Buongiorno a tutti. Mentre Greta e il movimento green conquistano l’Onu, anche Confindustria si converte e fa suo il Green New Deal del governo. Ma Renzi non vuole nuove tasse per l’ambiente. Come Salvini, che irride il premier per la tassa sulle merendine. Abituiamoci. È lo schema di gioco del governo giallorosso. Tante altre cose su fisco evasori e manovra. Buona lettura a tutti.

Trovare 26 miliardi. Entro venerdì il governo dovrà pubblicare la Nota di Aggiornamento al Documento di Economia e Finanza (Nadef), che fisserà gli obiettivi di deficit e debito pubblico alla base della legge di bilancio per il 2020. Sarà il primo atto concreto di politica economica del nuovo governo. Per riportare il deficit all’obiettivo previsto in aprile (2 per cento) occorrerebbe trovare risorse per lo 0,9 per cento del Pil, circa 16 miliardi. Carlo Cottarelli sulla Stampa. More

Tasse perdute. Una montagna di109 miliardi evasi da aggredire. Ma le armi del Fisco sono ancora spuntate e così ogni anno se ne recuperano solo 16. Iva e Irpef degli autonomi in testa alla classifica dell’infedeltà. Alla ricerca delle tasse perdute. Marco Ruffolo su Repubblica.

Green Deal italiano. “Un patto ecologico tra Stato e imprese”. Conte apre a taglio agli sgravi sul diesel, rottamazione delle auto inquinanti e tasse sui voli aerei. Il presidente di Confindustria Boccia: “Essenziale la dimensione ambientale”. Critica la Lega. Luca Pagni su Repubblica.

Sangalli con il Governo. «Il ricorso ai mezzi elettronici di pagamento si può incentivare col credito d’imposta in favore dei consumatori sugli acquisti di beni e servizi effettuati mediante carte, o introducendo detrazioni e deduzioni fiscali sui pagamenti tracciabili. E poi si riducano le commissioni che gravano su consumatori ed imprese per l’utilizzo e l’accettazione delle carte. Anche qui col credito d’imposta. Andrebbero poi sgravati da commissioni i “micropagamenti”, e ancora si potrebbero distribuire carte prepagate e Bancomat senza costi per gli ultra 65enni». Antonella Baccaro sul Corriere. More

Regionali. Zingaretti e Di Maio si sentono. E fanno pressin sulla Di Maolo perché accetti la candidatura a presidente della regione Umbria. Il patto c’è. E anche a Bologna il Movimento 5 Stelle si sta convincendo, o meglio si sta facendo tentare, dalla lista civica. Si affaccia l’ipotesi di sostenere Bonaccini in Emilia Romagna senza usare il proprio simbolo. Maria Teresa Meli sul Corriere.

Bersani. “A sinistra serve un patto nuovo che vada oltre il Pd”. Io ritornare tra i dem? Siamo ai vecchi attrezzi, dobbiamo allargare il campo o ci ritroveremo al governo la destra più reazionaria. Renzi guarda a un centro che non esiste È come l’araba fenice E poi si lamenta del fuoco amico Ma in questo lui è campione del mondo. Annalisa Cuzzocrea su Repubblica.

Renzi. Da Bolzano a Siracusa difficoltà per l’ex premier. Il reclutamento (difficile) di Italia Viva sul territorio. Tentati l’ex governatore Pittella e il centrista Cardinale Il Nazareno minimizza: poca roba. E tanti si iscrivono al Pd. Fabrizio Caccia sul Corriere.

Sbarchi fantasma. Due nuovi «sbarchi fantasma» nelle ultime ore. A Lampedusa sono arrivati 92 migranti a bordo di un’imbarcazione di legno, mentre 41 sono approdati a Brancaleone, in Calabria, su una barca a vela. Intanto resta ancora in stallo la situazione della Ocean Viking, la nave umanitaria gestita in collaborazione da Msf e Sos Mediterranée: 182 persone restano bloccate a bordo. Tra di loro ci sono bambini, una donna incinta e un neonato. Al Viminale e a Palazzo Chigi spetta così un duplice impegno. Per gestire gli arrivi dei migranti con le navi delle Ong si punta alla loro distribuzione europea, mentre per quanto concerne gli «sbarchi fantasma» si guarda a un possibile confronto con Khalifa Haftar. Grazia Longo sulla Stampa a pagina 6. More

Bluff. Da gennaio ad agosto 2019 mentre Salvini imponeva la chiusura dei porti sono avvenuti 208 sbarchi fantasma per un totale di 4306 migranti. Sulle coste italiane sono sbarcati nel periodo in esame 5253 migranti, ma solo 947 sono stati portati con le navi delle Ong con 26 sbarchi. Grazia Longo sulla Stampa a pagina 6.

Piero Fassino. “Matteo divide anziché unire e rischia di rimettere in gioco Salvini. Il Pd dovrà aggiornare le strategie”. L’ex segretario dei Ds: se passi dal 40 al 18% non puoi incolpare il fuoco amico. Quella di Renzi è stata una rottura a freddo, senza profonde ragioni politiche. Il suo partito dovendo crescere dovrà conquistarsi spazio: lo farà dissociandosi dalla linea del governo. Ugo Magri sulla Stampa a pagina 9.

Bell’Italia. Anzio: Aggressione a sfondo razziale Bastonato giovane migrante. Roma: Autista dell’Atac pestato a sangue dalla baby gang per un rimprovero. Catania: Tre funzionari Anas arrestati per una tangente da 10mila euro. Sulla Stampa.

Eutanasia. La Corte costituzionale, con un’ordinanza dell’anno scorso, ha già espresso il suo giudizio, indicando che, almeno in talune situazioni, come quella in cui venne a trovarsi DJ Fabo, la tutela della vita trova un limite nella necessità di riconoscere altri valori costituzionali, legati alla dignità della persona e al rispetto della autodeterminazione. La Corte aveva rinviato la sua decisione di un anno per dar modo al Parlamento di legiferare conformemente. Il Parlamento non ha provveduto e la Corte riprenderà l’esame della questione il prossimo 24 settembre. Vladimiro Zagrebelsky sulla Stampa a pagina 19.

Ladri di giornali. Non è come rubare al supermercato. Si tratta di un furto con implicazioni che vanno ben oltre il codice penale. I ladri di giornali, ossia le piattaforme che si appropriano illegalmente dei nostri contenuti per diffonderli gratuitamente lucrando così sul furto (perché guadagnano su quella rapina), stanno contribuendo a mettere in ginocchio la libera stampa. Sergio Rizzo su Repubblica a pagina 38.

Ceta si Ceta no. Gli stagionati e i freschi. Ecco le due locomotive che, nei primi sei mesi dell’anno hanno trainato la forte crescita delle esportazioni di formaggi e latticini italiani. Il report di Ismea, diffuso in occasione di Cheese che si conclude domani a Bra, mette in luce un deciso cambio di marcia rispetto al rallentamento dell’anno scorso: l’incremento va oltre il 12%, quattro volte l’andamento del 2018 (+3%), il più basso degli ultimi 10 anni. Insomma, l’export dei formaggi corre. Ma Slow Food lancia l’allarme: c’è confusione in molti disciplinari Dop. Maurizio Tropeano sulla Stampa a pagina 17. More

Egitto. Si risveglia Piazza Tahrir, scoppia la protesta contro Al Sisi e l’Egitto è di nuovo al bivio, slogan anti-regime, gas lacrimogeni, una quarantina di ragazzi arrestati. Da 48 ore, per l’ennesima volta da quando il vento del 2011 portò la speranza nel mondo arabo, l’iconica piazza Tahrir si riempie di quelle aspettative che ormai solo la piccola Tunisia sembra stoicamente tenere alte nella regione. Le proteste degli ultimi due giorni al Cairo ma anche ad Alessandria, Suez ed altre città, sono certamente sorprendenti in un Paese dove da anni nessuno osa più contestare qualcosa, ma dicono molto di più. Francesca Paci sulla Stampa a pagina 15. More

Capitalismo che fare? Troppa disparità la gente non si fida più del sistema. Oggi il management ha redditi troppo alti rispetto a dipendenti e lavoratori medi mentre le grandi corporation non pagano le tasse. Se le persone non credono più nella competenza e onestà di chi le governa non possiamo essere certi che il sistema sopravviverà. Enrico Franceschini su repubblica a pagina 41.

 

 

 

Buongiorno a tutti. Greta e l’onda verde: dall’America all’Europa dall’Asia all’Africa il mondo in piazza in difesa del clima. Il secondo sciopero globale della generazione green di Greta Thunberg contagia anche gli adulti. Manifestazioni oceaniche a New York e Berlino (che vara un piano di investimenti verdi da 100 miliardi). Attesa per il summit del 23 all’Onu. Per le regionali in Umbria, Rosseau dice si all’accordo per un civico sostenuto da Pd e Cinquestelle. Buona lettura a tutti.

 

Buongiorno a tutti. Franchi tiratori all’opera per salvare dagli arresti domiciliari un collega deputato. Cumeo fiscale in manovra. Ma arrivano le prime difficoltà per il governo sulla rivoluzione verde. Renzi costituisce i gruppi di Italia Viva. Lo stallo in Israele dopo il voto e le urne in Spagna per la quarta volta in qauttro anni sembrano dirci che nemmeno quella del popolo è la strada per risolvere i problemi. Brexit sempre più incasinata con il Parlamento europeo che si dice disposto a un rinvio. Buoan lettura a tutti.

Franchi tiratori. Alla Camera i franchi tiratori rosso-gialli salvano il forzista Sozzani. Sospetti e accuse incrociate. L’aula contro l’arresto del deputato: alla maggioranza mancano 49 voti. Ira di Di Maio: confermata la nostra diversità, ora abolire il voto segreto. Un “incidente” pilotato per lanciare un segnale agli azzurri del Senato (Messaggero p.5). Il caso alimenta voci su contatti tra maggioranza e Forza Italia (Stampa p.8). Uno schiaffo ai giustizialisti. Il deputato di Forza Italia: «Sono innocente» (Giornale p.5).

Giustizia. Bonafede tira dritto per salvare la riforma. Ma nel governo la giustizia è una mina. Divisioni alla luce del sole sulle modifiche al Csm e al suo sistema elettorale. O sulle intercettazioni. Ma nonostante queste premesse Bonafede lavora fiducioso alla riforma che porterà ancora il suo nome (Corriere p.5)

Italia Viva. I senatori renziani sono 15: senza di loro niente Conte 2. Per costituirsi a Palazzo Madama sarà usato il logo di “Insieme” di Nencini (Fatto p.8). La lista dei 40 che vanno con Renzi. Telefonate anche a 5Stelle e leghisti. Tra coloro che aderiscono a Italia viva, pure una senatrice di FI. Boschi capogruppo in pectore. Bellanova: «Il governo non tema nulla da noi. Potrà ampliare la sua maggioranza» (Corriere p.8). Le lacrime di Marcucci davanti ai senatori: Matteo sbaglia, io resto Il capogruppo al Senato vicinissimo all’ex premier (Corriere p.9). “Non faremo le spie di Renzi” I sospetti dem su chi è rimasto (Repubblica p.4).

Lorenzin. La scelta di Lorenzin: “Entro nel Pd”. L’ex ministra alla Salute e leader di Civica Popolare dice no a Renzi e approda nel partito di Zingaretti. “Rafforzare i dem allargando il campo dei moderati è l’unico modo possibile per fermare Salvini” (Repubblica p.7).

D’Alema a Renzi: non torno nel Pd. E posso dare lezioni di riformismo. “Ho fatto la guerra nei Balcani con Clinton”. Zingaretti promette spazio ai sindaci renziani (Stampa p.6).

Parla Emanuele Macaluso: “Da Matteo scissione personalistica. Se il Pd non reagisce finirà male. Bersani e D’Alema? Sono loro che hanno dato il primo colpo al Pd, e per loro è stato un insuccesso. Puntare a recuperare elettori nell’astensionismo, non a mischiare gli elettori coi 5S come vorrebbe Bettini”. Fabio Martini sulla Stampa (p.6).

Traditori. Lettera ai traditori: ricordatevi il destino di Fini. Maurizio Belpietro sulla Verità (p.3).

Ego. Siamo appesi alla sua volontà di prepotenza incapace di esistere se non al centro della scena scrive Marcello Veneziani sulla Verità (p.3). Alla fine l’ex premier s’è fatto un partito a sua immagine e somiglianza: monoteista, univoco, napoleonico. È in ritardo? Può darsi, ma tiene per i santissimi le spoglie del Pd, i Pulcinella del M5s e il maggiordomo Conte.

Scissione bis. E anche tra i 5Stelle spunta la tentazione della scissione. Monta il malumore contro Di Maio Big del governo: situazione esplosiva. Il piano: dar vita a un gruppo autonomo per stabilizzare Conte e contrastare Renzi. Conte, sherpa grillini e dem lavorano a un nuovo gruppo per rendere il partito di Renzi non più ago della bilancia (Messaggero p.4).

Responsabili. E ora si cercano “responsabili” per blindare Conte al Senato. Palazzo Chigi studia le contromisure per depotenziare l’impatto dei gruppi fedeli al “rottamatore”. L’ipotesi di transfughi di FI per formare una pattuglia pronta a rispondere alla chiamata del premier (Repubblica p.3).

Rousseau. “Apriremo Rousseau a tutti con una app sulle votazioni”. Enrica Sabatini, dirigente dell’associazione: “Oggi lanceremo un bando sul blog delle Stelle per un progetto open source. La Casaleggio Associati è una entità distinta dall’associazione, non so quali siano i suoi clienti” (Fatto p.11).

Toninelli: “Col Pd marciume alle Infrastrutture. De Micheli avrà il mio fiato sul collo. Da gennaio voglio vedere diminuire le tariffe autostradali. Sulla revoca delle concessioni ad Autostrade avevo ragione: ora manca il via libera di Conte. Salvini mi ha dipinto come il ministro del No, prendendosi i meriti dei cantieri che sbloccavo io” (Stampa p.8).

Di Maio. Un fantoccio alla Farnesina. Di Maio è il ministro, ma decidono tutto gli altri. A Gigino basta la poltrona: arriva Macron, però lui è con la Raggi, tanto di Ue si occupa Conte, di profughi la Lamorgese… (Libero p.5)

Umbria. Di Maio propone ai dem Catia Bastioli. Ha un’impresa di bioplastiche, è presidente di Terna. È stata alla Leopolda da Renzi, ma pure Grillo l’ha elogiata come innovatrice sul suo blog (Fatto p.10). Una donna in Umbria, Pd e M5S trattano. Proietti e Bastioli possibili nomi per la candidata comune. Ma l’asse spacca il Movimento: minacce di dimissioni (Corriere p.11).

Campania. Il sindaco di Napoli De Magistris apre ai “giallo-rosé” per le Regionali in Campania del 2020: “Una coalizione civica e via De Luca: così parleremo con Pd e 5S” (Fatto p.10).

Mara Carfagna. Berlusconi cavalca la cena dei “peones”. Il capo rassicura i cinquanta parlamentari convocati in un ristorante dalla Carfagna: non saremo salviniani (Stampa p.7). Mara Carfagna: “Con Renzi neanche un caffè ma ora basta immobilismo. L’ex premier per noi un competitor, ci indebolisce. Il Giglio magico renziano? Buoni rapporti con tutti ma inciuci con nessuno. Salvini? O si guarda al centrodestra o si strizza l’occhio all’estremismo. Bisogna scegliere” (Stampa p.7). Forza Italia, ciclone-Mara scatena il caos. Carfagna contro le due capogruppo Bernini e Gelmini. Berlusconi sta a guardare (Qn p.5). Meloni-Salvini: contro-Opa sui forzisti. Ma cresce il fronte dei “centristi” azzurri. Berlusconi a Strasburgo assicura sostegno a Gentiloni irritazione di Lega e Fdi (Messaggero p.6).

Richelieu. Le mosse di Gianni Letta il campione centrista equidistante tra i due Matteo. Attende il ritorno al proporzionale quasi fosse il ritorno del messia, intanto si adegua al compromesso di un centro-destra col trattino che tenga a debita misura l’ex ministro dell’Interno e garantisca l’alleanza tra i due partiti alle Regionali, confidando in un progressivo depotenziamento di Salvini. Francesco Verderami sul Corriere (p.11).

Migranti. Macron rassicura Conte: “Più vicino l’accordo per distribuire i migranti”. Roma e Parigi vorrebbero smistare in Europa i profughi entro 30 giorni. Il presidente francese a Palazzo Chigi: “Sanzioni a chi non accoglie” (Stampa p.4). Passi incerti sull’immigrazione. La diplomazia è viva: Macron a Roma, poi vertice a Malta. Restano i problemi (Foglio p.3). Sul meccanismo automatico di distribuzione dei migranti, sul quale la Germania sembra avere una marcia in più, il presidente Macron continua a escludere dal meccanismo i migranti economici (Corriere p.12). Profughi dall’Africa, è record di arrivi: trecento in tre giorni a bordo dei barchini (Corriere p.13).

Solo parole tra Conte e Macron. Intanto ne sbarcano oltre 100. La Francia neo-sovranista non cede e ci rimanda i suoi. E il premier buonista tocca il record: arrivi in aumento (Giornale p.4). La Francia ci scarica i profughi alla frontiera. Ma Conte non fiata. Sberla all’Italia: il presidente a Roma conferma che non ci aiuterà con i migranti economici. E intanto blinda il confine a Ventimiglia (Libero p.6). Enzo Amendola, neo ministro agli Affari Europei: «Non cercheremo risse. La Ue deve garantire una politica dei rimpatri. Proposte strutturali» (Corriere p.12).

Lamorgese in Germania. Bilaterale Seehofer-Lamorgese. Dopo un anno di tensioni col Viminale, Berlino apre al governo giallo-rosso. Quando Horst Seehofer ha proposto di prendersi il 25% di chi viene portato in salvo nei porti italiani, intendeva i migranti, e non solo i profughi. Un segnale di apertura vero, insieme alla proposta di un meccanismo “temporaneo ma stabile” di redistribuzione tra Paesi “volenterosi”. Tuttavia, per non creare incentivi ad attraversare il Mediterraneo, il ministro dell’Interno intende rendere il tutto stabile ma ancora flessibile. «Nel caso i migranti dovessero aumentare improvvisamente, la redistribuzione deve essere modificabile», spiega una fonte governativa. Insomma, non del tutto automatica (Repubblica p.10).

Libia. L’appello del premier a Sarraj: “Basta con le violenze” Centri di detenzione e milizie al centro del colloquio. La nuova maggioranza contesta i finanziamenti alla Guardia costiera. Prevista una conferenza con l’appoggio dell’Onu (Stampa p.4).

Giustizia. Bonafede tira dritto per salvare la riforma. Ma nel governo la giustizia è una mina. Scrive Giovanni Bianconi sul Corriere (p.5). Già di per sé irto di ostacoli, visto che si tratta di mettere d’accordo Cinque Stelle, democratici e adesso anche renziani, sul cammino della riforma sono tutti improvvisamente schierati dalla stessa parte della barricata, dopo un anno e più trascorso su fronti opposti, sempre uno contro l’altro su uno dei temi più divisivi dell’agenda politica. Ma al di là di apparenze e atteggiamenti di facciata, un problema giustizia esiste all’interno della coalizione che sostiene il Conte 2. La scorsa settimana il faccia a faccia tra il ministro Bonafede e Andrea Orlando, vicesegretario del Pd nonché suo predecessore a via Arenula, è andato bene anche perché ci si è limitati a parlare di metodo di lavoro, tempi entro i quali muoversi e «orizzonti» sugli argomenti da affrontare. Il che significa capire che cosa si può salvare della riforma varata «salvo intese» dal governo Conte1in punto di morte, e che cosa sarà meglio accantonare. Sui meccanismi per accelerare i processi — obiettivo comune che nessuno rinnega, ovviamente — ci possono essere soluzioni condivise ma anche scelte considerate punitive e insensate dai magistrati, sulle quali il Pd vuole chiarirsi le idee. Resta però la scadenza-mannaia del 1° gennaio, quando scatterà l’abolizione della prescrizione dopo la sentenza di primo grado, bandiera dei grillini. Divisioni alla luce del sole, quindi. Com’è prevedibile che accada, per citare un altro aspetto del progetto Bonafede, sulle modifiche al Csm e al suo sistema elettorale. O sulle intercettazioni, dopo che il Guardasigilli, appena arrivato in via Arenula, ha bloccato la legge rinominata «bavaglio» firmata proprio da Orlando. Ma nonostante queste premesse Bonafede, unico ministro «politico» che ha mantenuto l’incarico nel Conte 2, ottimista per carattere, lavora fiducioso alla riforma che porterà ancora il suo nome.

Csm. Anche Paolo Criscuoli, dopo una strenua resistenza, si è dimesso e lascia il Csm: “Pago pressioni da stato etico”. Si era autosospeso il 4 giugno, come altri quattro membri del Csm sottoposti a procedimento disciplinare per aver partecipato, in maggio, all’incontro notturno in hotel con il magistrato Luca Palamara e i parlamentari del Pd Luca Lotti e Cosimo Ferri (che ieri ha seguito Renzi in Italia Viva) per decidere la nomina del procuratore di Roma. Con Criscuoli salgono a sei i membri del Csm che hanno lasciato dopo l’esplosione dello scandalo (Stampa p.14).

Savoini. “Operazione Rabat”: 500 mila euro a Savoini. Il compenso dal lobbista marocchino Khabbachi per la “buona stampa”. L’affaire dell’hotel “Méridien”, poi cronisti italiani in trasferta per lodare Re Mohammed VI (Fatto p.3).

Giustizia a due pesi e due misure. Quattro anni per due bottiglie. Il giudice si ribella: “Pena sproporzionata”. Ha dato una spinta a chi tentava di fermarlo dunque è una rapina “violenta” da punire. Il Tribunale di Torino solleva la questione di costituzionalità sul caso di un uomo che rischia una lunga detenzione per aver rubato liquori in un supermercato. Sebastiano Ardita, neoeletto presidente della Commissione esecuzione pena del Csm: “Aumentano le sanzioni, ma anche i cavilli Così ne fanno le spese soltanto i poveracci. Chi ruba sta in carcere in media 250 giorni, chi fa bancarotta con frode 190. Le misure alternative sono quasi solo per il secondo” (Fatto p.4).

Facebook. Il tribunale di Facebook. Nasce una corte internazionale per la libertà di parola sui social. Pagata da Zuckerberg (Giornale p.14).

Tv pirata. Maxi retata contro le tv pirata. Multe per 700mila abbonati. Sequestrata Xtream Codess, piattaforma per vedere illegalmente e a pochi euro le pay tv. In Italia 5milioni di utenti. Perquisizioni in tutta Europa, smantellate le centrali del network. Duecento i conti individuati dagli investigatori tra PayPal, PostePay e portafogli Bitcoin (Stampa p.12).

Manovra. In arrivo sgravi in busta paga ai redditi fino a 36 mila euro. Allo studio un piano da attuare in 3 anni con una dotazione finanziaria di 5 miliardi. L’ipotesi: bonus 80 euro ampliato ed esteso agli “incapienti” ma trasformato in detrazione (Messaggero p.3). Conte: priorità taglio al cuneo fiscale, per le riforme un piano triennale. Il premier ai sindacati: «Confronto preventivo su manovra e salario minimo» (Sole p.5).

Ambiente. Ma sull’ambiente è già scontro (Messaggero p.2). Costa vuol tagliare i sussidi inquinanti: inizia la guerra (Fatto p.7). Il governo litiga sul decreto Clima. Slitta la legge voluta dal ministro all’Ambiente prima del summit Onu. Mancano le risorse. M5S e Pd: da Italia Viva resistenze alla svolta green (Stampa p.3).

Dice il renziano di Italia Viva Luigi Marattin: “Da noi nessun veto sulle misure (Stampa p.2).

La rivoluzione verde. Sì degli ecologisti al decreto, ma il Tesoro frena (Stampa p.3). Premio di 2 mila euro a chi rottama un’auto fino alla classe Euro 4 nelle città sotto infrazione comunitaria per lo sforamento dei limiti di inquinamento; più agevolazioni per l’energia pulita. Sono queste due le principali misure del decreto legge sul clima che potrebbero essere discusse già oggi nel Consiglio dei ministri (Corriere p.3).

La stangata giallorossa: ecotasse per quasi 2 miliardi. Nel decreto Ambiente in arrivo il taglio degli sconti fiscali per l’autotrasporto. Gli esperti: rischio autogol (Giornale p.2). «Soldi a chi rinuncia all’auto». Il governo ammazza il settore. Bonus da 2mila euro per la rottamazione senza acquisti. Un brutto colpo per la filiera che vale il 6% del Pil (Giornale p.3).

I guai del Mef. Il cortocircuito sull’ambiente che può mettere nei guai il Mef. Secondo le prime indiscrezioni, gli entusiasmi di Sergio Costa non avrebbero contagiato gli uomini di Roberto Gualtieri, che puntano attorno a uno o due miliardi. A prescindere dalla cifra, ci sono almeno tre problemi: uno di efficienza economica; un secondo di agibilità politica; un terzo di realtà contabile. Il piano del ministro Costa per abbattere i sussidi ambientalmente dannosi rischai di tradursi in altre tasse (Foglio p.3).

