Salvini e Johnson illuminano la storia di due prepotenti puniti e di due crisi parallele, sì, ma molto diverse. Il punto di partenza è che in una democrazia parlamentare, integrata per la bisogna dal clic rousseauiano, non si dà a un dj energumeno senza camicia il diritto di fissare la data delle nuove elezioni, a brevissimo, per avere i pieni poteri. Il secondo punto è che le cose cambiano, e se ieri andare con i 5 stelle voleva dire piegarsi alla loro trionfante e pimpante sottocultura, oggi vuol dire raccogliere le spoglie del loro fallimento. Giuliano Ferrara sul Foglio in prima.

Tante gaffe da dimenticare. Tante gaffe da dimenticare. Il neoministro degli Esteri è approdato al delicato ruolo dopo numerosi incidenti di percorso e anche qualche clamoroso strafalcione. La situazione più delicata si è creata quando andò in Francia a incontrare i leader dei gilet gialli. Gian Antonio Stella sul Corriere in prima.

La storia segreta della pazza crisi. Un mese in bilico, la storia segreta della pazza crisi. Ecco come nasce il governo più sbilanciatoasinistra nel momento in cui l’Italia appare più sbilanciata a destra. Non è certo che il Conte bis arriverà al termine naturale della legislatura, ma la scommessa (un’altra) è che la legislatura arriverà al suo termine naturale. Francesco Verderami sul Corriere a pagina 13.

Brexit. Johnson sconfitto due volte: rinvio della Brexit, no al voto Il Parlamento vincola il premier. Ma lui ora vuole cambiare la legge elettorale. La mossa del governo «Avete bloccato la nostra possibilità di strappare un accordo, non resta che il voto». «È lo stregone Cummings a guidare Boris» LordArcher: c’è ancora una chance. Ridatece Theresa. L’intesa raggiunta da Theresa May con Bruxelles resta ancora la cosa migliore. Con qualche ritocco,Johnson può ancora resuscitarla. Luigi Ippolito sul Corriere a pagina 14.

Hong Kong. Giravolta di Lam “Ritiro la legge Voglio la pace ”. La governatrice azzera le discusse misure sull’estradizione. Ma per i manifestanti è poco. Il dibattito dovrebbe essere condotto in modo pragmatico e in un’atmosfera pacifica Inaccettabile però parlare di amnistia per gli arrestati. Filippo Santelli su Repubblica a pagina 13.

Un esperimento al buio. L’ oggettivo opportunismo della scelta non cancella un merito evidente a quella maggioranza di cittadini che assisteva con preoccupazione, spesso con terrore, alla torsione orbaniana e putiniana che Salvini stava già imprimendo alle istituzioni, con dosi crescenti di un veleno sovranista che ancora più avrebbe intossicato la Repubblica se al leader della Lega fosse stata data l’opportunità di conquistare in sequenza Parlamento, Palazzo Chigi e Quirinale. Stefano Cappellini su Repubblica in prima.

Esordio flop. Dal Fmi alla Bce, l’esordio flop di Christine Lagarde. Meno vincoli fiscali e prosieguo delle politiche di Draghi, poi scivola sulla crisi del 2012: “Spero di non riviverla”. Gaffe e segnali pericolosi. U na cosa l’abbiamo già capita: Christine Lagarde non è un altro Mario Draghi, manca di quella capacità inpnotica che è stata la vera arma non convenzionale usata dal presidente della Bce uscente. Stefano Feltri sul Fatto a pagina 6.

 

 

Buongiorno a tutti. La piattaforma Rousseau ha dato il via libera. Con una maggioranza schiacciante del 79 per cento gli iscritti del Movimento Cinque Stelle hanno votato il sì al governo Conte-bis fondato sull’alleanza tra pentastellati e Partito democratico. Pronta la squadra di governo con Luigi Di Maio agli Esteri e Roberto Gualtieri all’Economia. Già oggi il premier incaricato Giuseppe Conte salirà al Colle con la lista del nuovo esecutivo. «Un altro passo avanti per un governo di svolta» commenta il segretario democratico Nicola Zingaretti. «Durerà poco» prevede il leader leghista Matteo Salvini. Schiaffo al premier britannico Boris Johnson, pugnalato dai suoi e sconfitto in Parlamento che oggi vota il rinvio della Brexit. Il Regno Unito si avvia verso le elezioni anticipate. Buona lettura a tutti.

Nasce il Conte bis. Via al governo Pd-5S. Oggi il Conte bis con il sì di Rousseau. Tra gli iscritti del Movimento un plebiscito, il 79% a favore dell’intesa Di Maio: “Prova di democrazia”. Zingaretti: “Ora cambiamo l’Italia”. Chiuso l’accordo sul programma, il premier incaricato atteso stamattina al Quirinale con i nomi della nuova squadra già nel pomeriggio il giuramento. Il dem Orlando rinuncia. Il leader Cinquestelle e Franceschini capi delegazione. Su Repubblica a pagina 2.

Rousseau ha detto si. Il voto su Rousseau che conferma la nascita di un governo giallorosso segna due punti a livello politico: una vittoria della linea di Giuseppe Conte e la conferma di un nuovo equilibrio, di un nuovo asse guidato da Luigi Di Maio e, dietro le quinte, da Roberto Fico. Non a caso è proprio il capo politico dei Cinque Stelle che con i suoi commenta la vittoria, con parole chiare, che segnano la discontinuità con il passato gialloverde. La chiave del futuro del Movimento e del governo è in un numero: 79%. Tanti sono i sì che «sposano» l’alleanza con i dem e che cambiano i piani e le prospettive dei Cinque Stelle. Sul Corriere a pagina 3.

Pagliacciata. Rousseau, plebiscito farsa. Vince il Sì ma la base si divide. Favorevole il 79,3%. Sui social gli insulti dei contrari. Di Maio sfotte Salvini e promette: «Faremo cose giuste». Sul Giornale a pagina 3. Sessantamila grillini votano sì e beffano 60 milioni di italiani. La votazione sulla piattaforma Rousseau sancisce il via libera al Conte-bis: una pagliacciata spacciata per democrazia diretta che umilia le massime istituzioni del Paese. Con tanto di finta suspense sull’esito. Su Libero a pagina 2.

Spread. È sceso ai minimi da metà maggio dell’anno scorso — prima della nascita del precedente governo gialloverde — lo spread tra il Btp italiano e il Bund tedesco, che ieri ha chiuso le contrattazioni a 159 punti, dai 167 registrati il giorno prima. Così, mentre la Borsa ha avuto un atteggiamento interlocutorio con un calo dello 0,25 per cento, i titoli di Stato hanno preceduto con molto più slancio la notizia del via libera dei Cinquestelle al patto di governo con il Partito democratico. Sul Corriere a pagina 2.

Vigliacchi. L’intervista a Salvini: «Vigliacchi, non durate. Torneremo presto…» Il leader leghista: «La mia sola colpa è di essere stato ingenuo. Ho sottovalutato la voglia di poltrone dei grillini e la loro mancanza di dignità. È il governo dell’odio. Io in crisi di consensi? Fosse così ci farebbero votare. M5S è finito, diventerà una costola di Leu». Su Libero a pagina 7.

D’alema. Il Leader Maximo intervistato dal Corriere plaude al Conte bis: «Alleanza naturale sin dall’inizio. Occasione per ritrovare la strada. La sinistra non ha saputo vedere il disagio sociale, spero nel ritorno a un sano bipolarismo». L’ex premier: «coraggio da parte di Zingaretti. Conte? Ha dimostrato notevoli capacità. Non sono tra quelli che si scandalizzano per il ricorso alla piattaforma Rousseau. Matteo Renzi? Ho notato un certo cambiamento nelle sue posizioni. Considero la sconfitta di Matteo salvini un fatto molto positivo. Il premier ora dovrà tenere insieme qualità e innovazione». Tommaso Labate sul Corriere a pagina 9.

Legittima difesa. Esecutivo di «legittima difesa» contro le ritorsioni di Salvini. Nasce un governo più tecnico che politico. Delrio: «L’importante è partire, poi potremo anche cambiare…». I dubbi di Renzi: «Potevano esserci Cantone o Gabrielli, ma agli Esteri finirà uno che sa l’inglese come l’italiano: male». Augusto Minzolini sul Giornale a pagina 4.

Il normalizzatore. Il piano di Conte per «normalizzare» Palazzo Chigi. Per il premier il successo è anche personale. La linea sui collaboratori chiave: stop ai politici puri. La squadra che ha in mente, spiegano nello staff del presidente, dovrà avere «l’impronta di Conte», con uomini e donne di sua fiducia nelle caselle chiave. Se ci ha messo la faccia, anche con il video appello di lunedì, è perché medita di istituzionalizzare il più possibile il profilo di Chigi, bonificando metaforicamente i piani alti del palazzo dagli echi dei conflitti quotidiani che hanno funestato il governo con la Lega. Via i due vicepremier in perenne competition e via, probabilmente, anche i sottosegretari con stanze nel palazzo del governo. Il premier sembra determinato a «normalizzare» Palazzo Chigi diventandone il primo e quasi unico inquilino, così da evitare il più possibile sabotaggi, trappole e corto circuiti. Monica Guerzoni Sul Corriere a pagina 5.

Mattarella. I punti fermi di Mattarella su conti pubblici ed Europa. Il capo dello Stato non ha raccomandazioni specifiche da rivolgere a Giuseppe Conte, se non quella, che gli ha ripetuto più volte, di «fare il premier e non il notaio di due forze politiche». Con l’incitazione a lavorare nei limiti dello sforamento di bilancio e di un accordo che escluda l’uscita dall’Europa. Cosa che non sarebbe neppure necessario dire visto che Conte sembra già orientato bene di suo. Marzio Breda sul Corriere a pagina 7.