Tagli o nuove tasse. Dai tagli di spesa (a proposito: il commissario ad hoc manca da quindici mesi) devono restare fuori sanità, enti locali e istruzione scrive Federico Fubini sul Corriere (p.3). Significa escludere a priori il 64% delle uscite limabili. Sarà un miracolo risparmiare dal resto del bilancio 1 o 2 miliardi in un anno. Il rischio è che si produca alla fine una miscela esplosiva di aumenti di tasse.

Statali. Fabiana Dadone, neo ministra delle pubblica amministrazione: «Troveremo i 5 miliardi per i contratti degli statali. Disponibili anche 900 milioni per assunzioni straordinarie. I controlli contro i furbetti? Lotta dura agli abusi ma nessuna criminalizzazione» (Messaggero p.7).

Spread. Il taglio dello spread BTp-Bund regala 2,4 miliardi ai big bancari. Dal 9 agosto il differenziale è sceso di circa 100 punti base: questo significa una sorta di ricapitalizzazione teorica che per i primi cinque istituti di credito vale oltre 2 miliardi di euro (Sole p.2).

Politica monetaria. La Fed taglia i tassi dello 0,25% ma a Trump ancora non basta. Aumenta il dissenso ai vertici della Banca centrale sulla riduzione del costo del denaro mentre arrivano nuove critiche del presidente Usa a Powell: « Troppo poco. Non ha coraggio» (Sole p.3).

Autostrade. L’ira dei parenti delle vittime. “Sconvolti per la buonuscita di Castellucci”. Ma la Borsa ha premiato Atlantia dopo le dimissioni. Cambio al vertice di Spea, l’avvocato Bove è il nuovo ad (Stampa p.9). I tecnici: “I rapporti manomessi erano un sistema diffuso”. I funzionari raccontano di aver eseguito ordini e subito pressioni dall’alto. Ci sono le prime ammissioni e collaborazioni con i magistrati (Stampa p.9). Concessioni. Via le tratte liguri e niente “Gronda”. Il piano del governo punta a togliere ad Autostrade 200 km di rete mettendo a gara la grande opera, il vero obiettivo del colosso (Fatto p.6).

Auto. La frenata dell’auto in Europa. Fca arretra, vendite giù del 26%. In 8 mesi immatricolazioni in calo del 12%. Alfa Romeo perde il 46%. Bene Renegade (Corriere p.39).

Ferrero. Premio ai dipendenti da 2 mila euro. Accordo integrativo tra azienda e sindacati per oltre 6 mila lavoratori. In busta a ottobre

(Repubblica p.30).

Lurisia & Slow Food. Coca Cola Italia acquista Lurisia. Il gruppo delle acque minerali è stato venduto per 88 milioni alla multinazionale americana. Il passaggio di proprietà non è però piaciuto a Slow Food, di cui Lurisia è partner. Con l’edizione 2019 di Cheese che si apre venerdì a Bra, nel cuneese, «si conclude la collaborazione tra Slow Food e Lurisia a seguito del passaggio di proprietà di quest’ultima al gruppo Coca Cola», annuncia infatti un indispettito comunicato (Messaggero p.15).

Israele. Netanyahu ha perso ma Gantz non s’impone. Il nuovo rebus d’Israele (Repubblica p.12). Bibi e Gantz: l’ipotesi unità nazionale. Nessun vincitore, il presidente vuole evitare un nuovo voto. Netanyahu: senza di me, arabi al governo. Tramonto di un capo: Israele non lo vuole più ma non sa farne a meno. Con la forza e la paura ha diviso un Paese eccezionale (Corriere p.14). Lieberman, il lupo sovietico che ha travolto il suo «creatore». Nato politicamente all’ombra del capo del Likud, lo ha «demolito» in poche mosse (Corriere p.15).

Israele 2. “Vendetta araba” su Netanyahu. Gantz cerca la grande coalizione. L’affluenza alta penalizza il premier e lo spinge lontano dal governo. L’ex generale a Lieberman: “Unità nazionale con il Likud ma senza Bibi”. Il leader del Likud cancella la visita all’Onu e il bilaterale con Trump. Avigdor, la scalata del falco che vuole le riforme laiche. Sostenitore della linea dura con Gaza, guida la tribù degli immigrati russi (Stampa p.10).

Tensioni nel Golfo. Missili sui sauditi. Riad mostra le prove: “Attacco dell’Iran”. Pompeo: è stato un atto di guerra. Trump aumenta le sanzioni: “Non colpire Teheran è un segno di forza, ma se dovremo agire lo faremo senza esitare” (Stampa p.11). «Tutte le opzioni sul tavolo». Ma i sauditi evitano di accusare direttamente Teheran (Corriere p.17).

Ego spagnolo. I duellanti Pedro e Pablo. Così la sinistra degli ego riporta la Spagna al voto. Il socialista Sánchez e Iglesias di Podemos hanno inscenato cinque mesi di estenuanti negoziati. Ma alla fine è stato un grande fiasco Tra ostinazione e superbia reciproca (Repubblica p.14). Tutti i partiti contro Sánchez: “Si torna alle urne per colpa sua”. Il premier facente funzioni, pur vincendo le elezioni dello scorso aprile, avrebbe avuto bisogno di Podemos per essere eletto dal Parlamento, ma una guerra tra i due partiti della sinistra spagnola ha reso impossibile l’accordo. Così, senza altre soluzioni possibili, si tornerà alle urne il prossimo 10 novembre. Da destra a sinistra tutti sono d’accordo nell’accusare Sánchez: «Il suo piano era sin da subito tornare a votare», hanno insinuato i leader di Podemos, Partito Popolare e Ciudadanos. Gli ex indignados hanno chiesto fino all’ultimo di entrare in un governo guidato da Sánchez, mentre i socialisti pretendevano di formare un monocolore, con un accordo programmatico con Podemos, come nel vicino Portogallo (Stampa p.14)

Brexit 1. Dalla Ue sì a un rinvio. Johnson invita Sassoli a Londra sottolineando l’importanza del Parlamento europeo nel processo della Brexit, esprimendo il desiderio di trovare un accordo positivo sulla partenza del Regno Unito dall’Ue. Risoluzione sulla Brexit da parte di Strasburgo che ha ribadito il sostegno del Parlamento Ue ad una Brexit ordinata (Messaggero p.10).

Brexit 2. Il passo di Boris fuori dall’Europa. Accordo o non accordo, l’Ue ha un altro grande problema con Londra: l’ambizione del premier inglese di trasformare il Regno Unito in una Singapore sul Tamigi. Così la competizione con l’Ue sarebbe brutale. L’obiettivo di Johnson sembra non soltanto quello di rompere con il presente ma di organizzare una rottura definitiva anche per il futuro. Per un partenariato commerciale integrato servono delle regole comuni di base. Se saltano quelle, i rischi sono alti (Foglio p.IV).

Brexit 3. l’appello dell’ambasciatore ai polacchi: “Tornate a casa”. Nella narrazione britannica pro-Brexit, la causa di tutti i mali è l’idraulico polacco. Ossia il lavoratore immigrato, originario di Paesi Ue più poveri, che accetta salari miseri e quindi contribuisce a un livellamento al ribasso delle buste paga. Ecco, presto i britannici potrebbero ritrovarsi senza idraulici polacchi. Anzi, senza più nemmeno un polacco, una comunità che conta 830 mila persone registrate nell’isola di Sua Maestà. A poco più di un mese dalla data di uscita dall’Unione europea, ieri è arrivato un appello piuttosto allarmante. A lanciarlo è stato Arkady Rzegocki, ambasciatore di Varsavia a Londra. Durante un’intervista radiofonica con la Bbc si è rivolto ai sui connazionali per invitarli a «considerare seriamente» un ritorno in patria. Il motivo? Nonostante le rassicurazioni di Londra, c’è il rischio che i loro diritti di cittadini europei non vengano pienamente riconosciuti (Stampa p.15).

Buongiorno a tutti. Renzi lancia Italia viva il suo nuovo partito. 25 deputati e 15 senatori che escono dal Pd e vanno con l’ex premier. Zingaretti pensa al futuro e Conte corre al Colle. Si dimette l’amministratore delegato di Autostrade e oggi arriva Macron. Dura riuscire a fare un accordo sui migranti. Il francese non ne vuole sapere di quelli economici. E continua a far respingere immigrati a Ventimiglia. Buona lettura a tutti.

Renzi lancia Italia Viva. Via dal Pd 40 parlamentari, 25 deputati e 15 senatori. Prodi: la divisione distrugge. Zingaretti: “Un errore spaccare il partito, noi ora pensiamo al Paese”. Grillo: “Dai due Mattei minchiate d’impulso”. Letta: “Una scissione senza ragioni politiche”. Giovanna Casadio su Repubblica a pagina 2.

“Finalmente mi sono ripreso la libertà”. Le mani di Renzi sul futuro del governo. La strategia dell’ex segretario per spiazzare il Pd sui singoli provvedimenti: “La formazione non è di destra né di sinistra”. I numeri al Senato gli consegnano la “golden share” dell’esecutivo. Fabio Martini sulla Stampa a pagina 5.

«Ho fatto un’operazione machiavellica». Ma smentisce di far cadere Conte: «Chi me lo fa fare?» (Giornale p.2). Laura Cesaretti sul Giornale a pagina 2.

«Più di 40 parlamentari sono con me». Ascani (a sorpresa) non c’è, arriva Tabacci. Mario Ajello sul Messaggero a pagina 2.

«Finalmente mi sono ripreso la mia libertà…». E quanto alla sua nuova Cosa, della quale tutti gli chiedono, il suo progetto è un po’ diverso da quel che lui stesso racconta pubblicamente. E infatti nei suoi pourparler spiega: «Non sarà di destra o di sinistra…». Sembra una cosa già sentita ma per Renzi è il preannuncio di una novità autentica: Italia viva (questo il nome prescelto) sarà una formazione corsara, che in Parlamento e nei talk show alzerà continuamente il prezzo, contratterà ogni provvedimento, incasserà tutto quello che riuscirà a portare a casa. Fabio Martini sulla Stampa a pagina 5.

Massimo Cacciari: “Finalmente Renzi è fuori dal Pd: doveva uscire cinque anni fa. Speriamo che grazie a questa mossa tardiva, ma necessaria, il partito si ricostituisca attorno al suo segretario”. Silvia Truzzi sul Fatto a pagina 4.

Franceschini: la scissione grosso problema Il Pd teme che il M5S si allarghi. Zingaretti preoccupato per la sfida in Emilia: non facciamo pubblicità a Renzi (Stampa p.2). Carlo Bertini sulla Stampa a pagina 2.

Delrio: “Matteo sbaglia ho condiviso le sue battaglie e questo addio mi addolora. Tante volte io e Renzi ci siamo chiesti se nel Pd ci fosse spazio per l’innovazione e se non fosse meglio uscire”. Giovanna Vitale su Repubblica a pagina 7.

Roberto Giachetti: “Noi saremo leali e riformisti: servono passi avanti su Ius soli e suicidio assistito. Ora l’esecutivo non è più schiacciato a sinistra. D’ora in avanti dovranno fare i conti con noi”. Carlo Bertini sulla Stampa a pagina 4. 

Lorenzo Guerini: «Ho provato a convincerlo: così rafforza i sovranisti. Resto amico di Renzi ma le scissioni non hanno mai portato fortuna. Ogni volta che ci si divide si ridà ossigeno agli avversari e si indebolisce il nostro fronte». Alberto Gentili sul Messaggero a pagina 4. 

Senato, lo strano caso dell’ultrà Marcucci «Il mio amico sbaglia ma non tornino i Ds. Il partito è aperto e qui c’è spazio per i liberaldemocratici». Claudio Bozza sul Corriere a pagina 2.

Il sito “italiaviva.org” è stato registrato lo scorso 9 agosto, il giorno dopo alcune sue dichiarazioni che in sostanza preannunciavano le sue intenzioni: “Di sicuro nascerà una forza di centro, su questo non ci sono dubbi”, aveva detto in un colloquio comparso sulla Stampa. Anche “italiaviva.eu” è stato registrato il 9 agosto. Prima dunque della nascita del governo fra Pd e Cinque stelle guidato da Giuseppe Conte. David Allegranti sul Foglio a pagina I.

Renzi per rafforzarsi avrà bisogno di tempo e di visibilità, e Conte ha compreso come proverà a ottenerla: entrando in conflitto col governo e in competizione con i Cinque Stelle, lasciando al Pd il faticoso compito di mediare. D’altronde se Renzi non lo facesse si ridurrebbe al ruolo di junior partner, una sorta di Leu in versione centrista. «Solo che iniziando ad appiccare incendi — paventa un ministro dem — c’è il rischio che esploda tutto, perché i grillini non sono democristiani e Di Maio non è Rumor». Francesco Verderami sul Corriere.

Dalla scomparsa della Dc si contano 25 progetti centristi, alcuni assorbiti nei due poli, altri scomparsi, tutti comunque falliti. Italia viva sarà il ventiseiesimo esperimento, che stavolta dovrebbe contare su una legge elettorale proporzionale. Ora, a parte il fatto che l’esito non è scontato, la fila degli avversari di Renzi è così lunga che nel Pd confidano di trovare in Parlamento molti alleati per tenere alta la soglia di sbarramento. È un’ipotesi che Conte non contrasta e che testimonia come la separazione non sia affatto «consensuale». Francesco Verderami sul Corriere.

La non scissione dei sindaci renziani. Da Nardella e Gori tutti i principali primi cittadini vicini all’ex premier criticano la sua scelta. Cesare Zapperi sul Corriere a pagina 5.

L’obiettivo di Matteo: arrivare fino al 2022 per l’operazione Colle Renzi dovrà dosare strategia e impeto. Sosterrà il governo per decidere il successore di Mattarella. Adalberto Signore sul Giornale a pagina 3.

Si fa presto a dire proporzionale, la scissione nel Pd rallenta tutto. Effetti imprevisti di una mossa prevedibile. “Ottenuta la riforma, Renzi diventerebbe incontrollabile” (Giorgetti dixit). Valentino Valentini sul Foglio a pagina I.

“Il bipolarismo non può rinascere sotto il segno dell’antisalvinismo”. Parla Rutelli. Salvatore Merlo sul Foglio in prima.

La prima missione di Renzi: sabotare le intese regionali. Wanda Marra sul Fatto a pagina 2.
L’Occasione persa da Renzi sulle nomine. Stefano Feltri sul Fatto a pagina 15.

EDITORIALI E COMMENTI.
Il rischio instabilità. Antonio Polito sul Corriere in prima.
Un colpo al premier e un assist a Salvini. Massimo Franco sul Corriere a pagina 5.
Conflitto permanente con il Movimento. La strategia per prendersi la scena. I timori: se appicca incendi esplode tutto. Francesco Verderami sul Corriere a pagina 6.
L’ossessione del comando. Ezio Mauro su Repubblica.
I primi nodi da sciogliere. Stefano Folli su Repubblica.
Il divorzio senza pathos. Francesco Merlo su Repubblica.
Il timore di una nuova instabilità. Marcello Sorgi sulla Stampa.
La scissione malattia della sinistra. Luca Ricolfi sul Messaggero.
Scommessa per rianimare i riformisti. Mario Ajello sul Messaggero.
Il contaballe ha messo gli allocchì nel sacco. Maurizio Belpietro sulla Verità.
Non date retta ai due Mattei: si attaccano per tenersi in vita. Antonio Padellaro sul Fatto.
Legge elettorale oggi qui, domani là. Gian Antonio Stella sul Corriere a pagina 35.
La banda degli onesti. Alessandro Sallusti sul Giornale.
Restano gli infiltrati. Pietro Senaldi su Libero.

Zingaretti: «Ora il Pd guardi al futuro. Matteo? Io non l’ho capito». Ma il segretario del Pd Nicola Zingaretti in un’intervista al Corriere ammette che un po’ se l’aspettava. Perché Renzi era sì vicino al partito ma aveva un atteggiamento di «non partecipazione alla vita del partito che francamente non ho mai compreso fino in fondo». Però è una rottura che «dispiace» perché è «un errore dividere il Pd». Anche se poi aggiunge che non ha capito il perché dello strappo di Renzi. Ma Zingaretti ribadisce anche che «ora il nostro compito è molto chiaro»: bisogna «portare nel futuro il Pd. Anzi, meglio, il Pd che può ricostruire una speranza per l’Italia». «Mi auguro che non destabilizzi il governo, ma certo è un rischio Serve responsabilità» «Vanno moltiplicati i luoghi di aggregazione del partito, liberandoli di lacciuoli e gerarchie» Il tema del ritorno di Speranza e Bersani è privo di fondamento. Mi auguro che tornino i milioni di elettori che abbiamo perso il 4 marzo 2018. Maria Teresa Meli sul Corriere a pagina 2.

Il day after del Pd: “Ma non torneremo quelli di Bandiera rossa”. Orlando: “Non cadiamo nella trappola”. Il timore di essere schiacciati a sinistra e quello per gli effetti delle mosse di Renzi sul governo. Goffredo De Marchis su Repubblica.

Il premier da Mattarella, il Colle sdrammatizza. Fonti ufficiose assicurano che non è andato dal presidente a sfogarsi: “Solo ordinaria amministrazione” (Stampa p.2). Conte protesta col leader dem: “Dovevate dirmelo prima”. La telefonata del premier: “Forse quando ero incaricato si poteva ancora fare qualcosa. Adesso siamo in tre”. Anche Di Maio teme per il governo: “Ho detto a Renzi che di Matteo che rompeva ce n’era già uno”. Annalisa Cuzzocrea su Repubblica.

Le contromosse di premier e M5S che non si fidano di Renzi Quei contatti di Conte con Gianni Letta per blindare il Senato. Ilario Lombardo sulla Stampa.

Forza Italia ora stretta nella morsa tra Lega e partito renziano. Carfagna riunisce 50 parlamentari. Il Cav rassicurato dai suoi. Barbara Fiammeri sul Sole.

Fi rischia il travaso da un’Italia all’altra. Carfagna convoca i suoi Berlusconi chiama i senatori tentati dalle sirene renziane ma resta il rischio della fuga. E la deputata azzurra riunisce i parlamentari antisalviniani. Repubblica p.8. La scissione scuote anche FI Carfagna: Renzi un competitor. Ma molti azzurri sono tentati. Emilio Pucci sul Messaggero.

Rai, Pd e Cinque Stelle tentano l’affondo su Foa. “Subito le dimissioni. Per eleggere un nuovo presidente serve un accordo con l’opposizione. Secondo Forza Italia e Lega verrà messo in discussione anche l’ad Salini. Alessandro Di Matteo sulla Stampa.

I grillini ai aggrappano ai Verdi per un gruppo a Strasburgo ma si astengono su Lagarde. Ambientalisti ancora scettici sull’ingresso dei 5S: partito inaffidabile. Oggi la decisione. Emergono già le differenze sul voto per la guida Bce. Marco Bresolin sulla Stampa.

La natura grillina dietro al rifiuto di Lagarde. In un solo voto si mostrano complottisti, inaffidabili e ignoranti. Sul Foglio.

«La riforma dello sport non è una scatola chiusa». Il neo ministro: «La legge delega va riempita. Martedì incontro Malagò. E ascolterò il Cio. Tennis e Olimpiadi, occasioni da cogliere. Vedo Fioramonti per l’attività motoria a scuola. Serve un piano decennale. Roma 2024? La vera sfida fare le cose senza ombre. A ottobre un tavolo per le donne sportive. I miti? Coppi e Mennea». Alvaro Moretti sul Messaggero.

Umbria, c’è l’ipotesi del procuratore che indagò Andreotti. Il dialogo tra dem e grillini per la scelta del candidato civico. Fausto Cardella piacerebbe a entrambi, ma non è ancora in pensione. Marco Franchi sul Fatto.

Il disgelo Macron-Conte. Ma il boom richieste d’asilo frena Parigi sui migranti. 140mila domande di rifugiati allarmano i francesi. Anche Serraj a Palazzo Chigi. Marco Conti sul Messaggero.

Nell’ultimo mese impennata di sbarchi. Lite con Malta, che alla fine apre i porti. A sbloccare la situazione contribuisce la visita al Quirinale del presidente della Valletta. Cristiana Mangani sul Messaggero.

Ventimiglia, documentati 70 respingimenti al giorno. I gendarmi blindano il valico. «Rimandano da noi i profughi». Vengono dal Corno d’Africa o dal Marocco, ma sono passati «dall’altra parte», spiegano alla Caritas: si è riaperta la rotta dei Balcani. Marco Imarisio sul Corriere a pagina 10.

L’intervista al presidente tedesco Frank-Walter Steinmeier che domani sarà a Roma per una visita di Stato: «Con il nuovo governo pronti a soluzioni comuni sul tema dei rifugiati». Il presidente tedesco: uno sforzo europeo sulla Libia. Io e Mattarella abbiamo lo stesso sguardo sul mondo. Noi tedeschi e italiani abbiamo tratto la giusta conclusione dagli orrori del fascismo e del nazionalismo: l’Europa unita. Trent’anni dopo la riunificazione c’è ancora molto da fare: abbiamo ignorato la frattura nelle biografie dei cittadini dell’Est. Ci vorrà tempo e impegno, ma dobbiamo convincere di nuovo la gente che l’affermazione della democrazia vuol dire anche vivere nella diversità. Paolo Valentino sul Corriere a pagina 11.

Asse con Parigi sugli investimenti green. Trattato del Quirinale, si firma nel 2020. Dalla Francia sì a un sistema automatico sui migranti, ma esclusi quelli economici. Gerardo Pelosi sul Sole.

“Via i migranti economici”. Macron restringe le regole e cerca l’intesa con Conte. Il presidente francese a Roma: sintonia col governo sulla redistribuzione. La Guardia costiera salva 90 persone, accolte da Malta dopo un negoziato. Leonardo Martinelli sulla Stampa.

“L’Ungheria non accetta quote. Niente ricatti da Roma e Ue”. Il ministro degli Esteri: Salvini ha reso l’Europa più sicura, Di Maio fa il contrario. Abbiamo già speso un miliardo per fermare gli illegali e abbiamo protetto i confini per tutti. Aprendo i porti l’Italia manda un segnale sbagliato, fa un favore a scafisti e trafficanti di esseri umani. Di Maio: Facile fare i sovranisti con le frontiere degli altri. Chi non accetta le quote dev’essere sanzionato. Alberto Simoni sulla Stampa.

Il premier libico a Roma Serraj fa due giorni di anticamera per capire se Conte è un alleato o no Tripoli assediata da Haftar chiede chiarezza all’Italia, nello stesso giorno della visita romana di Macron Il nuovo corso per i migranti. Daniele Rainieri sul Foglio in prima.

La vera storia della bambina di Pontida. La vicenda di Greta è molto diversa dal racconto della Lega. Lo provano le carte del tribunale. Matteo Pucciarelli sul Repubblica a pagina 8

Il giallo della donna sul palco a Pontida: «Simulatrice che inventava minacce». Il controverso passato di Maricetta Tirrito, esibita da Salvini. Stefano Zurlo sul Giornale a pagina 6.

Caso Maugeri: «Formigoni deve versare 47,5milioni». Giuseppe Guastalla sul Corriere.

La Corte dei Conti esagera. Formigoni perseguitato: «Restituisci 47 milioni». I protagonisti del caso Maugeri dovranno versare un super-risarcimento. Ma come farà il Celeste se non ha un euro? Fabio Rubini su Libero.

I tecnici del Tesoro: “Meglio tagliare il reddito dei grillini che Quota 100”. Rivedere la misura del M5S libererebbe oltre 2 miliardi. Gualtieri telefona a Renzi: niente veti sulla manovra. Alessandro Barbera sulla Stampa.

In arrivo la retromarcia sulla flat tax per le partite Iva. Roberto Petrini su Repubblica.

Riparte l’Imu-Tasi unificata, da tagli e bonus 5 miliardi. Verso la manovra. Il viceministro Misiani rilancia la riforma delle tasse locali. Oggi incontro Conte-sindacati. Nelle stime crescita tendenziale 2020 ridotta a 0,2-0,3%. Marco Rogari & Gianni Trovati sul Sole.

Gualtieri bacchettava Tria. Ma ora lo copia sul deficit Criticò il deficit al 2,4%, il ministro adesso ci spera E il Pd «ruba» alla Lega l’accorpamento di Imu e Tasi. Antonio Signorini sul Giornale.

Atlantia, l’addio di Castellucci. Via con 13 milioni di buonuscita. Le deleghe vanno a un Comitato di cinque consiglieri. Luciano Benetton: “Sotto choc per i fatti emersi”.È da una settimana che siamo sotto choc. Sicuramente ci sarà qualche cambiamento. Lo aspettiamo dal cda di Atlantia. Francesco Spini sulla Stampa.

Poteri a Cerchiai e Bertazzo. Fabio Savelli sul Corriere.

«Lascio nell’interesse di tutti. Sono un manager, ma non per ogni stagione». Antonella Baccaro sul Corriere.

Così si complica la partita Alitalia. Delta più forte e non c’è un piano B (Repubblica p.11).

Ma i manager non bastano. La tragedia del Ponte Morandi sta facendo traballare una delle ultime aziende private italiane E il sistema paese non c’è più. Ettore Livini su Repubblica a pagina 34.