Totonomi. Finita la stagione delle liti. Preferito il tecnico Chieppa a Spadafora. Lamorgese al Viminale. Il premier: decido io sul sottosegretario. Di Maio va agli Esteri. Sulla Stampa. Per l’Economia il nome è Gualtieri. Torna Franceschini. Uno storico esperto di Ue, scelta politica. Il nodo sicurezza, a un prefetto il dopo-Salvini. Il capo 5 Stelle tra caos Libia, Cina e Nato. Scoglio Jobs act per l’esordiente Morra al lavoro. (Corriere p.5). Un ministero per l’innovazione. Lo vuole Conte e andrà ai 5S. Il nuovo dicastero dovrebbe accorpare dipartimenti e agenzie Obiettivo: digitalizzare. Su Repubblica a pagina 4. Un italiano da Bruxelles al Tesoro Mattarella si riserva la parola definitiva. Sul Messaggero a pagina 3.

Commissario Ue. Gentiloni in pole position per andare a Bruxelles. Sul Corriere a pagina 5. La vendetta fredda di Renzi: veto su Gentiloni in Europa. Matteo blocca l’ex premier commissario Ue. Zingaretti non arretra. Von der Leyen: decisione entro venerdì. Sul Giornale a pagina 8.

Rai. Panico in Rai, Foa medita la resa Ai piani alti si riscopre la sinistra. Sul Fatto a pagina 8.

No a Mieli. Doppia contestazione per Paolo Mieli e il suo editoriale di ieri. Da Prodi sul Corriere: “Io sono per il maggioritario, la stabilità è necessaria per un governo che voglia produrre innovazioni. Per questo ho sempre insistito molto sui programmi comuni e sul maggioritario o alla francese o all’inglese”. Sul Corriere a pagina 5. Da Giuliano Ferrara sul Foglio: Mieli e l’autogol di chi non riconosce che cos’è una leadership, l’odio che vuole cancellare i due capolavori di Renzi: un governo sventato, un altro realizzato. Sul Foglio in prima.

D’alema. Il Leader Maximo intervistato dal Corriere plaude al Conte bis: «Alleanza naturale sin dall’inizio. Occasione per ritrovare la strada. La sinistra non ha saputo vedere il disagio sociale, spero nel ritorno a un sano bipolarismo». L’ex premier: «coraggio da parte di Zingaretti. Conte? Ha dimostrato notevoli capacità. Non sono tra quelli che si scandalizzano per il ricorso alla piattaforma Rousseau. Matteo Renzi? Ho notato un certo cambiamento nelle sue posizioni. Considero la sconfitta di Matteo salvini un fatto molto positivo. Il premier ora dovrà tenere insieme qualità e innovazione». Tommaso Labate sul Corriere a pagina 9.

I numeri. Al Senato fiducia sul filo di pochi voti. Il no di Bonino. Incertezze tra i senatori a vita e gli ex grillini. Per ora prevale il partito dell’attendismo. Su Repubblica a pagina 2. Saranno necessari i voti di senatori grillini molto discussi come Lannutti, Dessì, Airola. Tutti adesso pro Dem. Tra post antisemiti, no vax e botte: ora anche gli impresentabili servono. Lannutti: “Io voto sì, siamo grati al grande Beppe lucida guida suprema” (Stampa p.4). Prima uscita: il compagno Bruno si stacca da +Europa. Tabacci annuncia il sì a Conte, contrari Bonino&C. Sul Fatto a pagina 9.

Sondaggio. Il patto giallorosso non piace agli italiani. Il 44% lo valuta negativamente. E il centrodestra ha un consenso maggiore di Pd-M5S. Sul Quotidiano Nazionale a pagina 7.

Conte & Grillo. La vittoria dello strano tandem Conte-Grillo. Casaleggio contrario ma è stato rassicurato. Di Maio battuto, resiste come capo politico. Messo all’angolo il fronte del no da Di Battista a Dettori e Paragone. Il figlio del fondatore ha rivendicato col premier il ruolo futuro per Rousseau. Sulla Stampa a pagina 4. M5S, la vittoria di Grillo. Festeggia l’ala sinistra. Di Maio si adegua al risultato di Rousseau e Casaleggio esalta la partecipazione al voto ma la diarchia non controlla più il Movimento. Il ruolo decisivo di Fico nelle trattative. Sulla Repubblica a pagina 6. Chi vince, chi perde. Il potere nel M5S. Il garante è tornato in scena. Casaleggio «costretto» a disobbedire al padre. Di Maio si indebolisce. Sale Fico e scende Dibba. Sul Corriere a pagina 4.

Grillo. Dopo tanto tergiversare, Beppe Grillo ha battuto un colpo, dimostrando in modo netto, come sia sempre lui il più amato del M5S, l’unica persona che i militanti seguirebbero ovunque. Per la prima volta in questi anni da Cincinnato, si è messo in gioco con convinzione. Questo nuovo inizio, che in qualche modo riporta il M5S nell’alveo movimentista dove era stato concepito, ha un solo padre. Piaccia o non piaccia a quanti nel Movimento avevano interesse a sminuire il suo peso, il vincitore assoluto è lui. Sul Corriere a pagina 4.

Editti digitali. La Rete non è mai stata così piena dei loro micro-video autoprodotti e provateci voi a sostenere due minuti di soliloquio tutti i giorni davanti a uno smartphone sembrando tosti, lucidi, convincenti. Magnetici, se possibile. Federico Fubini sul Corriere a pagina 4.

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La fase 2. Luigi Gallo, il deputato del M5S vicino al presidente della Camera Fico: “Il voto ha dato l’ok all’intesa parlamentare. Non parleremo più soltanto di sbarchi. Adesso è iniziata la fase 2 del Movimento”. Sulla Stampa a pagina 2.

Malumori Pd. Il Pd: nessun caso poltrone, puntiamo al rinnovamento. Nel Conte-bis, a parte Franceschini, esclusi i dem con un dicastero nei governi Letta, Renzi e Gentiloni. Sul Corriere a pagina 9. Orlando resta fuori, sarà vicesegretario unico. Ma tra le correnti è battaglia sui ministri. Sul Messaggero a pagina 2. I dubbi di Renzi: “Non è il dream team ma Salvini ha perso”. L’ex premier avrebbe preferito altri nomi in squadra però mostra a tutti gli sms degli amici europei: “L’Italia è tornata”. Sta già preparando la Leopolda di ottobre. Tema: il rischio razzismo. Ma resta coperto su come si muoveranno i suoi in Parlamento. Su Repubblica a pagina 9.

Programma. Molta continuità ma si cambia su flat tax, pensioni e migranti. Fra giallorossi e gialloverdi poche differenze lessicali su politica di bilancio, giustizia, risparmiatori, conflitto di interessi, banca per gli investimenti e digitalizzazione Pa. Ci penseranno i prossimi consigli dei ministri a chiarire quanto cambierà il percorso: dicendo addio alle ipotesi di Flat Tax che hanno dominato il dibattito negli ultimi mesi, rimettendo mano a quota 100 e definendo il restyling dei decreti sicurezza come chiesto dal Quirinale. Debito, deficit e tagli: il nuovo programma ancora senza numeri. Sul Sole a pagina 2.

Programma 2. Niente trivelle e inceneritori. Sui migranti è dietrofront. Un accordo in 28 punti: sanzioni rimodulate per le Ong. Pronta la manovra, risorse da spending review e detrazioni. Nell’ultimo vertice inseriti altri due temi: incentivi alle piccole e medie imprese e sostegno all’agricoltura. Sul Messaggero a pagina 5.

Programma 3. Dalle tasse all’ambiente, i nodi del programma. I tagli di spesa promessi che nessuno realizza. La riforma elettorale, così i 5S sono al centro del sistema politico. Ok alla riduzione dei parlamentari e alla sfiducia costruttiva. Legge attesa da 25 anni Torna in agenda il conflitto d’interessi. Via al “green new deal” ma nessuno stop a trivelle e inceneritori. Nuova strategia sui migranti e la difficile sponda europea. Divario Nord-Sud, con la banca pubblica il rischio di clientele. L’attenzione per Roma Cambiano le alleanze per il Campidoglio. Sulla Stampa a pagina 6 e 7.

Patto. Carlo Bonomi (Confindustria): “Un patto con sindacati e governo per alzare gli stipendi dei giovani. Dobbiamo evitare la fuga delle eccellenze. Quota 100 non è la strada giusta, piuttosto va detassato il trasferimento di competenze. Far parte di una classe dirigente responsabile significa provare a spegnere il cerino invece che passarlo alla generazione che verrà”. Su Repubblica a pagina 13.

Utopia. Il progetto economico: un’utopia da 40 miliardi senza nessuna copertura. Il libro dei sogni giallorosso è una lista della spesa con la solita formula del «tassa e spendi». Sul Giornale a pagina 7.

Ira Salvini. L’ira di Salvini: «Non durerete». Via alla campagna per le Regioni. Il leader leghista ora va all’attacco anche di Di Maio. Meloni: «Voto 5 Stelle sulla piattaforma Trouffeau». Sul Corriere a pagina 10.

Traversata. Ora Salvini rincorre. Ma la «traversata» durerà fino al 2021. Il governo si puntellerà sulla legge elettorale. Lunga telefonata tra Zingaretti e il Cavaliere. Sul Giornale a pagina 9.

Giorgia Meloni. La leader di FdI: “Un governo che garantisce burattinai e manovratori. La gestione della crisi da parte della Lega ha finito per creare parecchia confusione. Vogliono Prodi al Colle per svenderci all’Europa”. Sulla Stampa a pagina 8.

Berlusconi. L’allarme di Berlusconi: libro dei sogni Pd-M5s che costerà caro all’Italia. Il leader di Fi preoccupato. La Bernini boccia il voto su Rousseau: umilia la Costituzione. Sul Giornale a pagina 9.

Berlusconi. Il Cav. tentato dall’appoggio esterno. In cambio all’Agcom non ci saranno nemici. Sulla Verità a pagina 11.

T 9 Metropol

Il rapporto della Finanza sulla base delle segnalazioni ricevute da Bankitalia: nel mirino le operazioni finanziarie sull’asse Mosca-Roma. Regali milionari e flussi di denaro sospetti. Gli affari segreti dei leghisti del Metropol. Il capo del Centro di cultura russa a Roma ha movimentato 2,2 milioni in contanti (Stampa p.10). Bonifici, contanti e vendita di case nella rete del Metropol di Mosca. Il rapporto della Finanza sulle operazioni sospette e i legami con la Lega. Fiorenza Sarzanini sul Corriere (p.11).

Ritorno a Moscopoli I legami con Putin dei russi al Metropol Svelata l’identità di Andrej Kharchenko. Braccio destro del filosofo sovranista Dugin era all’incontro a Mosca con il leghista Savoini

Alla trattativa sulla presunta compravendita di petrolio per trovare i fondi per il partito di Salvini confermata la presenza di Jakunin vicino a Pligin, socio del vicepremier

Repubblica p.15

T 10 Migranti

Eutanasia di un decreto. Così i porti si sono riaperti. Le norme volute da Salvini per fermare i migranti messe in fuorigioco (Repubblica p.14). Tra i migranti ora sbarcano intere famiglie di libici in fuga. Insieme ai 104 tratti in salvo lunedì anche 29 berberi. L’Unhcr: Paese al collasso, evacuiamo subito i rifugiati (Stampa p.12).

Il ministro degli Esteri della Finlandia Pekka Havisto, che presiede il semestre europeo: “Immigrazione necessaria, Bruxelles creerà un gruppo di Stati volenterosi dell’accoglienza. La Ue ridistribuirà i profughi ma l’Italia collabori sulla Libia. L’operazione Sophia ha creato benefici a tutti e va rilanciata L’immigrazione per noi è un tema chiave. Oggi servirebbero le competenze che Prodi condivise con l’Europa al tempo di Gheddafi (Stampa p.11).

T 10 ambientalisti

La leader del Wwf “Capisco Jovanotti noi ambientalisti divisi

Contro noi e Lorenzo attacchi assurdi Le nuove sfide globali ci impongono di arrivare a più gente ecco il perché della nostra scelta pop

Repubblica p.22

T 10 terremoro

«Un sms per il sisma» Ma i trenta milioni sono ancora bloccati `Tre anni dopo il terremoto di Amatrice la burocrazia frena i progetti già finanziati

U n sms per aiutare le zone terremotate del Centro Italia. Ma a tre anni dalle scosse di agosto con epicentro Amatrice e nonostante le tante polemiche sull’utilizzo degli oltre 34 milioni e mezzo di euro raccolti con gli sms solidali, qualche progetto solo adesso inizia a vedere luce.

Messaggero p.13

T 10

T 10

T 10

ECONOMIA

Carlo Bonomi (Confindustria): “Un patto con sindacati e governo per alzare gli stipendi dei giovani. Dobbiamo evitare la fuga delle eccellenze. Quota 100 non è la strada giusta, piuttosto va detassato il trasferimento di competenze. Far parte di una classe dirigente responsabile significa provare a spegnere il cerino invece che passarlo alla generazione che verrà” (Repubblica p.13).

1 ex ilva

Sbloccato il decreto ex-Ilva: tutele legali per ArcelorMittal Industria. L’immunità penale ed amministrativa non viene ripristinata tout court ma circoscritta Attesa una valutazione del colosso dell’acciaio che entro venerdì deciderà sulla chiusura dell’impianto

Sole p.7

2 Dazi

Dazi. Usa, la guerra dei dazi colpisce l’industria brusca frenata del settore manifatturiero. Ma Trump non molla e annuncia un possibile nuovo inasprimento delle tariffe contro la Cina. Sul Messaggero a pagina 15.

Dazi 2. Guerra dei dazi, quanto ci costerà? Per l’Italia un conto fino a 5 miliardi. Alimentare e auto tra i settori a rischio. Le «catene» dell’export: cosa sono e perché. Se si spezzano siamo tutti più poveri. Il dataroom di Milena Gabanelli sul Corriere a pagina 13.

Usa, la guerra dei dazi colpisce l’industria brusca frenata del settore manifatturiero. Ma Trump non molla e annuncia un possibile nuovo inasprimento delle tariffe contro la Cina (Messaggero p.15).

Guerra dei dazi, quanto ci costerà? Per l’Italia un conto fino a 5 miliardi. Alimentare e auto tra i settori a rischio. Le «catene» dell’export: cosa sono e perché. Se si spezzano siamo tutti più poveri. Il dataroom di Milena Gabanelli sul Corriere (p.13).

3 Auto

FiatChrysler eAlfaRomeo l’orizzonteincerto dell’automobile

Corriere p.30

4 clima

Effetto clima, in Italia rischio di svalutazione dei terreni. I cambiamenti climatici dovuti all’inquinamento rischiano di provocare in Italia la maggiore perdita aggregata di valore dei terreni agricoli tra i Paesi Ue (Corriere p.30).

Effetto clima. In Italia rischio di svalutazione dei terreni. I cambiamenti climatici dovuti all’inquinamento rischiano di provocare in Italia la maggiore perdita aggregata di valore dei terreni agricoli tra i Paesi Ue: tra 58 a 120 miliardi di euro in meno entro il 2100, una diminuzione quantificabile tra il 34 e il 60%. Sul Corriere a pagina 30. More

5 wirpol

“Whirlpool lascia Napoli ma un piano da 20 milioni garantirà il lavoro a tutti”

Non delocalizziamo è la crisi del mercato a costringerci Avremmo fatto lo stesso anche al Nord Gli ammortizzatori non risolvono. È pronto un progetto di riconversione della fabbrica con un nuovo titolare Saranno assicurati l’occupazione e i salari pieni

Repubblica p.27

ESTERI

1 Brexit

Schiaffo a Boris. Londra verso il voto Pugnalato dai suoi e sconfitto in Parlamento, che oggi vota il rinvio della Brexit. Lui per risposta vuole le elezioni. È Hammond il regista della rivolta moderata. L’ex vice di May, da «noioso» a congiurato: «Così i Tories rischiano la fine» (Corriere p.12).

Per il 1° novembre il governo ordina sacchi per cadaveri: «Aumenteranno i morti». La causa i ritardi nella fornitura di medicinali e prodotti farmaceutici come l’insulina (Messaggero p.10).

Brexit, Johnson sconfitto a Westminster “Siamo pronti alle elezioni anticipate” Il Parlamento britannico vota sì a una mozione per bloccare l’addio all’Unione europea senza accordo

Lotta all’ultimo voto a Westminster. La defezione di Phillip Lee, un parlamentare Tory passato al partito liberaldemocratico, ieri ha privato il Governo della maggioranza in Parlamento proprio nel momento in cui ogni singolo voto potrebbe essere cruciale. È ormai scontro aperto tra il premier Boris Johnson e i deputati conservatori contrari a un’uscita della Gran Bretagna dall’Unione Europea senza un accordo. Resiste invece l’alleanza tra partiti di opposizione, che oggi intende avviare la procedura di approvazione della legge contro “no deal”.

Sul Sole a pagina 20.

La notte di Boris il prestigiatore tradito dagli amici Il suo mito è Winston Chrurchill. Ma ironia della sorte, l’erede del premier più amato è tra i conservatori che gli hanno votato contro

Repubblica p.17

2 Hong Kong

Hong Kong e la leader senza potere. Lam: governo per conto di Pechino.

La governatrice dell’ex colonia ammette in un audio segreto: mi sarei dimessa se avessi potuto. Nessun margine di manovra per dialogare con i manifestanti. La crisi viene gestita dalla Cina (Stampa p.11). L’audio rubato che agita Hong Kong. La leader: lascerei, ma non posso. E si lamenta: «Non vado più dal parrucchiere». Pechino evoca lo stato d’emergenza (Corriere p.14).