Concessioni e dossier Alitalia ora la soluzione è meno difficile. Anche per il Pd e Renzi la revoca non è più un tabù e prende forma uno stralcio parziale Ma il M5S chiede un provvedimento che coinvolga tutte le concessioni del Nord-Ovest. I grillini vorrebbero anche una riduzione delle tariffe tra il 10 e il 15%. La maggioranza è d’accordo: Conte avrà l’ultima parola sulle scelte. Stampa p.11

Così ha trasformato Autostrade in un colosso. Ma non lascia un erede. Per 18 anni è stato il manager simbolo della famiglia di Ponzano Veneto Difficile transizione per i successori. Il nodo Abertis e i dossier sul tavolo. Dalla consulenza a Barilla, poi nel 2001 l’incontro con Gilberto Benetton. Stampa p.11

Il cinismo dei padroni per salvare la baracca e fingersi “sotto choc” Paga solo il manager. Ma per anni la famiglia veneta non ha fiatato sui suoi metodi che l’hanno resa una potenza

Profitti senza pari nel mondo. È una settimana che siamo sotto choc per quello che appare dai comunicati della giustizia. Aspettiamo di vedere cosa decide il cda di Atlantia

Giorgio Meletti sul Fatto a pagina 9

I tassi overnight Usa vanno alle stelle, la Fed spegne il fuoco con 53 miliardi. Calo improvviso di liquidità (dovuto a motivi fiscali), tassi in volo al 10%. La banca centrale costretta a intervenire in emergenza stanziando liquidità (Sole p.17). Mossa a sorpresa della Fed. Inietta nel mercato 75 miliardi. La misura per risolvere problemi sui prestiti a breve. E oggi dovrebbe ridurre i tassi Usa (Repubblica p.28).

Federico Rampini su Repubblica a pagina 28

La battaglia dei tassi Usa Pressing di Trump sulla Fed Oggiattesountaglioalcostodeldenaro.Maxiiniezionediliquidità:75miliardi

Corriere p.38

La Fed inietta 75 miliardi di dollari Bce: “Non ostacoliamo le fusioni”

oggi powell dovrebbe tagliare i tassi

Stampa p.19

Bce, sì dell’Europarlamento alla nomina di Lagarde. La nuova presidente si insedierà l’1 novembre. Si astiene M5S, votano contro Lega e FdI (Corriere p.37).

Del Vecchio diventa il terzo socio di Mediobanca. La holding Delfin compra a sorpresa il 6,9% dell’istituto. “È una opportunità”. Sullo sfondo lo scontro per lo Ieo. Il mese prossimo l’assemblea dei soci di piazzetta Cuccia (Stampa p.18).

Mediobanca, blitz di Del Vecchio. Asse italiano più forte in Generali. Il patron di Luxottica ha raccolto il 6,94% in Borsa giorni fa. “Sarò azionista di lungo periodo per accelerare su redditività”. Dossier caldi il Leone e Ieo (Repubblica p.29).

Ora le azioni si contano e si pesano

Francesco Manacorda su Repubblica p.29

Napoli, voltafaccia Whirlpool. La fabbrica agli svizzeri di Prs. Ira del governo: violati gli impegni. I sindacati: sciopero (Stampa p.18).

Whirlpool vende Napoli, è sciopero Cessione a Prs. Il Mise: grave scorrettezza. I sindacati: una decisione che offende

Corriere p.39

Il caporalato digitale tra i rider. «Dammi il 20% e ti cedo la app». Milano, così lavora chi non ha documenti in regola. Le aziende: «Tolleranza zero». «Chi ti dà l’account in caso di incidente ti dice di non chiamare il 118 sennò ti identificano». Un giorno tra i fattorini fantasma (Corriere p.21).

Antonio Crispino sul Corriere a pagina 21.

Netanyahu senza maggioranza, Gantz avanti. I destini di Israele nelle mani di Lieberman. Likud e alleati sotto i 60 seggi. L’ex generale cerca l’appoggio di Yisrael Beiteinu. Recupera la Lista araba. Nei Territori assediati dalla paura: “Continuiamo a sperare in Bibi”. L’insediamento di Tekoa un giorno potrebbe diventare parte di uno Stato palestinese

(Stampa p.13).

Elezioni, Netanyahu in difficoltà. Israele rischia ancora la paralisi. Exit poll: Bibi (30 seggi) superato dall’ex generale Gantz (32). Il ruolo di Lieberman (Corriere p.14). La figlia di Amos Oz: «Adesso serve quiete Basta parole violente» (Corriere p.15).

«Missili e droni dall’Iran nell’attacco ai sauditi». Gli Usa e l’opzione militare. Gli impianti petroliferi colpiti dai Cruise partiti da una base di Teheran. Trump studia la risposta, ma resta molto cauto (Messaggero p.10). «L’attacco ai siti sauditi è partito dall’Iran». Fonti Usa Alla «Cnn» (Corriere p.16).

“Missili cruise dall’Iran” Ora Usa e sauditi studiano la ritorsione Fonti americane: impianti petroliferi colpiti con venti droni Pence prepara il viaggio nel regno. Riad irritata per il silenzio italiano

Repubblica p.12

Missili contro l’Arabia da una base iraniana

L’intelligence americana studia le traiettorie. Il Pentagono valuta la rappresaglia: attacchi digitali contro le infrastrutture

Stampa p.12

Petrolio, sauditi in corsa per riattivare la produzione Dopo gli attacchi. Riad minimizza, ma i danni agli impianti risultano molto gravi e richiederanno mesi di lavoro Necessario l’utilizzo delle capacità di riserva dei giacimenti

Sole p.5

Nessun impatto sui prezzi, ma attenzione all’emotività

Nel breve periodo possibili oscillazioni del 2-3 per cento pari a pochi centesimi

Sole p.5

Spagna, fallisce ogni intesa. Il re Felipe chiama le elezioni. Il socialista Sánchez non ottiene appoggi. Si voterà per la quarta volta in 4 anni (Corriere p.16).

Sánchez non trova alleati. La Spagna di nuovo alle urne. Non c’è accordo di governo tra i socialisti e Podemos. Il re Felipe VI pronto a decretare lo scioglimento delle Cortes (Repubblica p.20).

La Corte Suprema decide sulla sfida fra Johnson e il Parlamento (Stampa p.17)

La lunga mano del Dragone: dove finiscono i 300 miliardi dei cinesi. Maria Maggiore sul Fatto a pagona 16

Opec, ascesa e declino di una grande rivoluzione. L’Organizzazione ha aiutato gli Stati produttori a emanciparsi dal giogo post-coloniale. Perciò la transizione “verde” va gestita con attenzione. Alberto Clò sul Fatto a pagona 18

Paradiso non può attendere e archivia i Thegiornalisti. Gli altri due membri fanno sapere che la band andrà avanti con un nuovo cantante. Repubblica p.40

Buongiorno a tutti. Renzi con un’intervista a Repubblica e un colloquio con il Giornale annuncia la scissione. Nel Pd mi sentivo un intruso. Conte stia sereno. Il Governo non rischia. In Umbria prove di accordo fra Pd e Cinquestelle mentre Brunello Cucinelli si chiama fuori e annuncia che non si candida. Buona lettura a tutti.

La scissione. Con una intervista a Repubblica e un colloquio con il Giornale Renzi annuncia la scissione. E stasera da Vespa a Porta a Porta.

Mi sentivo un intruso. “Lascio il Pd e sarà un bene per tutti Anche per Conte. Non indebolisco il fronte anti-Salvini, al contrario, si allargherà la maggioranza, l’ho detto anche a Conte. Già in settimana i gruppi autonomi. Non ho un problema con Zingaretti, ma il partito è diventato un insieme di correnti e per molti io sono sempre stato l’intruso. Ora basta col fuoco amico. Franceschini mi ha scritto: ora non ti considererà più nessuno. Mi piace da impazzire quando mi danno per morto. Non prendo lezioni da quelli che hanno votato per altre liste. E adesso D’Alema e Bersani torneranno”. Annalisa Cuzzocrea su Repubblica a pagina 2.

Conte? Stia sereno. Renzi sfida il governo: «Esco dal Pd e sarò decisivo». L’ex premier spiega lo strappo: «Conte? Stia sereno… Durerà tre anni, ma eviterò la deriva a sinistra». Augusto Minzolini sul Giornale in prima.

Carlo Calenda: «Da Matteo una scissione di Palazzo servono serietà e risposte sui temi veri». L’ex ministro: il 9 dicembre lanceremo il nostro movimento, sanità, investimenti e scuola le priorità. Mario Ajello sul Messaggero a pagina 2. Altro sulla Scissione.

Regionali. Un magistrato per l’alleanza civica Umbria. Si fa il nome del procuratore Cardella. Potrebbe mettere d’accordo i giallorossi. Qn.

Alleanza civica. L’intesa Pd-5S parte dal programma. Zingaretti e Di Maio lavorano per trovare un equilibrio. E se in Umbria l’accordo è a un passo, restano i casi di Calabria ed Emilia Romagna. Repubblica. I paletti di Di Maio: «In Umbria azzerare tutto». Ma un nome nuovo non c’è. Messaggero. Brunello Cucinelli approva l’alleanza giallorossa ma non si candida. Tre interviste a Corriere Stampa e Repubblica. Altro sull’alleanza civica.

Bibbiano o non Bibbiano. Polemiche per la minorenne fatta salire sul palco di Pontida e accuse a Salvini: “Quella bambina non è di Bibbiano. Non c’entra con l’inchiesta”. Lui: mai detto. Ma i suoi social lo inchiodano. Stampa. Intanto è pronto il testo per il referendum alla parte maggioritaria della legge elettorale. Approfondisci.

Cinquestelle. Di Maio ai vice 5Stelle: marcate i vostri ministri. Dopo i summit alla Farnesina, il leader riunisce la sua delegazione a palazzo Chigi. Al centro dell’agenda la «green rule»: avanti con l’alleanza con i Verdi in Europa. Marco Conti sul Messaggero a pagina 5. Approfondisci.

Pillon nel cassetto. La ministra blocca la legge Pillon. “Dannosa per i figli”. Lo stop di Bonetti alla contestata riforma dell’affido condiviso “Resterà nel cassetto”. I movimenti pro-life: “Non molliamo”. Repubblica.

Migranti. Domani Sarraj a Roma da Conte per parlare di migranti. Stampa. Farnesina: uffici Ue in Africa. Ed è scontro con l’Ungheria. Orban attacca: pericoloso aprire i porti. Di Maio risponde: sovranisti con le frontiere degli altri. La stretta di Macron: «Sui migranti serve fermezza, il popolo va ascoltato». Parigi: nessuna ripartizione automatica ma ampliare i Paesi di possibile approdo. Messaggero.

Migranti. L’auspicabile agenda del ministro Lamorgese sull’immigrazione. Stefano Allievi sulla Stampa a pagina 23.

Torture ai migranti in Libia. Tre arresti: la prima volta in Italia. I pm di Palermo contestano il nuovo reato. Processo a Roma per la strage in mare del 2013 (Corriere p.14).

Juventus. Estorsioni e violenze. La Juve denuncia il ricatto degli ultrà 12 arresti in Piemonte. Pretendevano biglietti gratis, maglie e inviti alle feste. Le minacce di cori razzisti per far multare la società. Il quadro emerso da questa indagine non può essere un unicum che riguarda solo la Juve. Gli arrestati hanno fatto della violenza uno stile di vita Il tifo è soltanto un pretesto. Mafiosi infiltrati, droga e biglietti. Così le curve diventano business. La violenza dietro le lotte di potere per controllare gli affari: quasi triplicati gli arresti. Il criminale padrone della Sud che imponeva il silenzio ai tifosi. Stampa. Approfondisci.

Neo presidente. La neo presidente della commissione Economica del Parlamento Ue Irene Tinagli: “È interesse di tutti rivedere le regole. In Europa faremo un lavoro di squadra. Tra i Paesi del Nord alcuni guardano con timore a questa ritrovata centralità del nostro Paese. Abbiamo visto le dichiarazioni di Draghi. C’è interesse a ridiscutere le regole di bilancio. Sono ancora un po’ preoccupata per questa alleanza certamente anomala in Italia. Eletta con Calenda ma resto nel Pd”. Stampa. (Stampa p.6).

Treccine 1. «Voglio solo tornare in classe». E Lino chiede alla mamma di tagliargli le treccine blu Scampia, passa la linea della preside. La scelta del ragazzo. Fulvio Bufi sul Corriere a pagina 21.

Treccine 2. La preside di Scampia “Il mio no alle treccine è un gesto d’amore”. Lino se le è fatte tagliare ieri per tornare in classe. Ha detto: “Lo so che lo fate per me”. Repubblica.

Commento 1. Dalla parte di Lino. Michele Serra su Repubblica a pagina 26.

Commento 2. Il coraggio di una scelta impopolare. Marco Demarco sul Corriere a pagina 21

Commento 3. Le treccine blu e quei genitori da cartellino rosso. Stefano Zecchi sul Giornale in prima.

Cerciello. Si indaga per falso sul suo comandante. Nuovo fascicolo in procura. Il capo della stazione mentì sull’arma di Varriale. Si complica la posizione di Natale: fu lui a lavare il coltello dell’omicidio (Repubblica p.15).

Bellomo. L’ex consigliere di Stato a processo. «Tutte quante le mie allieve sono diventate magistrate». La difesa di Bellomo, la toga accusata di molestie sulle sue corsiste. Ora saremo giudicati da persone così stordite da firmare clausole che vietavano loro di sposarsi? (Libero p.8).

Malagò e le mail. Dopo le polemiche dei giorni scorsi selle due lettere inviate al Cio parla Malagò: “Quelle mail al Cio per salvare i Giochi e difendere la mia autonomia. È stato il numero uno Thomas Bach a chiedermi di mettere nero su bianco le mie perplessità sulle scelte del governo gialloverde. Incontrerò il nuovo ministro Spadafora. Gli spiegherò che ci hanno voluto ridimensionare ma che voglio la libertà sul terreno rimasto. Sono rispettoso delle istituzioni, non sono un ribelle ma ho il diritto di sostenere il mio pensiero: la riforma fatta per legge è zoppa. Marco Mensurati su Repubblica a pagina 17.

Petrolio. Usa, ecco le prove del raid contro il petrolio saudita. Dito puntato su Teheran Washington mostra le foto dei satelliti: da qui sono partiti droni e missili Trump pronto ad agire: “Aspettiamo soltanto le considerazioni di Riad” (Repubblica p.13). Approfondisci.

Autostrade. Resa dei conti in Atlantia. Oggi Castellucci si dimette. L’ad del gruppo che controlla anche Autostrade spinto a lasciare dopo gli sviluppi dell’inchiesta sul Ponte Morandi di Genova. Il Consiglio darà mandato a un cacciatore di teste per trovare un nuovo amministratore. Approfondisci.

Debito. Il macigno del debito sulla manovra. La Banca d’Italia ci segnala con puntualità che il debito pubblico nel nostro Paese ha sfondato quota 2.400 miliardi. Il rischio che, in assenza del termometro dello spread, il problema cominci ad essere sottovalutato (Repubblica p.22).

Ritardi. La Pa ha 53 miliardi di debiti. E paga con due mesi di ritardo. Fatture liquidate in 67 giorni (contro i 42 della media Ue). Imprese costrette a comprare denaro al 7% l’anno (Giornale p.6).

Frenata cinese. Cina, la crescita frena ai minimi dal 2002. Verso il taglio dei tassi. Ad agosto la produzione industriale rallenta a +4,4% insieme a consumi e investimenti. La Banca centrale dovrebbe ridurre il costo del denaro (Repubblica p.23).

Brexit. Johnson: tratto sulla Brexit, nessuna proroga. Il premier britannico incontra Juncker: passi avanti. Bruxelles chiede proposte sul confine irlandese. Boris diserta la conferenza stampa per non affrontare i contestatori (Stampa p.11). La «Brexit» del premier. Boris in fuga e podio vuoto (Corriere p.12). L’invisibile Hulk e i fischi a Boris al suo incontro con gli europei (Foglio p.3).

Elezioni in Israele. Pro o contro Bibi, Israele vota. Ma l’arbitro sarà Lieberman. Nuove elezioni dopo l’infruttuoso round di aprile. Approfondisci.

Buongiorno a tutti.

Buona lettura a tutti.

T 1 Pontida

A Pontida Salvini ottiene il perdono dei leghisti. “Torneremo a vincere”. Il leader cerca la rassicurazione di un legame sentimentale dopo la rottura di agosto: “I sette ministri ce li riprenderemo con gli interessi. Non mollerò”. Una sfida al nuovo governo ma anche un segnale di isolamento.

Nel discorso nessuna citazione per gli alleati, per Meloni e tanto meno per Berlusconi

Ai dirigenti locali chiede di arruolare i transfughi. La parola d’ordine: “Mai col Pd”

Repubblica p.2

Sul Pratone entusiasmo e rabbia. «Ladri. Ci hanno rubato in casa». Conte nel mirino dei militanti, confusi per le urne mancate: ma Matteo ha fatto bene. E tra il pubblico si riparla di Berlusconi. «Speriamo che non faccia il furbo»

Corriere p.3

«Il governo del popolo vincerà». Salvini accende la folla di Pontida. Opposizione con i referendum: legge elettorale e sicurezza. Bimba di Bibbiano sul palco

Lucia Borgonzoni, candidata star: non temo la sfida in Emilia-Romagna.

Corriere p.2

“Se toccano i decreti sicurezza referendum anche sui migranti” Dopo il proporzionale Salvini minaccia un’altra consultazione. Attacchi ai senatori a vita e niente scuse al capo dello Stato. Poi cita Giovanni Paolo II, Fallaci, Enzo Ferrari e pure Berlinguer

Repubblica p.4

La bimba di Bibbiano sul palco e la politica che non diventa adulta

Mario Ajello sul Messaggero a pagina 2

Insulti antisemiti contro Lerner Aggredito cronista di Repubblica

Solidarietà da Fnsi, Ordine dei giornalisti, partiti e sindacati. Zingaretti: “Fermiamo questa deriva”. Zaia: “L’ospitalità è sacra” Ma viene fischiato

Repubblica p.3

Calderoli: “Sconvenienti le offese al Quirinale ma Mattarella poteva dare l’incarico a noi”

Repubblica p.4

Croci, madonnine e bandiere tricolore Così il rituale padano diventa patriottico. Cambiano linguaggio e protagonisti del raduno: non si parla di secessionismo e spariscono i simboli russi

Alberto Mattioli sulla Stampa a pagina 9

Dal Papeete a Bibbiano chi usa i bambini

Repubbloca p.3

T 2 Patto civico

«Un patto civico perl’Umbria» DiMaio apre. E Zingaretti dice sì L’idea di un candidato e programma comuni.Il centrodestra attacca:mossa patetica

La proposta M5S «Un passo indietro delle forze politiche: sosteniamo la giunta ma senza entrarci»

Il segretario dem «Avanti con il confronto. Ci sono tutte le condizioni per un processo nuovo»

Corriere p-5

Di Maio: “Patto civico per l’Umbria” Il leader 5S apre alla proposta Pd

Il voto regionale del 27 ottobre potrebbe scrivere un nuovo capitolo dell’alleanza governativa Zingaretti: “Avanti con il confronto”

Repubblica p.8

Di Maio e Zingaretti Prove d’intesa per le regionali Possibili accordi con candidati civici alla presidenza Il Dem: “La scissione? L’unità serve alla democrazia”

Stampa p.6

Il leader grillino e l’imprenditore hanno maturato l’idea di tenere fuori i partiti e puntare sui tecnici per le regionali La telefonata tra il grillino e Cucinelli Così è nata l’alleanza Pd-5S in Umbria. Non è escluso che il re del cashmere possa scendere in campo.

Fabio Martini sulla Stampa a pagina 7

“Se c’è un’intesa sui contenuti il candidato non sarà un ostacolo”

WALTER VERINI Il commissario Pd in Umbria: “Apertura positiva. Da tempo ci lavoriamo”

Salvini ha detto “ci prenderemo l’Umbria”, ma l’Umbria è solo degli umbri

Alessandro Di Matteo sulla Stampa a pagina 7

Fora, quel candidato della società civile che ora rischia di saltare

Repubblica p.8

Ilmanager coop,la sindaca eil sognoCucinelli IdeminsistonosuFora,vicinoalcardinaleBassetti.TraleipotesilaprimacittadinadiAssisi

Corriere p.5

Pierluigi Castagnetti(Pd) «Diamo del tempo ai Cinque Stelle Nessuna abiura»

I renziani La scissione concordata è una pia illusione: la conflittualità tra le due parti porta a danneggiare la coalizione fino a farla finire

Corriere p.6

Gianluigi Paragone (M5S) «Un bacio mortale Senza identità saremo schiacciati»

L’ipnosi Questa partita l’ha gestita BeppeGrillo.Il Movimento ormai è scisso: chi vive nel Palazzo è in uno stato di ipnosi

Corriere p.6

EQUAZIONE A DOPPIA INCOGNITA

Federico Geremicca sulla Stampa in prima.

T 3 Scissione

Da giorni si susseguono le voci sulla possibile nascita di gruppi autonomi dei renziani in Parlamento, che lascerebbero così il Partito democratico, restando nell’ambito del centrosinistra. Zingaretti: «Scissione fatto drammatico». Il Pd fa muro contro i piani di Renzi. L’appello di Franceschini: Matteo non farlo, questa è la tua casa. E cita il Talmud: costruiamo la nuova casa con i sassi che ci siamo tirati

Corriere p.8

Renzi accelera e vede Conte Nome in ballo “Italia del Sì”

Appelli all’unità e attacchi contro la scissione, ma il progetto accelera La formazione punta ad attrarre parlamentari di Forza Italia e +Europa

Carlo Bertini sulla Stampa a pagina 6

Pd, da Zingaretti a Franceschini appelli a Renzi: “Fermati Un errore la scissione” Il segretario: “Dividersi sarebbe gravissimo, l’Italia non capirebbe” Il ministro: “Non c’è separazione consensuale se spacchi un partito”

Costruisci la tua casa con i sassi che ti hanno gettato contro c’è scritto nel Talmud, ci dice Erri De Luca

Vale per noi e per i 5Stelle. Dobbiamo costruire una casa comune con le pietre che ci siamo tirati

Repubblica p.6

“Italia del sì”, Matteo brucia i tempi: «Subito i gruppi, farò una renzata»

«VEDRÒ CONTE E IL CAPO M5S: È UN’OPERAZIONE IN AMICIZIA, NON MINACCIA IL GOVERNO» NEL PARTITO L’IPOTESI GIACHETTI PRESIDENTE

Alberto Gentili sul Messaggero a pagina 8

Le ragioni dei renziani “Nuovi gruppi per guidare l’agenda di governo”

Repubblica p.6

Zanda “È un trauma, chi se ne va non pretenda l’assenso di chi resta”

Spero sia solo un brutto sogno, ma non si può continuare a rimanere nel limbo, a parlarne senza decidere in un senso o nell’altro

Repubblica p.7

T 4 Legge elettorale

La legge elettorale che divide

Idee diverse anche dentro glistessi partiti I fondatori del Pd contro il proporzionale Dubbi di FI e FdIsulreferendum leghista

Ceccanti: se pensiamo all’asse con i 5 Stelle è chiaro che non va bene il maggioritario

Corriere p.9

Il grande intrigo del proporzionale

Stefano Folli su Repubblica a pagina 23

«Maggioritario, FI decida» E la Lega tenta i delusi M5S

Coalizione alla prova del referendum Salvini: alleati con chi raccoglie le firme

Lo scouting del Carroccio al Senato con i grillini esclusi dal sottogoverno

Messaggero p.5

La sfida di Gentiloni: “Diritti e ambiente per far ripartire l’Europa” Il neo commissario all’Economia: la priorità è battere le diseguaglianze Sulla Web tax: serve un’azione globale, ma siamo pronti ad agire da soli

C’è un nuovo inizio europeo, non può essere imposto dall’alto ma condiviso dall’opinione pubblica

Sulle riforme europee il dialogo fra Parigi e Berlino è un fatto, ma l’Italia deve svolgere un suo ruolo

Von der Leyen vuole riprendere la via della crescita rendendola sostenibile sul piano sociale

Servono incentivi fiscali per un’Europa sostenibile: la sfida è difficile ma dev’essere un’ossessiva priorità

Non sarà facile arrivare alla revisione dell’accordo di Dublino, l’Italia può dare un contributo

L’Europa può essere una «superpotenza tranquilla» in grado di evitare una guerra fredda fra Cina e Usa

Maurizio Molinari sulla Stampa a pagina 2

T 5 Migranti

Lampedusa, cento arrivi in 24 ore L’hotspot oltre la capienza massima. Grandi(Unhcr): bisogna concentrarsisu cooperazione e solidarietà

Corriere p.11

Arrivi in aumento È la rotta dei barchini

Repubblica p.16

Sei «volenterosi» per distribuire i migranti nell’Ue prima deglisbarchi Negoziati per un’intesa al vertice di Malta

Francia e Germania Con il nuovo governo c’è disponibilità a collaborare (fino a modificare Dublino)

Rifugiati e non Italia e Malta chiedono che siano distribuiti tra tutti anche i migranti «economici»

● La Convenzione di Dublino (1990) è stata il primo accordo per stabilire regole europee sul diritto d’asilo. Prescriveva che a offrirlo fosse il Paese d’ingresso, principio ribadito nelle successive revisioni della carta (Dublino II, Dublino III).

Corriere p.11

Conte, pressing su Macron: «Ora la rotazione dei porti»

Mercoledì il premier chiederà al presidente francese di accettare pure i migranti economici

`Il nostro governo cerca la sponda di Parigi sulle sanzioni per i Paesi che non accolgono

Messaggero p.3

Migranti, la frenata delle Ong “Noi un esercito nato per sciogliersi” Le organizzazioni: nessuna corsa ai salvataggi dopo l’era dei porti chiusi, non vogliamo farci strumentalizzare Molte navi ferme per sequestro. Msf: “Saremo presenti, ma vogliamo lavorare con la Guardia costiera”

Repubblica p.16

Alessandra Ziniti su Repubblica a pagina 16

Come andare oltre Dublino, Il regolamento sui migranti può essere modificato tagliando fuori il blocco di Visegrad, come suggerisce Enrico Letta

Pietro Bartolo e Giuliano Pisapia su Repubblica a pagina 23

T 6 Attacco ai Pozzi

L’attacco al petrolio saudita Gli Usa minacciano l’Iran

Cresce la tensione dopo il raid con i droni sugli impianti-cardine della produzione dell’oro nero di Riad Ma Trump dice: pronto a vedere Rohuani

Repubblica p.15

AttaccoaipozziinArabia «Usaprontiaintervenire» A rischio l’incontroTrump-Rouhani.Teheran ambigua rilancia il dialogo

Corriere p. 12.

Missili,mine e il giallo dei droni Chisono i ribellisciiti dietro alraid Tentatividiincursioneavviatidatempo.Finoa«bucare»ladifesasaudita

Corriere p. 12.

Un’escalation farebbe salire anche il prezzo del barile

Corriere p.12

La guerra del petrolio. L’Iran dietro l’attacco ai pozzi sauditi.

Federico Rampini su Repubblica a pagina 22.

Domande e risposte

Ma ora la grande incognita sul prezzo del greggio Rischio quotazioni in salita

Eugenio Occorsio su Repubblica a pagina 15

Riad mobilita le riserve per evitare il caro-petrolio

Aramco ha dimezzato la produzione di greggio La Borsa saudita ha perso già il 3 per cento

Washington in soccorso dell’alleato: pronti a mettere sul mercato le scorte

Servono settimane per riattivare gli impianti Il greggio potrebbe salire a 70 dollari

Francesco Semprini sulla Stampa a pagina 10

T 7 Prof

«Ai prof100 euro in più al mese E niente cartellino peri presidi» Il ministro dell’Istruzione Fioramonti: cosìspenderò i2miliardi chiesti perla scuola

No agli aumenti di merito per i docenti, sarebbe come pagare i donatori di sangue

L’Invalsi resta non obbligatorio. Le tre buste per le prove orali? Vediamo

Corriere p.22

T 8 Messina Denaro

Il killer amico di Messina Denaro “Matteo hai perso, ora arrenditi” Parla il pentito Di Filippo: “Lo conoscevo bene, lui custodisce ancora i segreti delle stragi Tutta la sua famiglia è finita in carcere ed è sempre più isolato, prima o poi qualcuno lo tradirà”

Repubblica p.17

Salvo Palazzolo su Repubblica a pagina 17.

T 9 Bosso

Il dramma di Bosso “Non posso più suonare il pianoforte” Il musicista malato: “Soffro tantissimo, ho due dita che non rispondono bene Se mi renderò conto di non poter gestire un’orchestra smetterò di dirigere”

Repubblica p.18

Carlo Moretti su Repubblica a pagina 18.

T 10

ECONOMIA

Tagli di spesa, meno sgravi e lotta all’evasione fiscale: il governo cerca 15 miliardi

Messaggero p.8

1 tavolo

Furlan: ora c’è un solo tavolo per parlare con il governo Serve uno sforzo sulle tasse

Sul taglio del cuneo fiscale meglio alzare l’asticella In passato il Pd aveva proposto fino a 50 mila euro

Corrierre p.8

2 Autostrade

Atlantia, i Benetton decidono il futuro dei vertici Oggi i consigli della holding di famiglia Edizione e di Autostrade. Sul tavolo «non c’è la vendita»

Corriere p.17

Oggi cda della holding Edizione. Mion: “Valuteremo le iniziative, doverose e necessarie, a salvaguardia di credibilità, reputazione e buon nome degli azionisti” Benetton, resa dei conti con i manager A rischio l’ad di Atlantia Castellucci

La famiglia veneta é compatta: vuole recuperare la propria reputazione

“Atlantia non sta pensando a uno spin-off di Autostrade Non è sul tavolo”

Stampa p.4

Autostrade, Castellucci in bilico A rischio anche l’operazione Alitalia Oggi cda di Edizione, la holding dei Benetton che controlla Atlantia. Dopo le intercettazioni sul Morandi i principali soci vorrebbero un passo indietro dell’ad. Allarme Fs: il gruppo potrebbe sfilarsi dal salvataggio della compagnia

La società Aspi annuncia una nuova strategia di trasparenza: sarà possibile consultare tutti i documenti sulla gestione

Repubblica p.11

Goffredo De Marchis su Rep a pagina 11

Il dilemma dei Benetton Vogliono l’addio del manager ma sostituirlo è difficile

A maggio l’ad è stato riconfermato, ma oggi per la dinastia è in pericolo la reputazione

Repubblica p.11

Francesco Manacorda su Rep a pagina 11

Quel patto di ferro tra i dirigenti per truccare e nascondere le carte

Dall’inchiesta emergono ”rapporti privilegiati” con il Genio Civile e il tentativo di influenzarne le valutazioni

A 5 mesi dal crollo cancellati file e nascosti dossier agli inquirenti

Stampa p.5

Aspi: “Per la manutenzione abbiamo speso 5 volte Anas”. La replica: Falso, stessi investimenti.

Stampa p.4

3 Zhang

Calcio, moda e grandi marchi La missione italiana di Zhang Il fondatore del colosso Suning sbarca a Milano. Perla Champions e per affari

Corriere p.17

4 evasione dataroom

Lotta all’evasione: organici a meno 5.000 Milano in 5 anni ha recuperato 5,6 miliardi da grandi gruppi malgrado le carenze di personale, aggravate da quota 100. Processi a chi non paga tasse? Come per chi ruba pochi euro.

Milena Gabannnelli Corriere p.22

5 Affitti brevi

Affitto lungo in crisi nelle grandi città L’offerta si sposta sulle formule brevi

Le nuove tendenze delle locazioni

Mercato più sguarnito nelle aree turistiche, nei luoghi d’arte e nelle zone universitarie Gli alloggi disponibili restano tali per poco tempo: in media 2,9 mesi e a Milano 1,8

Sole p.3

La web tax globale resta un miraggio ma big sotto assedio

Caccia grossa ai profitti nella rete

Tra accordi giudiziari e nuovi prelievi locali si moltiplicano le iniziative in ordine sparso Dai fiscalisti internazionali l’ipotesi di una tassazione sulle multinazionali, non solo digitali

Sole p.5

Alessandro Galimberti sul Sole a pagina 5

«Partenza nel 2020 applicando subito l’Iva»

FRANCESCO BOCCIA ministro per gli Affari regionali e le Autonomie e primo ideatore della web tax

Sole p.5

Alessandro Galimberti sul Sole a pagina 5

ESTERI

1 Israele

Referendum su Bibi

Israele non èarischio, la democrazia è forte Qui non c’è spazio per un altro Mussolini

Se Bibi ha attaccato la giustizia è stato per i suoi processi. Non demolirà la democrazia

Benny Morris, 70 anni, è uno dei più influenti storici israeliani. La sua opera più importante è «Vittime» (Rizzoli). È docente di storia al dipartimento di Studi medioorientali alla «Università Ben Gurion del Negev»

Corriere p.13

Il voto di domani è soprattutto un giudizio sul premier israeliano più longevo. Gli interventi dello storico Benny Morris e dello scrittore Eshkol Nevo

Vedo un pericolo di deriva oscurantista La posta in gioco va oltre Netanyahu

Eshkol Nevo, 48 anni, è uno scrittore israeliano, nipote di Levi Eshkol che fu il terzo primo ministro di Israele.Oggi insegna scrittura creativa. Il suo ultimo libro è Tre piani (Neri Pozza) che Nanni Moretti sta adattando per il cinema

Corriere p.13

Gantz spinge Netanyahu a destra Duello all’ultimo voto per Israele

Il premier riunisce il governo nella Valle del Giordano. L’incognita del piano di pace Usa sulle elezioni di domani

Giordano Stabile sulla Stampa a pagina 11

2 Usula

L’intervento della presidente della Commissione Ue “Difendo lo stile di vita europeo Una scelta basata sui diritti”

I valori sanciti nel nostro Trattato sono le fondamenta che ci garantiscono la libertà di cui godiamo oggi, dopo grandi sacrifici

Per questo “the European way of life” è uno dei sei principi guida della mia politica che ha avuto il sostegno del Parlamento europeo

Repubblica p.13

Ursula von der Leyen su Repubblica a pagina 13

3 Tunisia

Tunisi premia il professore e il re della tv Vince a sorpresa il docente di diritto Kaïs Saïed Ballottaggio per la presidenza con Nabil Karoui

Repubblica p.14

Il giurista e il tycoon in Tunisia la sfida è tra i candidati laici `Il voto sconvolge il quadro politico del Paese nordafricano: ballottaggio tra il professore Saied e l’imprenditore televisivo Karoui, ora agli arresti

Messaggero p.10

Affluenza alle urne di appena il 20% per scegliere il nuovo presidente

Stampa p.17

4

IDEE COMMENTI EDITORIALI

L’inganno dei fascisti gentili

Mateusz Mazzini su Repubblica a pagina 22

Chi sbaglia alla Rai

L’impianto dell’informazione è rimasto agli schemi degli anni Settanta, come se fosse un latifondo da lottizzare

Stefano Balassone su Repubblica a pagina 23

COSÌ LA FORZA DELLA MAGNA CARTA HA FERMATO BORIS JOHNSON

Caterina Soffici sulla Stampa a pagina 25

La solitudine del sovranista che ora cerca i vecchi alleati

Alessandro Campi sul Messaggero a pagina 18.

GIUSTIZIA

1 csm

Csm, Di Matteo: «Le correnti? Sono metodi mafiosi»

Corriere p.23

www.nonsprecare.it

Di Matteo: “In magistratura vince il metodo mafioso”

Il pm antimafia candidato per un seggio vacante al Csm “Basta correnti”

Repubblica p.17

Liana Milella su repubblica a pagina 17

2 diabolik

Patto con i clan, e Piscitelli entrò nel business droga

`Il controllo dello spaccio a Ponte Milvio con la benedizione del camorrista Senese

`Il tentativo di “scalata” alla Lazio: minacce a Lotito per conto di un gruppo ungherese

Camilla Mozzetti e Giuseppe Scarpa sul Messaggero a pagina 13

3

LETTURE

1

Il ragazzo dalle treccine blu

Scampia, le regole e le ragioni della preside che non lo fa entrare

Repubblica p.19

“Da Pep a Sarri la Champions degli strateghi”. Ripartono le coppe, la parola ad Arrigo Sacchi, l’ex tecnico del Milan. Gli allenatori tattici puntano a sfruttare le opportunità concesse, gli strateghi le creano. La Juve ha dato una spallata al passato serve pazienza. Guardiola è sinfonia gioia musicalità. Conte tra i migliori ma deve avere più coraggio. Tifo Atalanta, amo gli eroi del calcio.

Intervista a Arrigo Sacchi sulla Stampa a pagina 32

La memoria e la storia divise dal Male Come può un evento come l’Olocausto passare da esperienza personale a ricordo collettivo? E a che prezzo? Con quali rimozioni? Politica e riflessione sul passato nel saggio di Walter Barberis

Quando dimenticare sembrava una risorsa civile per uscire da un’epoca maledetta, Primo Levi affidò alla scrittura la riflessione

La documentazione della tragedia porta i carnefici a cercare una conciliazione con le loro vittime Ma chi ha l’autorità di perdonare?

Ezio Mauro su Repubblica a pagina 24

“Prezzi e clima: il miele si compra all’estero L’Argentina in crisi minaccia tutto il settore”

ALESSANDRO AMBROSOLI Il presidente dell’azienda comasca: “Il governo ci tuteli a Bruxelles: servono regole uguali per tutti sulle etichettature”

In Italia produzione insufficiente anche per effetto del cambiamento climatico

Evitiamo la Cina: qualità non all’altezza Ma solo il nostro Paese obbliga a indicare l’origine esatta

Non abbiamo linee di miele biologico: non dà più qualità Impossibile che le api rispettino i parametri

Gabriele De Stefani sulla Stampa a pagina 22

Racconta Alessandro Ambrosoli, 86 anni, che un pomeriggio due dipendenti litigarono e uno se ne andò perché era così arrabbiato che non ci pensava neanche di rimanere al lavoro: «E sa cos’ho fatto io a quel punto? Ero talmente dispiaciuto e infastidito che me ne sono andato anch’io, perché a me piace che qui si lavori in armonia». Qui significa a Ronago, provincia di Como, 1.800 abitanti a un passo dal confine svizzero, dove nel 1923 il capostipite Giovan Battista fondò l’azienda-icona del miele italiano. E l’episodio citato dall’attuale presidente, ultimo degli otto figli di Giovan Battista, rivela lo spirito di un’impresa ancora molto legata alle tradizioni, nella gestione e nello spirito. Successioni familiari al timone e nella proprietà, un direttore (Luca Torri) che è in azienda da 30 anni, dopo che il padre a sua volta ci aveva passato una vita. Difficile scattare una fotografia ad Ambrosoli, ma immagini delle origini ce ne sono appese a tutte le pareti: dai furgoncini per le consegne di miele degli anni Trenta ai primi alveari che precedettero il battesimo ufficiale dell’impresa. Tempi in cui si viaggiava con latte da 30 chili acquistate in Svizzera e ancora si produceva, mentre ora Ambrosoli si occupa solo di miscela e commercializzazione. Di miele, naturalmente. Ma anche di caramelle, che valgono quasi la metà dei 26 milioni di euro di fatturato del 2018 (una sessantina i dipendenti). Il miele è destinato tutto al mercato italiano, all’estero si vendono solo caramelle per circa 2,5 milioni di euro all’anno negli Stati Uniti. Ambrosoli, come sta il vostro settore in Italia? «In generale direi bene. I consumi, contando sia il miele per consumo diretto che quello usato come ingrediente in torte o altri prodotti, sono attorno ai 400 grammi pro capite all’anno: lontani da Paesi come la Germania dove si superailchiloemezzo, main costante crescita, seppur lieve. Sul fronte dei prezzi l’andamento è simile: sono sostanzialmente stabili, ma nel medio-lungo periodo la curva è al rialzo. Questa non è un’annata facile perché il clima e l’inquinamento stanno penalizzando parecchio la produzione italiana, ma del resto il mercato è globale e anche noi ci rivolgiamo all’estero per la maggior parte dei nostri acquisti, con un obiettivo del 60% per quest’anno. Senza rinunciare alla qualità, perché miele di alto livello se ne trova in molti Paesi. E, tra l’altro, l’Italia purtroppo non ne produce abbastanza per coprire il suo fabbisogno (nel nostro Paese ci sono circa 45mila apicoltori, due terzi dei quali sono amatori chelavorano perautoconsumo,ndr)». In quali Paesi comprate? E quali sono le differenze di prezzo? «Metà dei nostri acquisti all’estero è in Argentina, seguita dall’Ungheria. Ripeto, in Italia si fa ottimo miele ma è sbagliato associare l’idea di estero a quella di qualità inferiore. Quanto ai prezzi, quello italiano ci costa circa 5 euro al chilo, mentre in Argentina ne spendiamo al massimo 3. Noi preferiamo non acquistare sul mercato cinese, ma in quel caso si compra anche a meno di2euroalchilo». Non a caso quasi metà delle importazioni europee arriva proprio dalla Cina. «Sì, la ragione è strettamente di costo. Ma la qualità in cui ci siamo imbattuti su quel mercato per noi non è soddisfacente». L’Argentina, vostro primo fornitore, è alle prese con nuove difficoltà, con l’ennesimo rischio default. «È uno scenario che preoccupanoietutto ilsettore.Selasituazione in Argentina dovesse ulteriormente peggiorare, i prezzi aumenterebbero e non solo su quel mercato: inevitabilmenteancheneglialtriPaesi la dinamica sarebbe al rialzo. Speriamo di scongiurare il rischio, così come finora non siamo stati toccati dalla guerradei dazi». Dal governo gialloverde a quello giallorosso, l’agenda economica è cambiata, almeno nelle intenzioni: da quota 100 e flat tax, alla riduzione del cuneo fiscale e all’economia verde. Cosa chiede alla politica un’azienda come la vostra? «Grazie a quota 100 abbiamo avuto diversi pensionamenti e questo ci ha costretto allo sforzo di anticipare un ricambio generazionale che immaginavamo sarebbe arrivato più tardi. La chiave del nostro lavoro sta nella miscela di tipi di miele diversi e dunque non lo si impara a scuola: serve tempo per formare i nuovi sul campo, cioè in reparto. Detto questo, noi avremmo bisogno di un governo che snellisse la burocraziaeche ciaiutassead avere pari condizioni con gli altri Paesi sul tema dell’etichettatura. In Italia, giustamente, su un vasetto di miele bisogna scrivere con esattezza da dove proviene; nel resto dell’areaUe,èsufficienteindicare se il prodotto arriva da dentro o fuori Europa. In questo modo il consumatore non distingue, ad esempio nel nostrocaso, un miele di alta qualità come quello argentino da quellocinese». A proposito dei gusti dei consumatori, la vostra azienda non ha linee di prodotti biologici. Una scelta in controtendenza. «Noi riteniamo di offrire già un prodotto di alta qualità. E le faccio un esempio. Le api si muovono nel raggio di tre chilometri dagli alveari. Bene, com’è possibile controllare che non entrino in contatto con antibiotici e varie colture abbeverandosi in giro? Insomma, abbiamo il massimo rispetto del mondo del biologico, ma riteniamo di poter garantire alta qualità e serietà con le nostre linee tradizionali».

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3

E per soddisfare chi ancora non è ancora pronto per l’acquisto c’è Yescapa, la piattaforma francese di camper sharing con più di 6.500 veicoli disponibili in tutt’Europa. e quasi 300mila utenti registrati (di cui 10milain Italia). Un modo facile ed economico per avvicinarsi a questo mondo e vivere appieno l’avventura.

Propaganda live

La cosa che continua a piacermi di più di «Propaganda live» sono i contributi video di Diego Bianchi: uno sguardo tagliente sulla realtà, capace di usare l’ironia (anche quella involontaria che si crea in molte situazioni) come arma di lettura delle mille contraddizioni della politica e della società italiana. L’altra sera, per celebrare il ritorno in video della nuova stagione del programma, l’attenzione non poteva che essere riservata alla crisi di governo ferragostana, con i suoi risvolti balneari e parlamentari (venerdì, La7, 21.15). Dalla visita di Salvini a un lido affollato, in un tripudio di selfie e bacioni, fino al primo discorso di Conte in Senato, Bianchi ha messo insieme un «video-diario» della crisi che era al contempo una sottile analisi politica e un variegato bestiario umano.Nel tempo, Zoro e la sua squadra hanno costruito intorno ai suoi surreali «documentari», genere con cui aveva mosso i primi passi sul web, una formula più televisiva, aggiungendo ed espandendo sempre di più le parti di talk show in studio, lanciando personaggi (da Makkox ad Andrea Pennacchi) e trovando una propria cifra stilistica, unica nel panorama tv, il cui unico limite è peccare talvolta di eccessiva autoreferenzialità. Per apprezzare appieno «Propaganda live» bisogna esserne accoliti, avere familiarità con i suoi riti e i suoi volti, con una certa idea di romanità. Questo garantisce senz’altro una comunità di ascoltatori fedele e attivissima sui social, ma forse limita il potenziale di parlare anche al di là di essa, di essere veramente mainstream. Bisogna dire che «Propaganda» ha trovato una perfetta cornice di coerenza, creando un circuito virtuoso con gli altri appuntamenti d’informazione di La7, soprattutto quelli che ruotano intorno al direttore Mentana. In quale altro programma, in quale altro canale si potrebbe ironizzare sulle ferie d’agosto dell’inviato Paolo Celata?

Il denaro costa meno I vecchi mutui sulla casa si possono rottamare Nei primi 6 messi del 2019 boom di richieste di surroga Ma i benefici maggiori sono per i prestiti a tasso fisso

Su un ventennale da 100 mila euro possibile risparmio di 40/60 euro al mese

Boom di richieste di surroghe per i mutui. I tassi d’interesse dei finanziamenti per la casa sono andati a picco durante i mesi di luglio e agosto e hanno così risvegliato l’interesse di molte famiglie per una rinegoziazione del proprio finanziamento. Le nuove misure sul costo del denaro, annunciate la settimana scorsa dalla Banca centrale europea (Bce), potrebbero accelerare ancora di più la corsa alla rottamazione del vecchio mutuo. Intanto oggi, per la prima volta, l’intero arco di migliori offerte, dal variabile al fisso e fino alle durate più lunghe, si muove sotto la soglia dell’1%. E così, come rileva l’Osservatorio MutuiOnline, dopo la progressiva riduzione dei flussi di surroghe registrata a partire dalla seconda metà del 2018, quest’estate, la richiesta di rottamazioni è schizzata al 61,6% del totale, dal 38,3% del secondo trimestre. I benefici riguardano però principalmente i prestiti a tasso fisso. Durante la pausa estiva l’Eurirs, il parametro cui sono ancorati i tassi fissi, ha registrato una fiammata in negativo. L’andamento è stato spinto proprio dalle aspettative su nuove manovre espansive in arrivo dalla Bce. Il mercato ha anticipato le dichiarazioni arrivate giovedì scorso da Mario Draghi, numero uno della Banca centrale europea, e ha premuto all’ingiù l’Eurirs. Così nell’ultimo mese, questo valore (su durate a 10 anni) è precipitato sotto zero a quota -0,12%. Per fare un confronto, a inizio anno l’Eurirs si muoveva in area 1%. Vuol dire il ribasso è stato di quasi un punto percentuale. Il risultato è che oggi, le proposte più vantaggiose sul mercato per un mutuo a tasso fisso a 20 anni oscillano tra lo 0,50% e lo 0,60%. «Sono livelli record, quasi irreali – commenta Anedda, direttore marketing di MutuiOnline -. In pratica, chi sottoscrive un mutuo oggi a tasso fisso, pagherà soltanto gli interessi dello spread alla banca, e niente altro». Quant’è quindi il risparmio in euro per chi vuole surrogare la rata del suo mutuo? Rinegoziare il finanziamento sottoscritto anche solo poco più di un anno fa, porta a un taglio sul tasso da pagare che è di circa un punto percentuale. Facendo i conti su un mutuo di durata ventennale e dell’importo di 100mila euro, si arriva a un risparmio sulla rata mensile di circa 40-60 euro. Vuol dire portare il pagamento periodico dai 500 euro di prima ai circa 460-440 successivi alla rottamazione. «E’ un miglioramento che vale una rata all’anno, vale a dire che ogni anno non si paga la prima rata» dice Anedda. Va detto che tassi così ridotti non sempre portano un beneficio. Sono esclusi dai tagli quei mutui con durate o importi residui molto contenuti o con differenziali di tasso poco rilevanti. E’ quindi probabile che una parte anche rilevante della nuova domanda di surroghe possa non essere accolta dalle banche e quindi non trasformarsi in erogazioni effettive. Molto conveniente è, in questa fase, anche il tasso variabile che però non è cambiato molto durante l’estate. Questo perché era già sceso parecchio negli ultimi anni, arrivando ai minimi storici. Le proposte migliori per il tasso variabile sul mercato oggi si muovono intorno allo 0,50% con picchi allo 0,21%. Se quindi, nel passato, il tasso variabile era più vantaggioso, oggi i due saggi si equivalgono e dunque gli incentivi per la scelta del variabile, che costa meno ma è più rischioso perché può salire nel corso degli anni, sono pochi. Lo hanno capito le famiglie che continuano a correre verso il tasso fisso. Secondo l’Osservatorio MutuiOnline, la quota coperta dalle richieste a tasso fisso è salita nel trimestre a luglio all’88,4% dall’83% dei tre mesi precedenti. La preferenza per il tasso fisso viaggia ormai sui massimi assoluti ed è facile che salga ancora nel corso dei prossimi mesi.