3 Assad

Mosca vuole essere pagata per il sostegno bellico. Il Raiss costretto a cedere miniere, aziende nazionali e impianti Putin presenta il conto della guerra Assad svende beni di Stato ai russi

I fondi per saldare i debiti pescati anche nelle tasche del clan famigliare

Stampa p.14

4

GIUSTIZIA

1 codice rosso

Codice rosso, la guerra senz’armi e senza soldati alla violenza domestica

Gli esperti, gli operatori del settore e anche le opposizioni in Parlamento lo avevano previsto in coro: senza lo stanziamento di nuove risorse, il Codice rosso (la legge che tutela le vittime di violenza domestica e di genere voluta da Lega e Movimento 5 stelle ed entrata in vigore lo scorso 9 agosto) si rivelerà inefficace. E così è stato. A confermarlo, tristemente, è la vicenda di Adriana Signorelli, la donna trovata morta accoltellata nella notte tra sabato e domenica nella sua abitazione a Milano. Tre giorni prima di morire, la donna aveva denunciato l’ennesima aggressione da parte del marito, ora fermato per omicidio, attivando la procedura prevista dal Codice rosso. La donna era infatti stata sentita dalla Polizia giudiziaria, che le aveva consigliato di cambiare casa. Lei aveva assicurato che sarebbe andata a vivere dalla figlia per qualche giorno, ma non ha poi mantenuto la promessa. Per l’uomo, invece, nessun provvedimento nonostante meno di un anno fa avesse tentato di dare fuoco alla porta dell’appartamento di lei e di sfregiarla rovesciandole addosso una tanica di benzina e candeggina. Nemmeno un aggravio della misura dell’obbligo di firma disposta mesi fa per una condanna a 1 anno e 4 mesi per maltrattamenti del figlio. Nonostante l’attivazione del Codice rosso, così, la donna non è riuscita a salvarsi. Un’ondata di polemiche ha travolto la procura di Milano, tanto da spingere il procuratore capo Francesco Greco a intervenire, evidenziando le oggettive criticità della nuova legge: “Qua nessuno vuole contestare il Codice rosso, dico che sta diventando un problema a livello pratico, il problema è come gestirlo, già ora ci sono 30 allarmi al giorno (ossia denunce o segnalazioni in procura, ndr) e ciò ci impedisce di estrapolare i casi più gravi”. Già nei giorni scorsi, infatti, si era saputo che gli uffici della procura milanese sono stati sommersi da “una marea” di segnalazioni di presunti abusi, violenze o atti persecutori e che ciò ha causato alcune “difficoltà” nella stessa gestione di segnalazioni e denunce. Tra i punti principali della nuova legge, infatti, oltre all’aumento delle pene, c’è l’obbligo per la polizia giudiziaria di comunicare al magistrato (il pm di turno) le notizie di reato di maltrattamenti, violenza sessuale, atti persecutori e lesioni aggravate avvenute in famiglia o tra conviventi. E le vittime, secondo le nuove norme, devono essere sentite dal pm entro tre giorni dall’iscrizione della notizia di reato. Greco lunedì ha chiarito che già nel 2018 la procura milanese ha gestito “5.395 procedimenti” per “reati da ‘codice rosso’”, quando non era ancora in vigore, ossia “2.121 per maltrattamenti, 1.151 per stalking, 574 per violenza sessuale e 34 per violenze su minori”. “Se quest’anno si ripetessero quei numeri – ha aggiunto il procuratore – avremmo, come l’anno scorso, 15 ‘codici rossi’ al giorno, ma già ora si viaggia sui 30 allarmi al giorno e ciò impedisce di estrapolare i casi più gravi”. Per Greco, dunque, il Codice rosso è certamente “utile” e importante, ma “il problema è come gestirlo” e si rischia di non riuscire a “estrapolare i casi più gravi” dalla marea di denunce, anche perché tutti i casi per legge devono essere trattati “con urgenza”. Si tratta proprio del pericolo che era stato individuato da più parti (in primis dagli stessi operatori del settore, come i centri antiviolenza) lo scorso luglio, al momento dell’approvazione definitiva della legge sul Codice rosso da parte del Senato: il testo, oltre ad affrontare il fenomeno della violenza sulle donne con meri interventi repressivi, e non di prevenzione, è a “invarianza finanziaria”, cioè non prevede nessuno stanziamento di risorse che possa permettere agli uffici giudiziari di far fronte all’inevitabile aumento di denunce per maltrattamenti. Col rischio che, in questa “marea” di denunce, alcuni casi continuino a sfuggire all’attenzione della magistratura e possano risultare fatali per molte donne. Anche questa legge populista e inefficace fa parte dell’eredità lasciata dalla maggioranza gialloverde al governo che verrà.

2 Diabolik

Diabolik e il video choc I dubbi della procura sulla pista politica Rommel,l’estremistaarrestato,saràsentitodagliinquirenti

Corriere p.17

La ’ndrangheta fa paura all’uomo di Carminati “Ora voglio parlare” Gaudenzi e la richiesta di incontrare il procuratore Gratteri Accuse alla galassia nera che lo attacca: “Impazzito o manovrato”

Per la procura di Roma i clan pronti a sfìdare la vecchia criminalità

Repubblica p.21

Diabolik, duello tra fascisti: dopo il video parla Boccacci

L’ex capo di Movimento politico contro “Rommel” Gaudenzi, che si è fatto arrestare dicendo: “So chi ha ucciso Piscitelli”

Fatto p.14

3

LETTURE

1

2

3

Codice Rosso. La guerra senz’armi e senza soldati alla violenza domestica. Gli esperti, gli operatori del settore e anche le opposizioni in Parlamento lo avevano previsto in coro: senza lo stanziamento di nuove risorse, il Codice rosso (la legge che tutela le vittime di violenza domestica e di genere voluta da Lega e Movimento 5 stelle ed entrata in vigore lo scorso 9 agosto) si rivelerà inefficace. E così è stato. Sul Foglio a pagina 3.

 

Buongiorno a tutti. Il passo indietro di Di Maio – non farà il vicepremier – risolve la crisi. Appello di Conte alla base grillina: «Governo forte e stabile, basta dubbi, è il momento di sognare». E di «cliccare»: i 5 Stelle oggi decidono tutto con la piattaforma privata Rousseau. Ma la crisi di governo in Italia è niente se si guarda a quello che sta succedendo in Gran Bretagna sulla Brexit. Boris Jhonson minaccia i suoi deputati che voteranno contro. Buona lettura a tutti.

Non faccio il vicepremier. Il passo indietro di Di Maio spiana la strada al Conte bis. La resa del grillino: “Non sarò vicepremier”. Si sblocca lo stallo con il Pd. “Avevamo due strade: il voto o cercare qualcuno disposto a realizzare il nostro programma. Non c’è un voto giusto o sbagliato su Rousseau. Il Movimento 5 Stelle ha già vinto”. Stampa. Le pressioni di Grillo sul passo indietro. Il capo punta al Viminale, ma potrebbe stare fuori. Ai suoi spiega: sui ruoli a Palazzo Chigi decide Conte. Corriere. Il segretario dem: è stato ridimensionato d’ora in poi trattiamo solo con il premier. Messaggero.

Rousseau. Oggi il voto degli attivisti. Il governo giallorosso appeso a 110 mila iscritti della piattaforma. L’incognita di Rousseau spinge all’appello il premier. Lite tra il capo M5S e Grillo (Stampa p.3). Con il no di Rousseau si va al voto Il Capo dello Stato vede solo due opzioni: o il Conte bis o la fine della legislatura (Repubblica p.7). La buffonata di Rousseau: governo appeso a qualche clic. Voto pilotato verso il «sì» tra pressioni e trucchetti (Giornale p.5). Nicola Biondo, ex capo della comunicazione del Movimento: «Il M5s è un’azienda di Casaleggio Luigi si piegherà ai suoi diktat» (Qn p.3). Il figlio del fondatore rimasto contrario fino all’ultimo (Stampa p.2). L’ira di Grillo per il quesito: “È scritto male” (Fatto p.3). “Luigi, boicotti l’accordo col Pd?” La telefonata di Grillo sblocca lo stallo (Repubblica p.4). “Il voto su Rousseau può buttare a mare la democrazia rappresentativa” secondo Cesare Mirabelli, presidente emerito della Consulta (Stampa p.4).

Conte. L’appello (accorato) di Conte: non lasciate i sogni nel cassetto. «Seria preoccupazione» per l’incognita Rousseau. Il messaggio agli attivisti M5S: garantisco io (Corriere p.5). Il Movimento ha sempre detto che avrebbe provato a realizzare il suo programma senza farne una questione di schieramenti. Non tenete in un cassetto questi sogni” (Repubblica p.2).

Totoministri 1. Il capo grillino verso la Difesa Per Orlando ipotesi Esteri (Repubblica p.3). Franceschini e Orlando possono restare fuori. Rebus Di Maio: indeciso se prendere gli Esteri. Pd a caccia di tecnici. Viminale sbarrato per il leader M5S. I grillini spingono Spadafora sottosegretario (Stampa p.6). Conte offre gli Esteri a Luigi ma lui chiede il Viminale. Fallito il piano di dare a Di Maio un nuovo dicastero per il Sud, stop dem sull’Interno. Braccio di ferro sul sottosegretario alla Presidenza: M5S vorrebbe Spadafora (Messaggero p.3).

Totoministri 2. Ipotesi Franceschini alla Difesa, per il Mise Buffagni o De Micheli. Ancora un tecnico all’Economia: Rossi o Scannapieco. Lamorgese al Viminale. Giulia Grillo verso la riconferma alla Salute, ai 5Stelle anche la Scuola (Messaggero p.6). Orlando vicino agli Esteri. Errani il nome di Liberi e Uguali. Senza vice, il nodo del ruolo che occuperà Di Maio. De Micheli verso lo Sviluppo, dentro anche Franceschini (Corriere p.6). Carla Ruocco: «Serve una diversa squadra di governo rispetto per gli uscenti ma temi nuovi» (Messaggero p.5).

Commissario. Commissione Ue, rinvio per il caos italiano. In pole Gentiloni: punta alla Concorrenza. La formazione del nuovo esecutivo a Bruxelles sospesa finché Roma non avrà indicato il suo nome. L’obiettivo è di ottenere un portafogli di rilievo c’è anche Delrio tra gli altri possibili candidati (Messaggero p.3).

Pd. La legge elettorale nel programma in cambio del taglio degli eletti. I dubbi del Pd: se il sì sarà risicato, Di Maio chiederà altro? (Stampa p.5). Zingaretti chiede un «cambio» a partire dal decreto Sicurezza. Il leader vuole anche frenare i malumori interni. Le preoccupazioni di Gentiloni. Critici Orfini e Sensi (Corriere p.7). Il commissario dem Verini: «Intesa anche in Umbria? Lo spero ma non è automatico» (Corriere p.7).

Lega. La provocazione della Lega: “Nove senatori 5S contro la fiducia”. (Repubblica p.5). Il rischio di un Senato in bilico. «Non offriamo posti sicuri, spetta a loro dare un segnale Ma si valuterà» (Corriere p.8). “Gravi responsabilità per Mattarella se avalla questo obbrobrio politico. Il Colle non si presti a all’inciucio tra Pd e 5S”. Lo chiede il vicesegretario della Lega Andrea Crippa. “C’è un diktat che arriva dall’Europa per espropriare gli italiani del diritto di decidere” (Stampa p.4).

Fi. I piani di Mara Anziché pensare a Forza Italia la Carfagna attacca il Carroccio (Libero p.7). «La Lega vada oltre la destra o rischia di restare isolata. Un errore ritentare con M5S». Toti a Matera lancia “Cambiamo”. Da FI ricette Anni 90 (Corriere p.6).

Programma 1. Sui decreti sicurezza non c’è l’accordo. Rush finale oggi per la stesura delle linee comuni di M5S e Pd per il governo giallo-rosso. Manca l’intesa su circa la metà dei 30 punti del documento conclusivo. Il nodo principale riguarda la modifica delle “leggi Salvini”. Sì al taglio dei parlamentari ma con una nuova legge elettorale. Consenso sull’economia (Repubblica p.6). Entra la legge elettorale. Nodo sicurezza e trivelle. Gli statali assenti nelle bozze. Tra le priorità spunta la democrazia diretta (Messaggero p.7).

Programma 2. Pensione di garanzia per i lavoratori giovani (Repubblica p.6). Dai processi alle garanzie, tutte le incognite dell’accordo. Le tensioni sul decreto sicurezza e le intercettazioni, ma il primo terreno di confronto è la prescrizione (Corriere p.9). Lo Sport dopo Giorgetti: in ballo l’impero Coni (e gli omaggi vip). In bilico il futuro della riforma voluta dal leghista: M5S vuole riconfermarla, il Pd smontarla. Decisiva l’assegnazione della delega (Fatto p.10).

Manovra. Il dilemma della manovra. Almeno 15 miliardi o più deficit. La caccia ai fondi necessari perle misure proposte, a cominciare dalla riduzione del cuneo fiscale. Federico Fubini sul Corriere (p.9). Così il Conte Dracula ci succhierà il sangue Dalla nuova stretta per i pensionati fino alle spese per i migranti e alle mance a pioggia: prepariamoci a un altro assalto contro chi lavora e paga le tasse (Libero p.3). Deficit, entrate e spread per la legge di bilancio maxi-dote da 20 miliardi. Già acquisiti risparmi su Quota 100 e minori spese per interessi. Ora l’obiettivo è ottenere dalla Ue più flessibilità sugli investimenti (Messaggero p.8).

Manovra 2. Tasse: nel programma entra il taglio Irpef, c’è il nodo risorse. Le priorità in manovra restano riduzione del cuneo e stop all’Iva. Tempi più lunghi per la riforma fiscale. Coperture da Quota 100, anti evasione e bonus Ue. Green economy, serve l’intesa su 19 miliardi di sussidi da tagliare. Boccia: la priorità vada a lavoro e crescita Terzo trimestre debole, rischi al ribasso (Sole p.5).

Confindustria. “Basta parlare di poltrone. Il nuovo governo cambi subito il decreto dignità”. Luciano Vescovi, presidente di Confindustria Vicenza: “È un anno molto difficile, tra dazi e Brexit le imprese non investono”. L’ultimo anno di governo è stato disastroso. Col nuovo esecutivo temo la confusione (Stampa p.6). Economia bloccata, rischio stagnazione. Confindustria: crescita piatta anche nel terzo trimestre. L’indice dell’attività manifatturiera è sotto 50: indica un’economia in contrazione. Il tasso sul Btp decennale è all’1.01%. In Francia e Germania è negativo, in Spagna a +0,12% (Stampa p.7).

Eni. “Salvini al tavolo con Descalzi e l’uomo chiave del Russiagate”. Una fonte politica rivela l’incontro tra Matteo, il numero uno di Eni e Savoini la scorsa primavera. L’azienda nega: “Non si sono mai visti, la notizia è falsa”. Ferlenghi, il manager vicino ai russi che unisce la Lega al colosso italiano (Fatto p.8).

Codice rosso. Violenze e abusi sulle donne. Il Codice rosso fa flop. Il procuratore Greco dopo l’ultimo femminicidio: “30 allarmi al giorno, difficile gestirli” (Fatto p.16). «Giusta ma difficile da gestire». Il procuratore sulla donna assassinata a Milano. Attivò il codice rosso 4 giorni prima (Corriere p.16). Tante denunce non è semplice individuare le più gravi. Il Commentio di Giuseppe Guastella sul Corriere (p.16). Ma la madre della legge rilancia «Dev’essere applicata con rigore». Giulia Bongiorno «abbiamo dato risorse in più agli uffici» (Qn p.7).

Rommel. Arrestato Fabio Gaudenzi: «Parlo solo con Gratteri». Spunta la pista calabrese. Già condannato per Mondo di Mezzo. Gli inquirenti: «Ha paura anche lui» (Messaggero p.13). Il fascista con la pistola “So chi ha ucciso Diabolik”. Arrestato Gaudenzi, braccio destro di Carminati. Due video shock caricati su Youtube e una lista di nomi: “Infami, lasciate la città o morirete”. Sapeva di essere nel mirino. Con la sua resa tramonta il potere nero del crimine. A Roma è saltata la pace mafiosa e “Rommel” temeva di essere la prossima vittima. La sua intercettazione: “Io ho portato la politica nelle curve, un bel covo di criminali”. Il commento di Paolo Berizzi. L’omaggio delle curve all’ultrà assassinato. Così si celebra la sconfitta dello Stato (Repubblica p.17).

Migranti 1. Il giorno degli sbarchi. Si sgretola il muro di Salvini. La Lifeline dichiara lo stato di emergenza, ignora il divieto e approda a Pozzallo: scatta il sequestro. Sbloccata anche l’impasse della Mare Jonio: tutti a terra. Altri arrivi su barchini e navi della Marina (Repubblica p.10).

Migranti 2. Via i paletti del Capitano. Il Pd prepara il governo ma ha già riaperto i porti. Conte e Zingaretti, sponsorizzati dall’Europa fanno cadere le barriere. Si torna a sbarcare (Giornale p.3) Altre due navi sbarcano il loro carico di clandestini in Italia. Salvini è appena andato e arrivano i profughi. Le Ong hanno deciso di comandare sulle nostre acque e i magistrati glielo lasciano fare, ribaltando le leggi sulla sovranità (Libero p.9). Macchè per l’immigrazione, qui c’è bisogno di un Ministero per gli italiani. Maurizio Belpietro sulla Verità. Le scelte difficili al tempo del doppio governo. Ma ora Conte accelera: «Superare Dublino». Niente linea dura ma neanche porti aperti: il premier punta a negoziare con la Ue una strategia organica (Messaggero p.9).

Migranti 3. Piccoli gruppi e approdi nascosti. L’80 per cento dei migranti in Italia con «sbarchi fantasma». Arrivati così almeno 4.300 stranieri. Il paradosso e il nodo divieti. I piccoli natanti, per sfuggire ai controlli, battono rotte diverse da quelli che partono dalla Libia, visto che provengono spesso da Tunisia, Algeria e Turchia. Fiorenza Sarzanini sul Corriere (p.11). Salvini in trincea: “Vogliono far ripartire i flussi illegali”. Il ministro contro gli sbarchi. Orfini (Pd) esulta: “Benvenuti in Europa”. Calenda: “Non si può accogliere tutti” (Stampa p.9).

 

Jovanotti. “Ambientalismo più inquinato delle fogne”. L’affondo di Jovanotti scatena la polemica. Il cantante attacca le onlus: veleni, sgambetti e cialtroneria. La replica: a lui il Beach Tour, a noi le osservazioni (Stampa p.13). Ci mancavano i No Beach. L’ambientalismo è più inquinato dello scarico della fogna. Firmato Jovanotti. Dopo due mesi di Jova Beach Party sulle spiagge italiane, ma anche con una tappa sulle Dolomiti, prima del finale il 21 settembre a Linate, Lorenzo Cherubini alias Jovanotti ha mandato al diavolo su Facebook “i cialtroni dello pseudo-ambientalismo”. More

Pasquale. Al lavoro con 40 gradi, assunto un’ora dopo la morte Il dramma del bracciante stroncato dal caldo a Giugliano mentre smontava una serra per i meloni Regolarizzato solo dopo il malore nei campi, indagato il titolare. La moglie: “In nero? Non so nulla”. L’inchiesta della procura ha accertato violazioni delle norme sanitarie e di sicurezza (Repubblica p.18).

Fake news. Il Pentagono si mobilita contro le fake news In campo l’agenzia che inventò Internet Sarà sviluppato un software in grado di analizzare 250.000 post e articoli di giornale in pochi secondi (Stampa p.10).