Con la facciata termoattiva l’edificio dice addio alla caldaia

Efficienza energetica. Assieme al tradizionale isolamento, l’acqua che scorre in un sistema di serpentine aiuta a regolare la temperatura interna sfruttando la massa dei muri esistenti

Un brevetto che scommette sull’applicazione di una facciata termoattiva, cioè su un sistema capace di attivare sotto l’aspetto termico la massa di un edificio esistente e di spostare il focus del progetto dal riscaldamento e raffreddamento dei volumi interni di aria allo sfruttamento della naturale inerzia termica della struttura. Muri e pareti diventano, in sostanza, innovativi sistemi di accumulo naturale del caldo e del freddo. La tecnologia è stata messa a punto dallo studiodbm di Sesto San Giovanni e, fra le applicazioni più note, verrà impiegata per la riqualificazione di alcuni edifici pubblici del Comune di Certosa di Pavia, fra cui il municipio e alcune scuole e ambulatori medici. L’intervento, che sarà realizzato in project financing e senza oneri finanziari per l’amministrazione dalla Esco Samso (vincitrice di un bando da 1,8 milioni), consentirà in particolare di trasformare l’attuale palazzo del Comune in un edificio Nzeb (consumo energetico pari quasi a zero, ndr). La facciata termoattiva si compone di diversi elementi. Cuore dell’innovazione è lo speciale termointonaco, a base cementizia e ad alta resistenza meccanica, sviluppato secondo una formula brevettata e per conto di studiodbm dalla società Cugini di Bergamo. La miscela ha la capacità di mantenere una temperatura controllata fra i 25 e i 30 gradi e fa da barriera alle dispersioni. Oltre a ricevere apporti solari diretti, viene “ pilotata” termicamente da un sistema di serpentine – in cui circola acqua calda o fredda a seconda delle necessità – che sono posate sotto l’intonaco stesso, sulle pareti perimetrali del fabbricato. Tutto viene regolato dall’energia rinnovabile di un impianto solare termico e da un sistema domotico, che controlla in modo costante la temperatura interna ed esterna del fabbricato. L’insieme così integrato riesce ad “attivare” la massa termica dei muri (cioè a sfruttarne le caratteristiche di accumulo). L’edificio è, infine, ricoperto da uno strato isolante. «Il principio di attivazione termica delle masse dell’edificio – racconta l’architetto Gianpaolo Di Giovanni, dello studiodbm – è noto da tempo alla letteratura tecnica, ma fino a oggi è stato applicato sono nelle nuove costruzioni e mai sfruttato davvero nelle ristrutturazioni dell’esistente. Tuttavia, il patrimonio edilizio italiano è costituito da circa 12 milioni di edifici, che per la maggior parte hanno prestazioni energetiche scadenti se non versano addirittura in uno stato di evidente degrado. La nostra idea è stata quella di trovare una soluzione di facile applicazione proprio per una parte di questi immobili». La termofacciata è stata già testata con successo e studiata nel caso pilota di un edificio residenziale ristrutturato a Paderno Dugnano (Mi) ed ora sarà implementata non solo nel Comune di Certosa, ma anche a Monza, su un edificio scolastico. Insieme all’Università di Bergamo, è inoltre in corso uno studio che sta valutando la possibilità di armare l’intonaco con gli spessori necessari a un rafforzamento dell’immobile anche in funzione antisismica. «Non tutti gli immobili sono adatti a questo tipo di tecnologia – prosegue Di Giovanni –. Più la muratura dell’immobile preesistente è massiva, più il risultato che si ottiene sarà efficiente. Per questa ragione, sono particolarmente adatti alla riqualificazione con questa tecnologia gli edifici con struttura in cemento. Un po’ meno, ma ugualmente performante con il mattone pieno. Un po’ meno ancora con il forato. Con il legno o se un edificio è isolato, inutile applicare questa tecnologia. Idem per le facciate storiche: ma in questo caso la ragione è la difficoltà di riprodurre forme e decori originari». I risultati possono portare a notevoli miglioramenti energetici. A fronte di un intervento di isolamento con un cappotto tradizionale, la spesa passa da 55/60 euro a 110-120 euro al mq senza considerare l’impianto solare, che non può essere prezzato se non sulla effettiva superficie/esposizione dell’edificio. «Il ritorno di questo investimento – dice Pineta – è calcolato in 6-7 anni contro i 13 circa di un cappotto tradizionale. Si può arrivare ad abbattere anche a zero i consumi dell’edificio, fino ad eliminare la stessa caldaia. Anche in termini di comfort interno la tecnologia consente il raggiungimento di un risultato ottimale e l’immobile acquista valore». «Nella maggior parte dei comuni gli immobili pubblici sono poco efficienti dal punto di vista delle prestazioni energetiche – aggiunge Igor Bovo, amministratore delegato di Samso – con grandi sprechi e dispersioni, e inevitabili ricadute sulle casse dell’amministrazione pubblica. Grazie all’intervento che metteremo in campo, Certosa di Pavia diventerà un paese più green, abbatteremo i consumi aumentando il comfort generale di questi edifici ad uso pubblico e miglioreremo la qualità dell’aria, prevediamo infatti di ridurre grandi quantità di Co2 immessa in atmosfera, circa 350 mila kg all’anno».

Buongiorno a tutti.

Buona lettura a tutti.

T 1 Pontida

A Pontida Salvini ottiene il perdono dei leghisti. “Torneremo a vincere”. Il leader cerca la rassicurazione di un legame sentimentale dopo la rottura di agosto: “I sette ministri ce li riprenderemo con gli interessi. Non mollerò”. Una sfida al nuovo governo ma anche un segnale di isolamento.

Nel discorso nessuna citazione per gli alleati, per Meloni e tanto meno per Berlusconi

Ai dirigenti locali chiede di arruolare i transfughi. La parola d’ordine: “Mai col Pd”

Repubblica p.2

Sul Pratone entusiasmo e rabbia. «Ladri. Ci hanno rubato in casa». Conte nel mirino dei militanti, confusi per le urne mancate: ma Matteo ha fatto bene. E tra il pubblico si riparla di Berlusconi. «Speriamo che non faccia il furbo»

Corriere p.3

«Il governo del popolo vincerà». Salvini accende la folla di Pontida. Opposizione con i referendum: legge elettorale e sicurezza. Bimba di Bibbiano sul palco

Lucia Borgonzoni, candidata star: non temo la sfida in Emilia-Romagna.

Corriere p.2

“Se toccano i decreti sicurezza referendum anche sui migranti” Dopo il proporzionale Salvini minaccia un’altra consultazione. Attacchi ai senatori a vita e niente scuse al capo dello Stato. Poi cita Giovanni Paolo II, Fallaci, Enzo Ferrari e pure Berlinguer

Repubblica p.4

La bimba di Bibbiano sul palco e la politica che non diventa adulta

Mario Ajello sul Messaggero a pagina 2

Insulti antisemiti contro Lerner Aggredito cronista di Repubblica

Solidarietà da Fnsi, Ordine dei giornalisti, partiti e sindacati. Zingaretti: “Fermiamo questa deriva”. Zaia: “L’ospitalità è sacra” Ma viene fischiato

Repubblica p.3

Calderoli: “Sconvenienti le offese al Quirinale ma Mattarella poteva dare l’incarico a noi”

Repubblica p.4

Croci, madonnine e bandiere tricolore Così il rituale padano diventa patriottico. Cambiano linguaggio e protagonisti del raduno: non si parla di secessionismo e spariscono i simboli russi

Alberto Mattioli sulla Stampa a pagina 9

Dal Papeete a Bibbiano chi usa i bambini

Repubbloca p.3

T 2 Patto civico

«Un patto civico perl’Umbria» DiMaio apre. E Zingaretti dice sì L’idea di un candidato e programma comuni.Il centrodestra attacca:mossa patetica

La proposta M5S «Un passo indietro delle forze politiche: sosteniamo la giunta ma senza entrarci»

Il segretario dem «Avanti con il confronto. Ci sono tutte le condizioni per un processo nuovo»

Corriere p-5

Di Maio: “Patto civico per l’Umbria” Il leader 5S apre alla proposta Pd

Il voto regionale del 27 ottobre potrebbe scrivere un nuovo capitolo dell’alleanza governativa Zingaretti: “Avanti con il confronto”

Repubblica p.8

Di Maio e Zingaretti Prove d’intesa per le regionali Possibili accordi con candidati civici alla presidenza Il Dem: “La scissione? L’unità serve alla democrazia”

Stampa p.6

Il leader grillino e l’imprenditore hanno maturato l’idea di tenere fuori i partiti e puntare sui tecnici per le regionali La telefonata tra il grillino e Cucinelli Così è nata l’alleanza Pd-5S in Umbria. Non è escluso che il re del cashmere possa scendere in campo.

Fabio Martini sulla Stampa a pagina 7

“Se c’è un’intesa sui contenuti il candidato non sarà un ostacolo”

WALTER VERINI Il commissario Pd in Umbria: “Apertura positiva. Da tempo ci lavoriamo”

Salvini ha detto “ci prenderemo l’Umbria”, ma l’Umbria è solo degli umbri

Alessandro Di Matteo sulla Stampa a pagina 7

Fora, quel candidato della società civile che ora rischia di saltare

Repubblica p.8

Ilmanager coop,la sindaca eil sognoCucinelli IdeminsistonosuFora,vicinoalcardinaleBassetti.TraleipotesilaprimacittadinadiAssisi

Corriere p.5

Pierluigi Castagnetti(Pd) «Diamo del tempo ai Cinque Stelle Nessuna abiura»

I renziani La scissione concordata è una pia illusione: la conflittualità tra le due parti porta a danneggiare la coalizione fino a farla finire

Corriere p.6

Gianluigi Paragone (M5S) «Un bacio mortale Senza identità saremo schiacciati»

L’ipnosi Questa partita l’ha gestita BeppeGrillo.Il Movimento ormai è scisso: chi vive nel Palazzo è in uno stato di ipnosi

Corriere p.6

EQUAZIONE A DOPPIA INCOGNITA

Federico Geremicca sulla Stampa in prima.

T 3 Scissione

Da giorni si susseguono le voci sulla possibile nascita di gruppi autonomi dei renziani in Parlamento, che lascerebbero così il Partito democratico, restando nell’ambito del centrosinistra. Zingaretti: «Scissione fatto drammatico». Il Pd fa muro contro i piani di Renzi. L’appello di Franceschini: Matteo non farlo, questa è la tua casa. E cita il Talmud: costruiamo la nuova casa con i sassi che ci siamo tirati

Corriere p.8

Renzi accelera e vede Conte Nome in ballo “Italia del Sì”

Appelli all’unità e attacchi contro la scissione, ma il progetto accelera La formazione punta ad attrarre parlamentari di Forza Italia e +Europa

Carlo Bertini sulla Stampa a pagina 6

Pd, da Zingaretti a Franceschini appelli a Renzi: “Fermati Un errore la scissione” Il segretario: “Dividersi sarebbe gravissimo, l’Italia non capirebbe” Il ministro: “Non c’è separazione consensuale se spacchi un partito”

Costruisci la tua casa con i sassi che ti hanno gettato contro c’è scritto nel Talmud, ci dice Erri De Luca

Vale per noi e per i 5Stelle. Dobbiamo costruire una casa comune con le pietre che ci siamo tirati

Repubblica p.6

“Italia del sì”, Matteo brucia i tempi: «Subito i gruppi, farò una renzata»

«VEDRÒ CONTE E IL CAPO M5S: È UN’OPERAZIONE IN AMICIZIA, NON MINACCIA IL GOVERNO» NEL PARTITO L’IPOTESI GIACHETTI PRESIDENTE

Alberto Gentili sul Messaggero a pagina 8

Le ragioni dei renziani “Nuovi gruppi per guidare l’agenda di governo”

Repubblica p.6

Zanda “È un trauma, chi se ne va non pretenda l’assenso di chi resta”

Spero sia solo un brutto sogno, ma non si può continuare a rimanere nel limbo, a parlarne senza decidere in un senso o nell’altro

Repubblica p.7

T 4 Legge elettorale

La legge elettorale che divide

Idee diverse anche dentro glistessi partiti I fondatori del Pd contro il proporzionale Dubbi di FI e FdIsulreferendum leghista

Ceccanti: se pensiamo all’asse con i 5 Stelle è chiaro che non va bene il maggioritario

Corriere p.9

Il grande intrigo del proporzionale

Stefano Folli su Repubblica a pagina 23

«Maggioritario, FI decida» E la Lega tenta i delusi M5S

Coalizione alla prova del referendum Salvini: alleati con chi raccoglie le firme

Lo scouting del Carroccio al Senato con i grillini esclusi dal sottogoverno

Messaggero p.5

La sfida di Gentiloni: “Diritti e ambiente per far ripartire l’Europa” Il neo commissario all’Economia: la priorità è battere le diseguaglianze Sulla Web tax: serve un’azione globale, ma siamo pronti ad agire da soli

C’è un nuovo inizio europeo, non può essere imposto dall’alto ma condiviso dall’opinione pubblica

Sulle riforme europee il dialogo fra Parigi e Berlino è un fatto, ma l’Italia deve svolgere un suo ruolo

Von der Leyen vuole riprendere la via della crescita rendendola sostenibile sul piano sociale

Servono incentivi fiscali per un’Europa sostenibile: la sfida è difficile ma dev’essere un’ossessiva priorità

Non sarà facile arrivare alla revisione dell’accordo di Dublino, l’Italia può dare un contributo

L’Europa può essere una «superpotenza tranquilla» in grado di evitare una guerra fredda fra Cina e Usa

Maurizio Molinari sulla Stampa a pagina 2

T 5 Migranti

Lampedusa, cento arrivi in 24 ore L’hotspot oltre la capienza massima. Grandi(Unhcr): bisogna concentrarsisu cooperazione e solidarietà

Corriere p.11

Arrivi in aumento È la rotta dei barchini

Repubblica p.16

Sei «volenterosi» per distribuire i migranti nell’Ue prima deglisbarchi Negoziati per un’intesa al vertice di Malta

Francia e Germania Con il nuovo governo c’è disponibilità a collaborare (fino a modificare Dublino)

Rifugiati e non Italia e Malta chiedono che siano distribuiti tra tutti anche i migranti «economici»

● La Convenzione di Dublino (1990) è stata il primo accordo per stabilire regole europee sul diritto d’asilo. Prescriveva che a offrirlo fosse il Paese d’ingresso, principio ribadito nelle successive revisioni della carta (Dublino II, Dublino III).

Corriere p.11

Conte, pressing su Macron: «Ora la rotazione dei porti»

Mercoledì il premier chiederà al presidente francese di accettare pure i migranti economici

`Il nostro governo cerca la sponda di Parigi sulle sanzioni per i Paesi che non accolgono

Messaggero p.3

Migranti, la frenata delle Ong “Noi un esercito nato per sciogliersi” Le organizzazioni: nessuna corsa ai salvataggi dopo l’era dei porti chiusi, non vogliamo farci strumentalizzare Molte navi ferme per sequestro. Msf: “Saremo presenti, ma vogliamo lavorare con la Guardia costiera”

Repubblica p.16

Alessandra Ziniti su Repubblica a pagina 16

Come andare oltre Dublino, Il regolamento sui migranti può essere modificato tagliando fuori il blocco di Visegrad, come suggerisce Enrico Letta

Pietro Bartolo e Giuliano Pisapia su Repubblica a pagina 23

T 6 Attacco ai Pozzi

L’attacco al petrolio saudita Gli Usa minacciano l’Iran

Cresce la tensione dopo il raid con i droni sugli impianti-cardine della produzione dell’oro nero di Riad Ma Trump dice: pronto a vedere Rohuani

Repubblica p.15

AttaccoaipozziinArabia «Usaprontiaintervenire» A rischio l’incontroTrump-Rouhani.Teheran ambigua rilancia il dialogo

Corriere p. 12.

Missili,mine e il giallo dei droni Chisono i ribellisciiti dietro alraid Tentatividiincursioneavviatidatempo.Finoa«bucare»ladifesasaudita

Corriere p. 12.

Un’escalation farebbe salire anche il prezzo del barile

Corriere p.12

La guerra del petrolio. L’Iran dietro l’attacco ai pozzi sauditi.

Federico Rampini su Repubblica a pagina 22.

Domande e risposte

Ma ora la grande incognita sul prezzo del greggio Rischio quotazioni in salita

Eugenio Occorsio su Repubblica a pagina 15

Riad mobilita le riserve per evitare il caro-petrolio

Aramco ha dimezzato la produzione di greggio La Borsa saudita ha perso già il 3 per cento

Washington in soccorso dell’alleato: pronti a mettere sul mercato le scorte

Servono settimane per riattivare gli impianti Il greggio potrebbe salire a 70 dollari

Francesco Semprini sulla Stampa a pagina 10

T 7 Prof

«Ai prof100 euro in più al mese E niente cartellino peri presidi» Il ministro dell’Istruzione Fioramonti: cosìspenderò i2miliardi chiesti perla scuola

No agli aumenti di merito per i docenti, sarebbe come pagare i donatori di sangue

L’Invalsi resta non obbligatorio. Le tre buste per le prove orali? Vediamo

Corriere p.22

T 8 Messina Denaro

Il killer amico di Messina Denaro “Matteo hai perso, ora arrenditi” Parla il pentito Di Filippo: “Lo conoscevo bene, lui custodisce ancora i segreti delle stragi Tutta la sua famiglia è finita in carcere ed è sempre più isolato, prima o poi qualcuno lo tradirà”

Repubblica p.17

Salvo Palazzolo su Repubblica a pagina 17.

T 9 Bosso

Il dramma di Bosso “Non posso più suonare il pianoforte” Il musicista malato: “Soffro tantissimo, ho due dita che non rispondono bene Se mi renderò conto di non poter gestire un’orchestra smetterò di dirigere”

Repubblica p.18

Carlo Moretti su Repubblica a pagina 18.

T 10

ECONOMIA

Tagli di spesa, meno sgravi e lotta all’evasione fiscale: il governo cerca 15 miliardi

Messaggero p.8

1 tavolo

Furlan: ora c’è un solo tavolo per parlare con il governo Serve uno sforzo sulle tasse

Sul taglio del cuneo fiscale meglio alzare l’asticella In passato il Pd aveva proposto fino a 50 mila euro

Corrierre p.8

2 Autostrade

Atlantia, i Benetton decidono il futuro dei vertici Oggi i consigli della holding di famiglia Edizione e di Autostrade. Sul tavolo «non c’è la vendita»

Corriere p.17

Oggi cda della holding Edizione. Mion: “Valuteremo le iniziative, doverose e necessarie, a salvaguardia di credibilità, reputazione e buon nome degli azionisti” Benetton, resa dei conti con i manager A rischio l’ad di Atlantia Castellucci

La famiglia veneta é compatta: vuole recuperare la propria reputazione

“Atlantia non sta pensando a uno spin-off di Autostrade Non è sul tavolo”

Stampa p.4

Autostrade, Castellucci in bilico A rischio anche l’operazione Alitalia Oggi cda di Edizione, la holding dei Benetton che controlla Atlantia. Dopo le intercettazioni sul Morandi i principali soci vorrebbero un passo indietro dell’ad. Allarme Fs: il gruppo potrebbe sfilarsi dal salvataggio della compagnia

La società Aspi annuncia una nuova strategia di trasparenza: sarà possibile consultare tutti i documenti sulla gestione

Repubblica p.11

Goffredo De Marchis su Rep a pagina 11

Il dilemma dei Benetton Vogliono l’addio del manager ma sostituirlo è difficile

A maggio l’ad è stato riconfermato, ma oggi per la dinastia è in pericolo la reputazione

Repubblica p.11

Francesco Manacorda su Rep a pagina 11

Quel patto di ferro tra i dirigenti per truccare e nascondere le carte

Dall’inchiesta emergono ”rapporti privilegiati” con il Genio Civile e il tentativo di influenzarne le valutazioni

A 5 mesi dal crollo cancellati file e nascosti dossier agli inquirenti

Stampa p.5

Aspi: “Per la manutenzione abbiamo speso 5 volte Anas”. La replica: Falso, stessi investimenti.

Stampa p.4

3 Zhang

Calcio, moda e grandi marchi La missione italiana di Zhang Il fondatore del colosso Suning sbarca a Milano. Perla Champions e per affari

Corriere p.17

4 evasione dataroom

Lotta all’evasione: organici a meno 5.000 Milano in 5 anni ha recuperato 5,6 miliardi da grandi gruppi malgrado le carenze di personale, aggravate da quota 100. Processi a chi non paga tasse? Come per chi ruba pochi euro.

Milena Gabannnelli Corriere p.22

5 Affitti brevi

Affitto lungo in crisi nelle grandi città L’offerta si sposta sulle formule brevi

Le nuove tendenze delle locazioni

Mercato più sguarnito nelle aree turistiche, nei luoghi d’arte e nelle zone universitarie Gli alloggi disponibili restano tali per poco tempo: in media 2,9 mesi e a Milano 1,8

Sole p.3

La web tax globale resta un miraggio ma big sotto assedio

Caccia grossa ai profitti nella rete

Tra accordi giudiziari e nuovi prelievi locali si moltiplicano le iniziative in ordine sparso Dai fiscalisti internazionali l’ipotesi di una tassazione sulle multinazionali, non solo digitali

Sole p.5

Alessandro Galimberti sul Sole a pagina 5

«Partenza nel 2020 applicando subito l’Iva»

FRANCESCO BOCCIA ministro per gli Affari regionali e le Autonomie e primo ideatore della web tax

Sole p.5

Alessandro Galimberti sul Sole a pagina 5

ESTERI

1 Israele

Referendum su Bibi

Israele non èarischio, la democrazia è forte Qui non c’è spazio per un altro Mussolini

Se Bibi ha attaccato la giustizia è stato per i suoi processi. Non demolirà la democrazia

Benny Morris, 70 anni, è uno dei più influenti storici israeliani. La sua opera più importante è «Vittime» (Rizzoli). È docente di storia al dipartimento di Studi medioorientali alla «Università Ben Gurion del Negev»

Corriere p.13

Il voto di domani è soprattutto un giudizio sul premier israeliano più longevo. Gli interventi dello storico Benny Morris e dello scrittore Eshkol Nevo

Vedo un pericolo di deriva oscurantista La posta in gioco va oltre Netanyahu

Eshkol Nevo, 48 anni, è uno scrittore israeliano, nipote di Levi Eshkol che fu il terzo primo ministro di Israele.Oggi insegna scrittura creativa. Il suo ultimo libro è Tre piani (Neri Pozza) che Nanni Moretti sta adattando per il cinema

Corriere p.13

Gantz spinge Netanyahu a destra Duello all’ultimo voto per Israele

Il premier riunisce il governo nella Valle del Giordano. L’incognita del piano di pace Usa sulle elezioni di domani

Giordano Stabile sulla Stampa a pagina 11

2 Usula

L’intervento della presidente della Commissione Ue “Difendo lo stile di vita europeo Una scelta basata sui diritti”

I valori sanciti nel nostro Trattato sono le fondamenta che ci garantiscono la libertà di cui godiamo oggi, dopo grandi sacrifici

Per questo “the European way of life” è uno dei sei principi guida della mia politica che ha avuto il sostegno del Parlamento europeo

Repubblica p.13

Ursula von der Leyen su Repubblica a pagina 13

3 Tunisia

Tunisi premia il professore e il re della tv Vince a sorpresa il docente di diritto Kaïs Saïed Ballottaggio per la presidenza con Nabil Karoui

Repubblica p.14

Il giurista e il tycoon in Tunisia la sfida è tra i candidati laici `Il voto sconvolge il quadro politico del Paese nordafricano: ballottaggio tra il professore Saied e l’imprenditore televisivo Karoui, ora agli arresti

Messaggero p.10

Affluenza alle urne di appena il 20% per scegliere il nuovo presidente

Stampa p.17

4

IDEE COMMENTI EDITORIALI

L’inganno dei fascisti gentili

Mateusz Mazzini su Repubblica a pagina 22

Chi sbaglia alla Rai

L’impianto dell’informazione è rimasto agli schemi degli anni Settanta, come se fosse un latifondo da lottizzare

Stefano Balassone su Repubblica a pagina 23

COSÌ LA FORZA DELLA MAGNA CARTA HA FERMATO BORIS JOHNSON

Caterina Soffici sulla Stampa a pagina 25

La solitudine del sovranista che ora cerca i vecchi alleati

Alessandro Campi sul Messaggero a pagina 18.

GIUSTIZIA

1 csm

Csm, Di Matteo: «Le correnti? Sono metodi mafiosi»

Corriere p.23

www.nonsprecare.it

Di Matteo: “In magistratura vince il metodo mafioso”

Il pm antimafia candidato per un seggio vacante al Csm “Basta correnti”

Repubblica p.17

Liana Milella su repubblica a pagina 17

2 diabolik

Patto con i clan, e Piscitelli entrò nel business droga

`Il controllo dello spaccio a Ponte Milvio con la benedizione del camorrista Senese

`Il tentativo di “scalata” alla Lazio: minacce a Lotito per conto di un gruppo ungherese

Camilla Mozzetti e Giuseppe Scarpa sul Messaggero a pagina 13

3

LETTURE

1

Il ragazzo dalle treccine blu

Scampia, le regole e le ragioni della preside che non lo fa entrare

Repubblica p.19

“Da Pep a Sarri la Champions degli strateghi”. Ripartono le coppe, la parola ad Arrigo Sacchi, l’ex tecnico del Milan. Gli allenatori tattici puntano a sfruttare le opportunità concesse, gli strateghi le creano. La Juve ha dato una spallata al passato serve pazienza. Guardiola è sinfonia gioia musicalità. Conte tra i migliori ma deve avere più coraggio. Tifo Atalanta, amo gli eroi del calcio.

Intervista a Arrigo Sacchi sulla Stampa a pagina 32

La memoria e la storia divise dal Male Come può un evento come l’Olocausto passare da esperienza personale a ricordo collettivo? E a che prezzo? Con quali rimozioni? Politica e riflessione sul passato nel saggio di Walter Barberis

Quando dimenticare sembrava una risorsa civile per uscire da un’epoca maledetta, Primo Levi affidò alla scrittura la riflessione

La documentazione della tragedia porta i carnefici a cercare una conciliazione con le loro vittime Ma chi ha l’autorità di perdonare?