Scuola. Un report di Tuttoscuola: meno studenti, crescono gli inadeguati Il nuovo modello: teniamo conto di progresso scientifico e robotica Scuola tutta da rifare “Analfabeta funzionale un adolescente su tre”. 1,3 milioni è il calo degli studenti previsto dal report di “Tuttoscuola” nei prossimi dieci anni. 40% degli insegnanti coinvolti nel turnover delle cattedre, sempre nei prossimi due lustri. 35% degli alunni di terza media, secondo i test Invalsi, non comprende un testo scritto. 1989 l’anno dell’ultima conferenza dedicata alla scuola: Mattarella era ministro. “Addio scrittura tra test a crocette e temi su Google”. Si continua a proporre il modello degli Anni 70, immobile, sempre più impoverito (Stampa p.14).

Bollette. Bollette luce e gas più care del 10% “Pesano oneri extra”. Lo studio di Solar Power Network denuncia i tanti balzelli in bolletta. A settembre rincari del 28% nella telefonia e del 14% nell’Rc auto (Stampa p.18).

Contanti sospetti da 10mila euro al mese in su. Banche e intermediari finanziari dovranno inviare all’Uif entro metà mese i primi dati dei correntisti troppo affezionati al cash. Le comunicazioni serviranno a dettagliare meglio il rischio di operazioni sospette di riciclaggio o finanziamento al terrorismo. La Superanagrafe dei conti punta sugli evasori totali. Si lavora ai criteri per stilare la lista dei contribuenti su cui effettuare i controlli (Sole p.2).

Reddito senza lavoro. Ieri è iniziata la “fase due” del Reddito di cittadinanza. Ai beneficiari che già percepiscono l’assegno ora va trovata una occupazione. Il compito di preparare l’identikit dei candidati spetta ai centri per l’impiego. Ma per la misura “bandiera” dei 5Stelle si è trattato di un falso avvio. Viaggio fra gli uffici dove mancano perfino le scrivanie e chi si mette in fila è invitato a ritornare (Repubblica p.8). Reddito: riflettori Gdf su fuori busta, affitti e nuclei familiari. La Guardia di Finanza avvia la fase operativa delle verifiche con una circolare che individua la platea dei percettori dell’assegno di cittadinanza più a rischio frode. I precedenti: furbetti del terremoto e assegni sociali (Sole p.3).

Whirlpool. Ora Whirlpool rinnega l’accordo con Di Maio. Per la società i 17 milioni stanziati dal dl Imprese non bastano per il salvataggio. Sindacati: “Inaccettabile” (Fatto p.15). Il decreto sulle crisi aziendali non garantisce la profittabilità del sito. La società: l’unica soluzione percorribile è una nuova missione produttiva (Sole p.7).

Auto. Mercato auto in flessione, Fca perde il 16% Vendite giù del 3,1% in agosto ma è allarme Lingotto. Sindacati e costruttori: aiuti per il settore (Repubbblica p.22). Male Alfa, bene Lancia. Il diesel ancora in flessione mentre rallenta la crescita dei motori ibridi (Sole p.10). Ricerca Fiom: Fca, dimezzata in 20 anni la produzione delle automobili (Fatto p.15).

Berlino «in panne». Ma gli effetti su Roma. Le aziende tedesche sono uno dei canali attraverso cui i prodotti del nostro Paese — all’interno di filiere sempre più globali — raggiungono molti mercati in giro per il mondo. Tanto che il Centro studi Confindustria ha parlato di «Italia bloccata»: soffre l’industria, rischiano export e investimenti (Corriere p.24).

5G. Le alleanze del grande risiko 5G. Dall’intesa sulle torri Tim-Vodafone all’accordo tra Nokia e Iliad, cosa cambia con la rete superveloce (Corriere p.25).

Dazi. Dazi, la Cina ricorre al Wto contro le tariffe americane (Messaggero p.15). I dazi non son desideri. Perché ogni limitazione al libero commercio è una limitazione della nostra libertà. Ragioni valide per smontare il falso mito della globalizzazione che ruba il lavoro (Foglio p.II).

Brexit. Resa dei conti su Brexit, Johnson pronto a elezioni il 14 ottobre (Sole p.19). Boris punta a nuove elezioni se «i ribelli» rinviano la Brexit. Sfida in Parlamento: governo contro laburisti e Tory favorevoli all’accordo con l’Ue (Corriere p 12). Il ministro Barclay: “Bruxelles sappia che non ci fermiamo Divorzio il 31 ottobre”. L’unica alternativa è un accordo senza backstop, per poi iniziare subito le trattative verso un’intesa di libero scambio (Repubblica p.13). Johnson ai Tory: elezioni se votate con i laburisti la legge anti-Brexit (Stampa p.17). Oggi riapre il Parlamento, laburisti e parte dei conservatori lavorano ad una legge per rimandare l’uscita dall’Europa. Linea dura per Downing street: «Tutti devono sapere che andremo via dall’unione il 31 ottobre». L’azzardo di Boris: candidare solo i “duri” ma così rischia di perdere in collegi facili. Ma senza l’appoggio della parte moderata dei tory aprirebbe alla scalata dei lib dem (Messaggero p.11).

Germania, dal voto a Est monito per il governo sull’economia. In Sassonia e Brandeburgo calano Cdu e Spd. Ora devono allearsi con i Verdi. La crisi, confermata dall’indice Pmi manifattura, richiede una vera svolta (Sole p.19). La lezione tedesca e il pericolo che non vediamo. Scrive Pierluigi Battista sul Corriere (p.13): possiamo anche compiacerci perché non sono arrivati primi e perciò non governeranno, però gli estremisti di destra che in Sassonia e Brandeburgo prendono ben un quarto dei voti ci dicono che le forze antisistema e che non si riconoscono nei valori e nei partiti dell’assetto politico post-bellico godono ormai di un consenso stabilmente massiccio: nessun pericolo scampato, il pericolo è sempre lì. Parla il numero uno del partito dopo il trionfo dell’ultradestra alle elezioni in Sassonia e Brandeburgo “Non possono ignorarci”. Meuthen (leader Afd): “Noi ascoltiamo la gente e conquisteremo l’Ovest. Dicono che siamo razzisti e nazisti: non è vero. Sentiamo le preoccupazioni dei cittadini” (Repubblica p.15).

Dorian, la furia dei venti uccide alle Bahamas. Migliaia di case distrutte. Morti per le strade e inondazioni sulle isole. “È una catastrofe”. Oggi si abbatte sugli Stati Uniti, evacuate le coste della Georgia (Stampa p.11). Dorian devasta le Bahamas. «Come in guerra, senza armi. I corpi galleggiano». Il bilancio è già di 5 vittime. Ora trema il Sud Est americano (Corriere p.14)

Israele. I missili di precisione degli Hezbollah adesso minacciano di colpire Israele. I raid di Gerusalemme per fermare le forniture di razzi dell’Iran alle milizie sciite libanesi. I nuovi razzi in mano al “partito di Dio” hanno un margine di errore di soli 10 metri (Stampa p.12).

Buongiorno a tutti. Il Pd accetta la proposta di Grillo di non fare vicepremier. Ma Di Maio non ci sta. Conte media. Domani il voto della base dei grillini sulla piattaforma Rosseau. Ma l’intesa sembra raggiunta e fra mercoledì e giovedì il premier incaricato dovrebbe andare al Colle con la lista dei ministri. Venerdì o lunedì la fiducia. L’ultradestra vola in Germania ma non abbastanza per governare Sassonia e Brandeburgo. Ma la vecchia alleanza dovrà allargarsi per governare. Buona lettura a tutti.

No vice. Franceschini e Zingaretti al premier: azzeriamo i due vice e l’accordo si fa. Il Pd chiede di fare a meno di Di Maio nella squadra di Palazzo Chigi. Ma lo stallo non si sblocca. Il presidente incaricato: domani o al massimo mercoledì sciolgo la riserva. L’avvocato si smarca dai grillini: “Definirmi premier 5 stelle è inappropriato”. «Ho dimostrato con i fatti che non sono un premier per tutte le stagioni». Sulla Stampa. E Zingaretti frena sul vertice con il premier: risolva prima con i grillini. Sul Messaggero. Il passo del Pd per spingere il premier a sbloccare la partita. Corriere. Il Pd prova a stanare Di Maio: “Governo senza vicepremier”. Ma il capo Cinquestelle vuole quel ruolo. Repubblica.

Generosità. Dal vicepremier unico del Pd a zero vicepremier. Il nuovo «atto di generosità» dei dem è una mossa studiata e concordata a tavolino ai piani alti del Nazareno, per togliere ogni alibi a Luigi Di Maio e provare a sbloccare l’impasse che ritarda la partenza del governo giallorosso. Sul Corriere a pagina 2.

Il contepensiero. Il governo M5s-Pd sarà retto da un un unico programma condiviso dove sarà difficile distinguere una misura che sta a cuore a l’una o all’altra forza. La discontinuità significa aprire un’ampia stagione riformatrice per il Paese, mettere in primo piano una visione del Paese di economia sostenibile, economia circolare. Quello di Beppe Grillo è un intervento condivisibile per quanto riguarda l’impostazione, ha disegnato il futuro, ci invita a guardare in visione prospettica. Sul Corriere a pagina 2.

Ma Di Maio vuole fare il vice. Il leader 5S pronto a far saltare tutto. Conte: “Voglio ancora i due vice”. Il premier sceglie di non sfidare il capo grillino. Il vecchio schema gli va bene anche perché serve ad accreditare l’idea che lui resti un arbitro super partes. Repubblica.

L’apologo di Beppe Grillo. Ipnologia dell’Elevato : Zinga, Luigi e le tre teste. “Ora Di Maio lasci perdere i 20 punti della Standa e colga il bello del cambiare le cose”. Sul Fatto. More

Super partes. Prima mossa di Conte: “Sarà cambiato il Patto di Stabilità” Fatto. Il presidente del Consiglio: «Io super partes». Messaggero. Il CamaleConte, da avvocato del popolo a professor futuro. Dal grillismo dei “vaffa” al neo moroteismo: «io sono sempre stato di centrosinistra». Messaggero.

Rouseeau. Arriva il quesito di Rousseau: volete un governo insieme con il Pd? Domani la consultazione, nella domanda anche Conte. Il rischio che il sito vada in tilt per eccesso di contatti. Corriere. Il capo M5S convoca i ministri: la sfida finale è su Rousseau. Messaggero. Svelato il numero degli iscritti. Per la prima volta rivela gli aventi diritto: 115.372. La Casaleggio: regolarità assicurata. Messaggero.

No all’intesa. M5S, i nemici dell’intesa puntano sul ribaltone grazie al voto di Rousseau. Spiazzati dal video di Grillo, ma ancora combattivi. Da Paragone a Di Battista, la fronda che non vuole l’accordo con il Pd spinge Di Maio a non mollare. La speranza che il referendum tra gli iscritti fermi tutto. Repubblica.

Grillini ignoranti. Domenico De Masi il sociologo vicino ai grillini: “Sì al governo utile. Conte spicca? È l’unico colto in un mucchio di ignoranti”. Di Maio vada all’università, si era dato quattro ruoli, neanche Churchill ce l’avrebbe fatta. Col patto Pd-5S evitiamo 8 anni di fascismo. Repubblica.

Dibba. Anche Di Battista può entrare nell’esecutivo. Per lui c’è l’ipotesi degli Affari Europei. Fronda M5S: Luigi lasci così blocca l’accordo. Ma Conte gli fa da scudo. Venerdì c’è stata una lite tra il premier e il capo politico finita tra le urla. Nelle chat i deputati chiedono il passo indietro del leader. Stampa. Nella chat lo pressano, ma lui rilancia con Dibba. L’idea di proporre l’ex deputato anti-dem alle Politiche europee. Corriere.

Pizzarotti. Intervista a Federico Pizzarotti: «Luigi sembrava intoccabile, ora è sotto scacco» (Corriere p.5).

Casaleggio jr. Casaleggio jr, dagli scacchi ai tavoli politici. Rischia di perdere la scommessa sovranista. Baby prodigio nel gioco, il figlio di Gianroberto ha imparato ad assumere il comando. La sua visione del mondo proto leghista e il sostegno all’alleanza con Salvini sono però agli antipodi del futuro polo progressista e ora è in difficoltà con Conte e Grillo. Non ha la politica nel dna: così nel M5S si sono fatte strada le correnti interne (Stampa p.7). Sulla Stampa a pagina 7.

Corrao. Intervista a Ignazio Corrao capogruppo a Strasburgo: “Col Pd molti punti in comune: possiamo migliorarci insieme. Di Maio non per forza numero due del governo. Portiamo avanti idee forti non persone forti”. Non è accettabile che il destino di un nascente governo sia legato a questioni di poltrone. Ci stiamo giocando la nostra credibilità. Adesso in Europa la famiglia dei Verdi è un’opzione. C’è sempre stata stima tra le nostre delegazioni, ma dialogheremo anche col Gue, la sinistra. Sulla Stampa a pagina 2.

Corrao. «Al Paese non interessa chi fa il vicepremier Noi con Macron in Europa? Mai dire mai». Parla lo storico capo delegazione dei cinquestelle all’europarlamento: alleanza con i dem nata a strasburgo perché meglio il pd della lega? lo abbiamo visto anche qui in ue il carroccio è famoso per non lavorare. Messaggero p.4

Mastella. Mastella, l’uomo che fece cadere Prodi nel 2008: «I dem distruggeranno Gigino. L’ex ministro del Lavoro ha già fallito, non può far saltare tutto per la sua poltrona» Libero p.7.

Progressista. La sorpresa Grillo-Zingaretti: divisi su tutto, ma stessa voglia di ricostruire l’area progressista. Al nazareno giurano: tra loro non si sono mai parlati direttamente il progetto però è sempre più unitario. Messaggero p.5. Dalla rincorsa a Renzi alla mossa dell’ex ministro: la rinuncia alla poltrona di vicepremier avvicina il Pd ai 5 Stelle. Zingaretti incassa con soddisfazione: “Condivisa la linea Grillo, ora guardiamo ai fatti e non agli incarichi”. Franceschini e l’arte del tessitore. Così i dem rispolverano l’anima Dc. Stampa p.5. Grillo, ritorno alle origini. L’appello ai «giovani dem» era già negli show del 2001 quando il fondatore M5S si sentiva un deluso di sinistra. Prima della rottura e degli attacchi al «Pdmenoelle». Marco Imarisio sul Corriere a pagina 4.

Il compagno Grillo. Così il “compagno” Grillo prova a rifondare il Movimento. Il comico “entusiasta” della possibile svolta ha rilanciato l’ala che fa capo a Fico. Lombardi: “Ci sono temi su cui possiamo fare qualcosa solo con i progressisti” (Repubblica p.5).

La nuova Dc. Le mappe di Ilvo Diamanti. Il Movimento 5Stelle e la Balena bianca. Così vicini, così lontani. I grillini sono trasversali come la vecchia Dc ma sono meno abili nell’esercizio del potere (Repubblica p.6). Ilvo Diamanti su Repubblica a pagina 6.

Commissario Ue. Scelta del commissario Ue: Severino o Belloni in pole. L’ipotesi di mandare a Bruxelles una donna. Oggi vertice Von der Leyen-Juncker sulle deleghe (Corriere p.6). E Gentiloni in Europa cambierebbe gli scenari: l’Italia sarebbe nella stanza dei bottoni (Stampa p.5).

Berlusconi. Forza Italia, la svolta antisovranista del “responsabile” Berlusconi. L’ex premier a Conte: “Noi all’opposizione, ma in momenti di difficoltà saremo disponibili”. E quindici senatori sono pronti alla scissione per puntellare il governo giallo-rosso. Il colloquio riservato tra il presidente del Consiglio e Gianni Letta ai funerali del cardinale Silvestrini. Su Repubblica a pagina 7.

Regionali. Cantiere centrodestra alla prova delle regionali: «Lega alleata con Fi». Gli azzurri: «In Umbria si rischia la sconfitta. Il sovranismo anti Ue di Salvini ci ha isolati» (Giornale p.7).

Totoministri. Per la Difesa spunta Guerini. Salgono Lamorgese e Delrio. Senza vice, il Pd vorrebbe De Micheli sottosegretaria. Il nome di Scannapieco per il ministero dell’Economia (Corriere p.6). Il M5S apre a Minniti. Gentiloni verso l’Ue. Per l’ex premier l’ipotesi dopo Moscovici. Il Pd spinge Di Maio verso gli Esteri, ma lui frena. Rebus Tesoro (Stampa p.5). Per il Lavoro rispunta Boeri. Delrio alla Commissione Ue (Messaggero p.3). Muroni all’Ambiente. Vacilla la Grillo. Gualtieri per il Tesoro (Qn p.3). Leu sgomita per entrare nella squadra. Grasso insidia Bonafede alla Giustizia. Il M5s blinda il suo uomo ma anche la sinistra radicale ha sete di poltrone (Giornale p.4).

Ministri Pd. Tutti in fila da Zingaretti per essere uno degli 8 ministri dem. Tra i problemi del segretario c’è anche tenere bada la carica degli aspiranti (Repubblica p.2). Zingaretti accelera la partita (interna) sui ministeri. Il segretario chiede parità di genere e novità ma deve fare i conti anche con le correnti (Corriere p.7).

Discontinuità. L’ex presidente dem Orfini: “Chiedo discontinuità al presunto statista Conte. Per il Pd più importante chi va al governo degli esseri umani sequestrati in mare. Se dobbiamo superare le politiche oscene di Salvini, bisognava dire: prima, fate sbarcare i migranti. Poi si tratta”. Stampa p.4.

Salvini: «Di Maio vittima di Conte le porte della Lega sempre aperte» (Messaggero p.6). Il nemico ora è Conte: «Non ha dignità» (Corriere p.9). “Noi popolo sempre per Salvini. Ma basta parlare ai grillini”. Alla festa della Lega tutti con il leader. Fischi solo quando riapre a Cinquestelle. “Ci fidiamo di lui e lo voteremo ancora. I Cinquestelle devono guardare quanti siamo qui, alla faccia dei loro sondaggi” (Repubblica p.7). “Questo governo terrorizza il Nord”. Il governatore della Lombardia Attilio Fontana intervistato dalla Verità.

Lo strappo è di tutti. «Tutta la Lega voleva la crisi, non solo Matteo». Il ministro Attilio Fontana: «Il segretario ha un coraggio da leone, non ha sbagliato. Con i grillini era impossibile lavorare. Adesso sono finiti» (Libero p.3).