Ezio Mauro su Repubblica a pagina 24

“Prezzi e clima: il miele si compra all’estero L’Argentina in crisi minaccia tutto il settore”

ALESSANDRO AMBROSOLI Il presidente dell’azienda comasca: “Il governo ci tuteli a Bruxelles: servono regole uguali per tutti sulle etichettature”

In Italia produzione insufficiente anche per effetto del cambiamento climatico

Evitiamo la Cina: qualità non all’altezza Ma solo il nostro Paese obbliga a indicare l’origine esatta

Non abbiamo linee di miele biologico: non dà più qualità Impossibile che le api rispettino i parametri

Gabriele De Stefani sulla Stampa a pagina 22

Racconta Alessandro Ambrosoli, 86 anni, che un pomeriggio due dipendenti litigarono e uno se ne andò perché era così arrabbiato che non ci pensava neanche di rimanere al lavoro: «E sa cos’ho fatto io a quel punto? Ero talmente dispiaciuto e infastidito che me ne sono andato anch’io, perché a me piace che qui si lavori in armonia». Qui significa a Ronago, provincia di Como, 1.800 abitanti a un passo dal confine svizzero, dove nel 1923 il capostipite Giovan Battista fondò l’azienda-icona del miele italiano. E l’episodio citato dall’attuale presidente, ultimo degli otto figli di Giovan Battista, rivela lo spirito di un’impresa ancora molto legata alle tradizioni, nella gestione e nello spirito. Successioni familiari al timone e nella proprietà, un direttore (Luca Torri) che è in azienda da 30 anni, dopo che il padre a sua volta ci aveva passato una vita. Difficile scattare una fotografia ad Ambrosoli, ma immagini delle origini ce ne sono appese a tutte le pareti: dai furgoncini per le consegne di miele degli anni Trenta ai primi alveari che precedettero il battesimo ufficiale dell’impresa. Tempi in cui si viaggiava con latte da 30 chili acquistate in Svizzera e ancora si produceva, mentre ora Ambrosoli si occupa solo di miscela e commercializzazione. Di miele, naturalmente. Ma anche di caramelle, che valgono quasi la metà dei 26 milioni di euro di fatturato del 2018 (una sessantina i dipendenti). Il miele è destinato tutto al mercato italiano, all’estero si vendono solo caramelle per circa 2,5 milioni di euro all’anno negli Stati Uniti. Ambrosoli, come sta il vostro settore in Italia? «In generale direi bene. I consumi, contando sia il miele per consumo diretto che quello usato come ingrediente in torte o altri prodotti, sono attorno ai 400 grammi pro capite all’anno: lontani da Paesi come la Germania dove si superailchiloemezzo, main costante crescita, seppur lieve. Sul fronte dei prezzi l’andamento è simile: sono sostanzialmente stabili, ma nel medio-lungo periodo la curva è al rialzo. Questa non è un’annata facile perché il clima e l’inquinamento stanno penalizzando parecchio la produzione italiana, ma del resto il mercato è globale e anche noi ci rivolgiamo all’estero per la maggior parte dei nostri acquisti, con un obiettivo del 60% per quest’anno. Senza rinunciare alla qualità, perché miele di alto livello se ne trova in molti Paesi. E, tra l’altro, l’Italia purtroppo non ne produce abbastanza per coprire il suo fabbisogno (nel nostro Paese ci sono circa 45mila apicoltori, due terzi dei quali sono amatori chelavorano perautoconsumo,ndr)». In quali Paesi comprate? E quali sono le differenze di prezzo? «Metà dei nostri acquisti all’estero è in Argentina, seguita dall’Ungheria. Ripeto, in Italia si fa ottimo miele ma è sbagliato associare l’idea di estero a quella di qualità inferiore. Quanto ai prezzi, quello italiano ci costa circa 5 euro al chilo, mentre in Argentina ne spendiamo al massimo 3. Noi preferiamo non acquistare sul mercato cinese, ma in quel caso si compra anche a meno di2euroalchilo». Non a caso quasi metà delle importazioni europee arriva proprio dalla Cina. «Sì, la ragione è strettamente di costo. Ma la qualità in cui ci siamo imbattuti su quel mercato per noi non è soddisfacente». L’Argentina, vostro primo fornitore, è alle prese con nuove difficoltà, con l’ennesimo rischio default. «È uno scenario che preoccupanoietutto ilsettore.Selasituazione in Argentina dovesse ulteriormente peggiorare, i prezzi aumenterebbero e non solo su quel mercato: inevitabilmenteancheneglialtriPaesi la dinamica sarebbe al rialzo. Speriamo di scongiurare il rischio, così come finora non siamo stati toccati dalla guerradei dazi». Dal governo gialloverde a quello giallorosso, l’agenda economica è cambiata, almeno nelle intenzioni: da quota 100 e flat tax, alla riduzione del cuneo fiscale e all’economia verde. Cosa chiede alla politica un’azienda come la vostra? «Grazie a quota 100 abbiamo avuto diversi pensionamenti e questo ci ha costretto allo sforzo di anticipare un ricambio generazionale che immaginavamo sarebbe arrivato più tardi. La chiave del nostro lavoro sta nella miscela di tipi di miele diversi e dunque non lo si impara a scuola: serve tempo per formare i nuovi sul campo, cioè in reparto. Detto questo, noi avremmo bisogno di un governo che snellisse la burocraziaeche ciaiutassead avere pari condizioni con gli altri Paesi sul tema dell’etichettatura. In Italia, giustamente, su un vasetto di miele bisogna scrivere con esattezza da dove proviene; nel resto dell’areaUe,èsufficienteindicare se il prodotto arriva da dentro o fuori Europa. In questo modo il consumatore non distingue, ad esempio nel nostrocaso, un miele di alta qualità come quello argentino da quellocinese». A proposito dei gusti dei consumatori, la vostra azienda non ha linee di prodotti biologici. Una scelta in controtendenza. «Noi riteniamo di offrire già un prodotto di alta qualità. E le faccio un esempio. Le api si muovono nel raggio di tre chilometri dagli alveari. Bene, com’è possibile controllare che non entrino in contatto con antibiotici e varie colture abbeverandosi in giro? Insomma, abbiamo il massimo rispetto del mondo del biologico, ma riteniamo di poter garantire alta qualità e serietà con le nostre linee tradizionali».

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E per soddisfare chi ancora non è ancora pronto per l’acquisto c’è Yescapa, la piattaforma francese di camper sharing con più di 6.500 veicoli disponibili in tutt’Europa. e quasi 300mila utenti registrati (di cui 10milain Italia). Un modo facile ed economico per avvicinarsi a questo mondo e vivere appieno l’avventura.

Propaganda live

La cosa che continua a piacermi di più di «Propaganda live» sono i contributi video di Diego Bianchi: uno sguardo tagliente sulla realtà, capace di usare l’ironia (anche quella involontaria che si crea in molte situazioni) come arma di lettura delle mille contraddizioni della politica e della società italiana. L’altra sera, per celebrare il ritorno in video della nuova stagione del programma, l’attenzione non poteva che essere riservata alla crisi di governo ferragostana, con i suoi risvolti balneari e parlamentari (venerdì, La7, 21.15). Dalla visita di Salvini a un lido affollato, in un tripudio di selfie e bacioni, fino al primo discorso di Conte in Senato, Bianchi ha messo insieme un «video-diario» della crisi che era al contempo una sottile analisi politica e un variegato bestiario umano.Nel tempo, Zoro e la sua squadra hanno costruito intorno ai suoi surreali «documentari», genere con cui aveva mosso i primi passi sul web, una formula più televisiva, aggiungendo ed espandendo sempre di più le parti di talk show in studio, lanciando personaggi (da Makkox ad Andrea Pennacchi) e trovando una propria cifra stilistica, unica nel panorama tv, il cui unico limite è peccare talvolta di eccessiva autoreferenzialità. Per apprezzare appieno «Propaganda live» bisogna esserne accoliti, avere familiarità con i suoi riti e i suoi volti, con una certa idea di romanità. Questo garantisce senz’altro una comunità di ascoltatori fedele e attivissima sui social, ma forse limita il potenziale di parlare anche al di là di essa, di essere veramente mainstream. Bisogna dire che «Propaganda» ha trovato una perfetta cornice di coerenza, creando un circuito virtuoso con gli altri appuntamenti d’informazione di La7, soprattutto quelli che ruotano intorno al direttore Mentana. In quale altro programma, in quale altro canale si potrebbe ironizzare sulle ferie d’agosto dell’inviato Paolo Celata?

Il denaro costa meno I vecchi mutui sulla casa si possono rottamare Nei primi 6 messi del 2019 boom di richieste di surroga Ma i benefici maggiori sono per i prestiti a tasso fisso

Su un ventennale da 100 mila euro possibile risparmio di 40/60 euro al mese

Boom di richieste di surroghe per i mutui. I tassi d’interesse dei finanziamenti per la casa sono andati a picco durante i mesi di luglio e agosto e hanno così risvegliato l’interesse di molte famiglie per una rinegoziazione del proprio finanziamento. Le nuove misure sul costo del denaro, annunciate la settimana scorsa dalla Banca centrale europea (Bce), potrebbero accelerare ancora di più la corsa alla rottamazione del vecchio mutuo. Intanto oggi, per la prima volta, l’intero arco di migliori offerte, dal variabile al fisso e fino alle durate più lunghe, si muove sotto la soglia dell’1%. E così, come rileva l’Osservatorio MutuiOnline, dopo la progressiva riduzione dei flussi di surroghe registrata a partire dalla seconda metà del 2018, quest’estate, la richiesta di rottamazioni è schizzata al 61,6% del totale, dal 38,3% del secondo trimestre. I benefici riguardano però principalmente i prestiti a tasso fisso. Durante la pausa estiva l’Eurirs, il parametro cui sono ancorati i tassi fissi, ha registrato una fiammata in negativo. L’andamento è stato spinto proprio dalle aspettative su nuove manovre espansive in arrivo dalla Bce. Il mercato ha anticipato le dichiarazioni arrivate giovedì scorso da Mario Draghi, numero uno della Banca centrale europea, e ha premuto all’ingiù l’Eurirs. Così nell’ultimo mese, questo valore (su durate a 10 anni) è precipitato sotto zero a quota -0,12%. Per fare un confronto, a inizio anno l’Eurirs si muoveva in area 1%. Vuol dire il ribasso è stato di quasi un punto percentuale. Il risultato è che oggi, le proposte più vantaggiose sul mercato per un mutuo a tasso fisso a 20 anni oscillano tra lo 0,50% e lo 0,60%. «Sono livelli record, quasi irreali – commenta Anedda, direttore marketing di MutuiOnline -. In pratica, chi sottoscrive un mutuo oggi a tasso fisso, pagherà soltanto gli interessi dello spread alla banca, e niente altro». Quant’è quindi il risparmio in euro per chi vuole surrogare la rata del suo mutuo? Rinegoziare il finanziamento sottoscritto anche solo poco più di un anno fa, porta a un taglio sul tasso da pagare che è di circa un punto percentuale. Facendo i conti su un mutuo di durata ventennale e dell’importo di 100mila euro, si arriva a un risparmio sulla rata mensile di circa 40-60 euro. Vuol dire portare il pagamento periodico dai 500 euro di prima ai circa 460-440 successivi alla rottamazione. «E’ un miglioramento che vale una rata all’anno, vale a dire che ogni anno non si paga la prima rata» dice Anedda. Va detto che tassi così ridotti non sempre portano un beneficio. Sono esclusi dai tagli quei mutui con durate o importi residui molto contenuti o con differenziali di tasso poco rilevanti. E’ quindi probabile che una parte anche rilevante della nuova domanda di surroghe possa non essere accolta dalle banche e quindi non trasformarsi in erogazioni effettive. Molto conveniente è, in questa fase, anche il tasso variabile che però non è cambiato molto durante l’estate. Questo perché era già sceso parecchio negli ultimi anni, arrivando ai minimi storici. Le proposte migliori per il tasso variabile sul mercato oggi si muovono intorno allo 0,50% con picchi allo 0,21%. Se quindi, nel passato, il tasso variabile era più vantaggioso, oggi i due saggi si equivalgono e dunque gli incentivi per la scelta del variabile, che costa meno ma è più rischioso perché può salire nel corso degli anni, sono pochi. Lo hanno capito le famiglie che continuano a correre verso il tasso fisso. Secondo l’Osservatorio MutuiOnline, la quota coperta dalle richieste a tasso fisso è salita nel trimestre a luglio all’88,4% dall’83% dei tre mesi precedenti. La preferenza per il tasso fisso viaggia ormai sui massimi assoluti ed è facile che salga ancora nel corso dei prossimi mesi.

Con la facciata termoattiva l’edificio dice addio alla caldaia

Efficienza energetica. Assieme al tradizionale isolamento, l’acqua che scorre in un sistema di serpentine aiuta a regolare la temperatura interna sfruttando la massa dei muri esistenti

Un brevetto che scommette sull’applicazione di una facciata termoattiva, cioè su un sistema capace di attivare sotto l’aspetto termico la massa di un edificio esistente e di spostare il focus del progetto dal riscaldamento e raffreddamento dei volumi interni di aria allo sfruttamento della naturale inerzia termica della struttura. Muri e pareti diventano, in sostanza, innovativi sistemi di accumulo naturale del caldo e del freddo. La tecnologia è stata messa a punto dallo studiodbm di Sesto San Giovanni e, fra le applicazioni più note, verrà impiegata per la riqualificazione di alcuni edifici pubblici del Comune di Certosa di Pavia, fra cui il municipio e alcune scuole e ambulatori medici. L’intervento, che sarà realizzato in project financing e senza oneri finanziari per l’amministrazione dalla Esco Samso (vincitrice di un bando da 1,8 milioni), consentirà in particolare di trasformare l’attuale palazzo del Comune in un edificio Nzeb (consumo energetico pari quasi a zero, ndr). La facciata termoattiva si compone di diversi elementi. Cuore dell’innovazione è lo speciale termointonaco, a base cementizia e ad alta resistenza meccanica, sviluppato secondo una formula brevettata e per conto di studiodbm dalla società Cugini di Bergamo. La miscela ha la capacità di mantenere una temperatura controllata fra i 25 e i 30 gradi e fa da barriera alle dispersioni. Oltre a ricevere apporti solari diretti, viene “ pilotata” termicamente da un sistema di serpentine – in cui circola acqua calda o fredda a seconda delle necessità – che sono posate sotto l’intonaco stesso, sulle pareti perimetrali del fabbricato. Tutto viene regolato dall’energia rinnovabile di un impianto solare termico e da un sistema domotico, che controlla in modo costante la temperatura interna ed esterna del fabbricato. L’insieme così integrato riesce ad “attivare” la massa termica dei muri (cioè a sfruttarne le caratteristiche di accumulo). L’edificio è, infine, ricoperto da uno strato isolante. «Il principio di attivazione termica delle masse dell’edificio – racconta l’architetto Gianpaolo Di Giovanni, dello studiodbm – è noto da tempo alla letteratura tecnica, ma fino a oggi è stato applicato sono nelle nuove costruzioni e mai sfruttato davvero nelle ristrutturazioni dell’esistente. Tuttavia, il patrimonio edilizio italiano è costituito da circa 12 milioni di edifici, che per la maggior parte hanno prestazioni energetiche scadenti se non versano addirittura in uno stato di evidente degrado. La nostra idea è stata quella di trovare una soluzione di facile applicazione proprio per una parte di questi immobili». La termofacciata è stata già testata con successo e studiata nel caso pilota di un edificio residenziale ristrutturato a Paderno Dugnano (Mi) ed ora sarà implementata non solo nel Comune di Certosa, ma anche a Monza, su un edificio scolastico. Insieme all’Università di Bergamo, è inoltre in corso uno studio che sta valutando la possibilità di armare l’intonaco con gli spessori necessari a un rafforzamento dell’immobile anche in funzione antisismica. «Non tutti gli immobili sono adatti a questo tipo di tecnologia – prosegue Di Giovanni –. Più la muratura dell’immobile preesistente è massiva, più il risultato che si ottiene sarà efficiente. Per questa ragione, sono particolarmente adatti alla riqualificazione con questa tecnologia gli edifici con struttura in cemento. Un po’ meno, ma ugualmente performante con il mattone pieno. Un po’ meno ancora con il forato. Con il legno o se un edificio è isolato, inutile applicare questa tecnologia. Idem per le facciate storiche: ma in questo caso la ragione è la difficoltà di riprodurre forme e decori originari». I risultati possono portare a notevoli miglioramenti energetici. A fronte di un intervento di isolamento con un cappotto tradizionale, la spesa passa da 55/60 euro a 110-120 euro al mq senza considerare l’impianto solare, che non può essere prezzato se non sulla effettiva superficie/esposizione dell’edificio. «Il ritorno di questo investimento – dice Pineta – è calcolato in 6-7 anni contro i 13 circa di un cappotto tradizionale. Si può arrivare ad abbattere anche a zero i consumi dell’edificio, fino ad eliminare la stessa caldaia. Anche in termini di comfort interno la tecnologia consente il raggiungimento di un risultato ottimale e l’immobile acquista valore». «Nella maggior parte dei comuni gli immobili pubblici sono poco efficienti dal punto di vista delle prestazioni energetiche – aggiunge Igor Bovo, amministratore delegato di Samso – con grandi sprechi e dispersioni, e inevitabili ricadute sulle casse dell’amministrazione pubblica. Grazie all’intervento che metteremo in campo, Certosa di Pavia diventerà un paese più green, abbatteremo i consumi aumentando il comfort generale di questi edifici ad uso pubblico e miglioreremo la qualità dell’aria, prevediamo infatti di ridurre grandi quantità di Co2 immessa in atmosfera, circa 350 mila kg all’anno».

Buongiorno a tutti.

Buona lettura a tutti.

Buongiorno a tutti. Cinque aperture diverse per i primi cinque quotidiani, per dire che non c’è una notizia che domina. Comunque il vertice dell’Ecofin e il richiamo alla Germania a spendere il surplus accumulato, la flessibilità e il no della Francia a modificare il patto di stabilità. Gli arresti in Autostrade e l’apertura del Pd alla revoca delle concessioni. Nel dibattito del Pd l’intervista a Bettini sul Corriere: “Non è uno scandalo se Renzi se ne va”. Buona lettura a tutti.

Flessibilità. La Commissione apre al nuovo governo. Il battesimo del fuoco di Roberto Gualtieri nei panni di ministro dell’Economia italiano alla due giorni europea di Helsinki parte bene. Il ritrovato galateo pro Ue promette un negoziato più sereno. Dombrovskis incontra Gualtieri e lancia messaggi di pace. Coperta l’Iva per 23 miliardi, l’Italia potrebbe non dover fare altre correzioni. “È incoraggiante che Roberto Gualtieri mi abbia delineato l’intenzione di stare nelle regole del Patto”. Ma la Francia frena sulla revisione del patto di stabilità. Repubblica.

Investimenti green. L’Ue è possibilista. L’Italia nella coalizione dei ministri finanziari per la lotta al cambiamento climatico, un gruppo di 40 paesi che punta a investire 26 trilioni di dollari e creare 65 milioni posti di lavoro entro il 2030. Ma serve una direttiva della Commissione. Stampa.

L’Europa striglia la Germania. Il rallentamento dell’economia e il rischio-procedura sul maxi surplus commerciale dietro al nervosismo. La Germania deve fare di più per sostenere la crescita, chiedono in molti. «I paesi che hanno margini di bilancio lo usino per contrarre il rallentamento dell’economia», dice il presidente dell’Eurogruppo, Mario Centeno. Messaggio non solo per la Germania ma anche per l’Olanda. Gli altri paesi facciano le riforme e restino nel quadro delle regole di bilancio. Per il 2020 la Germania prevede l’equilibrio di bilancio, ma promette di essere pronta a investire molti miliardi se le cose si mettessero male. Messaggero.

Il problema del surplus. Berlino ha più surplus ma spende meno di Parigi e la produttività scende. La Banca centrale europea per la prima volta formalizza qualcosa che Draghi aveva già detto più volte: con i bilanci in surplus, un’enorme accumulazione di sempre nuovo risparmio, un costo sottozero dell’indebitamento e la crescita in frenata per Berlino e per L’Aia è tempo di agire. «Tutto ciò che vedete in Europa, la creazione di 11 milioni di posti di lavoro in breve tempo, la ripresa, la crescita sostenuta: tutto è stato largamente il prodotto della politica monetaria della Bce». Dietro lo scontro tra banchieri centrali la futura politica monetaria della Bce. Tassi a zero per favorire la crescita. Federico Fubini sul Corriere.

Le altre notizie dell’economia.

Pagnoncelli. Dopo aver ottenuto la fiducia in Parlamento, il neonato governo giallorosso fa registrare una lieve crescita di gradimento, passando dal 36% di giudizi positivi della scorsa settimana al 38% di oggi. L’indice di gradimento aumenta di due punti salendo a 43. Nel complesso un italiano su due esprime una valutazione negativa. Sale il gradimento di Conte. Balzo del premier a 57 (+5), l’esecutivo è a 43 (+2). E Salvini riprende quota. Il leader della Lega dopo il calo recupera 4 punti. Il governo cresce solo tra gli elettori dei partiti di maggioranza. I no continuano a prevalere. Nando Pagnoncelli sul Corriere.

Atlante politico. Solo il 44% si fida del governo secondo le rilevazione dell’atlante politico di Ilvo Diamanti. Lega primo partito, ma arretra. Al suo esordio, il Conte bis sconta una base elettorale ridotta rispetto al precedente esecutivo. In calo la popolarità di Salvini e del premier, che però resta in testa. La maggioranza pensa che sarebbe stato meglio votare. Ilvo Diamanti su Repubblica.

La vecchia maggioranza. I gialloverdi, i meno amati dagli italiani. L’alleanza appena archiviata, quella tra M5s e Lega, risulta oggi la meno gradita agli italiani. Fabio Bordignon su Repubblica.

Autostrade. Viadotti, “Gravi rischi per gli automobilisti”. Autostrade truccava i dati. Tre arresti e sei funzionari sospesi. I report sulla sicurezza ammorbiditi dopo il crollo del Morandi. Gli interventi di manutenzione sono stati conclusi molti mesi fa. Report inviato al ministero. Stampa. “Falsi report su altri ponti”. Relazioni alterate anche dopo i 43 morti del 14 agosto per non far chiudere tratte a rischio. “Volevano guadagnare a scapito della sicurezza”. Repubblica.

Via le concessioni. Cinquestelle: Via le concessioni. Conte media: “Lo stop solo per Genova”. La proposta del premier piace alla società. A rischio l’intesa col Pd che apre alla revoca parziale. Così il Pd va incontro al M5S. Si tratterebbe solo dell’autostrada ligure A10. Ma Atlantia insiste: è infattibile. Il nuovo viceministro Cancelleri contro Atlantia, che perde l’8% in Borsa: neanche la morte ha fermato questi approfittatori. Repubblica.

Impedire le intercettazioni. Durante le indagini la società ha svolto attività di bonifica dei computer, installato telecamere finalizzate a impedire l’attivazione delle intercettazioni e usato disturbatori per ostacolare quelle già in corso. Stampa.

Insicuro. «Il ponte è insicuro, andrebbe chiuso». I dossier nascosti e i segreti al telefono. La versione di Autostrade: «Eseguiti tutti i lavori. Il ministero era informato. Le opere non avevano problemi». Corriere.

Bettini. «Pd e M5S mischino gli elettorati. Se Renzi esce non è uno scandalo». Tommaso Labate sul Corriere intervista Goffredo Bettini. «L’essenziale è trovarsi insieme nel centrosinistra per battere il Carroccio. Spezzato il blocco tra populismo e antipolitica. Spero nell’alleanza anche alle Regionali.

Zingaretti: proviamoci. Regionali, 5 Stelle e Pd lontani. E in Umbria Cucinelli si sfila: «Grazie, ma non corro». Zingaretti: un’alleanza a livello locale? Dobbiamo provarci. Corriere.

Scissione. Quei 31 parlamentari pronti alla scissione dopo la Leopolda. Sono 26 deputati e 5 senatori. Renzi per ora frena gli ultras: “Aspettiamo la convention”. I più duri pensano a un documento già nei prossimi giorni. Rosato: “Qualsiasi cosa accada, garantiremo la vita del governo”. Repubblica.

Migranti. La Germania apre: un migrante su 4 da noi. Sì di Berlino alla bozza di accordo con l’Italia: come la Francia, accoglieremo il 25% di chi sbarca nei vostri porti. Stampa. Parigi e Berlino: «Da noi il 50% di chi sbarca in Italia». Con il “meccanismo temporaneo” di ripartizione nel nostro paese resterebbe il 10% degli immigrati. Messaggero. Conte: «Basta propaganda sui migranti. Il rigore rimarrà. Corriere.

Passeur. Reportage sul confine triestino. Viaggio fra i «passeur» della rotta balcanica. Qui il triplo dei clandestini dei barconi. Dalla Slovenia sono entrati in 5mila. Altri 10mila fermati in Croazia. Fausto Biloslavo sul Giornale.

Centrodestra. Salvini rivede Berlusconi. Accordo solo su regionali e no al proporzionale. Il Cavaliere ai suoi: fuori chi sostiene il governo. La coalizione non resuscita. Stampa. Salvini e Berlusconi provano a ripartire. FI e Lega insieme in piazza e asse contro il proporzionale. L’ex premier: chi sostiene il governo è fuori. Corriere.

Verderami. Perché gli aspiranti centristi sono tutti devoti alla Lega. Da Conte a Calenda e Renzi, la crisi di governo ha sbloccato tutto. Francesco Verderami sul Corriere.

La pagina della politica.