Salvini. Alla Berghem Fest il leader del Carroccio nega la rottura con la figlia di Verdini: “Francesca e il tronista? Non si sentono da 5 anni” Salvini ora corteggia i grillini delusi “Porte aperte, in tanti ci chiamano”. La platea fischia quando viene nominato il presidente Mattarella. Conte senza pudore. Da avvocato del popolo a avvocato dei poteri forti Il regista di tutto. Di Maio è una vittima di questa situazione È stato scaricato dal premier come tutto il Movimento. Questo governo non piace a nessuno Il centrodestra deve evolversi e superare se stesso. Stampa p.6

Migranti. Stop all’ingresso per la Alan Kurdi. Firmano anche i ministri M5S. La nave della Ong tedesca ora è diretta a Malta (Corriere p.16). Stallo per la Mare Jonio. Il Pd: «Fateli sbarcare». Tre evacuati, a bordo restano in 31. Conte: «Serve rigore». Il premier incaricato: «Chi sbarca in Italia sbarca in Europa». Salvini: vogliono far ripartire il business del traffico di uomini (Messaggero p.8). Mare Jonio, pressing per lo sbarco, ma Palazzo Chigi stavolta tace. Interviene Zingaretti: “Sull’immigrazione bisogna cambiare tutto. Il governo non può far finta di niente”. Bonino: “Dov’è la discontinuità? Premier come Salvini”. E i ministri Cinquestelle controfirmano un altro divieto (Repubblica p.8).

Migranti 2. “Mentre alzavo in aria quel piccolo naufrago lo Stato perdeva la faccia”. Il volontario della foto simbolo. Nelle notti successive è arrivato lo shock. Mi sono chiesto mille volte perché il mio Paese abbia costretto i suoi uomini a fare una cosa del genere. Marco Mensurati su Repubblica a pagina 8.

Cardinali. A sorpresa tredici nuove berrette rosse: dieci potranno votare in Conclave. I neo cardinali di Bergoglio scelti tra i missionari. Zuppi di Bologna unico italiano promosso. Niente porpore a Milano, Torino e Venezia. Quel messaggio alla chiesa e alla politica. Alberto Melloni su Repubblica a pagina 17. L’irresistibile ascesa di don Matteo il prete rimasto col cuore sulla strada. Paolo Rodari su Repubblica a pagina 17.

C’è chi dice no.

Svolta rossa Grillo comanda il Pd. Franceschini e Zingaretti si accodano al comico: via i vicepremier Incognita Rousseau: la base grillina vota domani. La prima del Giornale.

«Vi svelo perché Salvini ha deciso di aprire la crisi». Il ministro Fontana: «Tutta la Lega voleva rompere, nessuno sbaglio, era impossibile lavorare con M5S». Il capitano: «Porte aperte ai grillini delusi». La prima di Libero.

Inciucio indigesto. Questo governo è una tassa. L’hanno ordinato dall’estero, non piace nemmeno a chi lo fa ma deve nascere per forza. Militanti Cinquestelle costretti oggi a votare la trasformazione pro elite. Renzi detta la linea. E il candidato al ministero dell’Economia fa capire che si sta preparando una stangata. La prima della Verità.

Il cuneo fiscale. Allo studio bonus da 1.500 euro per 20 milioni di lavoratori. Intesa di massima sul taglio del costo del lavoro nella trattativa tra Pd e M5S. Per i democratici il costo dell’intervento si aggira intorno ai 15 miliardi in 3 anni. Repubblica p.10. Cuneo fiscale sotto accusa: fino al 57,5% del costo lavoro. Simulazione in quattro casi. Dall’importo pagato dall’azienda fino al netto in busta paga: così il peso di fisco e previdenza. Confronto internazionale. Per l’Ocse solo Belgio e Germania hanno un carico medio in busta paga superiore all’Italia. (Sole p.3).

Quota 100. E quota 100 potrebbe finire un anno prima. Fra le possibili modifiche la riduzione degli anni di contributi e l’innalzamento dell’età (Repubblica p.10).

Quota 100 bis. La Fornero “benedice” Quota 100: “Deve restare, molti sono preoccupati” “Non vi preoccupate, non sarò ministro. Ma se dovessi dire cosa farei su quota 100, la risposta è che una volta che le cose sono fatte devono rimanere”: a dirlo è l’ex ministro del Lavoro e delle politiche sociali del governo Monti, Elsa Fornero (madre della contestata e omonima riforma che ha generato la categoria degli esodati, esteso a tutti il metodo contributivo e di fatto allungato i tempi per le pensioni). Sul Fatto a pagina 3. More

In deficit. Intervista all’economista Allen Sinai: “L’Italia punti sugli investimenti anche in deficit. Non è ancora recessione globale, e forse non ci sarà, ma oltre il 60% del Pil mondiale è prodotto da economie in rallentamento”. Eugenio Occorsio su Repubblica a pagina 11.

Dazi 1. Dazi, la controffensiva cinese. Nel mirino 5 mila prodotti Usa. Il Paese asiatico ha imposto tariffe del 5 e 10% su 75 miliardi di dollari di merci Usa. Trump: non saremo mai i vostri servi. Pechino: smettetela di fare i bulli. L’ultimo atto della guerra commerciale (Stampa p.18).

Dazi 2. Chi vince la guerra dei dazi, l’arma preferita di Trump. Wall Street e il dollaro sono ai massimi. L’elenco dei perdenti vede in testa Cina e Germania. Seguirà inevitabilmente l’Italia. Xi Jinping risponde colpo su colpo ai dazi di Trump, in quella che ormai è anche una sfida tra due sovranismi e tra due decisionisti dall’ego ipertrofico; ma la sua capacità di infliggere danno è molto inferiore a quella americana, viste le asimmetrìe tra una superpotenza esportatrice ed una importatrice netta. Federico Rampini su Repubblica

Morti sul lavoro. Allarme in Lombardia e in Puglia. I 50enni sono i più colpiti e nel centro-sud mancano i controlli. La precarietà moltiplica gli infortuni. Aumentano gli incidenti nei trasporti, nei cantieri e nei campi. Cresce la strage silenziosa 599 morti sul lavoro in 7 mesi. Sempre più aziende in crisi risparmiano sulla sicurezza. Algoritmo dell’Istat per misurare la pericolosità delle mansioni e dei settori (Stampa p.14).

Medicina. Domani test dei 70 mila. Riuscirà a entrare uno su 6: quest’anno più posti disponibili ma sono di più anche i candidati. Ridotto il peso delle domande di logica aumentano quelle di cultura generale. Boom di iscrizioni a medicina in inglese. Ma la sorpresa sono le richieste per i corsi in lingua: tanti studenti ora sognano l’estero. Spunta il cellulare mascherato da collana. Venduti a Palermo mille auricolari per chiedere aiuto all’esterno. Il kit per barare costa 240 euro. “Poi tornano con lo champagne” racconta il negoziante. Su Repubblica a pagina 19.

Germania. Il vento dell’ultradestra sulla Germania dell’Est. AfD è il secondo partito. In Sassonia sale al 27%. Ma non governerà. Paolo Valentino sul Corriere. L’ultradestra vola, ma non vince. La Germania resiste all’onda nera. In Sassonia e Brandeburgo i nazionalisti xenofobi dell’Afd conquistano un elettore su quattro. Pesa il voto dei delusi dalla Riunificazione a Est. Il governo resta a Cdu e Spd nonostante il calo. Tonia Mastrobuoni su Repubblica. Il politologo Gero Neugebauer: «Hanno vinto i vecchi partiti non credo che questo voto metta a rischio il governo». Sul Messaggero.

Hong Kong. Sit-in e assedio Gli attivisti paralizzano l’aeroporto. All’indomani di una delle giornate più cariche di tensione fin dall’inizio dell’ultima ondata di proteste di Hong Kong, ieri i manifestanti pro-democrazia sono tornati a circondare l’aeroporto di questo importante hub finanziario. Il risultato? La paralisi del traffico sulle principali arterie dell’isola di Lantau, la sospensione fino a sera del treno express che collega lo scalo al centro della città, passeggeri costretti a trascinare le valigie tra le barricate erette dai manifestanti lungo la via. Stampa.

Brexit. Brexit, laburisti sfidano Johnson. Pronta la mozione anti “no-deal”. La Brexit somiglia sempre di più ad una partita a scacchi tra Boris Johnson, determinato a rispettare la scadenza del 31 ottobre ad ogni costo, e i deputati che vogliono impedire un divorzio dall’Unione europea senza accordo con Bruxelles, o un divorzio tout court. Stampa. More

Brexit. Brexit minaccia l’intera Europa. Un intervento del sindaco di Londra Sadiq Khan. Repubblica. More

Israele. Missili degli Hezbollah su Israele. Colpita base al confine col Libano. L’esercito israeliano ha risposto con colpi di mortaio sulle milizie sciite. Il premier Netanyahu: “Non ci sono feriti, soltanto danni materiali”. Il leader libanese Hariri chiede la mediazione di Francia e Usa. Davide Frattini sul Corriere.

LETTURE.
Amazzonia. Perché l’Amazzonia sta bruciando? Le politiche di Bolsonaro hanno fatto «esplodere» la deforestazione, accelerata dalle esportazioni di carne E settembre sarà peggio. «Di rado le aree erbose vengono concimate: per rigenerarle è necessario appiccare il fuoco». Sul Corriere.

 Overdose. Politica, profitto e oppioidi: l’overdose dell’Occidente. Dal Fentanyl all’eroina. Trump cerca di nascondere le cause di una strage da 130 morti al giorno: non si tratta di droghe importate dall’estero da narcotrafficanti, ma di strategie commerciali spregiudicate avallate dai governanti. Stefano Feltri sul fatto a pagina 12.

Susanna Tamaro. Scuola un boomerang promuovere tutti. Esce giovedì, «Alzare lo sguardo», (Solferino), pamphlet della scrittrice in forma di lettera a una professoressa. Corriere.