Cerciello. Carabiniere ucciso, gli americani e le foto con armi e droga. Le immagini sui cellulari. La madre di Gabriel in chat: «Sei un bugiardo, usi e vendi stupefacenti». Corriere. Trovate alcune impronte di Natale Hjort sul pannello che nascondeva il coltello. Messaggero. Ma lui aveva sempre negato. Repubblica.

Brexit. Johnson tratta con Juncker. L’ipotesi: regole Ue a Belfast. Il piano: nessun confine in Irlanda, merci controllate all’ingresso in Gran Bretagna. Lunedì pranzo per cercare un nuovo compromesso. Messaggero. «A tanti italiani spetta la residenza a Londra ma non l’hanno chiesta». Intervista a Brandon Lewis, sottosegretario agli Interni con delega all’uscita dalla Ue: “Ci sono 150 mila vostri connazionali che ancora non si sono registrati”. Messaggero.

Brexit 2. L’ultima battaglia di Bercow: “Nessuna Brexit senza accordo”. Evitare una Brexit No Deal. John Bercow ha giurato al premier Boris Johnson di essere pronto a tutto affinché venga rispettata la volontà dei deputati, che hanno approvato un provvedimento che impone al premier di chiedere all’Ue un rinvio del divorzio oltre la data del 31 ottobre in assenza di un accordo. E per farlo è disposto a mettere in campo una «ulteriore creatività procedurale». Stampa.

Hong Kong. Berlino accusa i servizi segreti di Pechino: minacce agli esuli di Hong Kong in Germania. Il governo punta il dito sulle autorità cinesi: dopo le contestazioni nell’ex colonia gravi pressioni e intimidazioni contro i simpatizzanti delle proteste. La Guojia Anquan Bu starebbe schedando, intercettando e pedinando dissidenti e uomini d’affari. Sempre più manifestanti vengono aggrediti. Per gli 007 tedeschi violata la sovranità: a rischio la sicurezza interna. Stampa.

Cina. Cina devastata dalla peste suina. Tregua della carne con gli Usa. Un milione di maiali abbattuti. Trump va in soccorso: sì all’export, dazi sospesi. Corriere. La peste suina africana è l’epidemia che potrebbe far fare la pace a Trump e Xi. Foglio.

La pagina del Mondo.

Idee. Editoriali. Commenti.

• La paura che frena l’Unione Europea e le conseguenze della crisi. Insicurezza: è diffusa, profonda e persistente l’avversione al rischio da parte di chi investe. Si delineano due scenari possibili, uno virtuoso e l’altro pessimista. Lucrezia Reichlin sul Corriere.
• Un’Italia a due velocità? Deve crescere tutto il Paese. La contrapposizione non è traNord e Sud, ma tra un modello vecchio e uno in evoluzione. Lo sviluppo può riprendere intorno all’«hub» Milano. Nel capoluogo lombardo esiste la fiducia che la competizione sia leale e basata sul vero merito. Altrove non è così Roger Abravanel sul Corriere.
• Avanti piano fra nuovo corso e vecchi difetti. Litigare sulle poltrone, far finta di non vedere che il Nord del Paese è all’opposizione è un balsamo sulle ferite di Salvini Che proverà a ripartire dai pratoni di Pontida. Massimo Giannini su Repubblica.
• M5S, un futuro diviso in tre. Di Maio, Di Battista e infine, il terzo pilastro su cui si regge la struttura pentastellata, Giuseppe Conte. Il presidente del Consiglio ha acquisito un ruolo politico che fino a qualche settimana prima nessuno gli riconosceva. Piero Ignazi su Repubblica.
L’identità europea un valore da proteggere. Il paradosso di un’Europa che non andava bene prima, perché troppo lontana dalla gente, ma va ancora meno bene adesso, perché ha scelto di ascoltare la gente sbagliata. Luca Ricolfi sul Messaggero.
Non cancelliamo il diritto ai diritti. Lo diceva Hannah Arendt: la barbarie arriva quando le persone perdono la dignità per ciò che sono, non per ciò che fanno. L’antidoto? Tornare alla lezione di Kant. Nel suo saggio “Per la pace perpetua” il grande filosofo tedesco riconosce il dovere dell’ospitalità universale. Gustavo Zagrebelsky su Repubblica.
• Le paure di Netanyahu, il più forte. Inseguito da una sconfitta, che non avrebbe soltanto conseguenze politiche, Netanyahu rincorre la destra ultranazionalista, della quale cerca di garantirsi i voti. Il 10 settembre ha promesso che nel caso restasse al potere il suo governo annetterebbe unilateralmente la valle del Giordano e la parte settentrionale del Mar Morto, in Cisgiordania. Bernardo Valli su Repubblica.
• Il pasticciaccio brutto del metrò a Roma. Odissea metropolitana A piedi nelle gallerie sottoterra. Un’altra giornata da incubo: guasto su una linea, i passeggeri fatti scendere dai treni tra due stazioni. Nella capitale l’emergenza è quotidiana. E una delle fermate in centro riaprirà forse solo a Natale. Sergio Rizzo su Repubblica.
• Se lo stato non fa più controlli. Cosa fare: chiudere uno o più tratti di un percorso, lasciarlo aperto alle sole automobili, limitandone il traffico commerciale? E dove mettere l’asticella del limite di sicurezza? Più alta o più bassa? La nuova inchiesta di Genova, scaturita nella stagione infuocata del dopo-crollo dalla denuncia di funzionari che consideravano inascoltati i loro allarmi, scava in questo terreno franoso. Marcello Sorgi sulla Stampa.
• Per al destra italiana il rischio di restare isolata come Le Pen in Francia. Nei talk show lo si potrà chiamare complotto, manovra contro il popolo, congiura dei poteri senza volto, ma bisognerebbe ragionarci sopra con più lucidità: il pericolo di conquistare il primato elettorale cavalcando l’estremismo per poi finirne politicamente folgorati esiste ed è piuttosto concreto. Flavia Perina sulla Stampa.
• Una svolta contro l’ambientalismo cialtrone. Pd e M5s hanno trasformato la difesa dell’ambiente in un collante contro i sovranismi ma un ambientalismo irresponsabile il populismo può farlo rinascere. Spunti per non usare le treccine di Greta solo per rendere più presentabile la difesa dello status quo. Claudio Cerasa sul Foglio.
• I moderati per Pontida. Salvini prepara la piazza mentre la coalizione (Cav. compreso) tenta di riformattarlo. “Ora basta nemici”. Salvatore Merlo sul Foglio.
• Come evitare un governo che usi l’ambiente come placebo. Combattere la fuffa del plastic free concentrandosi su tre temi: energia, trasporti e rifiuti. Guida anticialtronismo. Catastrofismo, creazione di capri espiatori, posticipazione a un futuro improbabile e lontano delle soluzioni sono i vizi di cui ci si dovrebbe liberare. Il modo per far sì che il populismo grillino non si sposi con una cultura anti industriale presente in un pezzo del Pd, magari arrivando ad amplificarla. Chicco Testa sul Foglio.

Letture. Approfondimenti.

Milano capitale. Della scienza. Il rientro in Italia di tre ricercatori di fama mondiale per Human Technopole. Dopo servizi, moda e design, la città lombarda punta a un’altra eccellenza. Dario Di Vico sul Corriere.

Informazione. L’amministratore delegato del New York Times Thompson: “Vita dura per i leader populisti dove c’è democrazia vera”. Nelle società controllate, come Russia e Ungheria, si può restare al potere per molti anni. Ma nei Paesi che hanno media vivi è difficile. Trump lo ha capito ed è stato più astuto di Salvini e Boris Johnson. Nel 2020 batterlo sarà sorprendentemente difficile. Repubblica.

Salvini. Da uomo forte contro i migranti a re nudo. La parabola di Matteo tra l’essere e il nulla. Quattordici mesi di governo in perpetua campagna elettorale, tra tweet dai toni fascisti e proclami anti-europei. Ora accusa gli ex alleati di inciucio: la propaganda digitale è ripartita per puntare a una nuova incoronazione. Bernard Henry Levy sulla Stampa.

Roma Capitale. Il destino di una capitale magnifica e umiliata. La ricerca di Domenico De Masi ci proietta nell’Urbe del 2030. I paradossi di una città-mondo sospesa tra splendore e bancarotta nel lavoro del sociologo. Esagerata per natura, anche nelle dimensioni, la metropoli tutto esaspera. Qui la questione abitativa diventa epocale. Goffredo Buccini sul Corriere.

Non solo selfie. Presi in ostaggio dalle fotografie Vent’anni fa il primo smartphone con fotocamera doveva inaugurare l’epoca dell’immagine democratica. Ecco perché è accaduto il contrario. Michele Neri su Repubblica.

Paolo Conte. “Vado in tv ma soltanto per gli amici. Sono ancora legato al bianco e nero”. Non frequento la televisione ma l’idea mi piace Ho capito che sarà uno specie di happening, ho trovato un gruppo di persone meravigliose. Un artista deve saper guardare indietro, lontano Dico sempre che invecchia prima il passato prossimo che quello remoto. Guido Andruetto su Repubblica.

Fausto Coppi. Leggenda e fragilità di un campione di cristallo. I cento anni di Fausto: vinceva dopo fughe record, poi sembrava quasi soffrire. Gianni Mura su Repubblica.

Federica Pellegrini. «Il mio stile libero. Amo affrontare la vita senza essere vincolata nelle scelte Gli uomini hanno paura dell’emancipazione delle donne». Emiliano Bernardini sul Messaggero.

Brivido tedesco. L’industria dell’auto ha bisogno di una rivoluzione che non c’è, il settore energetico di un’alternativa Nel frattempo le banche sono travolte dagli scandali. C’è un modello Merkel che ha fatto il suo tempo. Stefano Cingolani sul Foglio.

L’uber perduta. Sembrava una bolla perfetta e invece l’alternativa ai taxi è diventata quasi il simbolo del male. Un libro ne racconta i segreti. Il librone arriva dopo l’abbastanza fallimentare collocamento in Borsa di Uber, la start up di San Francisco. La cultura della Valle è cambiata: dal libertarianismo hippy di Steve Jobs al costruire monopoli, fare disruption e dominare. Michele Masneri sul Foglio.

La vita è Bellanova. Abito, monaco, parole e romanzo di formazione di un ministro ex bracciante, dai campi a D’Alema a Renzi. Colori di una svolta. “Mi sentivo blu elettrica e a balze”, ha risposto a chi, sul web, ha criticato la sua mise il giorno del giuramento. Quando sfidava le pistole dei caporali, e quando sfida chi le rinfaccia di avere soltanto la terza media al grido di “studiate”. Marianna Rizzini sul Foglio.

Buongiorno a tutti. Mario Draghi taglia i tassi. Quantitative Easing da 20 miliardi al mese e maxi-prestito agli istituti bancari. «Ora i governi stimolino la ripresa». Vola la Borsa, spread giù a 138 punti base, ai minimi da maggio 2018. Il presidente Usa Donald Trump duro: «Così l’Europa svaluta l’euro. E la Fed non fa nulla». Tiepida la risposta dei Cinquestelle alla proposta di Franceschini per un accordo anche alle Regionali, ma si tratta. Buona lettura a tutti

La scossa di Draghi. L’Europa frena, la scossa di Draghi. Tassi giù e stimoli all’economia. Resistenze dai Paesi del Nord. Corriere. Il bazooka Bce: tassi bassi e nuovo Quantitative easing senza limiti di tempo. Ridotto di 10 punti base il costo del denaro sui depositi a -0,50%. A novembre ripartono gli acquisti di asset al ritmo di 20 miliardi al mese. Sconti alle banche sui tassi negativi. Le aspettative d’inflazione troppo lontane dall’obiettivo e rischiano di ancorarsi a un livello pericolosamente basso. Sole.

Trump: «Bce veloce, svaluta l’euro e la Fed resta ferma a guardare. Agendo rapidamente – ha scritto infuriato dalla promessa del presidente della Bce di assicurare un piano di stimoli a tempo indeterminato per aiutare l’economia -, la Banca centrale europea ha tagliato i tassi di 10 punti base. Stanno tentando, e con successo, di svalutare l’euro contro il dollaro forte, ai danni delle esportazioni Usa… E la Fed se ne sta con le mani in mano, seduta a guardare. Loro vengono pagati per prestare denaro, mentre noi paghiamo gli interessi». Poco dopo, Draghi gli ha risposto: «In riferimento all’ultimo tweet di Trump ripeto quello che ho detto in occasione del primo: abbiamo un mandato, la stabilità dei prezzi, e non miriamo ai tassi di cambio» (Sole p.3).

Commenti. Draghi ha riarmato il bazooka. Ma senza Berlino non basterà. Il presidente della Bce si appella alla Germania. Stefano Feltri sul Fatto. L’ultima difficile prova di forza. Daniele Manca sul Corriere. Il bazooka non è più sufficiente. Alberto Mingardi sulla Stampa.

Padoan. Intervista a Pier Carlo Padoan, economista, ex ministro del Pd: “Si è aperta una grossa finestra di opportunità. Ma tagliare le tasse in deficit è controproducente”. Sulla Stampa.

Un eccessivo ottimismo sarebbe pericoloso La flessibilità va meritata. Si può agire sulle agevolazioni fiscali. E’ politicamente difficile, ma si può fare un’attenta revisione.

Surplus. Pressing Ue sul surplus tedesco. “La Germania spenda di più”. Il neo commissario Gentiloni sposa la linea di Francoforte a sostegno alle politiche espansive. Idea italiana sul deficit: scorporare gli investimenti “verdi” dal computo del deficit. Marco Bresolin sulla Stampa.

I commenti. Una mossa per stoppare la rincorsa sovranista. Marcello Sorgi sulla Stampa. Draghi, un banchiere speciale. Giuseppe Turani sul Qn. La sfida al made in Usa. Federico Rampini su Repubblica.

Germania. Draghi sollecita la Germania a sostenere la crescita: «Chi ha spazio di bilancio lo usi, la politica monetaria da sola non è sufficiente». Sole. Broyer, capo economista di S&P: l’Eurotower non va lasciata sola. E Berlino deve cambiare. Tra pubblico e privato, la Germania ha circa 250 miliardi di investimenti in meno del necessario. Federico Fubini sul Corriere.

Germania in panne. Banche e auto adesso sono un peso. Gli istituti di credito sono pieni di sofferenze e il dieselgate zavorra l’industria. L’attivo del bilancio statale peggiora la congiuntura, ma nessuno osa toccarlo. Mario Deaglio sulla Stampa.

Gualtieri. Intervista del neo ministro dell’Economia Gualtieri a Repubblica: “Via dal deficit gli investimenti verdi. In tre anni tasse ridotte. L’Iva non salirà. Quota 100 resta fino a scadenza. Il Reddito confermato ma può migliorare. Loro erano il governo della flat tax e dei minibot, noi degli asili nido. Vogliamo diminuire la pressione fiscale sui redditi medi e bassi e sulle imprese che innovano. Il conflitto della Lega con l’Ue è costato carissimo. Adesso si apre una fase nuova in Italia e in Europa. Il debito deve calare assieme allo spread. Combatteremo gli evasori usando più tecnologia. Alberto D’Argenio su Repubblica.

Alleanze locali. Di Maio tentato dal Pd. Franceschini lancia l’offerta ai grillini. La risposta ufficiale è no, ma in segreto si tratta Quotidiano Nazionale. Regionali, M5S gela i dem. Ma l’ipotesi desistenza c’è. I 5Stelle: tema non all’ordine del giorno Frenata nel Lazio: non entrano in giunta. Zingaretti: proviamo ad aprire una nuova stagione anche sui territori Messaggero. Regionali, i dem si offrono ma i grillini alzano il prezzo Giornale.

Ma non staremo correndo troppo? Un mese fa l’uno chiamava l’altro «pidiota», e quello rispondeva «grullino». Oggi M5s e Pd sembrano fidanzati alle prese con le schermaglie amorose, che indugiano sulla data delle nozze. Dopo il Sì all’intesa di governo l’abbraccio nelle Regioni è tema sul tavolo. Tutto sta nella narrazione: dopo aver venduto l’alleanza di governo come sacrificio necessario per evitare l’aumento dell’Iva e fermare la minaccia Salvini, è imbarazzante mostrare con quanta fretta i due partiti stiano pensando a un’alleanza globale. Giornale.

Soluzione civica. Alleanze con il Pd alle regionali I candidati civici tentano il M5S Dalla base fino ai gruppi parlamentari c’è chi chiede una nuova fase contro l’ascesa di Salvini. Il 27 ottobre in Umbria il primo test per la convergenza: pronto a cadere lo storico tabù grillino. Grazia Longo sulla Stampa. Lombardi: “Dialogo possibile. La stagione del Vaffa è finita”. Annalisa Cuzzocrea su Repubblica.

Al Nazareno sono ottimisti: «I 5 stelle devono solo metabolizzare la svolta del governo, e poi si concentreranno sul discorso delle elezioni regionali. Non possiamo chiedergli una svolta dopo l’altra, pazientiamo un po’ e poi Salvini avrà brutte sorprese anche in Umbria, forse, in Emilia, di sicuro, in Calabria e in Toscana». Chissà se è proprio così. Quel che è certo è che il governatore uscente, ma ricandidato, Stefano Bonaccini, in Emilia Romagna, dove la data del voto non è stata ancora decisa ma rientra in un lasso di tempo che va da novembre a febbraio, vuole accelerare l’appuntamento con le urne. Sul Messaggero Mario Ajello.

Mister Chachemire. In Umbria il Pd lancia Cucinelli e potrebbe cedere sul simbolo. Il commissario di Zingaretti, Verini, aspetta solamente un segnale dai Cinque Stelle e propone il re del cachemire. Wanda Marra sul Fatto.

la scommessa è allargare ulteriormente la coalizione. Al Nazareno non smettono di ragionare neanche su un altro candidato, pure se non è impresa facile, visto che mancano 40 giorni al voto e Fora ha già raccolto le firme. Per questo si fa un solo nome forte, quello di Cucinelli (che però avrebbe già detto no). Insomma, la strada verso l’“amalgama” è in salita. Anche se in Umbria sarebbe paradossalmente più facile che in altre Regioni, proprio perché il Pd ha già scelto di non correre in proprio.

Fermare Salvini. Walter Verini spiega perché in Umbria serve l’accordo con i 5 stelle. Il coordinatore del Pd umbro: “Salvini ha detto ‘ci prenderemo l’Umbria’, l’equivalente del chiedere ‘pieni poteri’. Va fermato”. David Allegranti sul Foglio.

La Nota. Sarà il governo a determinare gli accordi a livello locale. Ma i Cinquestelle temono di bruciarsi forzando i tempi. Massimo Franco sul Corriere.

Eutanasia. I dem guardano alla Cei: subito una legge. I pentastellati si affidano alla Consulta. Per paradosso, chi più premeva per una legge, adesso frena. E chi ha contribuito a evitare che si arrivasse a legiferare sulla materia, ora chiede al Parlamento di fare una corsa contro il tempo. Gli uni e gli altri, guardano alla Consulta: i primi nella speranza che depenalizzi tout court il reato di aiuto al suicidio, i secondi che conceda più tempo alle Camere. Messaggero.

Sottosegretari. L’ultimatum del premier ai partiti sblocca la trattativa sulle nomine. Verso il giuramento oggi. Misiani all’Economia. Il derby dem per l’Editoria, sconfitti Crimi e Carelli. Corriere. Le processonarie, l’editoriale di Marco Travaglio sul Fatto.

Migranti. Intese volontarie, l’unica via in Ue per aggirare Visegrad. Impossibile penalizzare i Paesi contrari ai ricollocamenti. Si punta a un accordo rinforzato: servono 12 adesioni, la strada è in salita. Giampiero Gramaglia sul Fatto.

Migranti. Accordo sulla Viking. Conte: doppia linea sugli arrivi e i rimpatri. «Fuorviante parlare di porti chiusi o aperti». Gli 82 profughi saranno gestiti con altri tre Paesi. Il pressing sulla Ue e la strategia delle intese bilaterali. Fiorenza Sarzanini sul Corriere.

Bluff. Il governo riapre i porti e bluffa sui migranti: resteranno qui per mesi. Vertice a Palazzo Chigi: «Ricollocati in Ue gli 82 della Ocean Viking». Ma non sarà così. La soluzione europea è un mezzo bidone. Nessun migrante parte subito per un altro paese, ma resta da noi. Gli 82 sbarcheranno in Italia e verranno trasferiti in un hotspot dove ci vorranno mesi per distribuire le quote. Fausto Biloslavo sul Giornale.

Prima gli immigrati. L’agenda del premier è chiara: prima gli immigrati. L’editoriale di Maurizio Belpietro sulla Verità.

Soldi facili. Ritocchino al reddito di cittadinanza Soldi facili a 500.000 stranieri in più. Il ministero del Lavoro vuole ammorbidire i criteri che regolano l’erogazione del denaro ai non italiani. La Lega si era sempre opposta: fu uno dei motivi della rottura con i pentastellati. Però adesso c’è il Pd. Sulla Verità.

Autonomia. Intervista al neo ministro Francesco Boccia. «Ora un patto sociale con il Movimento. L’autonomia? Dico sì. Ma il Paese resti unito». Boccia: sulle Regionali non mi pare che il M5S chiuda. Sul Corriere.

Il re è nudo. Ora re Matteo è nudo in Veneto: il grande bluff dell’autonomia. Il politologo Feltrin: “L’avesse fatta avrebbe perso cinque milioni di voti al Sud”. Ma anche Confindustria è tiepida. L’ex Flavio Tosi: “Nel partito non succederà nulla: è stato normalizzato dal suo leader”. I commissari? Ne sono arrivati in tutte le province venete, e non se ne sono più andati. Giuseppe Pietrobelli sul Fatto.

Pd. Lo schema Franceschini può accelerare l’uscita di Renzi dal Pd. Il ministro vuole alleanze Pd-M5s anche alle regionali. Il M5s per ora non ci sta. I bersaniani esultano. I renziani fanno i conti. Valerio Valentini sul Foglio.

Test. Il primo test sulla solidità rossogialla: arrestare o no un deputato. Mercoledì si vota sulla richiesta di arresto per un deputato di FI (Sozzani). In commissione Pd e M5s sono stati divisi. E ora? Sul Foglio.

Legge elettorale. “Proporzionale mai”. Da Prodi a Veltroni il Pd che dice no. Riforma della legge elettorale: l’ok di Franceschini e Renzi. Ma i padri nobili frenano: “Noi nati per il maggioritario”. Parisi: “Mi alleo pure con Salvini per non tornare al passato”. Il segretario Zingaretti è prudente: “Sul modello del sistema di voto non è stato deciso ancora nulla”. Goffredo De Marchis su Repubblica.

Renzi. L’ex premier studia la scissione per rafforzare il governo. Vuole contare di più nei giochi di potere. L’addio solo dopo la manovra, con il consenso dei dem. Pasquale Napolitano sul Giornale.

Centro destra. Ecco i 5 deputati di Toti: «Per noi lo spazio perso da FI». A giorni con Cambiamo anche quattro senatori. E il governatore ligure lavora alle liste locali. Corriere p.9

Gruppo Toti. Intervista a Giovanni Toti. Il governatore ligure presenta alla Camera il gruppo “Cambiamo”, nato dalla scissione da Berlusconi. “Ha vinto il bipolarismo, addio centro. O Lega o sinistra, noi abbiamo scelto”. Francesco Grignetti sulla Stampa.

Finirà male. Ma dove vuol andare? Toti fonda il suo partito e fa l’eutanasia a sé a Fi. Il governatore presenta “Cambiamo”: aveva la possibilità di conquistare Forza Italia dall’interno e invece ha preferito scappare. Così finirà fagocitato dalla Lega. Renato Farina su Libero.

Forza Italia in ripresa. E torna davanti a Fdi. I sondaggi: la fedeltà al centrodestra paga. Berlusconi a breve potrebbe vedere Salvini. Giornale.

Morti bianche. Morti per cercare di salvare i colleghi. Pavia, quattro vittime nella vasca di un’azienda agricola. Sono tutti di origine indiana. «Cercavano di aiutarsi a vicenda». Corriere.

Investire in formazione. La ministra delle Politiche agricole Teresa Bellanova: “La priorità è investire in formazione e prevenzione. Nella sfida per la sicurezza nessuno va lasciato solo. La vera emergenza è questa, non l’immigrazione”. Grazia Longo sulla Stampa.

Il commento. Perché il lavoro uccide. Chiara Saraceno su Repubblica.

Giustizia. Bonafede incontra Orlando: “Presto riforma dei processi”. Ieri si sono incontrati al ministero della Giustizia il Guardasigilli Alfonso Bonafede, e il suo predecessore, il vicesegretario del Pd, Andrea Orlando. I due sono tornati a parlare della riforma dei processi. Un incontro positivo secondo Bonafede, ospite a Porta a Porta: “Entrambi condividiamo la consapevolezza della priorità della drastica riduzione dei tempi del processo civile e penale”. Fatto.

Giustizia 2. Il Pd: congelare la prescrizione tutta la riforma di Bonafede va rivista. Orlando dal guardasigilli: la bozza non può essere ripresentata tout court come se nulla fosse successo. Messaggero.

Giustizia 3. Se c’è di mezzo Salvini inchieste col turbo. Indagini sul poliziotto della moto d’acqua. Procedimento disciplinare per l’agente che prese a bordo il figlio del leghista. La Procura ascolterà i tre agenti di scorta. Verità.

Diabolik. Diabolik vide Gaudenzi prima di morire: «So dov’è chi ha rubato l’oro». Il verbale del neofascista: «Mi disse di cercare Macchi ad Anzio, poi il delitto». Bruciata la panchina dove fu ucciso l’ultrà laziale. Messaggero.

Rai. RaiUno, la direttrice sovranista nel mirino dei giallo-rossi. I leghisti sono pronti a sacrificarla per salvare Foa. Teresa De Santis sotto accusa per il calo di ascolti. Così Pd e 5 Stelle preparano il ribaltone nella rete ammiraglia. Sulla Stampa. Todos contianos, grillinos y piddinos. Il governo vuole cambiarla, ma la Rai è già più governista del governo. Salvatore Merlo sul Foglio.

Esercito in retromarcia. Rai, capolinea-Foa: sotto di lui c’è un esercito in retromarcia. Il nuovo governo potrebbe presto rimuovere il presidente E intanto va avanti la transumanza politica di giornalisti e dirigenti. Sul Fatto.

Coni. I giochi proibiti di Malagò. Lettera al Cio: “Punite l’Italia”. Due note segrete per fermare la riforma dello Sport. Suggerendo la possibile esclusione da Tokyo 2020 e la revoca di Milano-Cortina 2026. La replica: “Atto dovuto, merito un ringraziamento”. Marco Mensurati su Repubblica.

Snowden Saviano. “Lotto perché Internet torni di nuovo libero. Zuckerberg? Si pentirà”. Roberto Saviano su Repubblica.

Prosecco. La secessione del Prosecco. I produttori storici contro i low cost. “Via quel nome dalle nostre bottiglie”. Il consorzio del Doc: “Ma con noi in dieci anni c’è stato un terzo di fatturato in più”. Dopo il boom delle bollicine a due euro, le cantine delle colline vogliono divorziare da quelle della pianura. “Chiamateci solo Valdobbiadene”. Il fronte del no: “Così rischiamo il crac”. Giampaolo Visetti su Repubblica.

Scale mobili. Roma, le scale mobili dell’orrore. “Sabotaggi e guasti tenuti nascosti”. Il gip: “Impianti della metro, gestione indegna”. Sospesi quattro dirigenti. L’indagine dopo l’incidente dei tifosi russi. Su Repubblica.

Scale mobili 2. Metro di Roma, quindici indagati. «Manomettevano le scale mobili». Svolta nell’inchiesta sugli incidenti nelle stazioni: «Impianti ancora pericolosi». Nel mirino gli appalti di manutenzione: truccati i meccanismi di allerta per risparmiare sugli interventi. I sabotaggi concordati in una chat: «Cambiate i codici di quegli allarmi». Gli espedienti dell’azienda delle manutenzioni che non era in grado di garantire il servizio. Repubblica, sensori disattivati «L’incidente si poteva evitare». Nell’ordinanza il gip accusa l’azienda: Metroroma sapeva delle false riparazioni. «Se non ci fosse stata la vigoria dei tifosi russi lo scandalo non sarebbe mai emerso». Il funzionario onesto rimosso perché aveva chiuso Spagna. Per far riaprire la fermata in centro pressioni su un dipendente e intese con un controllore del ministero. Messaggero.

Idee. Commenti. Letture.
In difesa del trasformismo. Claudio Cerasa sul Foglio.
• Chi si fida dei bugiardi? Nicola Porro sul Giornale.
• Il mistero salviniano. Analisi di una sconfitta. Luigi Manconi su Repubblica 
Per l’Europa la sfida fra potenze. Marta Dassu sulla Stampa.
Guai a promettere la Luna. Tito Boeri su Repubblica.
La magia in politica dura poco.Angelo Panebianco sul Corriere.
Piero Scaramucci, un giornalista libero.Adriano Sofri sul Foglio.
L’autocontrollo dei social. Fake news, hate speech, interferenze sulla sicurezza nazionale: quando i Big Tech fanno male. Ma una regolamentazione privata dei contenuti è preferibile a una pubblica.Franco Debenedetti sul Foglio.

Ecofin. Gualtieri sonda gli alleati europei. Per la manovra servono 17 miliardi. La prima del ministro a Helsinki, al vertice economico dei Paesi dell’area euro. Federico Fubini sul Corriere.

Cuneo. Taglio del cuneo fiscale, l’esecutivo pensa a un pagamento unico con lo stipendio di luglio. L’ipotesi di un «bonus» da 1.500 euro. Corriere.

Spread. I calcoli di Cottarelli: risparmi da 2 miliardi. «Ma restiamo esposti agli shock finanziari». Sul Quotidiano Nazionale. Sfuma il tesoretto da spread. Rischio stangata da 3 miliardi. Il Pil in frenata e i no europei complicano la manovra. Gualtieri pensa di tagliare di un punto le detrazioni. Sul Giornale.

Disoccupazione. Disoccupazione giù al 9,9%. Meno occupati a tempo pieno. L’Istat: aumentano (a quota 23,4 milioni) le persone con un impiego. Corriere. In crescita solo il part-time forzato. Messaggero. L’avanzata dei «mezzi lavori». E il guaio del terziario low cost. Dario Di Vico sul Corriere.

Occupazione. L’eredità stagnante Perché sono i giovani a masticare i frutti amari del governo gialloverde. Sul Foglio.

Contante. Freno al contante in quattro mosse. Bonus e sanzioni nel piano del Mef. Lotta all’evasione. Detrazioni e deduzioni fiscali riconosciute solo se pagate con moneta elettronica. Taglio delle commissioni su bancomat e carte di credito, obbligatori i pagamenti tracciati alla Pa. Marco Mobili sul Sole. Salvatore Rossi: «Un’arma efficace contro il sommerso. Va verificato se qualche incentivo possa aiutare, ma è la direzione giusta». Davide Colombo sul Sole.

Ceta. Al tavolo per un accordo Ceta 2 mirato all’agroalimentare. È auspicabile una riflessione in sede europea per integrare l’intesa esistente. Raffaele Borriello sul Sole.

Dazi. Gli Usa lavorano a intesa, ma fanno una nuova lista nera. Rimandate di altri 15 giorni le tariffe sulle merci cinesi. Il 7 riprendono i colloqui. Al Pentagono l’elenco delle società di Pechino pericolose per la Difesa. Sole.

Quota 100. “Non sono 63 miliardi” i costi di Quota 100. La smentita del Mef: “Numeri inventati”. Un dato che non trova alcun riscontro nelle stime della Ragioneria Generale dello Stato. Il valore ampiamente sovrastimato di 63 miliardi di euro risulta essere il frutto di un’elaborazione giornalistica non corretta dal punto di vista logico. Sul Fatto.

Alitalia. Gualtieri si muove. Tesoro subito nella newco. Dopo la frenata di Tria, il neo ministro vuole il salvataggio con Fs, Atlantia e Delta. L’ingresso nella società contestuale a quello degli altri partner industriali. Conte preoccupato dallo stallo: seguo il dossier personalmente. Messaggero.

Libia. Serraj stoppa l’accordo tra Federpesca e Haftar. È stato sospeso ieri l’accordo tra Federpesca e la Cirenaica del generale Haftar che consentiva lo sconfinamento dei pescherecci italiani nelle acque libiche in cambio di una fee di 10mila euro al mese.

Lo ha reso noto ieri la stessa Federpesca, dichiarando di aver preso questa decisione «considerato l’insorgere di molteplici e diverse sensibilità che avrebbero potuto compromettere il buon esito dell’iniziativa».

Dietro la decisione dell’associazione degli armatori c’è lo stop chiesto dal governo di Tripoli guidato da Fayez al Serraj, che l’Italia riconosce come legittimo governo della Libia.

Nella pagina Facebook del Governo di accordo nazionale dedicata ai media stranieri si legge infatti che alle autorità italiane è stato chiesto di «intervenire per interrompere i rapporti tra Federpesca siciliana e le istituzioni illegittime dell’Est della Libia.

Nel comunicato online la Lybian Military and Civil Works Investment Authority – con la quale Federpesca il 13 marzo scorso aveva firmato l’accordo – viene definita «un organo illegale e i rapporti con essa rappresentano una violazione delle risoluzioni internazionali. L’accordo – si legge ancora nella nota del ministero degli Esteri di Tripoli – è un finanziamento alla continua aggressione contro la capitale Tripoli e al colpo di stato contro il governo legittimo in Libia». Sole.

Migranti. La Corte dà ragione a Trump. E blocca i migranti al confine. Protesta il Messico: allucinante. Le associazioni Usa: è come una condanna a morte. Corriere.

Iran. Ora Donald (senza Bolton) apre all’Iran. Corriere.

Il commento. Trump prigioniero dei suoi elettori. Massimo Gaggi sul Corriere.

Disastro Bahamas. Oltre mille i dispersi. Il bilancio di Dorian è di 50 vittime. La possibilità di trovare sopravvissuti è sempre più bassa. Stampa.

Russia. Il declino russo: da potenza a guastatore. Mosca e Pechino sono unite dal rifiuto dei valori occidentali, ma la leadership è cinese. Adriana Castagnoli sul Sole.

Putin. I segnali utili che arrivano dal dialogo Macron-Putin. L’Italia, dopo le ambiguità del passato, non può lasciare che sia solo il presidente francese a pilotare il nuovo, indispensabile reset con la Russia. Paolo Valentino sul Corriere.

Israele verso il voto. I giorni neri di Netanyahu «tradito» da Putin e Trump. Iran, Mosca più vicina e Usa pronti a un accordo da 15 miliardi. I media: Casa Bianca sorvegliata. Bibi: plateale bugia. Giornale.

Buongiorno a tutti. Il premier in missione a Bruxelles trova una diversa disponibilità verso l’Italia non più sovranista. Discute con Ursula von dei Leyen un nuovo piano per la redistribuzione dei migranti con penalizzazione economica a chi non li prenderà. Una intervista di Dario Franceschini lanca l’accordo fra i Cinque stelle e il Pd anche alle regionali. I vescovi chiedono una legge che faccia restare reato l’eutanasia. Buona lettura a tutti.

Il governo senza Lega incassa adesso «grande disponibilità» e l’Ue apre all’Italia: sintonia. Cambia l’atteggiamento dei vertici europei nei confronti di Roma (Corriere p.2).

Conte: «Patto sui migranti. Saremo rigorosi, ma umani. Risorse solo a chi accoglie». Il premier porta a Bruxelles la nuova linea. E cerca alleanze. Non solo manterremo il rigore, ma saremo ancora più rigorosi sull’immigrazione clandestina rispetto al governo precedente (Corriere p.3).

La mossa per cambiare Dublino: “Chi è contrario paga”. Pronto un meccanismo per la redistribuzione di migranti. Sette Paesi accettano le quote. L’avvertimento a Visegrad (Stampa p.2). L’Italia pronta a consentire gli sbarchi solo dopo una distribuzione preventiva. (Messaggero p.3).

“Qui a Bruxelles ho trovato molta attenzione, sanno che serve un meccanismo di suddivisione automatico. Salvini? Basta propaganda”. Von der Leyen cauta: “Buono scambio, ma non erano previsti risultati” (Repubblica p.3). Migranti, la Ue bluffa e ci rifila i barconi. Conte ci casca in pieno. Il premier esulta per un’intesa «temporanea». Multe per chi non accoglie? Hanno già fallito (Giornale p.3).

Intervista a Dario Franceschini: “Alleanza con il M5S già alle Regionali”. È difficile ma dobbiamo provarci per battere questa destra. E penso che riusciremo ad arrivare alla fine della legislatura. Per noi non sarà una mutazione genetica. Da questa esperienza i dem potranno uscire rafforzati nella loro identità. Staremo sempre con i deboli (Repubblica p.5).

Gentiloni alla prova dei rigoristi del Nord. È sfida con Parigi e Berlino per i posti chiave. Conte consegna a Von der Leyen la lista dei funzionari: inizia la partita a scacchi con gli altri Paesi europei. L’ex premier vuole evitare contrasti con Dombrovskis: “Io e lui complementari” (Stampa p.5).

A Bruxelles puzzano i conti del Moviola. Il dem Gentiloni spedito in Europa a difendere i nostri interessi, non se la vedrà solo con il badante Dombrovskis. Lassù, infatti, ricordano i buchi lasciati da premier nel bilancio: debito pubblico aumentato e melina sull’Iva. Non è detto che passi l’esame… Maurizio Belpietro sulla Verità (p.5).

«Superare il Patto di stabilità». Conte vede von der Leyen: ridurremo il debito ma puntando sulla crescita e sugli investimenti (Messaggero p.2). Investimenti e flessibilità sul debito. L’Ue prepara il nuovo patto di Stabilità. Sul tavolo della presidente von der Leyen il rapporto degli esperti dell’Ecb. “No a nuovi tagli a istruzione e ricerca che invece vanno incoraggiate”. Stefano Lepri sulla Stampa a pagina 4. (Stampa p.4).

Manovra, più deficit solo per investimenti la mossa di Gualtieri. Verso un piano ambientale sulla scia di quello tedesco da proporre a Bruxelles. Telefonata con Centeno. Domani a Helsinki vertice con Dombrovskis e Moscovici. Dai tecnici dem l’ipotesi di sbloccare 126 miliardi di euro già stanziati fino al 2033 ma non ancora spesi. Al Tesoro si lavora alla revisione delle agevolazioni fiscali. I sindacati chiedono un incontro a Conte (Messaggero p.4).

Gualtieri fa i primi conti e cerca più flessibilità. Vedrà anche Moscovici. Tra gli impegni la riduzione del cuneo fiscale, resta l’incognita dell’Iva (Repubblica p.9). Un assegno unico per i figli a carico. La misura fa parte del programma del nuovo governo. Una spinta per i senza lavoro potrebbe arrivare con la manovra (Corriere p.11).

Così l’Europa ha steso una cortina di ferro contro la destra sovranista. Massimo Franco sul Corriere (p.5). È ora di cambiare l’Europa. Il governo della svolta nasce per governare in nome di Bruxelles ma rischia di trasformare l’Ue in un bancomat. Girotondo su un’occasione da non perdere. Annalisa Chirico sul Foglio (p.IV). L’antidoto centrista al populismo. Charles A. Kupchan sulla Stampa.

In 200 per 42 posti, la rissa nei partiti fa slittare le nomine (Messaggero p.8). Lotta tra Movimento e Pd per le ultime poltrone. Dalle commissioni sono arrivati fino a 20 nomi di candidati sottosegretari. Il filorusso Di Stefano agli Esteri, resiste la Castelli. Per i dem in pista Marattin e Ascani. Il primo ministro manterrà la delega ai Servizi, Fraccaro reclama le Riforme. Intanto Cantone torna in toga, e parte la guerra per l’Anac (Stampa p.7). Guerriglia in commissione. La nuova trincea della Lega (Repubblica p.6).

“Dossier M5S per l’Eurogruppo”. Di Maio fa il vicepremier ombra. Nuova riunione dei grillini alla Farnesina. Il leader 5S vuole tallonare il ministro del Tesoro Gualtieri (Pd). lI grillino spinge per cambiare l’Eurogruppo: più trasparenza (Stampa p.3). Il leader M5S: sull’economia si decide in squadra (Corriere p.8).

Il presidente della Camera Roberto Fico: “Il Movimento è complesso e ha bisogno di uno schema di partecipazione, non solo per le emergenze. Al M5S serve più collegialità. Ora basta con i decreti legge” (Fatto p.5).

Zingaretti e i timori su Renzi. «Lo scisma sarebbe lacerante». L’ex premier ha sospeso l’operazione: solo per adesso. Il leader pensa a un presidente pd donna, Pinotti in pole (Corriere p.8). Pd, montano i dubbi sul proporzionale. Rinviato a ottobre il taglio dei parlamentari. Possibile incontro Berlusconi-Salvini. Il leader della Lega vuole più forza per contrastare la riforma elettorale (Messaggero p.6). Partenza subito in salita: Prodi e Veltroni ribadiscono il no al proporzionale. Dino Martirano sul Corriere a pagina 9. Un Pd proporzionale. David Allegranti sul Foglio.

Toti alla conquista della Lombardia. Pronto l’addio di 7 consiglieri azzurri. Il governatore ligure accoglie metà della pattuglia di Forza Italia al Pirellone: “Diamo casa a chi vuol darci una mano”. Tra i big l’assessore regionale Gallera e il presidente del consiglio Fermi. Lascia anche il figlio dell’ex ministro Romani. “Non parliamo male di Berlusconi ma il programma di Forza Italia è fermo al 1994” (Stampa p.8).

Cantiere centrodestra. Disgelo Berlusconi-Lega. Salvini accetta la proposta del Cavaliere su un tavolo comune: «Se il programma è chiaro ci sto» (Giornale p.10). Salvini: via la gentaglia che ha paura di votare. Ecco il piano Regionali. Marco Cremonesi sul Corriere a pagina 7. (Corriere p.7). L’assalto di Salvini ai voti grillini “L’Umbria un test anti-ammucchiata”. Fabio Martini sulla Stampa a pagina 9.

I 35 voli di Stato “illegittimi” di Salvini. Ora tocca ai pm. Archiviata l’inchiesta contabile sulle trasferte dell’ex ministro: “Nessun danno erariale, ma non poteva usare quei velivoli” (Fatto p.9). Il nemico dell’autonomia è stato Salvini. L’opposizione al governo di Zaia e Fontana si intoppa sulla grande rimozione (Foglio p.3). L’autunno triste dell’ex vicepremier in cerca di rivalsa. La solitudine del leader della Lega dopo la caduta. Lontani i fasti del Papeete, si trova in difficoltà persino sul web e negli ascolti in tv. Le ansie dello staff, che rischia forti tagli dopo l’addio al governo (Repubblica p.7).

Fine vita, la legge che manca. La Cei: l’eutanasia resti reato. Il Parlamento ha tempo fino al 24 settembre, poi potrebbe intervenire la Consulta (Corriere p.18).

Slitta l’educazione civica dalle scuole elementari. Il Consiglio Superiore: è troppo tardi per quest’anno. Si studierà soltanto dal 2020 (Stampa p.6).

Franceschini ridà autonomia ai musei Congelati i decreti di Bonisoli. A Firenze stop all’accorpamento tra Uffizi e Accademia (Qn p.4). Franceschini fa sul serio (al Mibact). La guerra per bande sui Beni culturali (Foglio p.3).

Strangolò e bruciò Sara. Ergastolo all’ex fidanzato perché fu anche stalking. La Corte d’appello lo aveva condannato a trent’anni, ma per la Cassazione non bastavano. “Verdetto storico per tutte le donne” (Repubblica p.14).

“In bermuda e senza pistola in certi servizi è la prassi”. Il collega del carabiniere ucciso dai due americani. “Nessuno ci disse che tutto era partito dalla droga. Se io e Cerciello avessimo saputo che quello zaino era di una persona coinvolta nello spaccio avremmo agito in modo diverso” (Repubblica p.15).

Stalking. Fugge, rintracciata con le bollette dal suo aguzzino. L’azienda dell’energia sbaglia e dà i dati di un’utente in fuga (Giornale p.14).

Un monitoraggio di tre studiosi intitolato «Citarsi addosso» mostra come buona parte della prodigiosa impennata tricolore nelle citazioni sulle riviste scientifiche mondiali sia dovuta a una crescita esponenziale delle auto-citazioni. Il doping delle citazioni dietro al miracolo della nostra ricerca. Gian Antonio Stella sul Corriere a pagina 22.

Allarme delle banche sui tassi negativi. È scontro nella Bce. Draghi vuole nuovi aiuti, ma tedeschi e francesi frenano. L’Abi scrive a Francoforte: non alzate il costo dei depositi. L’acquisto di titoli pubblici potrebbe arrivare a trenta miliardi al mese (Stampa p.4). Ma salvare l’eurozona ora spetta ai governi. La politica monetaria mostra però i suoi limiti, per evitare la recessione serve quella fiscale (Fatto p.3).

Risiko delle Borse. Da Hong Kong 32 miliardi di euro per comprare Londra. Imbarazzo del Regno Unito per la mossa dei cinesi. “Valuteremo le conseguenze sulla sicurezza”. Può nascere il polo finanziario più grande in Europa e Asia. Con la Brexit il listino britannico potrebbe vendere Piazza Affari (Stampa p.18). Il listino inglese: valutiamo la proposta. Fabrizio Massaro sul Corriere a pagina 31. L’analisi. Così parte la sfida al potere di Wall Street. E anche Milano rischia: “Interessi da tutelare” (Repubblica p.20).

Coop: “Segni di stagnazione economica”. Nel 2019 i consumi saliranno dello 0,5%. Il reddito di cittadinanza spinge gli acquisti al Sud (Stampa p.18). Più alimentari, meno hi tech. Consumi in calo dopo 5 anni. Al Nord Ovest una famiglia spende 10 mila euro in più che al Sud (Corriere p.30).

Allarme pensioni, Quota 100 costa troppo. Il rapporto della Ragioneria: in diciotto anni serviranno 63 miliardi, solo nel prossimo biennio conto da 9 miliardi. Nel mirino anche lo stop all’adeguamento dell’età contributiva alle aspettative di vita: è alla base della sostenibilità del sistema. L’uscita anticipata pesa anche sugli assegni percepiti dai pensionati: più bassi di sei punti (Messaggero p.15).

Proposta Confindustria contro l’evasione: sconto carte e tassa sui contanti. Credito di imposta del 2% al cliente che usa sistemi di pagamento tracciabili. Commissione del 2% sui prelievi eccedenti i 1.500 euro al mese (Sole p.21). “Tassa sui contanti” No dei commercianti (Repubblica p.21).

La super alleanza tra 20 banche europee per i pagamenti hi-tech e costruire una piattaforma comune. L’incontro con la Bce. Federico De Rose sul Corriere a pagina 31.

Tassa rifiuti boom: in 9 anni è aumentata quasi dell’80%. Secondo uno studio della Confcommercio gli utenti che pagano di più sono quelli del Lazio: 261 euro a testa contro i 130 del Molise (Messaggero p.15).

Per il salvataggio Alitalia colpo di freno del Tesoro. L’ex ministro Tria a fine agosto alle Fs: il Mef entrerà solo dopo gli altri partner. L’ad Battisti: tutti gli eventuali esuberi verranno ricollocati a carico dello Stato (Messaggero p.5).

Per la guerra dei dazi gli Usa hanno già perso 300 mila posti di lavoro. La guerra commerciale, secondo le stime di Moody’s Analytics se non si corregge il tiro si arriverà a 450 mila entro la fine del 2019, e a 900 mila entro la fine del 2020 (Stampa p.19).

L’Antitrust Usa contro i giganti web. È il turno di Amazon. Dopo Fb e Google, faro sul big delle vendite online. Sul Corriere a pagina 33.

Sulle banche inglesi una bomba da 50 miliardi. Nel Regno Unito scoppia lo scandalo dei PPI, i rimborsi previdenziali. Nuova tegola su Lloyds, Barclays, RBS e Santander: lo spettro ricapitalizzazioni (Sole p.13).

Crisi e declino. Il Paese dei trasformismi. In un sistema politico paralizzato, di cui l’establishment non cessa di tenere ben salde le redini, il segno distintivo diventa sempre di più l’immobilismo. Il Pd è diventato il vero partito delle élite italiane, si può dire che è «il Partito dello Stato». Ernesto Galli della Loggia sul Corriere.

I giudici scozzesi contro Johnson: “Illegale chiudere Westminster” (Stampa p.16). La pazza estate del premier. Da piromane a pompiere? Alla fine potrebbe spuntare l’intesa (Corriere p.12). Farage offre un patto elettorale a Johnson, incastrato tra tribunali (Foglio p.3).

Haftar, i missili, il bunker. La paura degli italiani nell’ospedale di Misurata. Gianluca Di Feo su Repubblica a pagina 11. La diplomazia del pesce tra Mazara del Vallo e le milizie di Haftar. Francesco Battistini sul Corriere a pagina 28.

Hong Kong. Berlino riceve il ribelle Wong. Pechino si irrita. Paolo Valentino sul Corriere a pagina 15. (Corriere p.15).

Al Zawahiri: musulmani, colpite l’America. Nel 18° anniversario dell’attentato alle Torri Gemelle riappare il capo di Al Qaeda: continueremo a combattere. Trump: “Se i nostri nemici torneranno a colpirci useremo una forza mai vista prima”. Al Zawahiri: “Jihadisti, attaccate le forze occidentali nel mondo come rappresaglia per i loro crimini” (Stampa p.10).

La sfida degli indipendentisti a Madrid. Trasformare Barcellona in Hong Kong. In 600mila ieri alla festa nazionale catalana. I partiti secessionisti divisi e in lotta tra loro. La popolazione si prepara a una mobilitazione permanente. Sono nove i leader indipendentisti catalani che si trovano nelle carceri spagnole. Il primo ottobre 2017 si è svolto il referendum per separare la regione dalla Spagna. Francesco Olivo sulla Stampa a pagina 11.  (Stampa p.11).

Nella Groenlandia contesa fra Usa e Cina aumentano gli investimenti di Pechino sulla capitale Nuuk, in risposta al tentativo di Trump di comprare il territorio della calotta glaciale Petrolio, minerali e basi aeree nei ghiacci (Stampa p.12).

Israele, il voto che l’America di Trump aspetta con ansia. Il ritorno alle urne martedì vede Netanyahu in difficoltà. Casa Bianca più defilata. Il ruolo di Adelson, magnate dei casinò di Las Vegas, a sostegno del premier (Sole p.19). Yehoshua “Alle urne come in un referendum. Con o contro Netanyahu” (Repubblica p.10).